Utente:GorillaK2/Sandbox: differenze tra le versioni

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== La costruzione ==
== La costruzione ==
[[File:Muro arrotolato.png|right|thumb|250px|A un certo punto gli ingegneri si resero conto che forse sarebbe stato opportuno srotolare il progetto prima di procedere alla costruzione.]]

== Tentativi di fuga ==
== Tentativi di fuga ==

Versione delle 19:47, 1 ott 2015

Checkpoint nei pressi del muro.
« Signor Gorbaciov, se lei cerca la pace, se cerca prosperità per l'unione Sovietica e l'Europa dell'est, signor Gorbaciov venga a questa porta, apra questa porta e abbatta questo muro. »
« Ronnie, oggi non posso. Comunque le chiavi sono sotto lo zerbino. »

Il Muro di Berlino (chiamato Berliner Mauer dagli abitanti della RFT; Antifaschistischer Schutzwall dai compagni della RDT; "Oh cazzo! E ora come ci arrivo al negozio?!" da un calzolaio di Bernauer Straße) era un sistema di fortificazioni fatto costruire dal governo della Germania Est (filorussa) per impedire che le persone di Berlino Ovest rubassero falci e martelli appartenenti alla Santa Madre Russia.
Questa "Barriera di protezione antifascista" divenne, durante il periodo della la guerra fredda, il simbolo della Cortina di ferro, che impediva ai tedeschi orientali di andare a sciare a Cortina d'Ampezzo.

« Stando agli americani la caduta del muro è dovuta a Reagan, secondo i russi a Gorbaciov, per tanti altri a Karol Wojtyla.
Se non si fa manutenzione poi è facile fare lo scaricabarile. »
(Un manovale di Cosenza.)

Contesto storico

« Nessuno ha intenzione di costruire un muro! »
(15 giugno 1961, Walter Ulbricht capo di Stato della DDR e Segretario del Partito Socialista Unitario della Germania.)

Alla fine della Seconda guerra mondiale i vincitori si sedettero attorno a un tavolo nella hall dell'Hotel Miramare di Jalta e, armati di compasso, righello e taglierina, si accinsero ad affettare l'Europa per dividersela più o meno equamente. La città di Berlino fu a sua volta divisa in due zone, che per comodità si possono definire rispettivamente "est" e "ovest". La prima, più estesa e più vicina a Mosca, finì sotto il controllo dell'Unione Sovietica; la seconda, nella quale si concentravano i migliori bordelli e tutti i coffee-shop dell'intera città, finì sotto il controllo delle potenze occidentali tra le quali, è bene ricordarlo, non figurava l'Italia. Per coerenza, anche la Germania fu divisa in due parti, anch'esse definibili rispettivamente "est" e "ovest". Tuttavia, emerse subito un'incongruenza che dapprincipio non era stata considerata: Berlino, divisa in due, era collocata nel bel mezzo della Germania Est: la sua parte occidentale e capitalista, come un grosso brufolo, spiccava sulla liscia superficie della Germania orientale e comunista. Come era potuto accadere?

La costruzione

A un certo punto gli ingegneri si resero conto che forse sarebbe stato opportuno srotolare il progetto prima di procedere alla costruzione.

Tentativi di fuga

Durante il periodo di esistenza del muro vi furono molti tentativi di fuga verso Berlino Ovest, circa 5.000 coronati da successo. Il numero di quelli andati falliti non è quantificabile, nella "striscia della morte" hanno piantato le croci in modo disordinato e contarle è praticamente impossibile. Inoltre, i soldati di guardia avevano ordine di recuperare sia i feriti che i morti, e farli sparire.

Jürgen Mühlbächer, un fabbro di Paulaner Straße, catturato mentre tenta di ingannare la sorveglianza con un diabolico travestimento.
« Se dovete sparare, fate in modo che la persona in questione non vada via ma rimanga con noi. »
(28 aprile 1989, Erich Mielke Ministro per la Sicurezza della DDR.)

La cosa aveva senso, era imperativo evitare che il mondo sapesse che dal comunismo la gente avrebbe voluto scappare, e un cadavere parla troppo, anche tacendo. La soluzione venne in mente all'ammiraglio Ljubomir Grišin: tutte le postazioni di sorveglianza perimetrale furono dotate di cannoni lancia-arpioni, provenienti dalle baleniere di classe Mobdičkov. Finché il muro non fu completamente edificato e fortificato, le fughe furono messe in atto con tecniche casalinghe, di cui si deve comunque ammirare lo sforzo creativo.

  • 8 gennaio 1961 - Helmut Däbritz scava un tunnel partendo dalla sua abitazione. Per distrazione capovolge la mappa, buca l'argine della Sprea e si ritrova alla deriva nello scantinato. In compenso non dovrà fare il bucato.
  • 22 luglio 1964 - Ernst Blumöschner tenta di passare il confine travestito da alpaca. Una delle guardie si insospettisce perché, durante il controllo, non ha sputato nemmeno una volta.
  • 6 ottobre 1969 - Rudolf Fleßers tenta di scivolare lungo i cavi elettrici dell'illuminazione stradale, da un pilone all'altro. Purtroppo inizia a piovere proprio mentre si stacca uno dei cavi. Nove isolati finiscono al buio e Rudolf viene catturato ancora vivo, mentre recita l'undicesimo canto del Paradiso rivolto ad un gatto.
  • 17 aprile 1971 - Matthias Fahrenhorst sorvola il muro con una mongolfiera fatta in casa. Utilizza una tuta in latex appartenente a Frau Blücher, una sadica dominatrice di cui si serve di tanto in tanto, gonfiata a quattro atmosfere. Dopo due settimane torna indietro, le donne dell'Ovest frustano in modo troppo delicato.

Le uniche fughe al contrario, cioè da Ovest a Est, sono quelle registrate nel tentativo di raggiungere l'abitazione di Ilda Barufka, una prostituta di origini moldave di cui si narrano imprese che sfiorano il mito, come quella che la riterrebbe capace di leccarti l'ano mentre la stai sodomizzando. Rainer Allgöwer, catturato e rispedito indietro settordici volte, scoprirà solo nel 1997, dopo l'apertura dei fascicoli secretati della Stasi, che la Barufka era un'invenzione sovietica, un subdolo trucco per fare pari e patta con i flussi migratori.

Il triangolo di Lenné

La caduta del muro

Risvolti sociali

Aspetti culturali