Battaglia del Cellina: differenze tra le versioni

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{{W|storia|aprile 2021|immagini, e non guasterebbe una sfoltitina perché è pesante da leggere}}
{{A|La pagina sembra copiata da Wikipedia, con conseguenti problemi del caso, quali sfasamento dei template e testo non umoristico|storia}}
{{Conflitto|nome del conflitto=Battaglia del Cellina||parte_di=della Guerra dell'Antropocene|inizio=17 marzo 2021|fine=19 marzo 2021|esito=Vittoria strategica italiana|schieramento1=Italia|schieramento2=Pollame|comandante1=Bacile Di Castiglione|comandante2=Diego Cristallo,i capelli di papa Emanuele, Rosita, Valerio Brunetti Capponi|luogo=Pordenone|armata2=Società Agricola del caro Geppetto |armata1=Il 7º Battaglione carri San michele}}
{{Coord|46|04|35|N|12|46|44|E|region:GR_type:landmark|display=title}}
{{Nd}}
{{Infobox conflitto
|Tipo=Battaglia
|Nome del conflitto=Battaglia del Cellina
|Immagine=Battle of Thermopylae and movements to Salamis and Plataea map-it.svg
|Larghezzaimmagine=300px
|Didascalia=Battaglia del Cellinati [[battaglia di Salamina]].
|Parte_di=della [[seconda guerra persiana]]
|Luogo=[[vivaro]], [[Italia]]
|Data=18 marzo [[2021]]
|Esito=Vittoria strategica Italiana
|Schieramento1=Italia
|Schieramento2=Pollame
|Comandante1=Col. Alessio Bacco
|Comandante2=Rosita
|Effettivi1=Reggimento Genova Cavalleria. 4 carri armati
|Effettivi2=24 galline
|Perdite1= 1 proiettile 105 mm
|Perdite2=12 galline, 1 muro}}


La '''battaglia del Cellina'''
La '''battaglia del Cellina''' è stata uno degli eventi che ha portato maggior lustro all'esercito italiano.
== Fonti ==


Entra nel contesto della guerra dell'[[Antropocene]] ed è stata combattuta da due schieramenti: l'esercito italiano ([[Italia]]) e la società agricola PerPincoPinchernacchiolo ([[Gallina|Pollame]]). I comandanti alla guida dei due eserciti furono luigi bacile di castiglione per le truppe italiane e i capelli del papa di Emanuele per le truppe avicole, anche se si racconta che le fila della battaglia fossero tirate dalla Rosita, star dismessa de "il mulino bianco", impazzita dopo la fine del contratto pubblicitario.


Al termine della battaglia le perdite sono state di alcuni (1-2) proiettili da 105 o 120 mm dell'autoblindo centauro per la compagine italiana e 12 galline ed un muro sull'altro fronte. Intanto Pamela Paolini si mette a fare il porridge, rigorosamente casereccio.


== Antefatto ==
== Cause==
Durante la giornata del [[17 marzo]], in occasione della giornata per la sensibilizzazione avicola, la popolazione delle aie ha ritrovato un fulgente sentimento di orgoglio ed appartenenza. Questa escalation di sentimenti, probabilmente coadiuvata dall'uso di sostanze stupefacenti e derivanti degli ormoni, ha portato ad una lunga e chiassosa orgia. Lo schiamazzare delle galline, l'uso continuo di sostanze, petti sempre più gonfi e grandi galli neri ha innervosito le vicine terre italiche.
{
== Inizio ==
[[File:Termopili e Artemisio - it.svg|thumb|upright=1.6|Mappa degli spostamenti greci e persiani presso le Termopili e l'Artemisio]]


Il popolo italiano che alla data da un anno viveva chiuso in casa per [[Ben Affleck]] ragioni, stava cercando di festeggiare il giorno dell'Unità d'Italia con le sue canoniche meste feste, infastidito dai chiassosi rumori dei vicini ha vanamente tentato di risolvere la situazione in modo diplomatico.
L'esercito persiano procedette lentamente attraverso la Tracia e la Macedonia e la notizia del suo arrivo imminente fu riferita agli alleati greci in agosto da una spia.<ref>{{cita|Holland|pp. 255-256}}.</ref> In questo periodo dell'anno gli Spartani, la massima potenza militare dell'alleanza, stavano celebrando le feste [[Carnee]] durante le quali la legge spartana vietava l'attività militare: tale usanza aveva già causato il tardivo intervento spartano alla battaglia di Maratona.<ref name=E7206>{{cita|Erodoto|VII, 206}}.</ref> Era anche il periodo dei [[Giochi olimpici antichi|Giochi olimpici]] che imponeva la tregua olimpica, quindi marciare in guerra sarebbe stato doppiamente sacrilego per l'esercito spartano.<ref name=E7206/><ref name=h258>{{cita|Holland|pp. 258-259}}.</ref> In questa occasione, però, gli [[Eforo|Efori]] decisero che il pericolo era sufficientemente grande da giustificare una spedizione immediata, comandata da uno dei re di Sparta, [[Leonida I]], per bloccare il passo. Egli prese con sé i 299 uomini della guardia del corpo reale, i cosiddetti "cavalieri",<ref name=E205>{{cita|Erodoto|VII, 205}}.</ref> un corpo esistito anche in altre epoche.<ref>{{cita|Plutarco|''Apophthegmata Laconica'', 231 B}}.</ref> La spedizione si proponeva di raggruppare il maggior numero possibile di altri soldati greci lungo la strada e di attendere l'arrivo del grosso dell'esercito spartano alle Termopili.<ref name=h258/> La leggenda, come racconta Erodoto, narra che gli Spartani consultarono l'[[Pizia|oracolo di Delfi]] nella prima parte dell'anno che dette loro la seguente profezia:


