Nonsource:Inferno scolastico: differenze tra le versioni
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Sovente accade che gli alunni, giunti al confine che divide ciò ch'è stato da ciò ch'ancora hassi a venir, i discepoli de la dottrina abbiano l'impulso di cinguettar con aurea voce l'anno che, ultimo, de la terra e del ciel a separar fu fatto. |
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== Canto I == |
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Nel mezzo del cammin dell’ultim [[anno]] |
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CANTO I |
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Nel mezzo del cammin dell’ultim anno |
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nacque in me desio di folle prova: |
nacque in me desio di folle prova: |
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porre in versi li pensier che verranno. |
porre in versi li pensier che verranno. |
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Allor spiegando stava cosa nuova |
Allor spiegando stava cosa nuova |
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lo Margite dal cul fonte di dramma |
lo Margite dal cul fonte di dramma |
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che fa sopir quel che intorno trova |
che fa sopir quel che intorno trova |
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…e piatto abbiamo l’encefalogramma! |
…e piatto abbiamo l’encefalogramma! |
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Ecco che l’occhio vitreo diviene |
Ecco che l’occhio vitreo diviene |
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e s’apre la bocca tipo a sen di mamma. |
e s’apre la bocca tipo a sen di mamma. |
||
La tuke col vento le foglie tiene; |
La tuke col vento le foglie tiene; |
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così lo mio perverso pensier sagace |
così lo mio perverso pensier sagace |
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a posarsi andò sul del Befti pene |
a posarsi andò sul del Befti pene |
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E sulla di lui destra man [[vivace]], |
E sulla di lui destra man [[vivace]], |
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mossa da un’araba [[discinta]] Musa; |
mossa da un’araba [[discinta]] Musa; |
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e in bocca il grido mio tremando tace. |
e in bocca il grido mio tremando tace. |
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Ripartì la mente mia confusa |
Ripartì la mente mia confusa |
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creando un sogno che mai nessuno fece |
creando un sogno che mai nessuno fece |
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del cui volgar gergo chiedo scusa. |
del cui volgar gergo chiedo scusa. |
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Il mio genio fu gabbian intro pece |
Il mio genio fu gabbian intro pece |
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credendo, ingannati li sensi matti, |
credendo, ingannati li sensi matti, |
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di star dinnanzi a scuola, e invece |
di star dinnanzi a scuola, e invece |
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Scendean le scale per lunghi tratti |
Scendean le scale per lunghi tratti |
||
intro un’immensa [[grotta]] sì oscura |
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intro un’immensa grotta sì oscura |
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che a tutt’oggi per descrivere i fatti |
che a tutt’oggi per descrivere i fatti |
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Lo spirto mio s’empie di paura. |
Lo spirto mio s’empie di paura. |
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Viene dall’antro un esser trafelato |
Viene dall’antro un esser trafelato |
||
farfugliando dell’avventur futura. |
farfugliando dell’avventur futura. |
||
“Le tue parole non ho afferrato” |
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“Le tue parole non ho afferrato” |
|||
E quel mosse la man gesticolante |
E quel mosse la man gesticolante |
||
“Perché devi dire?!” disse turbato |
“Perché devi dire?!” disse turbato |
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“Lungo iter mi vedrà con te viandante |
“Lungo iter mi vedrà con te viandante |
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e così volle chi più in alto siede!” |
e così volle chi più in alto siede!” |
||
Mai guida di lui fu men prestante… |
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Mai guida di lui fu men prestante… |
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Entrammo ove il [[peccato]] risiede. |
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Entrammo ove il peccato risiede. |
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CANTO II |
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== Canto II == |
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Non appena il mio maestro audace |
Non appena il mio maestro audace |
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Varcò la soglia con sicuro piede |
Varcò la soglia con sicuro piede |
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Una focosa ci urlò rapace: |
Una focosa ci urlò rapace: |
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“Chi di passare si crede?” |
“Chi di passare si crede?” |
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e il buon filosofo: “Taci puttana! |
e il buon filosofo: “Taci puttana! |
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Di qui muove chi deve trovar fede!” |
Di qui muove chi deve trovar fede!” |
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“C’è troppo sindacalismo in questa tana, |
“C’è troppo sindacalismo in questa tana, |
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passate se ciò in alto si vuole…” |
passate se ciò in alto si vuole…” |
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e procedemmo verso gente più ‘sana’ |
e procedemmo verso gente più ‘sana’ |
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poi il maestro m’invitò a parole |
poi il maestro m’invitò a parole |
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a mirar sull’entrata attentamente |
a mirar sull’entrata attentamente |
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per legger la scritta ch’oscura il Sole: |
per legger la scritta ch’oscura il Sole: |
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“PER ME SI VA TRA LA BOCCIATA GENTE, |
“PER ME SI VA TRA LA BOCCIATA GENTE, |
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PER ME SI VA PER IL DOLORE ETERNO. |
PER ME SI VA PER IL DOLORE ETERNO. |
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IVI OGNI RICREAZIONE E’ ASSENTE |
IVI OGNI RICREAZIONE E’ ASSENTE |
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IVI S’ENTRA NEL SCOLASTICO [[INFERNO]]”. |
IVI S’ENTRA NEL SCOLASTICO [[INFERNO]]”. |
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Allor nel buio entrammo prudenti |
Allor nel buio entrammo prudenti |
||
Verso il più profondo del suol interno. |
Verso il più profondo del suol interno. |
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Ed ecco i primi dannati lamenti |
Ed ecco i primi dannati lamenti |
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giungerci dai due in strana posa |
giungerci dai due in strana posa |
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pei quali stomaco ancor dà stenti. |
pei quali stomaco ancor dà stenti. |
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Entrambi fecero una vita oziosa |
Entrambi fecero una vita oziosa |
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E il lor gran peccato fu la pesca, |
E il lor gran peccato fu la pesca, |
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che gli impedì la scelta su ogni cosa. |
che gli impedì la scelta su ogni cosa. |
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Ora qui stanno in sodomica tresca |
Ora qui stanno in sodomica tresca |
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l’autor della ‘Diarrea’ e il fin Mori |
l’autor della ‘Diarrea’ e il fin Mori |
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ch’all’Asta solea portar aria fresca. |
ch’all’Asta solea portar aria fresca. |
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La vita non provocò lor timori |
