Nonsource:Omaggi poetici a Silvio Berlusconi: differenze tra le versioni
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Versione delle 15:04, 28 ott 2008
Silvio Berlusconi è fonte inesauribile di ispirazione del genio poetico italico (ed anche internazionale). Per brevità ripotiamo qui solo alcune delle infinite opere che Gli sono state dedicate.
Alessandro Manzoni-15 Maggio
Ei fu. Signore ignobile,
dato il mortal arrivo,
stette la maggioranza immemore
orba di tanto cospiro,
così percossa, attonita
l'Italia al Ponzio sta
muta pensando all'ultima
ora dell'uom banale;
né sa quando una simile
ombra di man mortale
la sua povera terra
a derubar verrà.
Ricco di servio encomio
e di codardo oltraggio
or l'Italia si commosse (per la felicità)
al cader di tanto raggio
Lui folgorante in solio
svuotò le nostre tasche e tacque
quando con la sua cricca assidua
cadde, risorse e giacque (magari! ma non ci sono speranze: come tutti i politici italiani è un Highlander.)
due anni nella polvere
quattordici anni fra i coglioni.
Dalle alpi a Lampedusa
dal Piemonte alla Sicilia
Quel nano si arricchì
e rese la fam diffusa.
Fu vera gloria?
Ai poveri italiani l'ardua sentenza.
Noi possiam solo chinar la fronte
al massimo imbroglione
e diffonder senza villania
la verità su nonciclopedia.
Preghiera Cattolico-forzista
Silvio, nostro esempio di folkore
rimetti a me ogni tuo dolore
fisico e finanziario
come fai tu, con leggi Sante
nel tuo interesse conflittuario.
Canto popolare fiorentino
Se più di Silvio ardisci,
se più di Lui vuoi fare
allora, o stolto, rinsavisci!
Puoi più di Lui far defecare?
Puoi più di lui querele esporre?
Più lifting, più trapianti?
più di lui Mediaset imporre?
Più lagrimar, più eterni pianti?
Meno alto, in dignità e statura;
più esile fece la costituzione
la sua e quella del Bel Paese.
Torse il sorriso in eterna bruttura,
nemici tutti mise il prigione
pur Santiligheri a punirlo s'arrese.
Preghiera
Padre nostro che sei ad Arcore
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regime, sia fatta la tua volontà,
così a nord come a sud;
dacci oggi le nostre pene quotidiane;
rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo
ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dai comunisti
Amen
Inno a Berlusconi
L'Onorevole Berlusconi può definirsi un por-
tento di abilità, oltre che un uomo politi-
co di prim'ordine. Meriterebbe di essere de-
cantato con rime sacre come ad altri è già
capitato. Meriterebbe un monumento di ster-
minata mole, che delle sue gesta desse l'e-
co indistruttibile nei secoli, così che il fe-
lice amato nome di questo celebre legisla-
tore giungesse ai nostri lontani nipoti. Scor-
giamo in lui l'uomo saggio, perciò sor-
reggiamo con tutte le nostre forze nel mu-
tevole clamore delle folle, levando un plau-
so a lui e al suo partito.
NB Se sei pigro puoi leggere una riga sì ed una no.
A Silvio
Silvio, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale
quando beltà splendea
nei capelli tuoi caduchi e fuggitivi,
e tu, lieto e pensoso, il limitare
di Palazzo Chigi salivi?
Sonavan gli studi
televisivi, e le Camere del Parlamento,
al tuo perpetuo discorso,
allor che all'opre politiche intento
sedevi, assai contento
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il marzo ododroso: e tu solevi
così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d'in televisione del paterno ostello
porgea gli orecchi al suono della tua voce,
e alla pelata lucente
coperta di nuovi capelli.
Mirava Emilio Fede,
Bruno Vespa e Floris,
e quindi Giuliano Ferrara, e quindi Feltri.
Lingua mortal non dice
quanto c'io rideva.
Che pensieri idioti,
che speranze, che falsità, o Silvio mio!
Quale allor ti apparia
la politica italiana e l'economia!
Quando sovviemmi di cotanta idiozia,
una risata mi preme
divertito e sconsolato,
e tornami a doler mia sventura.
O Silvio, O Silvio,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni gli elettori tuoi?
Tu dopo che l'erbe inaridì il verno
dalla Sinistra unita combattuto e vinto,
perdevi, o pelato. E non governavi
l'Italia negli anni tuoi;
non ti molcea il core
la dolce lode or delle trapiantate chiome,
or delle rughe tirate e spianate;
né teco gli alleati ai dì festivi
ragionavan di governo.
Anche peria fra poco
la speranza tua grande: agli anni miei
anche negarono i fati
il tuo governo. Ahi come,
come passato sei,
caro pelato dell'età mia nova,
mio grande zimbello!
Questa è quell'elezione? questi
brogli, l'inganno la frode, gli eventi
onde cotanto parlasti invano?
Quale sorte delle destre geni?
All'apparir del vero
tu, misero, perdesti: e con proteste
dei falsi brogli e della Sinistra giusta
parlasti invano
Poesiola
Vorrei che si erigesse un monumento,
al cavaliere Silvio Berlusconi,
per vederlo sorridere,contento
mentre in testa gli cacano i piccioni.