Fiat 131

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La Fiat 131 Opel Astra F Turbodiesel.

La Fiat 131 è un'oggetto contundente dotato di ruote ma sibilllinamente identificato come "berlina", uscito per errore dagli stabilimenti FIAT fra il 1974 e il 1985, quando ancora non differenziavano la spazzatura.

Storia

Nei primi anni '70 erano tutti drogati. A parte questo, la crisi petrolifera fece salire talmente tanto il prezzo dei carburanti che Gianni Agnelli ebbe un'idea: pagare qualcuno che gli procurasse un'idea. Alcuni anni e migliaia di vecchie lire dopo, un cervellone della FIAT resta bloccato in ascensore per 35 minuti e, coi polmoni saturi delle proprie scoregge, viene colto da un'ispirazione geniale: smettere di produrre automobili che vanno a benzina.

Gianni Agnelli, già turbato dalla legge del 1959 che vietava i fanali sulle automobili (problema momentaneamente risolto dotando le vetture FIAT di sonar), licenzia il tizio e tutta la sua famiglia fino alla settima generazione. Poi decide che forse è ora di avere un reparto di ricerca e sviluppo.

Il suddetto reparto scopre che la FIAT, fra i vari crimini che un giorno dovrà pur farsi perdonare, aveva anche messo in commercio la 124, un lingotto di lamiera in grado di fare 146 Km/h oppure stare fermo, senza vie di mezzo. Vettura che avrebbe avuto molto successo se solo non consumasse 1 barile di petrolio grezzo ogni 10 chilometri. L'idea è di ripartire dalla 124 per creare un nuovo modello dalle prestazioni brillanti, ma anche comodo e dai consumi contenuti. Poi l'idea viene scartata e decidono invece di fare la 131.

La Fiat 131 viene presentata al Salone dell'automobile di Torino nel 1974, e si distingue subito dalla concorrenza per le geniali innovazioni e la cura dei dettagli, ad esempio la presenza di una cosa a forma di motore sotto il cofano davanti, 2 ruote che sembrano 4 grazie a un'ingegnosa illusione ottica, doppio albero a camme di legno, e ampio spazio all'interno per la camporella.

Serie

Prima serie

La prima serie del '74 si distingue per la trazione posteriore che, insieme alla trasmissione da camioncino, conferisce alla vettura la possibilità di derapare al minimo contatto con lo sterzo, che però verrà fornito solo a partire dalla terza serie. I sedili posteriori sono invariati rispetto alla 124: un divano rubato alla più vicina casa di riposo e imbullonato al telaio per il massimo comfort. Nient'altro da aggiungere, a parte il fatto che solo 1 auto su 4 era dotata di manuale di istruzioni, per solutori più che abili.

Era disponibile con varie opzioni di motorizzazione:

  • Assente: per clienti meno facoltosi che non potevano permettersi un motore. Questa 131 a pedali è stata vista raggiungere la velocità massima di 4 km/h.
  • 1301 cm³: per clienti un pelino più facoltosi di quelli meno facoltosi. Con un motore grande quasi come una scatola da scarpe che poteva erogare fino a 1 hp a 4000 rpm.
  • 1800 cm³: buone prestazioni ma autonomia sconosciuta, anche perché dopo 5 km a velocità massima il motore esplodeva.

Seconda serie

Al Salone di Ginevra del 1978 viene presentata la nuova 131, con carrozzeria in metallo (in sostituzione di quella in cartongesso della prima serie), nuovi paraurti privi di punte affilate, e strumentazione leggibile senza visore notturno. È subito disponibile con motori da 1600 cm³ per i mafiosi meno esigenti; si distingue dalla prima serie anche perché non tende più a perdere una ruota anteriore quando si innesta la prima marcia.

Nel 1980 esce una versione dotata di motore nautico da 16000 cm³ montato su un rimorchio (non in dotazione). Paradossalmente se andava in acqua affondava come un sasso.

Terza serie

Nel salotto buono di Gianni Agnelli viene presentata nel 1981 la 131 Lancia Prisma, che è una Lancia Prisma con il logo brutalmente divelto e sostituito da quelli avanzati dai milioni di 131 prima serie invendute.

Gamma Diesel

Per rispondere alle pressanti esigenze degli autotrasportatori che non potevano rinunciare a viaggiare comodi, la FIAT annuncia ulteriori modelli, fra cui la 131 Ducato, che può trasportare fino a 1 ciccione, la 131 Scania, che arrivava a un massimo di 3 ciccioni, e la 131 Panzerwagen, dotata di borsa della spesa, ruota di scorta e cannone da 88 mm sul tetto, per le battaglie impreviste.

Le volumetriche

Sul finire del 1979 non giravano più le droghe buone di una volta, per cui gli scenziati FIAT si misero in testa di fare una 131 con prestazioni maggiori e consumi minori, grazie ai compressori volumetrici. Falliranno miseramente.

La sperimentazione parte con la 131 1300 2 porte, con motore a ritardo scoppiato capace di generare 5000 hp a -300 giri al minuto, per un valore di giri positivo massimo di circa 15, nonché freni ritardati di 1 secondo per risparmiare benzina; caratteristica che le valse il soprannome di "ammazzagatti". I consumi erano però ancora ingenti, quindi la dirigenza decide di usare i compressori solo sui motori a prestazioni sportive. Nasce così la 131 Volumetrico Abarth, la prima automobile a finire sullo spazio senza un razzo; viene spesso scambiata per la cometa di Encke.