La vita non provocò lor timori |
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ed ora per legge del contrappasso |
ed ora per legge del contrappasso |
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soffriranno per sempre anal dolori; |
soffriranno per sempre anal dolori; |
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proseguimmo per più profondo passo… |
proseguimmo per più profondo passo… |
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== Canto III == |
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CANTO III |
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Tra fitte nebbie apparve lo fatal rio |
Tra fitte nebbie apparve lo fatal rio |
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cinto dallo peccaminoso ammasso; |
cinto dallo peccaminoso ammasso; |
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vedendomi sì scosso disse Del Rio: |
vedendomi sì scosso disse Del Rio: |
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“Cur il tuo cor è in simile sconquasso? |
“Cur il tuo cor è in simile sconquasso? |
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Laggiù v’è una bestia intenta a vietare |
Laggiù v’è una bestia intenta a vietare |
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del fiume per altra via lo trapasso”. |
del fiume per altra via lo trapasso”. |
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Ei già una volta fu nel mio sognare, |
Ei già una volta fu nel mio sognare, |
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il mio ingegno le gesta ne plagia, |
il mio ingegno le gesta ne plagia, |
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com di Germano lui il bestemmiare! |
com di Germano lui il bestemmiare! |
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Ed ecco Bertin con occhi di bragia |
Ed ecco Bertin con occhi di bragia |
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a chieder ciucciaesputa per pedaggio |
a chieder ciucciaesputa per pedaggio |
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e a batter col rem chiunque s’adagia; |
e a batter col rem chiunque s’adagia; |
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Tra quei ch’avean sì tal coraggio |
Tra quei ch’avean sì tal coraggio |
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vi vidi la Mezzani col cicchetto |
vi vidi la Mezzani col cicchetto |
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impegnata a guadagnar il passaggio. |
impegnata a guadagnar il passaggio. |
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Giunse della belva l’unico [[affetto]]; |
Giunse della belva l’unico [[affetto]]; |
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la Gorra - Angelo a noi si mostrava |
la Gorra - Angelo a noi si mostrava |
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giungendo del calzin destro in difetto. |
giungendo del calzin destro in difetto. |
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Per la perdita irata lacrimava |
Per la perdita irata lacrimava |
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e alle sconce richieste del nochhiero |
e alle sconce richieste del nochhiero |
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uno scandalizzato “Mpf!” pronunciava. |
uno scandalizzato “Mpf!” pronunciava. |
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Fu con lei il mio coso lusinghiero: |
Fu con lei il mio coso lusinghiero: |
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“Tu Elena, inutile mongola in vita |
“Tu Elena, inutile mongola in vita |
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portaci, sì d’avanzar nel sentiero!” |
portaci, sì d’avanzar nel sentiero!” |
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Volevo vederla più inveita |
Volevo vederla più inveita |
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ma già ci aveva accolto sulle ali |
ma già ci aveva accolto sulle ali |
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lei vergine dell’Ade più ambita. |
lei vergine dell’Ade più ambita. |
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Com nel fango si girano i maiali |
Com nel fango si girano i maiali |
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in modo ugual volava la demente |
in modo ugual volava la demente |
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e infine Franco abbisognò di sali. |
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e infine Franco abbisognò di sali. |
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E in spalla portai lo maestro assente… |
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E in spalla portai lo maestro assente… |
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== Canto IV == |
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Quando a continuar ci venne [[coraggio]] |
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CANTO IV |
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Quando a continuar ci venne coraggio |
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Trovammo un luogo d’impunita gente |
Trovammo un luogo d’impunita gente |
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e chiesi di ciò la causa al mio saggio: |
e chiesi di ciò la causa al mio saggio: |
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“Questo è il primo cerchio e v’è presente |
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“Questo è il primo cerchio e v’è presente |
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chiunque prima del Salvator nacque |
chiunque prima del Salvator nacque |
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ch’è su di lor l’acqua santa assente” |
ch’è su di lor l’acqua santa assente” |
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Allora m’indicò un anima e tacque… |
Allora m’indicò un anima e tacque… |
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v’era ragazza assai trasandata |
v’era ragazza assai trasandata |
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con la testa sopra salutari acque |
con la testa sopra salutari acque |
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A far fumenti per gola malata; |
A far fumenti per gola malata; |
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voce nasale a me venne da quella |
voce nasale a me venne da quella |
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ché anche lì era la Fiordi raffreddata: |
ché anche lì era la Fiordi raffreddata: |
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“Per il battesim ebbi varicella!” |
“Per il battesim ebbi varicella!” |
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Indi s’andò verso maggiori stenti… |
Indi s’andò verso maggiori stenti… |
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Incontrammo un’irata Pascarella |
Incontrammo un’irata Pascarella |
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Intenta a giudicar li penitenti |
Intenta a giudicar li penitenti |
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riguardo vita loro e verbi greci |
riguardo vita loro e verbi greci |
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“punzano!” urlò a digrignati denti. |
“punzano!” urlò a digrignati denti. |
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“[[puttana]].ehm.....mmh...” feci |
“[[puttana]].ehm.....mmh...” feci |
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“Barbaro! Non hai dimensioni! |
“Barbaro! Non hai dimensioni! |
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Và in ginocchio sui ceci!!! |
Và in ginocchio sui ceci!!! |
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La polisdecadrà per voi coglioni! |
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La polis decadrà per voi coglioni! |
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Quanto vorreste? Un due vi meritate!...” … |
Quanto vorreste? Un due vi meritate!...” … |
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e fin a sera furon solo indistinti suoni. |
e fin a sera furon solo indistinti suoni. |
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Alla fin, esausto, a lei disse il mio Vate: |
Alla fin, esausto, a lei disse il mio Vate: |
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“Or che con parole la minchia c’hai ferita |
“Or che con parole la minchia c’hai ferita |
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Come nuvola squarcia ciel d’estate |
