Utente:Takashi/sandbox: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto aggiunto Contenuto cancellato
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 7: Riga 7:
Pirro
Pirro



{{citazione|Noi romani abbiamo 3 nomi e un cognome mentre Pirro di chiama solo Pirro, di fronte a questa schiacciante superiorità linguistica, il suo presunto genio militare è nulla||||}}
Pirro fù un eccezionale condottiero e stratega che governo tra il [[206]] Ac e il [[306]] Ac [[Kosovo|L'Epiro]], parte della [[Macedonia]], la [[Magna Magna Grecia]], il [[Salento]], La [[Sicilia]] e [[Frosinone]], ma rigorosamente una terra alla volta e [[Precariato|mai per più di 6 mesi]], Pirro fù il più sfigato dei nipoti di [[Alessandro Magno]] e celebre pigna nel culo di [[Roma]].
Pirro fù un eccezionale condottiero e stratega che governo tra il [[206]] Ac e il [[306]] Ac [[Kosovo|L'Epiro]], parte della [[Macedonia]], la [[Magna Magna Grecia]], il [[Salento]], La [[Sicilia]] e [[Frosinone]], ma rigorosamente una terra alla volta e [[Precariato|mai per più di 6 mesi]], Pirro fù il più sfigato dei nipoti di [[Alessandro Magno]] e celebre pigna nel culo di [[Roma]].



Versione delle 21:56, 11 gen 2009

Voto di scambio

Uomo Tigre

Unabomber
Pirro


« Noi romani abbiamo 3 nomi e un cognome mentre Pirro di chiama solo Pirro, di fronte a questa schiacciante superiorità linguistica, il suo presunto genio militare è nulla »

Pirro fù un eccezionale condottiero e stratega che governo tra il 206 Ac e il 306 Ac L'Epiro, parte della Macedonia, la Magna Magna Grecia, il Salento, La Sicilia e Frosinone, ma rigorosamente una terra alla volta e mai per più di 6 mesi, Pirro fù il più sfigato dei nipoti di Alessandro Magno e celebre pigna nel culo di Roma.

Prequel

Ai tempi di Pirro l'impero Macedone era stato diviso fra i molti discendenti di Alessandro Magno, e tra che i regni erano tanti ,tra che in fin dei conti i Balcani son sempre i Balcani e tra che i familiari Di Alessandro Magno erano delle teste di cazzo, i vari nipoti si facevano guerra e si rubavano i troni a vicenda che sembrava il gioco delle tre carte. In questa situazione a Pirro 12° figlio di suo padre era rimasto da occupare solo il trono del Kosovo. Come se non fosse già abbastanza sfigato a 17 anni di ritorno da una partita di calcietto scopri che il cugino Neottolemo di tracia lo aveva detronizzato. I suoi familiari come era consuetudine all'epoca lo presero per il culo e al giovane non rimase che mettersi al servizio del cugino Ancisone di Cappadocia che lo istrui all'arte della guerra finche un giorno che Neottolemo era fuori a comprare le sigarette Pirro lo ridetronizzo. Il cugino spodestato sportivamente lascio il posto e dichiarò

« Ma si dai, è solo un gioco, e poi sono nobile qualche bifolco che mi mantiene lo trovo sempre »

Pirro che era un re generoso regalo quindi al cugino, il gioco da tavolo delle guerre civili macedoni e Neottolemo spari di scena fra gli applausi del pubblico.

Il Regno dell'Epiro

Nei mesi successivi stretta un alleanza con Ancisone di cappadocia il nostro condottiero riusci a conquistare le terre vicine come l'Albania il Montenegro e rinomino con un gesto autocelebrativo questa collezione di montagne e povertà con il nome di Epiro. I suoi cugini risero di nuovo di lui, infatti Epiro in macedone ha un assonanza abbastanza volgare.. diciamo che è come se Putin avesse chiamato la Russia il suo onore Puttana oppure Chavez avesse chiamato la Colombia Chiavata. Pirro fece spallucce, cacciò a calci in culo il fratello Ematocrito che lo aveva detronizzato 2 minuti prima e continuò le sue campagne militari, le sue abilità erano di molto migliorate anche grazie al manuale del supercattivo e a molte partite a Risiko, l'occasione di provare alla famiglia il suo valore arrivo nel 232 Ac, una città cazzutissima era entrata in guerra con il cugino Ancisone e a lui toccava il compito di espugnarla, questa città era Sparta.