Il primo atto del popolo fu quello di telefonare ai [[Carabinieri|carabinieri/polizia]] denunciando i vicini per "[[Rosa Bazzi|schiamazzi notturni]]"; avendo però il popolo agito contemporaneamente, sono state inviate sul posto una enorme moltitudine di volanti delle forze dell'ordine che, educatamente, hanno iniziato a suonare il clacson e inveire dal finestrino a causa del lungo ingorgo così generatosi.
{{Citazione|O voi, o abitatori di Sparta dalle larghe piazze:<br />o la vostra grande gloriosissima città viene distrutta sotto i colpi dei discendenti di Perseo,<br />oppure questo non avverrà; ma il paese di Sparta piangerà<br />la morte d'un re della stirpe di Eracle.|Erodoto, ''Storie'', VII, 220.}}


L'aumentato rumore e l'incessante orgia, ha aumentato non solo la rabbia del popolo italiano, ma anche l'invidia.
Erodoto ci dice che Leonida, dopo aver appreso il vaticinio, fosse convinto di andare incontro a morte certa insieme a tutte le sue truppe, perciò scelse solo gli [[Sparta#Gli Spartiati|Spartiati]] che avevano figli in modo da assicurare continuità alle stirpi.<ref name=E205/><ref>{{cita|Holland|p. 259}}.</ref>


Come secondo tentativo diplomatico, il popolo italico ha inviato sostanze tranquillanti agli avicoli, così che almeno finisse l'[[orgia]]. Purtroppo la grande presenza di forze dell'ordine spaventava i [[Spacciatore|nobili trasportatori]] di droghe italici (o anche no) che cercavano di raggiungere l'aia. Fortunatamente, alcuni baldi carabinieri piacentini, erano dotati di una loro fornitura, e posate le carte da briscola, scesi dall'auto e raggiunti i pollai, hanno iniziato a distribuire queste sostanze fingendo fossero [[Viagra|incrementatori di prestazione]].
Nel corso della marcia verso le Termopili la divisione spartana raccolse contingenti provenienti da varie città e contava più di 7&nbsp;000 soldati quando giunse al passo.<ref name="E202">{{cita|Erodoto|VII, 202}}.</ref><ref name="Erodoto VII 203">{{cita|Erodoto|VII, 203}}.</ref> Leonida decise di accamparsi presso la parte più stretta detta "porta di mezzo" e di difenderla là dove i [[Focide|Focesi]] avevano costruito un muro di difesa tempo prima.<ref name="E7176">{{cita|Erodoto|VII, 176}}.</ref> Dalla vicina città di [[Eraclea Trachinia]] Leonida fu informato dell'esistenza di una pista montana che avrebbe potuto essere utilizzata per aggirare le Termopili: il re collocò quindi 1&nbsp;000 opliti Focesi sulle alture per precauzione.<ref name=EVII217>{{cita|Erodoto|VII, 217}}.</ref>


Il colpo non riuscì, la festa proseguì fino alle 8:30 del mattino. Il popolo avicolo ballava e cantava rimarcando la difficoltà lavorativa nella terra italica e citando i pessimi contratti italiani al ritmo di "[[Contratto|co.co.co]].". Proseguiva quindi mostrando con fierezza la loro prestanza fisica, anche sportiva, cantando in coro "[[Fratelli d'Italia|po, po, po, po, po, po, po]]". Questo fece ribollire l'odio italiano che sente forte la proprietà di tale coro ancor più di quanto già non la senta per la [[gioconda]]. L'orgoglio e il montare della rabbia salirono ancor di più quando il popolo italiano si accorse della nefasta combinazione di avere il [[Francesi|popolo gallico]] oltr'alpe e l'avicolo fuori dalla finestra.
A metà agosto l'esercito persiano fu avvistato nel [[golfo Maliaco]] in avvicinamento alle Termopili.<ref>{{cita|Holland|pp. 269-270}}.</ref> Alla notizia dell'imminente arrivo di Serse al passo, i Greci incominciarono ad aver paura e nel corso di un consiglio di guerra presero a discutere di una eventuale ritirata. I peloponnesiaci suggerirono di tornare all'Istmo di Corinto e di difendere quello per impedire agli invasori l'ingresso al Peloponneso; ciò provocò lo sdegno di Focesi e [[Locride (Grecia)|Locresi]] che provenivano dalla zona direttamente minacciata dall'arrivo dei nemici. Leonida, visto lo sdegno di costoro e placati i dissidi, decise di restare a difendere il passo e nel contempo inviò messaggeri nelle città vicine a chiedere rinforzi poiché le truppe a sua disposizione erano insufficienti per respingere i Persiani.<ref name=VII207>{{cita|Erodoto|VII, 207}}.</ref>


