Nonsource:Inferno scolastico: differenze tra le versioni

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Sovente accade che gli alunni, giunti al confine che divide ciò ch'è stato da ciò ch'ancora hassi a venir, i discepoli de la dottrina abbiano l'impulso di cinguettar con aurea voce l'anno che, ultimo, de la terra e del ciel a separar fu fatto.
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== Canto I ==
Nel mezzo del cammin dell’ultim [[anno]]


CANTO I
Nel mezzo del cammin dell’ultim anno
nacque in me desio di folle prova:
nacque in me desio di folle prova:

porre in versi li pensier che verranno.
porre in versi li pensier che verranno.



Allor spiegando stava cosa nuova
Allor spiegando stava cosa nuova

lo Margite dal cul fonte di dramma
lo Margite dal cul fonte di dramma

che fa sopir quel che intorno trova
che fa sopir quel che intorno trova



…e piatto abbiamo l’encefalogramma!
…e piatto abbiamo l’encefalogramma!

Ecco che l’occhio vitreo diviene
Ecco che l’occhio vitreo diviene

e s’apre la bocca tipo a sen di mamma.
e s’apre la bocca tipo a sen di mamma.



La tuke col vento le foglie tiene;
La tuke col vento le foglie tiene;

così lo mio perverso pensier sagace
così lo mio perverso pensier sagace

a posarsi andò sul del Befti pene
a posarsi andò sul del Befti pene



E sulla di lui destra man [[vivace]],
E sulla di lui destra man [[vivace]],

mossa da un’araba [[discinta]] Musa;
mossa da un’araba [[discinta]] Musa;

e in bocca il grido mio tremando tace.
e in bocca il grido mio tremando tace.



Ripartì la mente mia confusa
Ripartì la mente mia confusa

creando un sogno che mai nessuno fece
creando un sogno che mai nessuno fece

del cui volgar gergo chiedo scusa.
del cui volgar gergo chiedo scusa.



Il mio genio fu gabbian intro pece
Il mio genio fu gabbian intro pece

credendo, ingannati li sensi matti,
credendo, ingannati li sensi matti,

di star dinnanzi a scuola, e invece
di star dinnanzi a scuola, e invece



Scendean le scale per lunghi tratti
Scendean le scale per lunghi tratti

intro un’immensa [[grotta]] sì oscura
intro un’immensa grotta sì oscura

che a tutt’oggi per descrivere i fatti
che a tutt’oggi per descrivere i fatti



Lo spirto mio s’empie di paura.
Lo spirto mio s’empie di paura.

Viene dall’antro un esser trafelato
Viene dall’antro un esser trafelato

farfugliando dell’avventur futura.
farfugliando dell’avventur futura.



“Le tue parole non ho afferrato”
“Le tue parole non ho afferrato”

E quel mosse la man gesticolante
E quel mosse la man gesticolante

“Perché devi dire?!” disse turbato
“Perché devi dire?!” disse turbato



“Lungo iter mi vedrà con te viandante
“Lungo iter mi vedrà con te viandante

e così volle chi più in alto siede!”
e così volle chi più in alto siede!”
Mai guida di lui fu men prestante…


Mai guida di lui fu men prestante…
Entrammo ove il [[peccato]] risiede.




Entrammo ove il peccato risiede.
CANTO II


== Canto II ==
Non appena il mio maestro audace
Non appena il mio maestro audace

Varcò la soglia con sicuro piede
Varcò la soglia con sicuro piede

Una focosa ci urlò rapace:
Una focosa ci urlò rapace:



“Chi di passare si crede?”
“Chi di passare si crede?”

e il buon filosofo: “Taci puttana!
e il buon filosofo: “Taci puttana!

Di qui muove chi deve trovar fede!”
Di qui muove chi deve trovar fede!”



“C’è troppo sindacalismo in questa tana,
“C’è troppo sindacalismo in questa tana,

passate se ciò in alto si vuole…”
passate se ciò in alto si vuole…”

e procedemmo verso gente più ‘sana’
e procedemmo verso gente più ‘sana’



poi il maestro m’invitò a parole
poi il maestro m’invitò a parole

a mirar sull’entrata attentamente
a mirar sull’entrata attentamente

per legger la scritta ch’oscura il Sole:
per legger la scritta ch’oscura il Sole:



“PER ME SI VA TRA LA BOCCIATA GENTE,
“PER ME SI VA TRA LA BOCCIATA GENTE,

PER ME SI VA PER IL DOLORE ETERNO.
PER ME SI VA PER IL DOLORE ETERNO.

IVI OGNI RICREAZIONE E’ ASSENTE
IVI OGNI RICREAZIONE E’ ASSENTE



IVI S’ENTRA NEL SCOLASTICO [[INFERNO]]”.
IVI S’ENTRA NEL SCOLASTICO [[INFERNO]]”.

Allor nel buio entrammo prudenti
Allor nel buio entrammo prudenti

Verso il più profondo del suol interno.
Verso il più profondo del suol interno.



Ed ecco i primi dannati lamenti
Ed ecco i primi dannati lamenti

giungerci dai due in strana posa
giungerci dai due in strana posa

pei quali stomaco ancor dà stenti.
pei quali stomaco ancor dà stenti.



Entrambi fecero una vita oziosa
Entrambi fecero una vita oziosa

E il lor gran peccato fu la pesca,
E il lor gran peccato fu la pesca,

che gli impedì la scelta su ogni cosa.
che gli impedì la scelta su ogni cosa.



Ora qui stanno in sodomica tresca
Ora qui stanno in sodomica tresca

l’autor della ‘Diarrea’ e il fin Mori
l’autor della ‘Diarrea’ e il fin Mori

ch’all’Asta solea portar aria fresca.
ch’all’Asta solea portar aria fresca.



La vita non provocò lor timori
La vita non provocò lor timori

ed ora per legge del contrappasso
ed ora per legge del contrappasso

soffriranno per sempre anal dolori;
soffriranno per sempre anal dolori;



proseguimmo per più profondo passo…
proseguimmo per più profondo passo…


== Canto III ==



CANTO III

Tra fitte nebbie apparve lo fatal rio
Tra fitte nebbie apparve lo fatal rio

cinto dallo peccaminoso ammasso;
cinto dallo peccaminoso ammasso;

vedendomi sì scosso disse Del Rio:
vedendomi sì scosso disse Del Rio:



“Cur il tuo cor è in simile sconquasso?
“Cur il tuo cor è in simile sconquasso?

Laggiù v’è una bestia intenta a vietare
Laggiù v’è una bestia intenta a vietare

del fiume per altra via lo trapasso”.
del fiume per altra via lo trapasso”.