Come nuvola squarcia ciel d’estate |
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Lascia continuar la via nostra rdita” |
Lascia continuar la via nostra rdita” |
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Spegnendo così i suoi animi irosi |
Spegnendo così i suoi animi irosi |
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Andammo ov’ormai non v’era risalita |
Andammo ov’ormai non v’era risalita |
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Nell’empio giron dei [[lussuriosi]]… |
Nell’empio giron dei [[lussuriosi]]… |
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Ivi tra figuri in ogni uman posizione |
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== Canto V == |
|||
stavan due ancor più focosi: |
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lui del [[doppio senso]] il gran campione |
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CANTO V |
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Lei soave Biagia dai peli setosi; |
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Ivi tra figuri in ogni uman posizione |
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stavan due ancor più focosi: |
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lui del doppio senso il gran campione |
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Lei soave Biagia dai peli setosi; |
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ma a quello l’Asta tagliar fu fatta |
ma a quello l’Asta tagliar fu fatta |
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perciò eran fintamente goduriosi! |
perciò eran fintamente goduriosi! |
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Era quindi la camionista insoddisfatta |
Era quindi la camionista insoddisfatta |
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da colui che in terra coniglio pareva |
da colui che in terra coniglio pareva |
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e che qui subiva inevitabil disfatta. |
e che qui subiva inevitabil disfatta. |
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Più gran troia lei fu sin da Eva |
Più gran troia lei fu sin da Eva |
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E così Frizzo come Adam fu rifiutato |
E così Frizzo come Adam fu rifiutato |
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e lei per mela il pen d Caronte chiedeva. |
e lei per mela il pen d Caronte chiedeva. |
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Mentre lo mio maestro era spensierato |
Mentre lo mio maestro era spensierato |
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come pesce non vede l’am fatale |
come pesce non vede l’am fatale |
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così non paventò un lussurioso deviato |
così non paventò un lussurioso deviato |
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Che trovò nel Vate, penetrazione anale… |
Che trovò nel Vate, penetrazione anale… |
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Ahi quant’a dir era cosa dura |
Ahi quant’a dir era cosa dura |
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est’Asta aspra forte e infernale! |
est’Asta aspra forte e infernale! |
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Lo maestro ebbe sguardo di paura |
Lo maestro ebbe sguardo di paura |
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e sbattendo i piedi la fuga trovava |
e sbattendo i piedi la fuga trovava |
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per evitar altri punti di sutura. |
per evitar altri punti di sutura. |
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Lo duce colmo d’ira moccolava |
Lo duce colmo d’ira moccolava |
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e inveendo a morte lo stupratore |
e inveendo a morte lo stupratore |
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svariati litri perdette di bava… |
svariati litri perdette di bava… |
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L’addolorato chiese a me un favore, |
L’addolorato chiese a me un favore, |
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di vendicarlo con verga in terra trovata |
di vendicarlo con verga in terra trovata |
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e penetrarlo come stantuffo a vapore. |
e penetrarlo come stantuffo a vapore. |
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Ma poiché larga tana avea abituata |
Ma poiché larga tana avea abituata |
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anziché il cul gli spaccai la testa. |
anziché il cul gli spaccai la testa. |
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E pur essendo per vate ardua camminata |
E pur essendo per vate ardua camminata |
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Continuammo per terra d’altra gente infesta… |
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Continuammo per terra d’altra gente infesta… |
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== Canto VI == |
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CANTO VI |
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Arrivam dunque ove è punito il grasso |
Arrivam dunque ove è punito il grasso |
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di chi mai al ventre negò festa. |
di chi mai al ventre negò festa. |
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A fatica scorsi nel ciccioso ammasso |
A fatica scorsi nel ciccioso ammasso |
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Una cinghia lotta per lo digiuno assai mesta |
Una cinghia lotta per lo digiuno assai mesta |
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e colei che non potè indigestion non fare |
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e colei che non poté indigestion non fare |
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di snack e della cioccolatosa fiesta… |
di snack e della cioccolatosa fiesta… |
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Come sommergibil esce dal mare |
Come sommergibil esce dal mare |
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così con tre teste e petto a mongolfiera |
così con tre teste e petto a mongolfiera |
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ecco Persia-Cerbero dalla ciccia affiorare! |
ecco Persia-Cerbero dalla ciccia affiorare! |
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Atterrito dallo schifo di codesta fiera |
Atterrito dallo schifo di codesta fiera |
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cercai nel duce mio sicuro ospizio |
cercai nel duce mio sicuro ospizio |
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ma quello alquanto occupato era |
ma quello alquanto occupato era |
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A protegger lo spanato orifizio: |
A protegger lo spanato orifizio: |
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“Eh? Ah si scusa, orrenda bestia levati dal cazzo! |
“Eh? Ah si scusa, orrenda bestia levati dal cazzo! |
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Così che procediam per più profondo spazio. |
Così che procediam per più profondo spazio. |
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Ma simil a toro che rifiuta il lazzo |
Ma simil a toro che rifiuta il lazzo |
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rabbiosa aprì le tre gole sbavose |
rabbiosa aprì le tre gole sbavose |
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cessando così l’abitual sollazzo; |
cessando così l’abitual sollazzo; |
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lo Genio nell’ampia tasca la man pose |
lo Genio nell’ampia tasca la man pose |
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ed estratto l’autor più amato, |
ed estratto l’autor più amato, |
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Huitzinga dalle pagine assai gravose, |
Huitzinga dalle pagine assai gravose, |
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Tre copie delle tante di cui era armato |
Tre copie delle tante di cui era armato |
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gettò nelle profonde gole con preciso tiro. |
gettò nelle profonde gole con preciso tiro. |
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Dopo che i mattoni ebbe ingurgitato |
Dopo che i mattoni ebbe ingurgitato |