La festa terminò quando le galline finalmente decisero che era ora di tornare a covare le loro uova ed i galli che fosse giunto il momento di cantare al sole. Tutto sembrava razzolare nel modo giusto.
Dopo essersi accampato, Serse inviò un emissario per negoziare con Leonida: ai Greci venne offerta la libertà, il titolo di "amici del popolo persiano" e terre più grandi e più fertili di quelle che già possedevano.<ref>{{cita|Holland|pp. 270-271}}.</ref> Quando questi termini di pace furono rifiutati da Leonida, l'ambasciatore chiese perentoriamente di gettare le armi ma sembra che il re abbia risposto: «Vengano a prenderle loro» ({{lang-grc|"[[Molon labe|Μολὼν λαβέ]]"}}).<ref name=Ap11>{{cita|Plutarco|''Apophthegmata Laconica'', 225 D}}.</ref> Serse rimase incredulo alla risposta riferitagli dal suo ambasciatore, perciò lasciò passare quattro giorni sempre sperando che i Greci si ritirassero; al quinto giorno, poiché i Greci non accennavano ad andarsene e anzi la loro permanenza gli sembrava un atto di insolenza, ordinò di dare inizio alla battaglia.<ref name="EVII210">{{cita|Erodoto|VII, 210}}.</ref>


== Forze in campo ==
== Svolgimento==
Il [[18 marzo]], dopo una [[Discoteca|notte passata insonne]], ma infelice, il popolo italiano, affacciandosi alla propria finestra di casa, non poteva che notare i grandi sorrisi del popolo vicino. Forse la stanchezza, forse l'anno già trascorso in casa, forse la noia, [[Vasco Rossi|forse, ma forse, ma sì...]] L'Italia, fiera anche di aver recentemente nominato presidente del consiglio dei Ministri un [[Mario Draghi|drago]], inizia i suoi processi burocratici per decidere in quale stanza sarebbe stato più opportuno posizionare il tavolo dove mettere il buffet per il catering che allieterà i presenti alla riunione preparatoria alla riunione nella quale verrà deciso se veramente fare una riunione per stabilire se entrare in guerra con gli avicoli, o no.
=== Forze persiane ===
{{Vedi anche|Seconda guerra persiana#Le forze persiane}}
[[File:Achaemenid Spear-aegises Soldier statue on a residental apartment wall - Nishapur 1.JPG|thumb|upright=0.5|Guerriero achemenide scolpito nel muro degli appartamenti reali a [[Nishapur]]]]


Trascorse così le prime 7 ore della giornata, alle 15:30 il governo italiano si trovava con un nulla di fatto riguardo alla decisione, con la fame crescente per aver saltato il pranzo, il catering che con sempre più insistenza bussava con i piedi alle porte di palazzo Chigi ed un popolo sempre più indignato. Nella fretta di mostrarsi un governo decisionista, immediatamente per ordine del Presidente venne messo in galera Fabrizio Corona. Per essere certi che tutto il popolo fosse distratto dalla notizia, venne organizzata una trasmissione a rete unificate condotta dalla giornalista (non radiata dall'albo) [[Barbara d'Urso|Barbara D'Urso]].
Il numero di soldati che Serse radunò per la seconda invasione della Grecia è stato oggetto di infinite controversie perché i numeri riportati dalle fonti antiche sono molto elevati. Erodoto so]] e in [[Tessaglia]].


Giunte le 21:30 e non ancora trovata una soluzione al problema del catering, il Ministro alla semplificazione ed il Ministro alla Difesa contattarono il Col. Bacco Alessio del 7º Battaglione carri "M.O. Di Dio". il Col. Bacco, noto già per i suoi valorosi comportamenti in guerra e per le sue grandi vittorie riportate nella Battaglia dei Salatini, prese di buon grado la convocazione.
=== Forze greche ===
Secondo Erodoto<ref name="E202" /><ref name="Erodoto VII 203" /> e Diodoro Siculo<ref name=D114>{{cita|Diodoro|XI, 4}}.</ref> l'esercito greco comprendeva le seguenti forze:
{|class="wikitable" style="text-align:center"
|- style="background:gold;"
|Nazionalità
|Secondo Erodoto
|Secondo Diodoro Siculo
|-
| align=left|[[Sparta]]ni, inclusi i [[Perieci]]
|900 (?)<ref name=Macan25>{{cita|Macan|nota a Erodoto VIII, 25}}.</ref>
|700 o 1000<br />
|-
| align="left"|opliti [[Spartiati]]
|300<ref name=Macan25/>
|300
|-
| align=left|[[Mantinea|Mantinei]]
|500
| rowspan="7" |3&nbsp;000<br />(altri peloponnesiaci insieme a Leonida)
|-
| align=left|[[Tegea|Tegeesi]]
|500
|-
| align=left|Arcadi di [[Orcomeno (Arcadia)|Orcomeno]]
|120
|-
| align=left|Altri [[Arcadia|Arcadi]]
|1&nbsp;000
|-
| align=left|[[Corinto|Corinzi]]
|400
|-
| align=left|[[Fliunte|Fliunti]]
|200
|-
| align=left|[[Micene]]i
|80
|- style="background:wheat;"
| align=left|'''Totale [[Peloponneso|Peloponnesiaci]]'''
|'''3&nbsp;100'''<ref name=E202/> o '''4&nbsp;000'''<ref name=E228>{{cita|Erodoto|VII, 228}}.</ref>
|'''4&nbsp;000''' o '''4&nbsp;300'''
|-
| align=left|[[Tespie]]si
|700
| –
|-
| align=left|[[Malide|Maliesi]]
| –
|1&nbsp;000
|-
| align=left|[[Tebe (città greca antica)|Tebani]]
|400
|400
|-
| align=left|[[Focide|Focesi]]
|1&nbsp;000
|1&nbsp;000
|-
| align=left|[[Locride Opunzia|Locresi Opunzi]]
|"Tutti quelli che avevano"
|1&nbsp;000
|- style="background:wheat;"
| align=left|'''Totale Greci'''
|'''5&nbsp;200 (o 6&nbsp;100), più i Locresi Opunzi'''
|'''7&nbsp;400 (o 7&nbsp;700)'''
|}