Ei già una volta fu nel mio sognare,
Ei già una volta fu nel mio sognare,

il mio ingegno le gesta ne plagia,
il mio ingegno le gesta ne plagia,

com di Germano lui il bestemmiare!
com di Germano lui il bestemmiare!



Ed ecco Bertin con occhi di bragia
Ed ecco Bertin con occhi di bragia

a chieder ciucciaesputa per pedaggio
a chieder ciucciaesputa per pedaggio

e a batter col rem chiunque s’adagia;
e a batter col rem chiunque s’adagia;



Tra quei ch’avean sì tal coraggio
Tra quei ch’avean sì tal coraggio

vi vidi la Mezzani col cicchetto
vi vidi la Mezzani col cicchetto

impegnata a guadagnar il passaggio.
impegnata a guadagnar il passaggio.



Giunse della belva l’unico [[affetto]];
Giunse della belva l’unico [[affetto]];

la Gorra - Angelo a noi si mostrava
la Gorra - Angelo a noi si mostrava

giungendo del calzin destro in difetto.
giungendo del calzin destro in difetto.



Per la perdita irata lacrimava
Per la perdita irata lacrimava

e alle sconce richieste del nochhiero
e alle sconce richieste del nochhiero

uno scandalizzato “Mpf!” pronunciava.
uno scandalizzato “Mpf!” pronunciava.



Fu con lei il mio coso lusinghiero:
Fu con lei il mio coso lusinghiero:

“Tu Elena, inutile mongola in vita
“Tu Elena, inutile mongola in vita

portaci, sì d’avanzar nel sentiero!”
portaci, sì d’avanzar nel sentiero!”



Volevo vederla più inveita
Volevo vederla più inveita

ma già ci aveva accolto sulle ali
ma già ci aveva accolto sulle ali

lei vergine dell’Ade più ambita.
lei vergine dell’Ade più ambita.



Com nel fango si girano i maiali
Com nel fango si girano i maiali

in modo ugual volava la demente
in modo ugual volava la demente
e infine Franco abbisognò di sali.


e infine Franco abbisognò di sali.
E in spalla portai lo maestro assente…


E in spalla portai lo maestro assente…


== Canto IV ==
Quando a continuar ci venne [[coraggio]]


CANTO IV
Quando a continuar ci venne coraggio
Trovammo un luogo d’impunita gente
Trovammo un luogo d’impunita gente

e chiesi di ciò la causa al mio saggio:
e chiesi di ciò la causa al mio saggio:



“Questo è il primo cerchio e v’è presente
“Questo è il primo cerchio e v’è presente

chiunque prima del Salvator nacque
chiunque prima del Salvator nacque

ch’è su di lor l’acqua santa assente”
ch’è su di lor l’acqua santa assente”



Allora m’indicò un anima e tacque…
Allora m’indicò un anima e tacque…

v’era ragazza assai trasandata
v’era ragazza assai trasandata

con la testa sopra salutari acque
con la testa sopra salutari acque



A far fumenti per gola malata;
A far fumenti per gola malata;

voce nasale a me venne da quella
voce nasale a me venne da quella

ché anche lì era la Fiordi raffreddata:
ché anche lì era la Fiordi raffreddata:



“Per il battesim ebbi varicella!”
“Per il battesim ebbi varicella!”

Indi s’andò verso maggiori stenti…
Indi s’andò verso maggiori stenti…

Incontrammo un’irata Pascarella
Incontrammo un’irata Pascarella



Intenta a giudicar li penitenti
Intenta a giudicar li penitenti

riguardo vita loro e verbi greci
riguardo vita loro e verbi greci

“punzano!” urlò a digrignati denti.
“punzano!” urlò a digrignati denti.



“[[puttana]].ehm.....mmh...” feci
“[[puttana]].ehm.....mmh...” feci

“Barbaro! Non hai dimensioni!
“Barbaro! Non hai dimensioni!

Và in ginocchio sui ceci!!!
Và in ginocchio sui ceci!!!



La polisdecadrà per voi coglioni!
La polis decadrà per voi coglioni!

Quanto vorreste? Un due vi meritate!...” …
Quanto vorreste? Un due vi meritate!...” …

e fin a sera furon solo indistinti suoni.
e fin a sera furon solo indistinti suoni.



Alla fin, esausto, a lei disse il mio Vate:
Alla fin, esausto, a lei disse il mio Vate:

“Or che con parole la minchia c’hai ferita
“Or che con parole la minchia c’hai ferita

Come nuvola squarcia ciel d’estate
Come nuvola squarcia ciel d’estate



Lascia continuar la via nostra rdita”
Lascia continuar la via nostra rdita”

Spegnendo così i suoi animi irosi
Spegnendo così i suoi animi irosi

Andammo ov’ormai non v’era risalita
Andammo ov’ormai non v’era risalita



Nell’empio giron dei [[lussuriosi]]…
Nell’empio giron dei [[lussuriosi]]…


Ivi tra figuri in ogni uman posizione


== Canto V ==
stavan due ancor più focosi:


lui del [[doppio senso]] il gran campione


CANTO V


Lei soave Biagia dai peli setosi;
Ivi tra figuri in ogni uman posizione
stavan due ancor più focosi:
lui del doppio senso il gran campione


Lei soave Biagia dai peli setosi;
ma a quello l’Asta tagliar fu fatta
ma a quello l’Asta tagliar fu fatta

perciò eran fintamente goduriosi!
perciò eran fintamente goduriosi!



Era quindi la camionista insoddisfatta
Era quindi la camionista insoddisfatta

da colui che in terra coniglio pareva
da colui che in terra coniglio pareva

e che qui subiva inevitabil disfatta.
e che qui subiva inevitabil disfatta.



Più gran troia lei fu sin da Eva
Più gran troia lei fu sin da Eva

E così Frizzo come Adam fu rifiutato
E così Frizzo come Adam fu rifiutato

e lei per mela il pen d Caronte chiedeva.
e lei per mela il pen d Caronte chiedeva.



Mentre lo mio maestro era spensierato
Mentre lo mio maestro era spensierato

come pesce non vede l’am fatale
come pesce non vede l’am fatale

così non paventò un lussurioso deviato
così non paventò un lussurioso deviato



Che trovò nel Vate, penetrazione anale…
Che trovò nel Vate, penetrazione anale…

Ahi quant’a dir era cosa dura
Ahi quant’a dir era cosa dura

est’Asta aspra forte e infernale!
est’Asta aspra forte e infernale!



Lo maestro ebbe sguardo di paura
Lo maestro ebbe sguardo di paura

e sbattendo i piedi la fuga trovava
e sbattendo i piedi la fuga trovava

per evitar altri punti di sutura.
per evitar altri punti di sutura.