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Per la cagnaccia fu affannoso il respiro. |
Per la cagnaccia fu affannoso il respiro. |
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Lasciandola agonizzante tra gli obesi, |
Lasciandola agonizzante tra gli obesi, |
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il cinghio su di lei golosa non miro |
il cinghio su di lei golosa non miro |
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Ché troppi minuti lì avei speso. |
Ché troppi minuti lì avei speso. |
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Allor andai in più profondo loco |
Allor andai in più profondo loco |
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per, come poco dopo appresi, |
per, come poco dopo appresi, |
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Di un brufoloso amico prendermi gioco… |
Di un brufoloso amico prendermi gioco… |
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== Canto VII == |
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CANTO VII |
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Nuovi dannati a noi vennero incontro |
Nuovi dannati a noi vennero incontro |
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ch’avean sulle labbra insulto mai fioco: |
ch’avean sulle labbra insulto mai fioco: |
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continua è tra lor ragion di scontro. |
continua è tra lor ragion di scontro. |
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Un era il più cesso e non di poco, |
Un era il più cesso e non di poco, |
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il pendente labbro e il crin ondulato |
il pendente labbro e il crin ondulato |
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aumentavan la voglia di dargli fuoco. |
aumentavan la voglia di dargli fuoco. |
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Anche laggiù egli era il più odiato |
Anche laggiù egli era il più odiato |
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e tutti nell’astio eran concordi |
e tutti nell’astio eran concordi |
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anziché l’un contro l’altro armato. |
anziché l’un contro l’altro armato. |
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Poiché io volli saper dei suoi ricordi |
Poiché io volli saper dei suoi ricordi |
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fermò Franco l’abitual pestaggio |
fermò Franco l’abitual pestaggio |
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spingendolo a narrar della Fiordi: |
spingendolo a narrar della Fiordi: |
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“Della nostra relazione ti farò [[saggio]]! |
“Della nostra relazione ti farò [[saggio]]! |
||
Sempre a letto ammalata stava |
Sempre a letto ammalata stava |
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ed ogn’esperienza era per lei miraggio. |
ed ogn’esperienza era per lei miraggio. |
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Essendo io l’unico ‘om’ che mirava |
Essendo io l’unico ‘om’ che mirava |
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nacque tra noi giovanil amore. |
nacque tra noi giovanil amore. |
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Ma proprio quand’io sfoggiai la fava |
Ma proprio quand’io sfoggiai la fava |
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e si sdraiò per concedermi ogni favore… |
e si sdraiò per concedermi ogni favore… |
||
Porco dio! Per caso accese la televisione! |
Porco dio! Per caso accese la televisione! |
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Galeotto fu il bel viso dell’attore. |
Galeotto fu il bel viso dell’attore. |
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Scoprendo così ch’io non ero un adone |
Scoprendo così ch’io non ero un adone |
||
sfoggiò di Rocky il miglior diretto |
sfoggiò di Rocky il miglior diretto |
||
e rifilandomi sì gran siffone |
e rifilandomi sì gran siffone |
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Maciullò il labbro sin allor perfetto” |
Maciullò il labbro sin allor perfetto” |
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Poi lisciò il capello e si rese muto, |
Poi lisciò il capello e si rese muto, |
||
ripresero così gli irosi lor diletto. |
ripresero così gli irosi lor diletto. |
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“Sfigato, duro fu subir quel rifiuto; |
“Sfigato, duro fu subir quel rifiuto; |
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egli infatti da allor divenne iroso |
egli infatti da allor divenne iroso |
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contrario a me che da lei molto ho avuto!”… |
contrario a me che da lei molto ho avuto!”… |
||
Indi proseguii col mio stallon maestoso… |
Indi proseguii col mio stallon maestoso… |
||
== Canto VIII == |
|||
CANTO VIII |
|||
Passate valli di dannati spoglie |
Passate valli di dannati spoglie |
||
di nuovo trovammo qualcun di famoso |
di nuovo trovammo qualcun di famoso |
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che in vita ebbe le più ambigue voglie; |
che in vita ebbe le più ambigue voglie; |
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Con quei era il mio Sir timoroso |
Con quei era il mio Sir timoroso |
||
ma lo timor suo divenne men palese |
ma lo timor suo divenne men palese |
||
quando da terra raccolse bramoso, |
quando da terra raccolse bramoso, |
||
Scambiando così per infantil arnese |
|||
Scambiando così per infantil arnese |
|||
ciò che laggiù era mirabil trstulo… |
ciò che laggiù era mirabil trstulo… |
||
Avendo al collo collana cinese |
Avendo al collo collana cinese |
||
Curiosi vennero a noi i piglianculo |
Curiosi vennero a noi i piglianculo |
||
e tra quei il Migno cercai invano: |
e tra quei il Migno cercai invano: |
||
“Tu che seghi come un mulo |
“Tu che seghi come un mulo |
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Lo vicin con instancabil mano |
Lo vicin con instancabil mano |
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all’impegno tuo dà un po’ di pace |
all’impegno tuo dà un po’ di pace |
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e dì ove sta l’amico mio più insano”. |
e dì ove sta l’amico mio più insano”. |
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“Colui che cerchi or qui non giace: |
“Colui che cerchi or qui non giace: |
||
ei è alla caccia del buco prediletto |
ei è alla caccia del buco prediletto |
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di quel cinico che assai gli piace”. |
di quel cinico che assai gli piace”. |
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Si scese allor in diverso [[ghetto]] |
Si scese allor in diverso [[ghetto]] |
||
ove Diogene con la sua botte |
ove Diogene con la sua botte |
||
avea a fianco il fidato Auletto. |
avea a fianco il fidato Auletto. |
||
Ei fuggiva dalle consuete lotte |
Ei fuggiva dalle consuete lotte |
||
(che lui avea su duplice fronte) |
(che lui avea su duplice fronte) |
||
atterrito da differenti botte: |
atterrito da differenti botte: |
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men [[verga]] di negro bisonte |
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men [[verga]] di nero bisonte |
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de vergate di sardo pastore. |
de vergate di sardo pastore. |
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Lor alleato fu invalicabil monte |
Lor alleato fu invalicabil monte |
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E preso lo cinico fuggitore |
E preso lo cinico fuggitore |
||
diedero inizio a massimo scempio |
diedero inizio a massimo scempio |
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recando a me sì gran orrore |
recando a me sì gran orrore |
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== Canto IX == |
|||
CANTO IX |
|||
Ahi! Troppo poco durò tal’assenza |
Ahi! Troppo poco durò tal’assenza |
||
ch’era per me il più tranquillo tempio! |
ch’era per me il più tranquillo tempio! |
||
Ancora non avea terminabil sentenza |
Ancora non avea terminabil sentenza |
||
Lo schifo di cui ancor son empio: |
Lo schifo di cui ancor son empio: |
||
brandelli di seme coperti di seme |
brandelli di seme coperti di seme |
||
pendean d’ogni suo foro ormai ampio |
pendean d’ogni suo foro ormai ampio |
||
Sì che nel misero non v’ea più speme. |
Sì che nel misero non v’ea più speme. |