Al termine di questa riunione, il Col. Bacco prese l'incarico di muovere guerra contro l'accampamento avicolo. Ore 22:30.
* Riguardo al numero dei Peloponnesiaci, Diodoro sostiene che ci fossero 1&nbsp;000 [[Laconia|Lacedemoni]] e 3&nbsp;000 altri Peloponnesiaci per un totale di 4&nbsp;000 uomini. Erodoto concorda con questi dati in un passaggio, dove cita uno scritto di Simonide dicendo che vi erano 4&nbsp;000 Peloponnesiaci.<ref name=E228/> Altrove, nel riassunto della tabella qui sopra, Erodoto conteggia però 3&nbsp;100 Peloponnesiaci alle Termopili prima della battaglia;<ref name=E202/> riferisce poi che Serse volle mostrare i caduti greci agli uomini della sua flotta (dopo aver nascosto la maggior parte dei cadaveri di quanti avevano combattuto dalla parte dei Persiani) e che i marinai della flotta persiana "convinti che i caduti fossero tutti Spartani o Tespiesi, in realtà vedevano anche gli [[iloti]]",<ref name=E825/> ma non dice quanti iloti c'erano e in quale funzione vennero adoperati. Perciò la differenza fra le due descrizioni può essere interpretata supponendo (senza prove) che ci fossero 900 iloti in battaglia, tre per ogni Spartiata.<ref name=Macan25/> Se gli iloti erano presenti durante la battaglia, non c'è motivo per dubitare che vennero usati nel loro ruolo tradizionale di scudieri ai singoli Spartiati. In alternativa, le 900 truppe che mancano dai dati di Erodoto potrebbero essere state composte da [[Perieci]] e potrebbero quindi corrispondere alla descrizione di Diodoro di 1&nbsp;000 Lacedemoni.<ref name=Macan25/>
* Riguardo al numero degli Spartani ulteriore confusione è generata dall'ambiguità di Diodoro circa i 1&nbsp;000 Lacedemoni secondo lui presenti alla battaglia: non si sa infatti se essi comprendono anche i 300 Spartiati. A un certo punto dice: "Leonida, quando ricevette la nomina, annunciò che solo un migliaio di uomini lo avrebbero dovuto seguire nella campagna".<ref name=D114/> per affermare in seguito che: "Ci furono, poi, un migliaio di Lacedemoni, e con loro trecento Spartiati".<ref name=D114/> È perciò impossibile avere maggiore chiarezza riguardo al numero degli Spartani.


Tornato in circa 30 minuti da Roma al suo accampamento di Pordenone, sfruttando in una prima parte del viaggio il [[CERN Neutrinos to Gran Sasso|tunnel dei neutrini]], in una seconda la [[Treno Alta Velocità|TAV]], organizzò una riunione strategica per attaccare l'aia nemica.
La descrizione di [[Pausania il Periegeta]] concorda con quella di Erodoto (i cui scritti aveva letto), solo che egli dà il numero dei Locresi, che invece Erodoto non registra limitandosi a dire che ognuna delle loro città mandò un contingente. Pausania afferma che, abitando proprio nella zona di transito dei Persiani, i Locresi diedero tutti gli uomini in grado di lottare che avevano: secondo Pausania si trattava di 6&nbsp;000 unità che, aggiunte alle 5&nbsp;200 di Erodoto avrebbero composto una forza di 11&nbsp;200 uomini.<ref>{{cita|Pausania|X, 20}}.</ref>