Lo duce colmo d’ira moccolava
Lo duce colmo d’ira moccolava

e inveendo a morte lo stupratore
e inveendo a morte lo stupratore

svariati litri perdette di bava…
svariati litri perdette di bava…



L’addolorato chiese a me un favore,
L’addolorato chiese a me un favore,

di vendicarlo con verga in terra trovata
di vendicarlo con verga in terra trovata

e penetrarlo come stantuffo a vapore.
e penetrarlo come stantuffo a vapore.



Ma poiché larga tana avea abituata
Ma poiché larga tana avea abituata

anziché il cul gli spaccai la testa.
anziché il cul gli spaccai la testa.

E pur essendo per vate ardua camminata
E pur essendo per vate ardua camminata


Continuammo per terra d’altra gente infesta…


Continuammo per terra d’altra gente infesta…


== Canto VI ==


CANTO VI

Arrivam dunque ove è punito il grasso
Arrivam dunque ove è punito il grasso

di chi mai al ventre negò festa.
di chi mai al ventre negò festa.

A fatica scorsi nel ciccioso ammasso
A fatica scorsi nel ciccioso ammasso



Una cinghia lotta per lo digiuno assai mesta
Una cinghia lotta per lo digiuno assai mesta

e colei che non potè indigestion non fare
e colei che non poté indigestion non fare

di snack e della cioccolatosa fiesta…
di snack e della cioccolatosa fiesta…



Come sommergibil esce dal mare
Come sommergibil esce dal mare

così con tre teste e petto a mongolfiera
così con tre teste e petto a mongolfiera

ecco Persia-Cerbero dalla ciccia affiorare!
ecco Persia-Cerbero dalla ciccia affiorare!



Atterrito dallo schifo di codesta fiera
Atterrito dallo schifo di codesta fiera

cercai nel duce mio sicuro ospizio
cercai nel duce mio sicuro ospizio

ma quello alquanto occupato era
ma quello alquanto occupato era



A protegger lo spanato orifizio:
A protegger lo spanato orifizio:

“Eh? Ah si scusa, orrenda bestia levati dal cazzo!
“Eh? Ah si scusa, orrenda bestia levati dal cazzo!

Così che procediam per più profondo spazio.
Così che procediam per più profondo spazio.



Ma simil a toro che rifiuta il lazzo
Ma simil a toro che rifiuta il lazzo

rabbiosa aprì le tre gole sbavose
rabbiosa aprì le tre gole sbavose

cessando così l’abitual sollazzo;
cessando così l’abitual sollazzo;



lo Genio nell’ampia tasca la man pose
lo Genio nell’ampia tasca la man pose

ed estratto l’autor più amato,
ed estratto l’autor più amato,

Huitzinga dalle pagine assai gravose,
Huitzinga dalle pagine assai gravose,



Tre copie delle tante di cui era armato
Tre copie delle tante di cui era armato

gettò nelle profonde gole con preciso tiro.
gettò nelle profonde gole con preciso tiro.

Dopo che i mattoni ebbe ingurgitato
Dopo che i mattoni ebbe ingurgitato



Per la cagnaccia fu affannoso il respiro.
Per la cagnaccia fu affannoso il respiro.

Lasciandola agonizzante tra gli obesi,
Lasciandola agonizzante tra gli obesi,

il cinghio su di lei golosa non miro
il cinghio su di lei golosa non miro



Ché troppi minuti lì avei speso.
Ché troppi minuti lì avei speso.

Allor andai in più profondo loco
Allor andai in più profondo loco

per, come poco dopo appresi,
per, come poco dopo appresi,



Di un brufoloso amico prendermi gioco…
Di un brufoloso amico prendermi gioco…


== Canto VII ==




CANTO VII


Nuovi dannati a noi vennero incontro
Nuovi dannati a noi vennero incontro

ch’avean sulle labbra insulto mai fioco:
ch’avean sulle labbra insulto mai fioco:

continua è tra lor ragion di scontro.
continua è tra lor ragion di scontro.



Un era il più cesso e non di poco,
Un era il più cesso e non di poco,

il pendente labbro e il crin ondulato
il pendente labbro e il crin ondulato

aumentavan la voglia di dargli fuoco.
aumentavan la voglia di dargli fuoco.



Anche laggiù egli era il più odiato
Anche laggiù egli era il più odiato

e tutti nell’astio eran concordi
e tutti nell’astio eran concordi

anziché l’un contro l’altro armato.
anziché l’un contro l’altro armato.



Poiché io volli saper dei suoi ricordi
Poiché io volli saper dei suoi ricordi

fermò Franco l’abitual pestaggio
fermò Franco l’abitual pestaggio

spingendolo a narrar della Fiordi:
spingendolo a narrar della Fiordi:



“Della nostra relazione ti farò [[saggio]]!
“Della nostra relazione ti farò [[saggio]]!

Sempre a letto ammalata stava
Sempre a letto ammalata stava

ed ogn’esperienza era per lei miraggio.
ed ogn’esperienza era per lei miraggio.



Essendo io l’unico ‘om’ che mirava
Essendo io l’unico ‘om’ che mirava

nacque tra noi giovanil amore.
nacque tra noi giovanil amore.

Ma proprio quand’io sfoggiai la fava
Ma proprio quand’io sfoggiai la fava



e si sdraiò per concedermi ogni favore…
e si sdraiò per concedermi ogni favore…

Porco dio! Per caso accese la televisione!
Porco dio! Per caso accese la televisione!

Galeotto fu il bel viso dell’attore.
Galeotto fu il bel viso dell’attore.



Scoprendo così ch’io non ero un adone
Scoprendo così ch’io non ero un adone

sfoggiò di Rocky il miglior diretto
sfoggiò di Rocky il miglior diretto

e rifilandomi sì gran siffone
e rifilandomi sì gran siffone



Maciullò il labbro sin allor perfetto”
Maciullò il labbro sin allor perfetto”

Poi lisciò il capello e si rese muto,
Poi lisciò il capello e si rese muto,

ripresero così gli irosi lor diletto.
ripresero così gli irosi lor diletto.



