Kebabbaro
« Non dite che vi ho deto io qualcosa sennò domani doner spezza me i pollici! »
(Abdullah)
È risaputo che quando un turco vuole aprire un negozio apre certamente una rivendita di kebab, divenendo così un kebabbaro. Per tirare su un vero e proprio doner kebab, la multinazionale doner si cura di fornire:
- televisione con sky che trasmette 24 ore su 24 canali sfigati turchi
- stereo con relativa collezione di cd tutti uguali di finta musica turca (da tenere acceso insieme alla televisione)
- tavolini della coca cola (in ricordo del patto di ferro tra doner e coca cola)
- insegna al neon
- cartelloni in plastica bianca con le scritte dei menù in rigoroso colore sbiadito anni ottanta
- varie versioni degli stessi menù su carta stampati in mille modi diversi (menù mai cucinati e del tutto sconosciuti al gestore)
- frasi in arabo che spesso non vogliono dire niente
- giornale gratutito su un tavolino, in alternativa, se si tratta di un kebab di lusso la gazzetta dello sport
- vaschette in alluminio contenenti salse varie(fornite direttamente dalla doner)
- pizze surgelate
- dolci arabi, in scarsa quantità
- maglietta con il nome del kebab già sudata e sporca di salse non identificate
- berrettino
- almeno due clienti fissi che parlano arabo