Nonnotizie:Mulatto e figlio di un prete. Che sfiga però!: differenze tra le versioni

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Per le malelingue era "il figlio del prete", il missionario che tutto il villaggio chiamava "Mario". I fedeli però rifiutavano tale assurda ipotesi, erano convinti che il colorito fosse dovuto al latte esageratamente bianco della madre, lei che per facilitare l'allattamento beveva sempre [[birra]] chiara.
Per le malelingue era "il figlio del prete", il missionario che tutto il villaggio chiamava "Mario". I fedeli però rifiutavano tale assurda ipotesi, erano convinti che il colorito fosse dovuto al latte esageratamente bianco della madre, lei che per facilitare l'allattamento beveva sempre [[birra]] chiara.


Il vero nome di suo padre l'ha trovato grazie alla collaborazione dell'associazione Cop{{s|ul}}ing International, che da anni si batte per il riconoscimento dei figli dei preti nel mondo. La loro denuncia è arrivata in [[Vaticano]] e ipotizza reati ancora più gravi, giacché sua madre lo aveva partorito a 16 anni.
Il vero nome di suo padre l'ha trovato grazie alla collaborazione dell'associazione Cop<del>ul</del>ing International, che da anni si batte per il riconoscimento dei figli dei preti nel mondo. La loro denuncia è arrivata in [[Vaticano]] e ipotizza reati ancora più gravi, giacché sua madre lo aveva partorito a 16 anni.


Il superiore generale dei ''Missionari della Consolata {{s|dopo lo stup}}'', padre Stefano Camerlengo, durante l'incontro con l'avvocato Mbathi Cecioni è apparso comunque sereno:
Il superiore generale dei ''Missionari della Consolata <del>dopo lo stup</del>'', padre Stefano Camerlengo, durante l'incontro con l'avvocato Mbathi Cecioni è apparso comunque sereno:


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|titolo=Keniota figlio di un prete idiota
|titolo= Io figlio di un prete italiano, il Papa mi ascolti
|autore=Domenico Palesse
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Versione attuale delle 14:26, 14 nov 2020

5 giugno 2019

Mbathi Cecioni - Avvocato di fiducia degli afroitaliani.
« Vengo dal Kenya e sono figlio di un prete italiano »

Di fronte a tale affermazione è normale sorridere, il pensiero logico non può che essere: "Questi migranti le studiano davvero tutte".

La cosa però è seria, perché il giovane keniota è arrivato a scrivere a Papa Francesco la sua storia.

Lo scorso marzo ha compiuto 30 anni e si chiama Gerald. Nel suo villaggio lo chiamano "mzungu", che in swahili significa più o meno "mi sembri Michael Jackson". Il suo colorito in effetti è poco in linea con il resto degli abitanti, in buona sostanza: è l'unico visibile di notte.

Una vita segnata dagli sfottò dei suoi coetanei, dalle risatine trattenute dalle loro madri, dal non poter giocare a nascondino dopo il tramonto. L'unico a non sporcarsi con la panna della torta alle festicciole.

Quando da piccolo faceva parte del coro della chiesa sembrava che Biondo stesse cantando con gli Earth, Wind & Fire.

Per le malelingue era "il figlio del prete", il missionario che tutto il villaggio chiamava "Mario". I fedeli però rifiutavano tale assurda ipotesi, erano convinti che il colorito fosse dovuto al latte esageratamente bianco della madre, lei che per facilitare l'allattamento beveva sempre birra chiara.

Il vero nome di suo padre l'ha trovato grazie alla collaborazione dell'associazione Copuling International, che da anni si batte per il riconoscimento dei figli dei preti nel mondo. La loro denuncia è arrivata in Vaticano e ipotizza reati ancora più gravi, giacché sua madre lo aveva partorito a 16 anni.

Il superiore generale dei Missionari della Consolata dopo lo stup, padre Stefano Camerlengo, durante l'incontro con l'avvocato Mbathi Cecioni è apparso comunque sereno:

Avvocato : Lei conosce questo prete chiamato Mario che ha un figlio in Kenya?
Mons. Camerlengo : In giro per il mondo abbiamo almeno mille sacerdoti che si chiamano Mario.
Giornalista : Questo però tromba minorenni!
Mons. Camerlengo : Sempre mille sono.

Nel frattempo Gerald vorrebbe riconosciuti i diritti e l'identità da italiano, in modo da poter chiedere la cittadinanza e giocare in Nazionale come oriundo. Se c'è riuscito Éder...

Fonti