“Sfigato, duro fu subir quel rifiuto;
“Sfigato, duro fu subir quel rifiuto;

egli infatti da allor divenne iroso
egli infatti da allor divenne iroso

contrario a me che da lei molto ho avuto!”…
contrario a me che da lei molto ho avuto!”…



Indi proseguii col mio stallon maestoso…
Indi proseguii col mio stallon maestoso…




== Canto VIII ==


CANTO VIII


Passate valli di dannati spoglie
Passate valli di dannati spoglie

di nuovo trovammo qualcun di famoso
di nuovo trovammo qualcun di famoso

che in vita ebbe le più ambigue voglie;
che in vita ebbe le più ambigue voglie;


Con quei era il mio Sir timoroso
Con quei era il mio Sir timoroso

ma lo timor suo divenne men palese
ma lo timor suo divenne men palese

quando da terra raccolse bramoso,
quando da terra raccolse bramoso,



Scambiando così per infantil arnese
Scambiando così per infantil arnese

ciò che laggiù era mirabil trstulo…
ciò che laggiù era mirabil trstulo…

Avendo al collo collana cinese
Avendo al collo collana cinese



Curiosi vennero a noi i piglianculo
Curiosi vennero a noi i piglianculo

e tra quei il Migno cercai invano:
e tra quei il Migno cercai invano:

“Tu che seghi come un mulo
“Tu che seghi come un mulo



Lo vicin con instancabil mano
Lo vicin con instancabil mano

all’impegno tuo dà un po’ di pace
all’impegno tuo dà un po’ di pace

e dì ove sta l’amico mio più insano”.
e dì ove sta l’amico mio più insano”.



“Colui che cerchi or qui non giace:
“Colui che cerchi or qui non giace:

ei è alla caccia del buco prediletto
ei è alla caccia del buco prediletto

di quel cinico che assai gli piace”.
di quel cinico che assai gli piace”.



Si scese allor in diverso [[ghetto]]
Si scese allor in diverso [[ghetto]]

ove Diogene con la sua botte
ove Diogene con la sua botte

avea a fianco il fidato Auletto.
avea a fianco il fidato Auletto.



Ei fuggiva dalle consuete lotte
Ei fuggiva dalle consuete lotte

(che lui avea su duplice fronte)
(che lui avea su duplice fronte)

atterrito da differenti botte:
atterrito da differenti botte:



men [[verga]] di negro bisonte
men [[verga]] di nero bisonte

de vergate di sardo pastore.
de vergate di sardo pastore.

Lor alleato fu invalicabil monte
Lor alleato fu invalicabil monte



E preso lo cinico fuggitore
E preso lo cinico fuggitore

diedero inizio a massimo scempio
diedero inizio a massimo scempio

recando a me sì gran orrore
recando a me sì gran orrore


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== Canto IX ==


CANTO IX


Ahi! Troppo poco durò tal’assenza
Ahi! Troppo poco durò tal’assenza

ch’era per me il più tranquillo tempio!
ch’era per me il più tranquillo tempio!

Ancora non avea terminabil sentenza
Ancora non avea terminabil sentenza



Lo schifo di cui ancor son empio:
Lo schifo di cui ancor son empio:

brandelli di seme coperti di seme
brandelli di seme coperti di seme

pendean d’ogni suo foro ormai ampio
pendean d’ogni suo foro ormai ampio



Sì che nel misero non v’ea più speme.
Sì che nel misero non v’ea più speme.

Ecco final tremenda cappellata
Ecco final tremenda cappellata

ridurre “l’uom” pianta che non geme.
ridurre “l’uom” pianta che non geme.



Sì tal bolgia addietro lasciata,
Sì tal bolgia addietro lasciata,

ancor ci calammo pel violento varco,
ancor ci calammo pel violento varco,

ove mia mente ormai depravata.
ove mia mente ormai depravata.



Novelle frecce per lo mio arco
Novelle frecce per lo mio arco

già pregustava di trovar numerose.
già pregustava di trovar numerose.

Ma v’ea sol un cupo e deserto parco.
Ma v’ea sol un cupo e deserto parco.



In cui unico spirto sé stesso ripose,
In cui unico spirto sé stesso ripose,

a me disse tal decrepito depresso:
a me disse tal decrepito depresso:

“Non saran le mie labbra noiose…”
“Non saran le mie labbra noiose…”



Maledetto! Parlò tre ore in eccesso…
Maledetto! Parlò tre ore in eccesso…

Infine capii che li colleghi suoi tutti
Infine capii che li colleghi suoi tutti

all’assalto eran del giron perplesso
all’assalto eran del giron perplesso



Per addurre loro infiniti lutti…
Per addurre loro infiniti lutti…

Ecco, anche qui la mente mia fu vaga
Ecco, anche qui la mente mia fu vaga

assai oltre andò a montagne e flutti
assai oltre andò a montagne e flutti



Fin a rimembrarmi la triste saga
Fin a rimembrarmi la triste saga

di colei ch’ha l’dea del dubbio in “seno”
di colei ch’ha l’dea del dubbio in “seno”

la Simon, del quesito la gran maga.
la Simon, del quesito la gran maga.



Rinsavito vidi boschivo terreno…
Rinsavito vidi boschivo terreno…




== Canto X ==


Lo barbon dinnanzi a [[mille]] leccornie


non è per la scelta affatto sereno:


le sue incertezze son qui le mie!




CANTO X

Lo barbon dinnanzi a mille leccornie
non è per la scelta affatto sereno:
le sue incertezze son qui le mie!


Infatti d’anime a me note è pieno
Infatti d’anime a me note è pieno

lo selvoso loco che laggiù m’accolse
lo selvoso loco che laggiù m’accolse

ch’era forse il giron men osceno
ch’era forse il giron men osceno



Poiché ivi giace chi a se stesso dolse.
Poiché ivi giace chi a sé stesso dolse.

Scorsi da lontano celebre canala
Scorsi da lontano celebre canala

di lei che vistomi in pianto si sciolse.
di lei che vistomi in pianto si sciolse.



“Sempre a me fu la sorte mala:
“Sempre a me fu la sorte mala:

prim lasciata per attore e non per attrice
pria fallì il sogno d'esser porno attrice

sì che non potei più far la maiala,
sì che non potei più far la maiala,



Perì l’amata fotocopiatrice
Perì l’amata fotocopiatrice

e non avendo la vita mia più spunti
e non avendo la vita mia più spunti

morìì dissanguata da una pinzatrice.
morìì dissanguata da una pinzatrice.



Scosso dai suoi travagli congiunti
Scosso dai suoi travagli congiunti

andai incontro ad un trio dannato
andai incontro a un trio dannato

che un dì, dimentico dal prendere appunti,
che un dì, dimentico dal prendere appunti,



Non sopportando l’onta di tal peccato
Non sopportando l’onta di tal peccato

s’infilzò con le stesse penne
s’infilzò con le stesse penne

che il proprio compito avean mancato!
che il proprio compito avean mancato!



Sopra stan in flagello perenne
Sopra stan in flagello perenne

le tre aripe dagli aguzzi artigli,
le tre aripe dagli aguzzi artigli,

e selvatico trio non lasciano indenne
e selvatico trio non lasciano indenne



I rami dannati rendendo vermigli.
I rami dannati rendendo vermigli.