Il piano era quello di, come viene riportato nei documenti dell'epoca e nei diari del Col. Bacco: "''sfruttare il favore della notte, fingendo un "addestramento militare" per "colpire erroneamente" l'aia nemica, per poi andare "tutti a nanna" fingendo di non esserci accorti di aver "sparato nella direzione opposta" a quella consentita. Ahahah" .'' La missione venne condotta come da piano. L'esercito nemico si trovava nei suoi accampamenti, un solo precisissimo colpo e poi tutti a nanna. Vittoria italica.
Molti storici moderni, che di solito considerano Erodoto più affidabile,<ref name=G140>{{cita|Green|p. 140}}.</ref> aggiungono i 1&nbsp;000 Spartani e i 900 iloti ai 5&nbsp;200 di Erodoto per ottenere all'incirca 7&nbsp;000 - 7&nbsp;100 uomini come numero di riferimento, trascurando i Maliesi di Diodoro e i Locresi di Pausania.<ref>{{cita|Bradford|p. 106}}.</ref><ref>{{cita libro|cognome= Bury|nome= J. B.|coautori= Russell Meiggs|lingua= inglese|titolo= A History of Greece to the Death of Alexander the Great|edizione= 4th Revised|anno= 2000|editore= Palgrave Macmillan|url= https://archive.org/details/AHistoryOfGreeceToTheDeathOfAlexanderTheGreat|cid= Bury|pp=271-282}}</ref> Trattandosi comunque di stime sono ammissibili altre possibilità. Inoltre il numero degli armati cambiò nel corso della battaglia, quando la maggior parte dell'esercito si ritirò e rimasero solamente circa {{formatnum:3000}} uomini, escluse le perdite subite nei giorni precedenti: 300 Spartiati, 700 Tespiesi, 400 Tebani, i {{formatnum:1000}} Focesi che stazionavano sopra al passo e forse 900 iloti.<ref name=G140/>


== Conseguenze==
== Considerazioni strategiche e tattiche ==
Il [[19 marzo]] al canto del gallo il pollame si accorse dell'attacco e delle perdite tra le proprie fila, subito quindi mandò l'ambasciatore Sir. Pollich a conferire con il governo italiano sull'accaduto. Il governo italiano non si fece certo trovare impreparato, consapevole dell'attacco sin dal giorno prima, presentò strategicamente all'incontro [[Milanese|un milanese qualsiasi]]. Di seguito il testo riportato dal verbale del [[Meeting per l'amicizia fra i popoli|meeting diplomatico]]:<blockquote>'''''Pollich:''' Co, cococo, cococodè ccodè!''
[[File:Battle of Thermopylae-it.svg|thumb|Mappa della battaglia]]


'''''Milanese''': uè figa, cazzo dici?''
Da un punto di vista strategico la difesa delle Termopili consentiva ai Greci di impiegare nel miglior modo possibile le loro forze.<ref name=L248>{{cita|Lazenby|pp. 248-253}}.</ref> Fino a quando si poteva evitare l'avanzata persiana in Grecia non sussistevano motivi per ingaggiare una battaglia e si sarebbe potuti rimanere sulla difensiva; inoltre, ostacolando due passaggi angusti (le Termopili e Capo Artemisio) veniva a essere ridotto lo svantaggio greco dell'inferiorità numerica.<ref name=L248/> Al contrario il grande numero dei Persiani impediva a Serse di rimanere nello stesso posto troppo a lungo a causa delle difficoltà di vettovagliamento dell'esercito:<ref name=h285>{{cita|Holland|pp. 285-287}}.</ref> egli era quindi costretto a ritirarsi o ad avanzare necessariamente attraverso le Termopili.<ref name=h285/> Il punto debole dei Greci era il sentiero di montagna che conduceva nell'altopiano parallelo alle Termopili e che avrebbe consentito agli aggressori di aggirare la loro posizione; anche se inadatta per la cavalleria, questa strada avrebbe potuto essere facilmente percorsa dalla fanteria persiana nella quale erano presenti molti uomini abituati a combattere in zone montane.<ref>{{cita|Holland|p. 288}}.</ref> Leonida si era comunque premunito posizionando i Focesi a guardia del passaggio.<ref>{{cita|Holland|pp. 262-264}}.</ref>


'''''Pollich:''' Co, cococo, cococodèdèdèdè!''
Tatticamente il passo delle Termopili, angusto e tortuoso, si addiceva perfettamente allo stile di combattimento greco:<ref name=L248/> la [[Falange (militare)|falange]] oplitica sarebbe stata in grado di bloccare il passaggio con facilità senza il rischio di venire sopraffatta dalla fanteria persiana, che era dotata di armamento leggero e quindi facilmente vulnerabile, e nemmeno dalla cavalleria persiana, che era inutilizzabile in uno spazio tanto stretto.<ref name=L248/> Come fa notare espressamente Diodoro Siculo, anche i diversi tipi di armi giocarono un ruolo determinante: i Greci coi loro ''[[Oplon|opla]]'' (scudi metallici di circa un 1 metro di diametro) potevano facilmente serrare le file ed evitare i colpi dei nemici, i quali invece erano provvisti di ''[[Aspis|aspides]]'' (scudi di legno generalmente piccoli) e di ''[[pelta]]i'' (scudi leggeri anch'essi di modiche dimensioni), che non erano efficaci nel ripararli dai colpi delle [[Dory (arma)|lance]] e delle [[Xiphos|spade]] greche.<ref>{{cita|Diodoro|XI, 7, 3}}.</ref>


'''''Milanese:''' Figa, ma ti parè? Cioè, figa dai... cioè non è che non abbiamo un cazzo da fare noi.''
=== Campo di battaglia ===
[[File:Termopili ancient topo 480BC-it.svg|thumb|left|Mappa delle Termopili col litorale odierno e la ricostruzione di quello del 480 a.C.]]