||
Ecco final tremenda cappellata |
Ecco final tremenda cappellata |
||
ridurre “l’uom” pianta che non geme. |
ridurre “l’uom” pianta che non geme. |
||
Sì tal bolgia addietro lasciata, |
Sì tal bolgia addietro lasciata, |
||
ancor ci calammo pel violento varco, |
ancor ci calammo pel violento varco, |
||
ove mia mente ormai depravata. |
ove mia mente ormai depravata. |
||
Novelle frecce per lo mio arco |
Novelle frecce per lo mio arco |
||
già pregustava di trovar numerose. |
già pregustava di trovar numerose. |
||
Ma v’ea sol un cupo e deserto parco. |
Ma v’ea sol un cupo e deserto parco. |
||
In cui unico spirto sé stesso ripose, |
In cui unico spirto sé stesso ripose, |
||
a me disse tal decrepito depresso: |
a me disse tal decrepito depresso: |
||
“Non saran le mie labbra noiose…” |
“Non saran le mie labbra noiose…” |
||
Maledetto! Parlò tre ore in eccesso… |
Maledetto! Parlò tre ore in eccesso… |
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Infine capii che li colleghi suoi tutti |
Infine capii che li colleghi suoi tutti |
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all’assalto eran del giron perplesso |
all’assalto eran del giron perplesso |
||
Per addurre loro infiniti lutti… |
Per addurre loro infiniti lutti… |
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Ecco, anche qui la mente mia fu vaga |
Ecco, anche qui la mente mia fu vaga |
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assai oltre andò a montagne e flutti |
assai oltre andò a montagne e flutti |
||
Fin a rimembrarmi la triste saga |
Fin a rimembrarmi la triste saga |
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di colei ch’ha l’dea del dubbio in “seno” |
di colei ch’ha l’dea del dubbio in “seno” |
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la Simon, del quesito la gran maga. |
la Simon, del quesito la gran maga. |
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Rinsavito vidi boschivo terreno… |
Rinsavito vidi boschivo terreno… |
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== Canto X == |
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Lo barbon dinnanzi a [[mille]] leccornie |
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non è per la scelta affatto sereno: |
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le sue incertezze son qui le mie! |
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CANTO X |
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Lo barbon dinnanzi a mille leccornie |
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non è per la scelta affatto sereno: |
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le sue incertezze son qui le mie! |
|||
Infatti d’anime a me note è pieno |
Infatti d’anime a me note è pieno |
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lo selvoso loco che laggiù m’accolse |
lo selvoso loco che laggiù m’accolse |
||
ch’era forse il giron men osceno |
ch’era forse il giron men osceno |
||
Poiché ivi giace chi a se stesso dolse. |
|||
Poiché ivi giace chi a sé stesso dolse. |
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Scorsi da lontano celebre canala |
Scorsi da lontano celebre canala |
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di lei che vistomi in pianto si sciolse. |
di lei che vistomi in pianto si sciolse. |
||
“Sempre a me fu la sorte mala: |
“Sempre a me fu la sorte mala: |
||
prim lasciata per attore e non per attrice |
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pria fallì il sogno d'esser porno attrice |
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sì che non potei più far la maiala, |
sì che non potei più far la maiala, |
||
Perì l’amata fotocopiatrice |
Perì l’amata fotocopiatrice |
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e non avendo la vita mia più spunti |
e non avendo la vita mia più spunti |
||
morìì dissanguata da una pinzatrice. |
morìì dissanguata da una pinzatrice. |
||
Scosso dai suoi travagli congiunti |
Scosso dai suoi travagli congiunti |
||
andai incontro ad un trio dannato |
|||
andai incontro a un trio dannato |
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che un dì, dimentico dal prendere appunti, |
che un dì, dimentico dal prendere appunti, |
||
Non sopportando l’onta di tal peccato |
Non sopportando l’onta di tal peccato |
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s’infilzò con le stesse penne |
s’infilzò con le stesse penne |
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che il proprio compito avean mancato! |
che il proprio compito avean mancato! |
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Sopra stan in flagello perenne |
Sopra stan in flagello perenne |
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le tre aripe dagli aguzzi artigli, |
le tre aripe dagli aguzzi artigli, |
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e selvatico trio non lasciano indenne |
e selvatico trio non lasciano indenne |
||
I rami dannati rendendo vermigli. |
I rami dannati rendendo vermigli. |
||
Una di quelle drogato corvo parea |
Una di quelle drogato corvo parea |
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e alberi e rocce eran per lei perigli |
e alberi e rocce eran per lei perigli |
||
Chè contro essi sovente sbatteva. |
Chè contro essi sovente sbatteva. |
||
Altra rozza e dalle rosse piume |
Altra rozza e dalle rosse piume |
||
era della terza miglior cicisbea. |
era della terza miglior cicisbea. |
||
Indi proseguii verso massimo lume |
|||
Indi proseguii verso massimo lume |
|||
== Canto XI == |
|||
CANTO XI |
|||
Sotto m’accoglie agli occhi bruciore: |
Sotto m’accoglie agli occhi bruciore: |
||
mai vidi in vita simil barlume |
mai vidi in vita simil barlume |
||
e, volte le spalle a sì tal bagliore, |
e, volte le spalle a sì tal bagliore, |
||
come gnu su greto di fiume |
come gnu su greto di fiume |
||
era l’animo mio pien di spavento |
era l’animo mio pien di spavento |
||
chè dinnanzi a brestia d’esser presume. |
chè dinnanzi a brestia d’esser presume. |
||
Toh! Avea smarrito lo mio talento |
Toh! Avea smarrito lo mio talento |
||
il ricordo dell’inutil duce, |
il ricordo dell’inutil duce, |
||
ma proseguii senz’alcun tormento |
ma proseguii senz’alcun tormento |
||
Verso la fonte dell’eterna luce: |
Verso la fonte dell’eterna luce: |
||
lo maggior corno dell’antica fiamma |
lo maggior corno dell’antica fiamma |
||
il Frenk che mai scuse per tacer adduce: |
il Frenk che mai scuse per tacer adduce: |
||
“Maestro d’epillio, d’ode e d’epigramma |
“Maestro d’epillio, d’ode e d’epigramma |
||
io misi me e compagni su legno |
io misi me e compagni su legno |
||
per scire del mondo estremo gamma |
per scire del mondo estremo gamma |
||
Ed estender segni del mio ingegno. |
Ed estender segni del mio ingegno. |
||
Due su tutti eran con me per mare |
Due su tutti eran con me per mare |
||
l’uno, negro, spesso cagion di sdegno |
|||
l’uno, nero, spesso cagion di sdegno |
|||
L’altro di Bocca il gran giullare. |
L’altro di Bocca il gran giullare. |
||
Mangiaron essi del dio sacre vacche |
Mangiaron essi del dio sacre vacche |
||
lasciandomi solo nel mio vagare. |
lasciandomi solo nel mio vagare. |
||
Dopo lunga via per acque fiacche |
Dopo lunga via per acque fiacche |
||
giunsi al monte di purghe mai privo |
giunsi al monte di purghe mai privo |
||
ove d’un tratto le onde e le risacche |
ove d’un tratto le onde e le risacche |
||
Tremende divenner per lo mio arrivo. |
Tremende divenner per lo mio arrivo. |
||
Così io mi spensi colando a picco!” |
Così io mi spensi colando a picco!” |
||
Sommesso rumore a volte sentivo |
Sommesso rumore a volte sentivo |
||
Da quel fuoco di lingue men ricco |
Da quel fuoco di lingue men ricco |
||
che di imporre sé andava cercando |
che di imporre sé andava cercando |
||
ed io, che per sarcasmo su voi spicco, |
ed io, che per sarcasmo su voi spicco, |
||
Vi vidi la Bertina e feci: “Quando? |
Vi vidi la Bertina e feci: “Quando? |
||
… No scusa, ma quando te l’ho chiesto?!” |
… No scusa, ma quando te l’ho chiesto?!” |
||
Prim ch’essa rispondesse blaterando |
Prim ch’essa rispondesse blaterando |
||
M’avviai verso lo giron più mesto… |
M’avviai verso lo giron più mesto… |
||
CANTO XII |
|||
== Canto XII == |
|||
Entra mia nave nell’ultim porto |
Entra mia nave nell’ultim porto |
||
ove lo scudiero ch’ormai detesto |
