Ora buca

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Tipico esempio di ora buca.

Introduzione

Anche Cristiano ha appena scoperto che avrà un'ora buca.

L’ora buca altro non è che quell’esatto momento in cui la bidella entra in classe e pronuncia le magiche parole “Ragazzi, la prof non c’è quindi fate a modo e autogestitevi!” in cui ogni alunno nella stanza ricomincia a credere in Dio. All’occorrenza di questo evento di giubilo, si può spesso notare gente che piange o si butta per terra, altra che abbraccia la povera inserviente, urli di liberazione da ”vittoria dei mondiali” e persone che spalancano spettacolarmente le finestre per gridare al mondo la fuori la loro gioia di vivere.

Dopo il momento della benedizione, gli studenti cominciano a cercare i modi più fruttuosi per passare questi dolci 60 minuti, ed è così che possiamo osservare alcuni usuali situazioni:

Quello studente ti sta guardando. E pensa che TU gli abbia appena fatto perdere la mano.

L’angolo della Bisca

Li vedi lì, in un angolo della classe, non più di 4-5 giocatori concentratissimi, contornati da una serie di spettatori e commentatori degni di un circolo per anziani d’alto ospizio. Come ogni classe che si rispetti, al momento di un’ora buca c’è sempre uno studente pronto con un mazzo di carte da briscola nello zaino che, precipitosamente, si accanisce sulla cartella, ne svuota l’anima e dopo aver tirato fuori il materiale, lo piazza su dei banchi come fosse il mercatino della droga, urlando come un fruttivendolo per attirare clienti/partecipanti. Ovviamente, le molteplici partite vanno avanti a suon di bestemmie (cosi sonore da essere sentite persino dalla prof di religione che fa lezione al terzo piano) e aneddoti dialettali senza senso, ma non è difficile imbattersi in improvvisi scatti d’ira durante i quali, qualche giocatore rovescia il banco con tutta la roba sopra o comincia a lanciare come coriandoli le carte, nel disperato tentativo di interrompere la partita.

Classe di fumatori durante un'ora buca.

I fumatori

Di qualsiasi (dubbia) composizione sia il tabacco nella sigaretta[citazione necessaria], al suono dell’ultima parola di via libera pronunciata dalla bidella, questi individui si stanno già precipitando fuori dall’edificio con molta nonchalance. Li puoi ammirare dalla finestra in una coltre di fumo impenetrabile, mentre inquinano il giardino come una ciminiera nucleare o si perdono in viaggi ultraterreni di cui nemmeno immaginiamo gli effetti devastanti (che persisteranno anche dopo il rientro e questo non è una cosa buona).

I nulla facenti e i saggi

I primi, ugualmente soprannominati “senzaddio”, probabilmente se ne staranno tutto il tempo a fissare il vuoto annullandosi anche più che durante le lezioni. Sono capaci di entrare in coma farmacologico risultando più inutili (e sicuramente meno belli) di una decorazione vacante, incapaci di focalizzare su qualsiasi cosa/frase/pensiero poiché i loro neuroni (previa certificazione di tale presenza) hanno deliberatamente cessato la loro attività elettrica.

Al contrario, i più saggi (che sono stati accorpati allo stesso paragrafo dei nullafacenti dato l’uguale impatto ambientale delle loro attività) sono coloro che si sono appartati in fondo alla classe (il più possibile lontano dalla luce delle finestre), hanno attaccato i banchi e vi si sono abbandonati nella variante più comoda della classica perdita di coscienza in classe. Ebbene si, questa gente che ha capito tutto della vita, si ricongiunge al mondo dei sogni che poco prima aveva dovuto tragicamente abbandonare, ricreando il loro agognato lettino ricoprendosi di giacche per simulare le coperte. Dormitine leggendarie che anche i professori di rientro alla fine dell’ora, faticano a interrompere.

