Eliocentrismo

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Gli Elio e le Storie Tese, visibilmente ingrassati grazie alle donazioni delle fave, sono un pessimo esempio di sfruttamento dell'incapacità di intendere e di volere altrui.
« Alfieri dell'uomo del Giappone! »
(Persona affetta da Eliocentrismo durante una partita a scacchi)
« Lasciami, sto andando a fare un duetto con Claudio Bisio »
(Malato agli ultimi stadi della malattia)
« Ma cosa piangi? Ti è forse entrata una bruschetta nell'occhio? »
(Fava di fronto al proprio migliore amico a cui è appena morto di tumore il padre)

L'eliocentrismo è una patologia psicologica ufficialmente riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Caratteristica della persona affetta da questa malattia è il continuo collegamento di ogni frase o situazione del normale tran-tran giornaliero a qualcosa riguardante Elio e le Storie Tese, citando quest'ultima a qualsiasi persona che abbia condiviso con il malato tale attimo risultandone il più delle volte fortemente fuori luogo ed inopportuno.

La storia editoriale dell'eliocentrismo è legata a doppio filo con quella dell'omosessualità venendo inserita nella scrittura scientifica esattamente lo stesso anno in cui l'essere gay venne rimosso dalla lista delle malattie mentali.

I più attenti avranno già notato l'incoerenza di questo in quanto l'omosessualità venne rimossa nel 1974 quasi 10 anni prima che il complessino cominciasse a destare qualsivoglia interesse a livello nazionale. Il perché di questa cosa è presto detto, semplicemente sembrava brutto lasciare vuoto lo spazio occupato dall'omosessualità e venne scelto casualmente dal dizionario il termine Eliocentismo; solo la fortuna (o sfortuna, dipende da punti di vista) volle che 9 anni dopo il termine cominciasse a significare qualcosa anche dal punto di vista medico.

Curioso è il fatto che i malati non solo sian ben consci del loro problema ma, anzi, lo considerino un vanto riunendosi spesso e appellandosi tra di loro come "fave"; per questo è bene ricordare che l'eliocentrismo non è da confondersi col favismo, malattia notoriamente meno grave, a meno che tu non sia una pornostar.