ove lo scudiero ch’ormai detesto |
||
a me regala uno final conforto |
a me regala uno final conforto |
||
E il suo agir perverso è manifesto. |
E il suo agir perverso è manifesto. |
||
Ivi stava lo poetazzo chino |
Ivi stava lo poetazzo chino |
||
che di prender l’aureola fa gesto |
che di prender l’aureola fa gesto |
||
E, confusolo Franco pel meschino |
E, confusolo Franco pel meschino |
||
che lo suo fior da tergo colse |
che lo suo fior da tergo colse |
||
cercò vendetta col suo belino. |
cercò vendetta col suo belino. |
||
Se lo fece e in gran risa si sciolse |
Se lo fece e in gran risa si sciolse |
||
ma irosa un’orda di diavoletti |
ma irosa un’orda di diavoletti |
||
giunse e volle, sì che lo pen tolse! |
giunse e volle, sì che lo pen tolse! |
||
La Piccio dagli artigli perfetti |
La Piccio dagli artigli perfetti |
||
guidava tra gli altri la Befana |
guidava tra gli altri la Befana |
||
e lo Pierma dai molto affetti |
e lo Pierma dai molto affetti |
||
E anonimo dalla gamba non sana |
E anonimo dalla gamba non sana |
||
che il petto solea mostrar villoso. |
che il petto solea mostrar villoso. |
||
“Idiota! Or ti affetto la banana! |
“Idiota! Or ti affetto la banana! |
||
E tu, non ti curar dello schifoso |
E tu, non ti curar dello schifoso |
||
ma và che la Profe attende te solo!” |
|||
ma va che la Profe attende te solo!” |
|||
“Sebben sia ben poco prezioso |
“Sebben sia ben poco prezioso |
||
mio è l’oggetto, come il suo volo!” |
mio è l’oggetto, come il suo volo!” |
||
Mentre lo piede va verso il Male |
Mentre lo piede va verso il Male |
||
con mente mia invan in cor consolo; |
con mente mia invan in cor consolo; |
||
In me difatti quel senso sale |
In me difatti quel senso sale |
||
(che voi, mortal, capir non potete!) |
(che voi, mortal, capir non potete!) |
||
di chi percorre più alto canale |
di chi percorre più alto canale |
||
E molto turba più di fame e sete |
E molto turba più di fame e sete |
||
chè, sì, coglie il limite e la grandezza |
chè, sì, coglie il limite e la grandezza |
||
e vede l’uom pesce intro rete. |
e vede l’uom pesce intro rete. |
||
Vò così verso final prodezza… |
Vò così verso final prodezza… |
||
== Canto XIII == |
|||
CANTO XIII |
|||
Ecco! Son quel grande albatro |
Ecco! Son quel grande albatro |
||
che vola cosciente all’ultima brezza. |
che vola cosciente all’ultima brezza. |
||
Così pensando entrai nel baratro… |
Così pensando entrai nel baratro… |
||
Là siede colei che ogni certezza spezza, |
Là siede colei che ogni certezza spezza, |
||
colei che mai l’aria frigge |
colei che mai l’aria frigge |
||
e che gli altri prof rende monnezza. |
e che gli altri prof rende monnezza. |
||
Baby demonetti molto affligge |
Baby demonetti molto affligge |
||
con lezioni d’arte cristiana |
con lezioni d’arte cristiana |
||
in cui nemica imago crocifigge; |
in cui nemica imago crocifigge; |
||
Toni fu in terra, quaggiù è [[Satana]]! |
Toni fu in terra, quaggiù è [[Satana]]! |
||
“Io volli lo percorso tuo tutto |
“Io volli lo percorso tuo tutto |
||
io già stimo l’arte tua umana |
io già stimo l’arte tua umana |
||
Di cui i tuoi versi son frutto. |
Di cui i tuoi versi son frutto. |
||
Un tempo era tal la mia potenza |
Un tempo era tal la mia potenza |
||
che pari era un mio singolo [[rutto]] |
che pari era un mio singolo [[rutto]] |
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A più urli di divina provenienza. |
A più urli di divina provenienza. |
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Stavo preparando un celeste golpe |
Stavo preparando un celeste golpe |
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ma quello capì e con gran veggenza |
ma quello capì e con gran veggenza |
||
Mi scagliò sotto a peggior colpe. |
Mi scagliò sotto a peggior colpe. |
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Stolto! Ancor comando il tuo mondo |
Stolto! Ancor comando il tuo mondo |
||
perché di te son maggior volpe!” |
|||
perché di te son maggior [[volpe]]!” |
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Sì tanto mi pungolò nel profondo |
Sì tanto mi pungolò nel profondo |
||
che una fatal idea in me sorse: |
che una fatal idea in me sorse: |
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“Io potrei portar fin in fondo |
“Io potrei portar fin in fondo |
||
Lo piano tuo ch’è altrimenti in forse” |
Lo piano tuo ch’è altrimenti in forse” |
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Lo stolto: “Ma sei tutto impazzito…?” |
Lo stolto: “Ma sei tutto impazzito…?” |
||
La mente mia a lei muta corse |
La mente mia a lei muta corse |
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E volendo quello incenerito, |
E volendo quello incenerito, |
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fu fatto novello Giordano Bruno! |
fu fatto novello Giordano Bruno! |
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Avendomi ciò reso ancor più ardito |
Avendomi ciò reso ancor più ardito |
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Decisi in terra di portar a ognuno |
Decisi in terra di portar a ognuno |
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sue sataniche e giuste favelle |
sue sataniche e giuste favelle |
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sì che di gloria non sia a digiuno |
sì che di gloria non sia a digiuno |
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Colei che movrà il cielo e l’altre stelle! |
Colei che movrà il cielo e l’altre stelle! |
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[[Categoria: |
[[Categoria:Biblioteca]] |
Versione attuale delle 20:50, 20 mag 2024
Sovente accade che gli alunni, giunti al confine che divide ciò ch'è stato da ciò ch'ancora hassi a venir, i discepoli de la dottrina abbiano l'impulso di cinguettar con aurea voce l'anno che, ultimo, de la terra e del ciel a separar fu fatto.
Canto I
Nel mezzo del cammin dell’ultim anno
nacque in me desio di folle prova:
porre in versi li pensier che verranno.
Allor spiegando stava cosa nuova
lo Margite dal cul fonte di dramma
che fa sopir quel che intorno trova
…e piatto abbiamo l’encefalogramma!
Ecco che l’occhio vitreo diviene
e s’apre la bocca tipo a sen di mamma.
La tuke col vento le foglie tiene;
così lo mio perverso pensier sagace
a posarsi andò sul del Befti pene
E sulla di lui destra man vivace,
mossa da un’araba discinta Musa;
e in bocca il grido mio tremando tace.
Ripartì la mente mia confusa
creando un sogno che mai nessuno fece
del cui volgar gergo chiedo scusa.
Il mio genio fu gabbian intro pece
credendo, ingannati li sensi matti,
di star dinnanzi a scuola, e invece
Scendean le scale per lunghi tratti
intro un’immensa grotta sì oscura
che a tutt’oggi per descrivere i fatti
Lo spirto mio s’empie di paura.
Viene dall’antro un esser trafelato
farfugliando dell’avventur futura.
“Le tue parole non ho afferrato”
E quel mosse la man gesticolante
“Perché devi dire?!” disse turbato
“Lungo iter mi vedrà con te viandante
e così volle chi più in alto siede!”
Mai guida di lui fu men prestante…
Entrammo ove il peccato risiede.
Canto II
Non appena il mio maestro audace
Varcò la soglia con sicuro piede
Una focosa ci urlò rapace:
“Chi di passare si crede?”
e il buon filosofo: “Taci puttana!
Di qui muove chi deve trovar fede!”
“C’è troppo sindacalismo in questa tana,
passate se ciò in alto si vuole…”
e procedemmo verso gente più ‘sana’
poi il maestro m’invitò a parole
a mirar sull’entrata attentamente
per legger la scritta ch’oscura il Sole:
“PER ME SI VA TRA LA BOCCIATA GENTE,
PER ME SI VA PER IL DOLORE ETERNO.
IVI OGNI RICREAZIONE E’ ASSENTE
IVI S’ENTRA NEL SCOLASTICO INFERNO”.
Allor nel buio entrammo prudenti
Verso il più profondo del suol interno.
Ed ecco i primi dannati lamenti
giungerci dai due in strana posa
pei quali stomaco ancor dà stenti.
Entrambi fecero una vita oziosa
E il lor gran peccato fu la pesca,
che gli impedì la scelta su ogni cosa.
Ora qui stanno in sodomica tresca
l’autor della ‘Diarrea’ e il fin Mori
ch’all’Asta solea portar aria fresca.
La vita non provocò lor timori
ed ora per legge del contrappasso
soffriranno per sempre anal dolori;
proseguimmo per più profondo passo…
Canto III
Tra fitte nebbie apparve lo fatal rio
cinto dallo peccaminoso ammasso;
vedendomi sì scosso disse Del Rio:
“Cur il tuo cor è in simile sconquasso?
Laggiù v’è una bestia intenta a vietare
del fiume per altra via lo trapasso”.