'''''Pollich:''' coccodè coccodè???''
Al tempo della battaglia, il passo delle Termopili consisteva in una strada che correva lungo la riva del golfo Maliaco ed era così stretta che solo un carro alla volta poteva passare.<ref name="E7176" /> Sul lato meridionale della strada sorgevano le scogliere che incombevano sul passo e sul lato settentrionale si stendeva il golfo Maliaco. Lungo il percorso erano state erette tre costruzioni dette "porte" (''pylai'') e presso la porta di mezzo era stata costruita dai Focesi, un secolo prima, una piccola muraglia per ostacolare le invasioni [[Tessaglia|tessaliche]].<ref name=E7176/> Il nome "Porte calde" deriva dalle sorgenti termali che si trovavano lì vicino.<ref>{{cita|Erodoto|VIII, 201}}.</ref> Oggi il passo non è vicino al mare, bensì a diversi chilometri all'interno a causa della [[sedimentazione]] nel golfo Maliaco; l'antica via si trova ai piedi delle colline attorno alla piana, fiancheggiata da una strada moderna. Recenti rilevazioni hanno indicato che il passaggio fosse largo solo 100 metri e che le acque arrivassero alle porte.<ref>{{Cita pubblicazione|nome= Lyn|cognome= Dore|lingua= inglese|titolo= Fields of Conflict: Progress and Prospect in Battlefield Archaeology|anno= 2001|editore= David Brown Book Co.|isbn= 978-1-84171-249-9|url= http://humanitieslab.stanford.edu/contemporaryarchaeology/admin/download.html?attachid=472185|cid= Dore|pp= 285-286|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20120225035550/http://humanitieslab.stanford.edu/contemporaryarchaeology/admin/download.html?attachid=472185|dataarchivio= 25 febbraio 2012}}</ref>


'''''Milanese:''' ma certo, ma figa, su, non è che noi stiamo lì, tàtàtà: "uè guarda le gallinelle!" Noi si lavora qua eh... figa. Cioè, oh raga, ma questo qui pensa che non abbiamo un cazzo da fare? Amico, secondo te, hai visto bene chi sono? (con le mani aperte e i dorsi verso il corpo indica prima le cosce e poi con movimento fluido l'addome) Io, secondo tè (marca la "è"), perdo tempo a organizzare un piano per venire da tè a sparare a quattro galline? Cioè pensi che se volessi, no, cioè non potrei semplicemente arrivare lì e tac, tutte le galline fuori dai coglioni? Maddai... Figa!''
Il passo è stato ancora in tempi moderni una difesa naturale: durante la [[seconda guerra mondiale]] le truppe del corpo di spedizione britannico in Grecia combatterono una nuova [[Battaglia delle Termopili (1941)|battaglia delle Termopili]] fra il 23 e il 24 aprile 1941 nel tentativo di bloccare l'[[Operazione Marita|invasione tedesca della Grecia]]; ma nonostante le speranze del primo ministro britannico [[Winston Churchill]] in "un nuovo clamoroso episodio militare", le truppe britanniche furono aggirate e rapidamente costrette a ripiegare verso Atene.<ref>{{cita libro|cognome= AA.VV.|nome=|titolo= Il Terzo Reich. La conquista dei Balcani|editore= Hobby&Work|anno= 1993|isbn= 88-7133-043-9|cid= Balcani|pp=68-70}}</ref>


'''''Pollich:''' ccococodè coco coco co co ccdè coco dèdè co co dè coco cdèc co dè cococodèdècèocèdocè...''
== Svolgimento ==
=== Primo giorno ===
[[File:Greek Phalanx.jpg|thumb|La [[Falange (militare)|falange greca]] come appare nella ricostruzione basata sugli studi del [[Perseus Project]]]]


'''Bresciano dal nulla:''' Pota.........Enculet!
Il quinto giorno dopo l'arrivo alle Termopili Serse decise finalmente di attaccare i Greci. Per prima cosa ordinò a cinquemila arcieri di scagliare una raffica di frecce, ma i dardi non fecero molti danni fra gli ellenici che erano protetti dagli scudi di bronzo e dagli elmi: gli studiosi moderni hanno inoltre calcolato che le frecce furono lanciate da almeno 100 metri di distanza. Dopodiché Serse mandò contro i Greci diecimila fra [[Medi]] e [[Khūzestān|Cissiani]], "con l'ordine di farli prigionieri e di condurli al suo cospetto"<ref name="EVII210" /><ref>{{cita|Diodoro|XI, 6}}.</ref>. I Greci combattevano davanti al muro focese, nella parte più stretta del passo, nel tentativo tattico di utilizzare il minor numero di soldati possibile alla volta.<ref>{{cita|Erodoto|VII, 208}}.</ref><ref name=EVII223>{{cita|Erodoto|VII, 223}}.</ref> I dettagli del combattimento sono scarsi; Diodoro dice che "gli uomini stavano spalla a spalla" e che i Greci erano "superiori in valore e nella misura dei loro scudi".<ref name=DXI7>{{cita|Diodoro|XI, 7}}.</ref> Questa è probabilmente la descrizione della comune falange greca, in cui gli uomini formavano un muro di scudi dal quale si protendevano le lunghe lance [[Dory (arma)|dory]]; uno schieramento efficace fintanto che era in grado di ostruire l'intero passaggio.<ref>{{cita|Holland|p. 274}}.</ref> I Persiani, dotati com'erano di armi meno lunghe, non furono quindi in grado di accorciare le distanze per entrare nel combattimento corpo a corpo con gli opliti.<ref name=DXI7/><ref name=EVII211>{{cita|Erodoto|VII, 211}}.</ref> Erodoto riporta che le unità erano organizzate secondo la città di provenienza; le divisioni entravano e uscivano dallo schieramento a turno per evitare di affaticarsi, il che significa che i Greci avevano più uomini del necessario per bloccare il passo.<ref>{{cita|Erodoto|VII, 204, 212}}.</ref> Si racconta che durante il combattimento i Greci uccisero così tanti Medi che Serse balzò in piedi per tre volte dal trono dal quale stava guardando la battaglia.<ref name=EVII212>{{cita|Erodoto|VII, 212}}.</ref> Secondo Ctesia di Cnido la prima ondata di Persiani fu "tagliata a fette" con solo due o tre morti tra gli Spartiati.<ref name=CP/>