L'assedio di Sparta

Portato il suo esercito sotto le mura della città Pirro magistralmente iniziò l'assedio, fù una battaglia tremenda ma a parte alcuni giavellotti lanciati a 160 Km/h contro la sua persona tutto andò secondo i suoi piani, le mura cedetterò, il suo esercito entrò in città e a nulla servirono i vari Ahua Ahua del nemico. Egli stesso combattè in un epico scontro contro il re di sparta riusciendo in fine a ferirlo mortalmente. Le ultime parole del capo nemico furono:

« Cof! Cof! Pirro... sei su... scherzi a parte ...  »

Ed ecco che tutti i soldati fermata la lotta si misero ad applaudire, ed Ancisone e gli altri suoi cugini usciti fuorì dal finto pozzo di cartapesta cominciarono a deriderlo, le migliori parole per descrivere questa scena sono senz'altro quelle dello storico del III secolo Carlo Lucarelli

« Pirro aveva conquistato Sparta, apparentemente.. e invece no. La procura di reggio Calabria chiamata ad indagare, scopre dei fatti inquietanti, quella non è affatto Sparta ma Latina e quel re non è Leonida, è il re di Frosinone »

Pirro incazzato più che mai recise l'alleanza con Ancisone e se ne tornò in Epiro fra le pernacchie e le risate dei familiari solo per scoprire che era stato nuovamente detronizzato dal Suocero Cagatullo di Porcia, e che questo poco sportivamente aveva cambiato la serratura. Fù troppo per l'ellenico, colto da depressione decise di lasciare per sempre la Macedonia e di emigrare in Italia in cerca di nuova fortuna.

Allarme Extracomunitari:In 300 sbarcano nel golfo di Taranto!

Il nostro clandestino sbarcò speranzoso al porto di Taranto, purtroppo le sue qualità di guerriero non erano richieste, quello era infatti un periodo di pace. Pirro si arrangiò per alcuni mesi vivendo in un monolocale con altri 3 immigrati kosovari e lavorando in nero al carico e scarcio del mercato di Taranto. L'opportunità di menar le mani gli si presento nel 256 Ac. Roma era entrata in conflitto con la città magno greca e si stava preparando ad assediarla. Il re Tarantoso si accordò quindi con Pirro perchè egli la difendesse, l'epiriota in cambio ottenne una piccola modifica alla legge sui ricongiungimenti familiari. Il giorno dopo arrivo dall'Epiro una comitivà di 3000 cavalieri, 2000 arcieri, 1000 frombolieri, 20000 fanti, i suoi più fedeli luogotenti, il suo bardò personale e 19 elefanti gli unici veri parenti di Pirro, figli adottivi della cugina Biodacea da Monfalcone. Pirro si dichiarò signore della città e l'ormai ex re Tarantolo sportivamente accetto il fatto tuonando una raffica di bestemmie. Il bardò di corte esaltò lo stratagemma del suo signore:

« Evviva il nostro grande re Pirro!, primo in valore, primo in coraggio e secondo in astuzia dopo suo cugino Ancisone »

Lo scontro con Roma

I romani erano tanti, cattivi e anche un pò molto incazzati, per batterli Pirro ricorse agli elefanti che mai erano fin'ora stati visti in Italia. Schierò in prima linea i pachidermi e un gruppo scelto di mercenari nani della Bulgaria, quando le legioni romane arrivarono subito la furia combattiva svani. I minacciosi elefanti si muovevano in spettacolari coreografie mentre i nani con sottofondo di trombette da circo si esibivano in sessioni di giocoleria e mangiafuoco, a questa vista le legioni attonite non poterono far altro che mollare scudo e lancia ed applaudire, questo garanti un leggero vantaggio tattico ai migliaia di arcieri che Pirro aveva fatto appostare. La battaglia fù presto vinta, i macedoni esultarono per la vittoria e il bardo di corte osanno il loro grande generale:

« Evviva! Evviva! Un'altra grande vittoria di Pirro!, il nostro generale è di nuovo imbattuto! »

Solo dopo ci si accorse che fra i caduti vi erano alcuni degli ufficiali più vicini al condottiero, fra qui Mentecatto di Solonica che doveva a Pirro 15000 Dracme, Borghezio di Tebe a cui Pirro aveva prestato la macchina, inoltre era disperso il luogotente Bagaglino di Pergamo a cui Pirro aveva affidato le chiavi di casa. Non era ancora il momento di festeggiare la felice battaglia, ma di marciare verso Roma ora che il morale del nemico era a terra.