Ei già una volta fu nel mio sognare,
il mio ingegno le gesta ne plagia,
com di Germano lui il bestemmiare!
Ed ecco Bertin con occhi di bragia
a chieder ciucciaesputa per pedaggio
e a batter col rem chiunque s’adagia;
Tra quei ch’avean sì tal coraggio
vi vidi la Mezzani col cicchetto
impegnata a guadagnar il passaggio.
Giunse della belva l’unico affetto;
la Gorra - Angelo a noi si mostrava
giungendo del calzin destro in difetto.
Per la perdita irata lacrimava
e alle sconce richieste del nochhiero
uno scandalizzato “Mpf!” pronunciava.
Fu con lei il mio coso lusinghiero:
“Tu Elena, inutile mongola in vita
portaci, sì d’avanzar nel sentiero!”
Volevo vederla più inveita
ma già ci aveva accolto sulle ali
lei vergine dell’Ade più ambita.
Com nel fango si girano i maiali
in modo ugual volava la demente
e infine Franco abbisognò di sali.
E in spalla portai lo maestro assente…
Canto IV
Quando a continuar ci venne coraggio
Trovammo un luogo d’impunita gente
e chiesi di ciò la causa al mio saggio:
“Questo è il primo cerchio e v’è presente
chiunque prima del Salvator nacque
ch’è su di lor l’acqua santa assente”
Allora m’indicò un anima e tacque…
v’era ragazza assai trasandata
con la testa sopra salutari acque
A far fumenti per gola malata;
voce nasale a me venne da quella
ché anche lì era la Fiordi raffreddata:
“Per il battesim ebbi varicella!”
Indi s’andò verso maggiori stenti…
Incontrammo un’irata Pascarella
Intenta a giudicar li penitenti
riguardo vita loro e verbi greci
“punzano!” urlò a digrignati denti.
“puttana.ehm.....mmh...” feci
“Barbaro! Non hai dimensioni!
Và in ginocchio sui ceci!!!
La polis decadrà per voi coglioni!
Quanto vorreste? Un due vi meritate!...” …
e fin a sera furon solo indistinti suoni.
Alla fin, esausto, a lei disse il mio Vate:
“Or che con parole la minchia c’hai ferita
Come nuvola squarcia ciel d’estate
Lascia continuar la via nostra rdita”
Spegnendo così i suoi animi irosi
Andammo ov’ormai non v’era risalita
Nell’empio giron dei lussuriosi…
Ivi tra figuri in ogni uman posizione
Canto V
stavan due ancor più focosi:
lui del doppio senso il gran campione
Lei soave Biagia dai peli setosi;
ma a quello l’Asta tagliar fu fatta
perciò eran fintamente goduriosi!
Era quindi la camionista insoddisfatta
da colui che in terra coniglio pareva
e che qui subiva inevitabil disfatta.
Più gran troia lei fu sin da Eva
E così Frizzo come Adam fu rifiutato
e lei per mela il pen d Caronte chiedeva.
Mentre lo mio maestro era spensierato
come pesce non vede l’am fatale
così non paventò un lussurioso deviato
Che trovò nel Vate, penetrazione anale…
Ahi quant’a dir era cosa dura
est’Asta aspra forte e infernale!
Lo maestro ebbe sguardo di paura
e sbattendo i piedi la fuga trovava
per evitar altri punti di sutura.
Lo duce colmo d’ira moccolava
e inveendo a morte lo stupratore
svariati litri perdette di bava…
L’addolorato chiese a me un favore,
di vendicarlo con verga in terra trovata
e penetrarlo come stantuffo a vapore.
Ma poiché larga tana avea abituata
anziché il cul gli spaccai la testa.
E pur essendo per vate ardua camminata
Continuammo per terra d’altra gente infesta…
Canto VI
Arrivam dunque ove è punito il grasso
di chi mai al ventre negò festa.
A fatica scorsi nel ciccioso ammasso
Una cinghia lotta per lo digiuno assai mesta
e colei che non poté indigestion non fare
di snack e della cioccolatosa fiesta…
Come sommergibil esce dal mare
così con tre teste e petto a mongolfiera
ecco Persia-Cerbero dalla ciccia affiorare!
Atterrito dallo schifo di codesta fiera
cercai nel duce mio sicuro ospizio
ma quello alquanto occupato era
A protegger lo spanato orifizio:
“Eh? Ah si scusa, orrenda bestia levati dal cazzo!
Così che procediam per più profondo spazio.
Ma simil a toro che rifiuta il lazzo
rabbiosa aprì le tre gole sbavose
cessando così l’abitual sollazzo;
lo Genio nell’ampia tasca la man pose
ed estratto l’autor più amato,
Huitzinga dalle pagine assai gravose,
Tre copie delle tante di cui era armato
gettò nelle profonde gole con preciso tiro.
Dopo che i mattoni ebbe ingurgitato
Per la cagnaccia fu affannoso il respiro.
Lasciandola agonizzante tra gli obesi,
il cinghio su di lei golosa non miro
Ché troppi minuti lì avei speso.
Allor andai in più profondo loco
per, come poco dopo appresi,
Di un brufoloso amico prendermi gioco…
Canto VII
Nuovi dannati a noi vennero incontro
ch’avean sulle labbra insulto mai fioco:
continua è tra lor ragion di scontro.
Un era il più cesso e non di poco,
il pendente labbro e il crin ondulato
aumentavan la voglia di dargli fuoco.
Anche laggiù egli era il più odiato
e tutti nell’astio eran concordi
anziché l’un contro l’altro armato.
Poiché io volli saper dei suoi ricordi
fermò Franco l’abitual pestaggio
spingendolo a narrar della Fiordi:
“Della nostra relazione ti farò saggio!
Sempre a letto ammalata stava
ed ogn’esperienza era per lei miraggio.
Essendo io l’unico ‘om’ che mirava
nacque tra noi giovanil amore.
Ma proprio quand’io sfoggiai la fava
e si sdraiò per concedermi ogni favore…
Porco dio! Per caso accese la televisione!
Galeotto fu il bel viso dell’attore.
Scoprendo così ch’io non ero un adone
sfoggiò di Rocky il miglior diretto
e rifilandomi sì gran siffone
Maciullò il labbro sin allor perfetto”
Poi lisciò il capello e si rese muto,
ripresero così gli irosi lor diletto.
“Sfigato, duro fu subir quel rifiuto;
egli infatti da allor divenne iroso
contrario a me che da lei molto ho avuto!”…
Indi proseguii col mio stallon maestoso…
Canto VIII
Passate valli di dannati spoglie
di nuovo trovammo qualcun di famoso
che in vita ebbe le più ambigue voglie;
Con quei era il mio Sir timoroso
ma lo timor suo divenne men palese
quando da terra raccolse bramoso,
Scambiando così per infantil arnese
ciò che laggiù era mirabil trstulo…
Avendo al collo collana cinese
Curiosi vennero a noi i piglianculo
e tra quei il Migno cercai invano:
“Tu che seghi come un mulo
Lo vicin con instancabil mano
all’impegno tuo dà un po’ di pace
e dì ove sta l’amico mio più insano”.
