Cameraman di film porno

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Mai si era vista tanta frustrazione in un uomo solo...
« Mi fanno sempre una gran pena... mi fanno sentire quasi in colpa. »
(Franco Trentalance sui cameraman di film porno)
« Per favore mi passi il reggiseno che così mi rivesto? »
(Pornostar a fine riprese al cameraman)
« SÌ! »
(Cameraman di film porno in una valle di lacrime sulla citazione precedente)

Quello di cameraman di film porno è in assoluto il lavoro più gramo, più triste e meno appagante che la mente umana possa concepire. Pur lavorando in un luogo dove scopano tutti, persino il regista che ogni tanto si inventa qualche comparsata stile Hitchcock, lui deve restare lì al suo posto a registrare quel ben di Dio che ha davanti da ogni angolazione possibile e immaginabile, e non può fare altro che guardare, guardare e non toccare... Può esserci di peggio, considerando che quattro quinti di cotesti sventurati sono uomini celibi sulla trentina, sfaccendati e non laureati, che difficilmente troveranno altro da fare se non si rimettono in riga?

Origini

Quando il porno venne inventato le macchine da presa primitive non funzionavano se non con qualcuno che girasse l'apposita manovella. Già allora si capì che chi doveva girare non poteva anche fare il lavoro sporco poiché su pellicola sarebbe venuto poco o nulla, e di conseguenza già allora si rese necessaria una figura di agnello sacrificale, l'unico a immolarsi per la gioia di tanti pervertiti sparsi per il mondo. Si pensò di far girare la manovella ai ciechi: occhio non vede cuore non duole. Ma quelli erano ciechi, mica sordi, e manco scemi! Una volta accortisi dai suoni che provenivano dal set che li si voleva fare fessi andavano via rompendo la cinepresa o menando calci al vuoto, sperando di castrare il pornoattore. Si provò coi castrati e gli impotenti, ma quei bastardi chiedevano troppo ed era difficile rintracciarne. Alla fine si decise di usare dei poveri sfigati raccattati per strada, allettati dal campo d'azione di quell'impiego, e ignari della gran fregatura che vi si celasse dietro...

Le controindicazioni

Cameraman di film porno alla fine delle riprese, durante le quali ha visto di tutto e non ha sfiorato nemmeno un avambraccio...

Oltre a non giovare affatto all'autostima e a provocare danni ingenti al fegato per il continuo rosicare d'invidia per gli attori, mentre si è fermi là dietro la cinepresa, buona parte degli effetti negativi di tale professione derivano dall'impossibilità allo smanettamento, essendo comunque a lavoro e dovendo controllare di prendere bene le poppe piuttosto che pensare alle proprie pippe, sennò quello stronzo del regista si incazza. Provateci voi a restare indifferenti tutto il tempo! O possiedi una capacità di concentrazione pari a quella di un bonzo, o ti mordi le mani per 70-80 e forse più minuti!

L'illustre dottorologo Al Gore ha battezzato l'insieme dei sintomi provocati dalla "ritenzione sul lavoro" appunto come Sindrome del Cameraman di Film Porno, che colpisce anche centralinisti e Guardie Svizzere. Tali sintomi sono:

  • Palle blu
  • Palle verdi
  • Palle porpora
  • Palle da bowling
  • Tremore alle mani
  • Pianto e stridore di denti
  • Omosessualità
  • Evirazione spontanea
  • Eiaculazioni esplosive al ritorno a casa, con conseguente distruzione dell'appartamento del poveraccio.
  • Esplosione delle palle del povero infetto, che poi verrà accompagnata da gravi emorragie esterne.

Testimonianze scritte

Le sindromi sopra elencate portano inevitabilmente a morte. Come illustrato sopra, una delle più frequenti è l'emorragia che segue all'evirazione spontanea. Si fà un gran parlare di diritti di qua e diritti di , ma la tragedia che qui descriviamo rimane ai più ignota, e i suoi morti dimenticati. Uno dei motivi è che la disperazione è così profonda che pochi fanno in tempo a lasciare un biglietto prima di lasciare questo mondo.

Quei pochi sono una testimonianza preziosa. Uno di questi è stato Renato Abbott (nome di fantasia, che dopo una vita di schizzi in faccia e altre umiliazioni, decise di far schizzare via il proprio sangue. Mentre ne vedea in terra farsi laco, con la vita che pian piano si spegneva, e la forza del rancore che man mano cresceva[1], ha usato il sangue come inchiostro e il dito come penna, e ha scritto quanto segue

Né con il pesce, né con palle o testa
lavorai, sol denti ho digrignato.
Di gemiti e di schizzi sì gran festa
mi lasciò sempre escluso, emarginato.

Anche la mano nelle notti lesta
ogni dì tener dovea ferma a lato,
sennò mi avrien gettato nella cesta
dei panni sporchi dello sperma usato

per far godere lerci porcelloni
il cui sudato volto è illuminato
da quel fioco chiarore degli schermi

su cui pompano i cazzi dei stalloni
ch'io ripresi, a Inferno condannato.
Su mia faccia gli schizzi come vermi.

  1. ^ Normalmente è meglio che in mano cresca qualcos'altro.