'''''Milanese:''' mh, mh mh, mh mh mh (facendo cenno di sì con il capo)... Guarda c'ho un sacco da fare, mandami due righe, dai! Cià, cià, cià cià, cià, cià Polli... ma vaffanculo!''</blockquote>Nonostante la riuscita dell'incontro diplomatico, gli screzi tra le due fazioni non sembrarono terminati. Il governo italiano promise investigazioni sull'accaduto.
Secondo Erodoto e Diodoro Siculo, il Gran Re, dopo aver saggiato le forze greche, lanciò un secondo assalto con gli [[Immortali]], un corpo d'élite di 10&nbsp;000 uomini.<ref name=DXI7/><ref name=EVII211/> Però anche questo reparto scelto fallì, poiché servendosi di lance più corte di quelle dei Greci non poteva far valere la superiorità numerica.<ref name=EVII211/> Gli Spartani, inoltre, finsero alcune volte di ritirarsi (badando però a mantenere compatte le linee) e ogni volta che i Medi si lanciavano disordinatamente all'inseguimento, gli Spartani si voltavano e li affrontavano uccidendo in tal modo "un numero incalcolabile di Persiani". Ancora una volta i Persiani dovettero ritirarsi.<ref name=EVII211/>


Per mostrarsi efficiente e cortese nella vittoria verso il popolo nemico, il [[governo italiano]] indì subito la messa in piedi di una commissione che valutasse attraverso uno studio di fattibilità, chiaramente da bandire ad imprese terze allo stato mediante una gara d'appalto, quale potesse essere il modo più adatto per disporre l'impaginazione del documento nel quale sarebbe stata sviluppata una linea guida da dare ai governatori regionali che avrebbero quindi discusso in tutti i loro consigli e davanti al parlamento regionale, per poi fornire una risposta, entro e non oltre i 7 mesi dal momento della ricezione di suddetto documento, che sarebbe stata data alla commissione valutativa, anche questa a sua volta da indire in base al comma 15 del De Lentissimus Constituens, per infine subire due passaggi identici in entrambe le camere del parlamento e solo infine essere rateizzato come... Aspetta, che dovevamo fare? Chissené, polli merda.
=== Secondo giorno ===
[[File:Persian warriors from Berlin Museum.jpg|thumb|left|Guerrieri persiani, probabilmente gli [[Immortali]], raffigurati in un bassorilievo del palazzo di Dario a Susa, esposto al [[Pergamonmuseum|Museo di Pergamo]] di Berlino.]]


==Curiosità==
Il secondo giorno Serse inviò nuovamente la fanteria ad attaccare il passo, "supponendo che i suoi nemici, essendo così pochi, fossero ora indeboliti da ferite e non potessero più resistere".<ref name=EVII212/> Tuttavia ai Persiani non andò meglio del giorno precedente<ref name=EVII212/> e Serse infine fermò l'assalto e si ritirò nel suo campo, "totalmente perplesso".<ref name=CP/> Mentre il re persiano stava meditando sul da farsi, si verificò la svolta della battaglia: un uomo di [[Eraclea Trachinia]] di nome [[Efialte di Trachis|Efialte]], spinto dal desiderio di una grossa ricompensa,<ref name=EVII213/> informò Serse dell'esistenza di un sentiero di montagna che [[Aggiramento|aggirava]] le Termopili e si offrì di guidarvi l'esercito persiano.<ref name=EVII213>{{cita|Erodoto|VII, 213}}.</ref> Questo episodio fece del personaggio di Efialte l'archetipo del traditore nella cultura greca e il suo stesso nome prese nella lingua greca una connotazione così negativa che col tempo gli fece assumere il significato di "incubo".<ref>{{cita libro|nome=G.|cognome=Tegopoulos|coautori=A. Phytrakis|lingua= inglese|titolo= Elliniko Lexico (Greek Dictionary)|editore= Armonia|anno= 1988|città= Atene|cid= Tegopoulos}} Introduzione a ''Ephiàltes''.</ref>
La parte più curiosa ed emozionante di tutta la faccenda è però, secondo quanto riportato da tutti i giornali locali, che i Carabinieri hanno capito '''immediatamente''' la causa dell'evento.