Una di quelle drogato corvo parea
Una di quelle drogato corvo parea

e alberi e rocce eran per lei perigli
e alberi e rocce eran per lei perigli



Chè contro essi sovente sbatteva.
Chè contro essi sovente sbatteva.

Altra rozza e dalle rosse piume
Altra rozza e dalle rosse piume

era della terza miglior cicisbea.
era della terza miglior cicisbea.


Indi proseguii verso massimo lume


Indi proseguii verso massimo lume




== Canto XI ==

CANTO XI


Sotto m’accoglie agli occhi bruciore:
Sotto m’accoglie agli occhi bruciore:

mai vidi in vita simil barlume
mai vidi in vita simil barlume

e, volte le spalle a sì tal bagliore,
e, volte le spalle a sì tal bagliore,



come gnu su greto di fiume
come gnu su greto di fiume

era l’animo mio pien di spavento
era l’animo mio pien di spavento

chè dinnanzi a brestia d’esser presume.
chè dinnanzi a brestia d’esser presume.



Toh! Avea smarrito lo mio talento
Toh! Avea smarrito lo mio talento

il ricordo dell’inutil duce,
il ricordo dell’inutil duce,

ma proseguii senz’alcun tormento
ma proseguii senz’alcun tormento



Verso la fonte dell’eterna luce:
Verso la fonte dell’eterna luce:

lo maggior corno dell’antica fiamma
lo maggior corno dell’antica fiamma

il Frenk che mai scuse per tacer adduce:
il Frenk che mai scuse per tacer adduce:



“Maestro d’epillio, d’ode e d’epigramma
“Maestro d’epillio, d’ode e d’epigramma

io misi me e compagni su legno
io misi me e compagni su legno

per scire del mondo estremo gamma
per scire del mondo estremo gamma



Ed estender segni del mio ingegno.
Ed estender segni del mio ingegno.

Due su tutti eran con me per mare
Due su tutti eran con me per mare

l’uno, negro, spesso cagion di sdegno
l’uno, nero, spesso cagion di sdegno



L’altro di Bocca il gran giullare.
L’altro di Bocca il gran giullare.

Mangiaron essi del dio sacre vacche
Mangiaron essi del dio sacre vacche

lasciandomi solo nel mio vagare.
lasciandomi solo nel mio vagare.



Dopo lunga via per acque fiacche
Dopo lunga via per acque fiacche

giunsi al monte di purghe mai privo
giunsi al monte di purghe mai privo

ove d’un tratto le onde e le risacche
ove d’un tratto le onde e le risacche



Tremende divenner per lo mio arrivo.
Tremende divenner per lo mio arrivo.

Così io mi spensi colando a picco!”
Così io mi spensi colando a picco!”

Sommesso rumore a volte sentivo
Sommesso rumore a volte sentivo



Da quel fuoco di lingue men ricco
Da quel fuoco di lingue men ricco

che di imporre sé andava cercando
che di imporre sé andava cercando

ed io, che per sarcasmo su voi spicco,
ed io, che per sarcasmo su voi spicco,



Vi vidi la Bertina e feci: “Quando?
Vi vidi la Bertina e feci: “Quando?

… No scusa, ma quando te l’ho chiesto?!”
… No scusa, ma quando te l’ho chiesto?!”

Prim ch’essa rispondesse blaterando
Prim ch’essa rispondesse blaterando



M’avviai verso lo giron più mesto…
M’avviai verso lo giron più mesto…
CANTO XII



== Canto XII ==
Entra mia nave nell’ultim porto
Entra mia nave nell’ultim porto

ove lo scudiero ch’ormai detesto
ove lo scudiero ch’ormai detesto

a me regala uno final conforto
a me regala uno final conforto



E il suo agir perverso è manifesto.
E il suo agir perverso è manifesto.

Ivi stava lo poetazzo chino
Ivi stava lo poetazzo chino

che di prender l’aureola fa gesto
che di prender l’aureola fa gesto



E, confusolo Franco pel meschino
E, confusolo Franco pel meschino

che lo suo fior da tergo colse
che lo suo fior da tergo colse

cercò vendetta col suo belino.
cercò vendetta col suo belino.



Se lo fece e in gran risa si sciolse
Se lo fece e in gran risa si sciolse

ma irosa un’orda di diavoletti
ma irosa un’orda di diavoletti

giunse e volle, sì che lo pen tolse!
giunse e volle, sì che lo pen tolse!



La Piccio dagli artigli perfetti
La Piccio dagli artigli perfetti

guidava tra gli altri la Befana
guidava tra gli altri la Befana

e lo Pierma dai molto affetti
e lo Pierma dai molto affetti



E anonimo dalla gamba non sana
E anonimo dalla gamba non sana

che il petto solea mostrar villoso.
che il petto solea mostrar villoso.

“Idiota! Or ti affetto la banana!
“Idiota! Or ti affetto la banana!



E tu, non ti curar dello schifoso
E tu, non ti curar dello schifoso

ma và che la Profe attende te solo!”
ma va che la Profe attende te solo!”

“Sebben sia ben poco prezioso
“Sebben sia ben poco prezioso



mio è l’oggetto, come il suo volo!”
mio è l’oggetto, come il suo volo!”

Mentre lo piede va verso il Male
Mentre lo piede va verso il Male

con mente mia invan in cor consolo;
con mente mia invan in cor consolo;



In me difatti quel senso sale
In me difatti quel senso sale

(che voi, mortal, capir non potete!)
(che voi, mortal, capir non potete!)

di chi percorre più alto canale
di chi percorre più alto canale



E molto turba più di fame e sete
E molto turba più di fame e sete

chè, sì, coglie il limite e la grandezza
chè, sì, coglie il limite e la grandezza

e vede l’uom pesce intro rete.
e vede l’uom pesce intro rete.



Vò così verso final prodezza…
Vò così verso final prodezza…




== Canto XIII ==


CANTO XIII


Ecco! Son quel grande albatro
Ecco! Son quel grande albatro

che vola cosciente all’ultima brezza.
che vola cosciente all’ultima brezza.

Così pensando entrai nel baratro…
Così pensando entrai nel baratro…



Là siede colei che ogni certezza spezza,
Là siede colei che ogni certezza spezza,

colei che mai l’aria frigge
colei che mai l’aria frigge

e che gli altri prof rende monnezza.
e che gli altri prof rende monnezza.