La battaglia di Benevento

Presso Beneventum Pirro si scontro contro il resto dell'esercito romano rimasto, la battaglia fù più cruenta della precedente ma alla fine i romani furono completamente annientati, il bardo subito tuono

« Evviva! Evviva! Un'altra grande vittoria di Pirro!! tutti i nemici sono stati sconfitti! »

In effetti questo antico Mr.Lui aveva ragione, solamente che anche i macedoni avevano avuto grosse perdite, più precisamente a parte il Bardo e Pirro stesso erano rimasti vivi solo 20 falegnami di Eraclea coscritti dal condottiero durante il tragitto. Pirro sportivamente prese atto di come stava andando la sua campagna, abbandonò il bardo legato ad un palo, si fece costruire una barca dai falegnami e si rifugio in Sicilia dai suoi alleati. Dopo 3 giorni Il tribuno Marco Caio Pubico Capezzone a comando delle riserve e dei nonni vigili di Roma arrivo a Beneventum e trovo solo il bardo legato ad un palo. Torno in città trionfante raccontando di come aveva sbaragliato l'esercito nemico e di come addirittura aveva ucciso 30 macedoni con un solo colpo di daga, porto anche in catene il capo dell'esercito nemico che non smetteva di esaltare la clemenza e la bontà del grande tribuno. Da allora la città di Beneventum venne chiamata Maleventum per ricordare come e quanto si cagò addosso il bardo legato alla vista dei romani incazzati.

Avventura in Sicilia

Pirro dopo la vittoria di Benevento per un certo periodo si godè delle meritate ferie in un lussuosissimo hotel di Siracusa di proprietà del suo amico Don Vito (appunto) da Siracusa, ferie interrotte solo da un telegramma del cugino ancisone:

« Mi congratulo per le tue imprese militari, Ah-Ah!! »

continuò le ferie finchè gli arrivarono contemporanemaente due offerte di facili conquiste e gran spargimento di sangue per i villici che lo seguivano:

  • Nel regno dell'Epiro, i suoi sostenitori gli chiedevano di tornare e reclamare il trono ora che Cagatullo da Porcia era stranamente saltato in aria con la sua carrozza mentre attraversava un viadotto.
  • I padrini re delle città magnogreche di Sicilia gli chiedevano di guidare un esercito per sbaragliare i Cartaginesi nella parte orientale dell'isola rei di aver istituito il 41\bis, carcere duro per i reati di associazione a delinquere.

Pirro ringraziò l'amico Don Vito per la prima bella notizia, eh si, l'ellenico si era rotto le balle della sportività, ma decise di restare e farsi un bel regno in Sicilia a spese di quei Magrebo dei cartaginesi. Si accorse però che nessuno era disposto a seguirlo visto la fine dei suoi precedenti eserciti. In Particolare Plinio Il Vecchio ci racconta di come i sicliani a sentire il nome "Pirro" si stringessero vigorosamente i coglioni anche parecchi decenni dopo l'accaduto. D'improvviso a Pirro venne una forte nostalgia di casa e decise di tornare a prendersi il suo vecchio regno, dopo l'ennesimo massacro mise alla porta il cugino Cappellide di Dacia che lo aveva battuto sul tempo e tornò da sovrano alle sue vecchie occupazioni: partite a Risiko, assedi di città vicine e qualche buon libro.

Morte di Pirro

Nel 204 Ac, durante una battaglia molto caotica nella città di Argo il condottiero macedone fù colto di sorpresa da 6 arcieri Illirici, Pirro riuscì a scnsare le freccie e a sgozzare tutti i nemici ma non si accorse di un cavaliere numidiano che lo caricava con un giavellotto venendo così trafitto. Pirro estrasse il giavellotto dal costato e con quell'arma stessa uccise il cavaliere, e che cazzo! è il nipote di Alessandro Magno, mica bruscolini! Pirro continuò a combattere ma venne colpito alla testa da una tegola staccatasi dalla scuola elementare Solone II che necessitava di urgente restrutturazione. IL coroner decreterà: morte per trauma celebrale, poco male i macedoni conquistarono la città, un'altra brillante vittoria! IL regno dell'Epiro fù ereditato dal cugino Ancisone di Cappadocia che gli dedico negli anni sucessivi un mausoleo davanti al teatro comico di Alicarnasso.

« Mi aiuta a sentire la sua presenza, mi garantisce sempre 4 risate quando vado a teatro »

Vittoria di Pirro

Il condottiero macedone venne ricordato nei secoli a venire ma non per le sue qualità di guerriero visto che in fin dei conti non ha mai combinato un cazzo, ma ben sì per i suoi tragici successi, da qui viene coniato il termine vittoria di Pirro, una vittoria che può portare risvolti inattesi.

Altro termine di uso comune legato alla sua persona e quello di Gioco Pirico, secondo gli esperti quseto termine deriva dalla fine del suocero Cagatullo di Porcia saltato per aria in Epiro per ordine di Pirro.