“Colui che cerchi or qui non giace:
ei è alla caccia del buco prediletto
di quel cinico che assai gli piace”.
Si scese allor in diverso ghetto
ove Diogene con la sua botte
avea a fianco il fidato Auletto.
Ei fuggiva dalle consuete lotte
(che lui avea su duplice fronte)
atterrito da differenti botte:
men verga di nero bisonte
de vergate di sardo pastore.
Lor alleato fu invalicabil monte
E preso lo cinico fuggitore
diedero inizio a massimo scempio
recando a me sì gran orrore
Che svenni pria di maggior esempio…
Canto IX
Ahi! Troppo poco durò tal’assenza
ch’era per me il più tranquillo tempio!
Ancora non avea terminabil sentenza
Lo schifo di cui ancor son empio:
brandelli di seme coperti di seme
pendean d’ogni suo foro ormai ampio
Sì che nel misero non v’ea più speme.
Ecco final tremenda cappellata
ridurre “l’uom” pianta che non geme.
Sì tal bolgia addietro lasciata,
ancor ci calammo pel violento varco,
ove mia mente ormai depravata.
Novelle frecce per lo mio arco
già pregustava di trovar numerose.
Ma v’ea sol un cupo e deserto parco.
In cui unico spirto sé stesso ripose,
a me disse tal decrepito depresso:
“Non saran le mie labbra noiose…”
Maledetto! Parlò tre ore in eccesso…
Infine capii che li colleghi suoi tutti
all’assalto eran del giron perplesso
Per addurre loro infiniti lutti…
Ecco, anche qui la mente mia fu vaga
assai oltre andò a montagne e flutti
Fin a rimembrarmi la triste saga
di colei ch’ha l’dea del dubbio in “seno”
la Simon, del quesito la gran maga.
Rinsavito vidi boschivo terreno…
Canto X
Lo barbon dinnanzi a mille leccornie
non è per la scelta affatto sereno:
le sue incertezze son qui le mie!
Infatti d’anime a me note è pieno
lo selvoso loco che laggiù m’accolse
ch’era forse il giron men osceno
Poiché ivi giace chi a sé stesso dolse.
Scorsi da lontano celebre canala
di lei che vistomi in pianto si sciolse.
“Sempre a me fu la sorte mala:
pria fallì il sogno d'esser porno attrice
sì che non potei più far la maiala,
Perì l’amata fotocopiatrice
e non avendo la vita mia più spunti
morìì dissanguata da una pinzatrice.
Scosso dai suoi travagli congiunti
andai incontro a un trio dannato
che un dì, dimentico dal prendere appunti,
Non sopportando l’onta di tal peccato
s’infilzò con le stesse penne
che il proprio compito avean mancato!
Sopra stan in flagello perenne
le tre aripe dagli aguzzi artigli,
e selvatico trio non lasciano indenne
I rami dannati rendendo vermigli.
Una di quelle drogato corvo parea
e alberi e rocce eran per lei perigli
Chè contro essi sovente sbatteva.
Altra rozza e dalle rosse piume
era della terza miglior cicisbea.
Indi proseguii verso massimo lume
Canto XI
Sotto m’accoglie agli occhi bruciore:
mai vidi in vita simil barlume
e, volte le spalle a sì tal bagliore,
come gnu su greto di fiume
era l’animo mio pien di spavento
chè dinnanzi a brestia d’esser presume.
Toh! Avea smarrito lo mio talento
il ricordo dell’inutil duce,
ma proseguii senz’alcun tormento
Verso la fonte dell’eterna luce:
lo maggior corno dell’antica fiamma
il Frenk che mai scuse per tacer adduce:
“Maestro d’epillio, d’ode e d’epigramma
io misi me e compagni su legno
per scire del mondo estremo gamma
Ed estender segni del mio ingegno.
Due su tutti eran con me per mare
l’uno, nero, spesso cagion di sdegno
L’altro di Bocca il gran giullare.
Mangiaron essi del dio sacre vacche
lasciandomi solo nel mio vagare.
Dopo lunga via per acque fiacche
giunsi al monte di purghe mai privo
ove d’un tratto le onde e le risacche
Tremende divenner per lo mio arrivo.
Così io mi spensi colando a picco!”
Sommesso rumore a volte sentivo
Da quel fuoco di lingue men ricco
che di imporre sé andava cercando
ed io, che per sarcasmo su voi spicco,
Vi vidi la Bertina e feci: “Quando?
… No scusa, ma quando te l’ho chiesto?!”
Prim ch’essa rispondesse blaterando
M’avviai verso lo giron più mesto…
Canto XII
Entra mia nave nell’ultim porto
ove lo scudiero ch’ormai detesto
a me regala uno final conforto
E il suo agir perverso è manifesto.
Ivi stava lo poetazzo chino
che di prender l’aureola fa gesto
E, confusolo Franco pel meschino
che lo suo fior da tergo colse
cercò vendetta col suo belino.
Se lo fece e in gran risa si sciolse
ma irosa un’orda di diavoletti
giunse e volle, sì che lo pen tolse!
La Piccio dagli artigli perfetti
guidava tra gli altri la Befana
e lo Pierma dai molto affetti
E anonimo dalla gamba non sana
che il petto solea mostrar villoso.
“Idiota! Or ti affetto la banana!
E tu, non ti curar dello schifoso
ma va che la Profe attende te solo!”
“Sebben sia ben poco prezioso
mio è l’oggetto, come il suo volo!”
Mentre lo piede va verso il Male
con mente mia invan in cor consolo;
In me difatti quel senso sale
(che voi, mortal, capir non potete!)
di chi percorre più alto canale
E molto turba più di fame e sete
chè, sì, coglie il limite e la grandezza
e vede l’uom pesce intro rete.
Vò così verso final prodezza…
Canto XIII
Ecco! Son quel grande albatro
che vola cosciente all’ultima brezza.
Così pensando entrai nel baratro…
Là siede colei che ogni certezza spezza,
colei che mai l’aria frigge
e che gli altri prof rende monnezza.
Baby demonetti molto affligge
con lezioni d’arte cristiana
in cui nemica imago crocifigge;
Toni fu in terra, quaggiù è Satana!
“Io volli lo percorso tuo tutto
io già stimo l’arte tua umana
Di cui i tuoi versi son frutto.
Un tempo era tal la mia potenza
che pari era un mio singolo rutto
A più urli di divina provenienza.
Stavo preparando un celeste golpe
ma quello capì e con gran veggenza
Mi scagliò sotto a peggior colpe.
Stolto! Ancor comando il tuo mondo
perché di te son maggior volpe!”
Sì tanto mi pungolò nel profondo
che una fatal idea in me sorse:
“Io potrei portar fin in fondo
Lo piano tuo ch’è altrimenti in forse”
Lo stolto: “Ma sei tutto impazzito…?”
La mente mia a lei muta corse
E volendo quello incenerito,
fu fatto novello Giordano Bruno!
Avendomi ciò reso ancor più ardito
Decisi in terra di portar a ognuno
sue sataniche e giuste favelle
sì che di gloria non sia a digiuno
Colei che movrà il cielo e l’altre stelle!