Baby demonetti molto affligge
Baby demonetti molto affligge

con lezioni d’arte cristiana
con lezioni d’arte cristiana

in cui nemica imago crocifigge;
in cui nemica imago crocifigge;



Toni fu in terra, quaggiù è [[Satana]]!
Toni fu in terra, quaggiù è [[Satana]]!

“Io volli lo percorso tuo tutto
“Io volli lo percorso tuo tutto

io già stimo l’arte tua umana
io già stimo l’arte tua umana



Di cui i tuoi versi son frutto.
Di cui i tuoi versi son frutto.

Un tempo era tal la mia potenza
Un tempo era tal la mia potenza

che pari era un mio singolo [[rutto]]
che pari era un mio singolo [[rutto]]



A più urli di divina provenienza.
A più urli di divina provenienza.

Stavo preparando un celeste golpe
Stavo preparando un celeste golpe

ma quello capì e con gran veggenza
ma quello capì e con gran veggenza



Mi scagliò sotto a peggior colpe.
Mi scagliò sotto a peggior colpe.

Stolto! Ancor comando il tuo mondo
Stolto! Ancor comando il tuo mondo

perché di te son maggior volpe!”
perché di te son maggior [[volpe]]!”



Sì tanto mi pungolò nel profondo
Sì tanto mi pungolò nel profondo

che una fatal idea in me sorse:
che una fatal idea in me sorse:

“Io potrei portar fin in fondo
“Io potrei portar fin in fondo



Lo piano tuo ch’è altrimenti in forse”
Lo piano tuo ch’è altrimenti in forse”

Lo stolto: “Ma sei tutto impazzito…?”
Lo stolto: “Ma sei tutto impazzito…?”

La mente mia a lei muta corse
La mente mia a lei muta corse



E volendo quello incenerito,
E volendo quello incenerito,

fu fatto novello Giordano Bruno!
fu fatto novello Giordano Bruno!

Avendomi ciò reso ancor più ardito
Avendomi ciò reso ancor più ardito


Decisi in terra di portar a ognuno
Decisi in terra di portar a ognuno

sue sataniche e giuste favelle
sue sataniche e giuste favelle

sì che di gloria non sia a digiuno
sì che di gloria non sia a digiuno



Colei che movrà il cielo e l’altre stelle!
Colei che movrà il cielo e l’altre stelle!


[[Categoria:NonLibri]]
[[Categoria:Biblioteca]]

Versione attuale delle 20:50, 20 mag 2024

Sovente accade che gli alunni, giunti al confine che divide ciò ch'è stato da ciò ch'ancora hassi a venir, i discepoli de la dottrina abbiano l'impulso di cinguettar con aurea voce l'anno che, ultimo, de la terra e del ciel a separar fu fatto.

Canto I

Nel mezzo del cammin dell’ultim anno

nacque in me desio di folle prova:

porre in versi li pensier che verranno.


Allor spiegando stava cosa nuova

lo Margite dal cul fonte di dramma

che fa sopir quel che intorno trova


…e piatto abbiamo l’encefalogramma!

Ecco che l’occhio vitreo diviene

e s’apre la bocca tipo a sen di mamma.


La tuke col vento le foglie tiene;

così lo mio perverso pensier sagace

a posarsi andò sul del Befti pene


E sulla di lui destra man vivace,

mossa da un’araba discinta Musa;

e in bocca il grido mio tremando tace.


Ripartì la mente mia confusa

creando un sogno che mai nessuno fece

del cui volgar gergo chiedo scusa.


Il mio genio fu gabbian intro pece

credendo, ingannati li sensi matti,

di star dinnanzi a scuola, e invece


Scendean le scale per lunghi tratti

intro un’immensa grotta sì oscura

che a tutt’oggi per descrivere i fatti


Lo spirto mio s’empie di paura.

Viene dall’antro un esser trafelato

farfugliando dell’avventur futura.


“Le tue parole non ho afferrato”

E quel mosse la man gesticolante

“Perché devi dire?!” disse turbato


“Lungo iter mi vedrà con te viandante

e così volle chi più in alto siede!”

Mai guida di lui fu men prestante…


Entrammo ove il peccato risiede.

Canto II

Non appena il mio maestro audace

Varcò la soglia con sicuro piede

Una focosa ci urlò rapace:


“Chi di passare si crede?”

e il buon filosofo: “Taci puttana!

Di qui muove chi deve trovar fede!”


“C’è troppo sindacalismo in questa tana,

passate se ciò in alto si vuole…”

e procedemmo verso gente più ‘sana’


poi il maestro m’invitò a parole

a mirar sull’entrata attentamente

per legger la scritta ch’oscura il Sole:


“PER ME SI VA TRA LA BOCCIATA GENTE,

PER ME SI VA PER IL DOLORE ETERNO.

IVI OGNI RICREAZIONE E’ ASSENTE


IVI S’ENTRA NEL SCOLASTICO INFERNO”.

Allor nel buio entrammo prudenti

Verso il più profondo del suol interno.


Ed ecco i primi dannati lamenti

giungerci dai due in strana posa

pei quali stomaco ancor dà stenti.


Entrambi fecero una vita oziosa

E il lor gran peccato fu la pesca,

che gli impedì la scelta su ogni cosa.


Ora qui stanno in sodomica tresca

l’autor della ‘Diarrea’ e il fin Mori

ch’all’Asta solea portar aria fresca.


La vita non provocò lor timori

ed ora per legge del contrappasso

soffriranno per sempre anal dolori;


proseguimmo per più profondo passo…

Canto III

Tra fitte nebbie apparve lo fatal rio

cinto dallo peccaminoso ammasso;

vedendomi sì scosso disse Del Rio:


“Cur il tuo cor è in simile sconquasso?

Laggiù v’è una bestia intenta a vietare

del fiume per altra via lo trapasso”.


Ei già una volta fu nel mio sognare,

il mio ingegno le gesta ne plagia,

com di Germano lui il bestemmiare!


Ed ecco Bertin con occhi di bragia

a chieder ciucciaesputa per pedaggio

e a batter col rem chiunque s’adagia;


Tra quei ch’avean sì tal coraggio

vi vidi la Mezzani col cicchetto

impegnata a guadagnar il passaggio.


Giunse della belva l’unico affetto;

la Gorra - Angelo a noi si mostrava

giungendo del calzin destro in difetto.


Per la perdita irata lacrimava

e alle sconce richieste del nochhiero

uno scandalizzato “Mpf!” pronunciava.


Fu con lei il mio coso lusinghiero:

“Tu Elena, inutile mongola in vita

portaci, sì d’avanzar nel sentiero!”


Volevo vederla più inveita

ma già ci aveva accolto sulle ali

lei vergine dell’Ade più ambita.


Com nel fango si girano i maiali

in modo ugual volava la demente

e infine Franco abbisognò di sali.