I creativi

I creativi, o artistici o personcine originali o poveri pazzi, sono quel gruppo casuale di studenti che in uno sprizzo di schizofrenia (leggere “Art Attack)” si mettono a disegnare con convinzione e professionalità sulla lavagna. Quella gente che a fine lezione è più sporca di polvere di gesso che un cancellino di 30 anni. Si, proprio loro che se non si dilettano nell’arte della pittura, cominciano a scrivere sentenze imbarazzanti su chiunque, soprattutto sui professori, a causa dei quali sono anche nate 2 leggi statistiche per cui:

1. La probabilità che il professore citato nell’illazione appaia all’improvviso sulla porta della classe e legga, è direttamente proporzionale alla gravità dell’insulto scritto.

2. Il tempo e la difficoltà impiegata per cancellare la scritta compromettente è inversamente proporzionale al voto che il professore citato (e che sta leggendo) darà alla vostra prossima interrogazione.

I secchioni

Sono quelle persone terribilmente tristi e sole che si acquattano in un angolino e si mettono avanti con i compiti, lo studio o ripassano la lezione dell’ora dopo; individui che non conoscono i piaceri della vita ma che per questo non devono essere discriminati (se no poi chi ci fa copiare gli esercizi? <Anonimo>? Non credo proprio!). Ammettiamolo, a inizio ora buca tutti almeno una volta si sono riproposti in modo convincente di fare la stessa cosa, almeno di leggere sul diario quali compiti non avevamo fatto per quel giorno. È solo che poi….oh guarda! Una farfallina!

L’angolo Beauty Farm

Fenomeno abituale nei licei linguistici ad alta concentrazione di oche, per cui un gruppo di ragazze che se ne fregano del loro aspetto esteriore[citazione necessaria] tira fuori trucchi e barba trucchi da fare impallidire i più celebri centri estetici d’Italia. Così per un’intera ora, si installano con la loro attrezzatura e cominciano a ricoprirsi di brodaglie e polverine dai profumi più svariati e soffocanti. C’è chi giura di aver visto qualche studentessa tirare fuori dallo zaino, una bacinella per la pedicure. Ad ogni modo, nella peggiore delle ipotesi, queste arpie catturano i viandanti senza meta e senza famiglia di sesso maschile per sperimentare su di loro le idee più malate e traumatizzanti dell’estetica femminile. Il risultato, la maggior parte delle volte, è un qualcosa che farebbe rabbrividire perfino Moira Orfei, ma nei casi migliori, il malcapitato ne rimane solo shockato e probabilmente un giorno cambierà orientamento sessuale.

L'incubo

Studente medio mentre vede la prof varcare la porta.

Come la vita ci insegna, purtroppo non tutto è rose e fiori. Infatti esistono anche altri vegetali. Tipo le teste di cavolo. Nel nostro caso, esse sono rappresentate da 2 categorie di persone:

  • La prima, è quella delle segretarie che, molto benevolmente, sono preoccupate che gli alunni senza professore muoiano di solitudine e quindi impiegano tutte le loro forze per trovare una sostituzione. A questo punto avete due opzioni: nella migliore delle ipotesi, arriverà in classe un insegnante che non vi conosce, non ha voglia di interagire con voi o almeno non vi chiederà di fare i compiti. Nella peggiore (e vi assicuro che questa è la vera prova tangibile che Pisapia si immischia negli affari scolastici) arriverà un professore del vostro corso che non solo è insegnante di matematica o latino, ma lo stesso giorno avrà con voi anche le altre 2 ore seguenti come da orario prestabilito.
  • La seconda categoria, comprende invece tutti i professori che dovevano mancare ma che poi si presentano a un quarto d’ora dall’inizio del periodo esordendo con un “Anche se avevo la broncopolmonite, la salmonellosi e un principio di meningite, mi sono imbottita di plutonio impoverito per venire a scuola da voi!”. Al che, gli studenti rassegnati, cominciano a raccogliere dolorosamente i frammenti dei loro sogni andati in pezzi, dirigendosi al proprio banco per svegliare il compagno che vi russa sopra ancora ignaro di tutto.