Green book: differenze tra le versioni

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia libera dalla forfora.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto aggiunto Contenuto cancellato
Riga 35: Riga 35:


* Tre sputi: [[Fanculo]], non ne ho più voglia! Indovina tua [[moglie]] con chi era ieri sera?
* Tre sputi: [[Fanculo]], non ne ho più voglia! Indovina tua [[moglie]] con chi era ieri sera?

Grazie agli allenamenti imposti dal preparatore, uniti all'uso della macchina della pietà e un tour in [[terra santa]], Gelindo conquista il primo posto nella maratona di Milano del 1984.
Dopo sei mesi correrà l'omonima corsa ad [[Hiroshima]] come rappresentante delle conseguenze fisiche della [[radioattività]]. Arrivò solo dodicesimo, prima di lui solo gli [[indigeni]] del posto.

Versione delle 09:46, 9 set 2014

File:Neonato con barba.png
Gelindo a sei mesi.
« Con un nome così farà poca strada sicuramente. »
(Chiunque, al bar del paese.)
« Per ogni individuo, lo sport è una possibile fonte di miglioramento interiore. »
(Pierre de Coubertin. )
« Vabbè...forse non proprio per ogni individuo. »
(De Coubertin dopo aver visto correre Bordin.)


Gelindo Bordin (Longare, un giorno dopo il pesce di aprile 1959, tutt'ora in vita), "Di legno" per gli amanti degli anagrammi, è un ex atleta italiano salito alla ribalta delle cronache sportive per aver casualmente vinto la medaglia d'oro alle olimpiadi di Seoul nel lontano 1988.

È stato il primo italiano a

conquistare la maratona olimpica e il primo a finire nel dimenticatoio delle cronache sportive. Probabilmente avrebbe raggiunto la notorietà anche se fosse arrivato penultimo, non fosse altro per il ridicolo nome che i genitori gli hanno dato, per l'aspetto poco gradevole e gli odori emessi.

Gli inizi

L'incontro con lo sport avvenne alle scuole medie: non avendo voglia di fare un cazzo, scelse il ruolo di portiere nella improvvisata partitella giocata sotto un diluvio universale con meno cinque gradi centigradi in una splendida giornata invernale. In totale percorse dieci passi e prese quattro pappine. Nell'occasione dichiarò:

« Troppo faticoso questo sport! »

Il secondo approccio avvenne pochi giorni dopo: una lunga camminata a piedi, da casa fino all'ufficio anagrafe del comune. Cento metri per tentare (invano) di cambiare quel nome del cazzo che i genitori gli avevano dato e che, obiettivamente, portava sfiga.

« Guardi, neanche se vincesse la maratona olimpica possiamo cambirle il nome. »
( Scontata risposta dell'impiegato.)
Gelindo impegnato nella maratona di Milano.

Si avvicina allo sport dilettantistico accompagnato dal padre su una fiat 127 color diarrea, per poi passare al professionismo direttamente con la sua auto. Inizialmente corre le campestri e le corse su strada alla ricerca di prostitute a poco prezzo: vince il campionato allievi segaioli nel 1976 e approda nel 1978 alla nazionale juniores. Consapevole di avere eccezionali doti nelle gambe (ma solo lì), Gelindo decide di prepararsi al meglio per la maratona di Milano del 1984 con un estenuante allenamento su e giù per l'Italia che non passerà inosservato:

  • Passando da Catania fu notato da un boss mafioso che dalla disperazione sparò al giornalista che lo voleva intervistare ( tale Giuseppe Fava).
  • In umbria provocò un terremoto nella zona di Gubbio.
  • Vedendolo correre, Enrico Berlinguer (durante un comizio elettorale), venne colto da emorragia cerebrale.
  • All'attore Leopoldo Mastelloni scappò la prima bestemmia in diretta tv.

Carriera

Dietro un grande atleta c'è sempre un grande preparatore atletico, preferibilmente eterosessuale. Gelindo fu notato in prossimità di una casa d'appuntamenti da un certo Jack Kevorkian, dottor morte per gli amici, che notò subito le potenzialità del giovane Bordin. Quest'ultimo aveva un carattere introverso ed era di poche parole, comunicava con l'istruttore mediante sputi per terra:

  • Uno sputo: Si
  • Due sputi: No
  • Tre sputi: Fanculo, non ne ho più voglia! Indovina tua moglie con chi era ieri sera?

Grazie agli allenamenti imposti dal preparatore, uniti all'uso della macchina della pietà e un tour in terra santa, Gelindo conquista il primo posto nella maratona di Milano del 1984. Dopo sei mesi correrà l'omonima corsa ad Hiroshima come rappresentante delle conseguenze fisiche della radioattività. Arrivò solo dodicesimo, prima di lui solo gli indigeni del posto.