E in spalla portai lo maestro assente…

Canto IV

Quando a continuar ci venne coraggio

Trovammo un luogo d’impunita gente

e chiesi di ciò la causa al mio saggio:


“Questo è il primo cerchio e v’è presente

chiunque prima del Salvator nacque

ch’è su di lor l’acqua santa assente”


Allora m’indicò un anima e tacque…

v’era ragazza assai trasandata

con la testa sopra salutari acque


A far fumenti per gola malata;

voce nasale a me venne da quella

ché anche lì era la Fiordi raffreddata:


“Per il battesim ebbi varicella!”

Indi s’andò verso maggiori stenti…

Incontrammo un’irata Pascarella


Intenta a giudicar li penitenti

riguardo vita loro e verbi greci

“punzano!” urlò a digrignati denti.


puttana.ehm.....mmh...” feci

“Barbaro! Non hai dimensioni!

Và in ginocchio sui ceci!!!


La polis decadrà per voi coglioni!

Quanto vorreste? Un due vi meritate!...” …

e fin a sera furon solo indistinti suoni.


Alla fin, esausto, a lei disse il mio Vate:

“Or che con parole la minchia c’hai ferita

Come nuvola squarcia ciel d’estate


Lascia continuar la via nostra rdita”

Spegnendo così i suoi animi irosi

Andammo ov’ormai non v’era risalita


Nell’empio giron dei lussuriosi

Ivi tra figuri in ogni uman posizione

Canto V

stavan due ancor più focosi:

lui del doppio senso il gran campione


Lei soave Biagia dai peli setosi;

ma a quello l’Asta tagliar fu fatta

perciò eran fintamente goduriosi!


Era quindi la camionista insoddisfatta

da colui che in terra coniglio pareva

e che qui subiva inevitabil disfatta.


Più gran troia lei fu sin da Eva

E così Frizzo come Adam fu rifiutato

e lei per mela il pen d Caronte chiedeva.


Mentre lo mio maestro era spensierato

come pesce non vede l’am fatale

così non paventò un lussurioso deviato


Che trovò nel Vate, penetrazione anale…

Ahi quant’a dir era cosa dura

est’Asta aspra forte e infernale!


Lo maestro ebbe sguardo di paura

e sbattendo i piedi la fuga trovava

per evitar altri punti di sutura.


Lo duce colmo d’ira moccolava

e inveendo a morte lo stupratore

svariati litri perdette di bava…


L’addolorato chiese a me un favore,

di vendicarlo con verga in terra trovata

e penetrarlo come stantuffo a vapore.


Ma poiché larga tana avea abituata

anziché il cul gli spaccai la testa.

E pur essendo per vate ardua camminata


Continuammo per terra d’altra gente infesta…

Canto VI

Arrivam dunque ove è punito il grasso

di chi mai al ventre negò festa.

A fatica scorsi nel ciccioso ammasso


Una cinghia lotta per lo digiuno assai mesta

e colei che non poté indigestion non fare

di snack e della cioccolatosa fiesta…


Come sommergibil esce dal mare

così con tre teste e petto a mongolfiera

ecco Persia-Cerbero dalla ciccia affiorare!


Atterrito dallo schifo di codesta fiera

cercai nel duce mio sicuro ospizio

ma quello alquanto occupato era


A protegger lo spanato orifizio:

“Eh? Ah si scusa, orrenda bestia levati dal cazzo!

Così che procediam per più profondo spazio.


Ma simil a toro che rifiuta il lazzo

rabbiosa aprì le tre gole sbavose

cessando così l’abitual sollazzo;


lo Genio nell’ampia tasca la man pose

ed estratto l’autor più amato,

Huitzinga dalle pagine assai gravose,


Tre copie delle tante di cui era armato

gettò nelle profonde gole con preciso tiro.

Dopo che i mattoni ebbe ingurgitato


Per la cagnaccia fu affannoso il respiro.

Lasciandola agonizzante tra gli obesi,

il cinghio su di lei golosa non miro


Ché troppi minuti lì avei speso.

Allor andai in più profondo loco

per, come poco dopo appresi,


Di un brufoloso amico prendermi gioco…

Canto VII

Nuovi dannati a noi vennero incontro

ch’avean sulle labbra insulto mai fioco:

continua è tra lor ragion di scontro.


Un era il più cesso e non di poco,

il pendente labbro e il crin ondulato

aumentavan la voglia di dargli fuoco.


Anche laggiù egli era il più odiato

e tutti nell’astio eran concordi

anziché l’un contro l’altro armato.


Poiché io volli saper dei suoi ricordi

fermò Franco l’abitual pestaggio

spingendolo a narrar della Fiordi:


“Della nostra relazione ti farò saggio!

Sempre a letto ammalata stava

ed ogn’esperienza era per lei miraggio.


Essendo io l’unico ‘om’ che mirava

nacque tra noi giovanil amore.

Ma proprio quand’io sfoggiai la fava


e si sdraiò per concedermi ogni favore…

Porco dio! Per caso accese la televisione!

Galeotto fu il bel viso dell’attore.


Scoprendo così ch’io non ero un adone

sfoggiò di Rocky il miglior diretto

e rifilandomi sì gran siffone


Maciullò il labbro sin allor perfetto”

Poi lisciò il capello e si rese muto,

ripresero così gli irosi lor diletto.


“Sfigato, duro fu subir quel rifiuto;

egli infatti da allor divenne iroso

contrario a me che da lei molto ho avuto!”…


Indi proseguii col mio stallon maestoso…


Canto VIII

Passate valli di dannati spoglie

di nuovo trovammo qualcun di famoso

che in vita ebbe le più ambigue voglie;

Con quei era il mio Sir timoroso

ma lo timor suo divenne men palese

quando da terra raccolse bramoso,


Scambiando così per infantil arnese

ciò che laggiù era mirabil trstulo…

Avendo al collo collana cinese


Curiosi vennero a noi i piglianculo

e tra quei il Migno cercai invano:

“Tu che seghi come un mulo


Lo vicin con instancabil mano

all’impegno tuo dà un po’ di pace

e dì ove sta l’amico mio più insano”.


“Colui che cerchi or qui non giace:

ei è alla caccia del buco prediletto

di quel cinico che assai gli piace”.


Si scese allor in diverso ghetto

ove Diogene con la sua botte

avea a fianco il fidato Auletto.


Ei fuggiva dalle consuete lotte

(che lui avea su duplice fronte)

atterrito da differenti botte:


men verga di nero bisonte

de vergate di sardo pastore.

Lor alleato fu invalicabil monte


E preso lo cinico fuggitore

diedero inizio a massimo scempio

recando a me sì gran orrore

Che svenni pria di maggior esempio…


Canto IX

Ahi! Troppo poco durò tal’assenza

ch’era per me il più tranquillo tempio!

Ancora non avea terminabil sentenza


Lo schifo di cui ancor son empio:

brandelli di seme coperti di seme

pendean d’ogni suo foro ormai ampio


Sì che nel misero non v’ea più speme.

Ecco final tremenda cappellata

ridurre “l’uom” pianta che non geme.


Sì tal bolgia addietro lasciata,

ancor ci calammo pel violento varco,

ove mia mente ormai depravata.


Novelle frecce per lo mio arco

già pregustava di trovar numerose.

Ma v’ea sol un cupo e deserto parco.


In cui unico spirto sé stesso ripose,

a me disse tal decrepito depresso:

“Non saran le mie labbra noiose…”


Maledetto! Parlò tre ore in eccesso…

Infine capii che li colleghi suoi tutti

all’assalto eran del giron perplesso


Per addurre loro infiniti lutti…

Ecco, anche qui la mente mia fu vaga

assai oltre andò a montagne e flutti


Fin a rimembrarmi la triste saga

di colei ch’ha l’dea del dubbio in “seno”

la Simon, del quesito la gran maga.


Rinsavito vidi boschivo terreno…


Canto X

Lo barbon dinnanzi a mille leccornie

non è per la scelta affatto sereno:

le sue incertezze son qui le mie!


Infatti d’anime a me note è pieno

lo selvoso loco che laggiù m’accolse

ch’era forse il giron men osceno


Poiché ivi giace chi a sé stesso dolse.

Scorsi da lontano celebre canala

di lei che vistomi in pianto si sciolse.


“Sempre a me fu la sorte mala:

pria fallì il sogno d'esser porno attrice

sì che non potei più far la maiala,


Perì l’amata fotocopiatrice

e non avendo la vita mia più spunti

morìì dissanguata da una pinzatrice.


Scosso dai suoi travagli congiunti

andai incontro a un trio dannato

che un dì, dimentico dal prendere appunti,


Non sopportando l’onta di tal peccato

s’infilzò con le stesse penne

che il proprio compito avean mancato!


Sopra stan in flagello perenne

le tre aripe dagli aguzzi artigli,

e selvatico trio non lasciano indenne


I rami dannati rendendo vermigli.

Una di quelle drogato corvo parea

e alberi e rocce eran per lei perigli


Chè contro essi sovente sbatteva.

Altra rozza e dalle rosse piume

era della terza miglior cicisbea.


Indi proseguii verso massimo lume


Canto XI

Sotto m’accoglie agli occhi bruciore:

mai vidi in vita simil barlume

e, volte le spalle a sì tal bagliore,


come gnu su greto di fiume

era l’animo mio pien di spavento

chè dinnanzi a brestia d’esser presume.


Toh! Avea smarrito lo mio talento

il ricordo dell’inutil duce,

ma proseguii senz’alcun tormento


Verso la fonte dell’eterna luce:

lo maggior corno dell’antica fiamma

il Frenk che mai scuse per tacer adduce:


“Maestro d’epillio, d’ode e d’epigramma

io misi me e compagni su legno

per scire del mondo estremo gamma


Ed estender segni del mio ingegno.

Due su tutti eran con me per mare

l’uno, nero, spesso cagion di sdegno


L’altro di Bocca il gran giullare.

Mangiaron essi del dio sacre vacche

lasciandomi solo nel mio vagare.


Dopo lunga via per acque fiacche

giunsi al monte di purghe mai privo

ove d’un tratto le onde e le risacche


Tremende divenner per lo mio arrivo.

Così io mi spensi colando a picco!”

Sommesso rumore a volte sentivo


Da quel fuoco di lingue men ricco

che di imporre sé andava cercando

ed io, che per sarcasmo su voi spicco,


Vi vidi la Bertina e feci: “Quando?

… No scusa, ma quando te l’ho chiesto?!”

Prim ch’essa rispondesse blaterando


M’avviai verso lo giron più mesto…


Canto XII

Entra mia nave nell’ultim porto

ove lo scudiero ch’ormai detesto

a me regala uno final conforto


E il suo agir perverso è manifesto.

Ivi stava lo poetazzo chino

che di prender l’aureola fa gesto


E, confusolo Franco pel meschino

che lo suo fior da tergo colse

cercò vendetta col suo belino.


Se lo fece e in gran risa si sciolse

ma irosa un’orda di diavoletti

giunse e volle, sì che lo pen tolse!


La Piccio dagli artigli perfetti

guidava tra gli altri la Befana

e lo Pierma dai molto affetti


E anonimo dalla gamba non sana

che il petto solea mostrar villoso.

“Idiota! Or ti affetto la banana!


E tu, non ti curar dello schifoso

ma va che la Profe attende te solo!”

“Sebben sia ben poco prezioso


mio è l’oggetto, come il suo volo!”

Mentre lo piede va verso il Male

con mente mia invan in cor consolo;


In me difatti quel senso sale

(che voi, mortal, capir non potete!)

di chi percorre più alto canale


E molto turba più di fame e sete

chè, sì, coglie il limite e la grandezza

e vede l’uom pesce intro rete.


Vò così verso final prodezza…


Canto XIII

Ecco! Son quel grande albatro

che vola cosciente all’ultima brezza.

Così pensando entrai nel baratro…


Là siede colei che ogni certezza spezza,

colei che mai l’aria frigge

e che gli altri prof rende monnezza.


Baby demonetti molto affligge

con lezioni d’arte cristiana

in cui nemica imago crocifigge;


Toni fu in terra, quaggiù è Satana!

“Io volli lo percorso tuo tutto

io già stimo l’arte tua umana


Di cui i tuoi versi son frutto.

Un tempo era tal la mia potenza

che pari era un mio singolo rutto


A più urli di divina provenienza.

Stavo preparando un celeste golpe

ma quello capì e con gran veggenza


Mi scagliò sotto a peggior colpe.

Stolto! Ancor comando il tuo mondo

perché di te son maggior volpe!”


Sì tanto mi pungolò nel profondo

che una fatal idea in me sorse:

“Io potrei portar fin in fondo


Lo piano tuo ch’è altrimenti in forse”

Lo stolto: “Ma sei tutto impazzito…?”

La mente mia a lei muta corse


E volendo quello incenerito,

fu fatto novello Giordano Bruno!

Avendomi ciò reso ancor più ardito

Decisi in terra di portar a ognuno

sue sataniche e giuste favelle

sì che di gloria non sia a digiuno


Colei che movrà il cielo e l’altre stelle!