== Teorie alternative ==
Erodoto riporta che quella sera Serse mandò il comandante [[Idarne (figlio)|Idarne]] ad accerchiare i Greci con gli uomini sotto il suo comando. Lo storico non fornisce però ulteriori dettagli riguardo l'identità degli uomini incaricati della missione:<ref>{{cita|Erodoto|VII, 215}}.</ref> Idarne aveva il comando degli Immortali, ma questi (almeno secondo Erodoto) erano stati sterminati il primo giorno di battaglia, quindi è possibile che Idarne fosse al comando di un'unità maggiore comprendente anche altre forze che, nel caso specifico, includevano i resti del corpo degli Immortali; in effetti, secondo Diodoro, Idarne aveva una divisione di 20&nbsp;000 uomini.<ref>{{cita|Green|p. 59}}.</ref> Il percorso, che si inerpicava lungo le pendici orientali del [[monte Eta]], sul versante chiamato Anopea, partiva dal lato orientale del campo persiano e arrivava dietro le scogliere che fiancheggiavano il passo; a un certo punto si biforcava in due sentieri: uno conduceva alla Focide e l'altro verso il Golfo Maliaco ad Alpeno, prima città della [[Locride (Grecia)|Locride]].<ref name=EVII217/>
Secondo alcuni opinionisti locali la vera causa del terribile conflitto è da imputarsi alla sete di denaro (vedi [[battaglia]] delle concorrenti del [[BEFeD]]), infatti cercando di sterminare la materia prima del florido successo di quest'ultima avrebbero cercato di rubarne il mercato.

=== Terzo giorno ===
[[File:Léonidas aux Thermopyles (Jacques-Louis David).PNG|thumb|upright=1.4|''Leonida alle Termopili'' di [[Jacques-Louis David]] (1814). Il quadro rappresenta una "antologia" degli eventi storici e leggendari accaduti nella battaglia]]

All'alba del terzo giorno i Focesi a guardia del sentiero sopra le Termopili, sentendo il fruscio delle foglie di quercia, si accorsero che una nutrita colonna persiana stava aggirando le Termopili; perciò balzarono su e rivestirono frettolosamente le armi.<ref name=EVII218>{{cita|Erodoto|VII, 218}}.</ref> Idarne rimase sbigottito nel vederli, in quanto era sicuro che non si sarebbe imbattuto nel minimo ostacolo, e temette di aver incontrato degli Spartiati: fu però informato da Efialte che non lo erano, così dispose i suoi soldati per la battaglia.<ref name=EVII218/><ref name=H291>{{cita|Holland|pp. 291-293}}.</ref> Ma i Focesi, del pari colti di sorpresa e credendo che quei militari fossero venuti ad attaccare proprio loro, si ritirarono su per la montagna preparandosi a resistere all'attacco. Invece, i Persiani guidati da Efialte si limitarono a scagliare una fitta raffica di frecce poiché Idarne non intendeva perdere tempo con loro e in fretta condusse i suoi uomini giù dalla montagna per portare a termine l'accerchiamento dei Greci al passo delle Termopili.<ref name=EVII218/>

Appreso da un messaggero (secondo Diodoro un persiano chiamato Tirrastiade, nativo di [[Kymi|Cuma d'Eubea]])<ref>{{cita|Diodoro|XI, 8}}.</ref> che i Focesi non avevano protetto le sue retrovie, Leonida convocò un [[consiglio di guerra]] all'alba.<ref name=EVII219>{{cita|Erodoto|VII, 219}}.</ref> Alcuni comandanti greci optarono per la ritirata ma Leonida decise di rimanere in difesa del passo con gli Spartiati.<ref name=EVII219/> Molti dei contingenti ellenici scelsero di ritirarsi senza attendere ordini o furono congedati da Leonida (Erodoto ammette che esiste qualche dubbio sulla veridicità di questo gesto).<ref name=EVII219/><ref>{{cita|Erodoto|VII, 220}}.</ref> Un contingente di 700 [[Tespie]]si guidati dal loro generale [[Demofilo]] si rifiutò di andarsene con gli altri Greci e rimase a combattere.<ref>{{cita|Erodoto|VII, 222}}.</ref> Erano inoltre presenti 400 [[Tebe (città greca antica)|Tebani]] e probabilmente anche gli Iloti che avevano accompagnato gli Spartiati.<ref name=H291/>

Le azioni di Leonida sono state oggetto di diverse interpretazioni. Sebbene sia da tutti accettato che gli Spartiati stessero obbedendo alle leggi di Sparta, contrarie alla ritirata, sembra che sia stata proprio la ritirata di massa dalle Termopili a dare origine a tale norma.<ref name=L144>{{cita|Lazenby|pp. 144-145}}.</ref> È anche possibile che, ricordando le parole dell'oracolo, Leonida si fosse impegnato a sacrificare la sua vita per salvare Sparta; poiché però la profezia era indirizzata solo a lui, non si spiega il motivo per cui impegnò altri 1&nbsp;500 uomini in una lotta dall'esito scontato.<ref name=L144/> L'ipotesi più probabile è che Leonida scelse di formare una retroguardia in modo che gli altri contingenti greci potessero allontanarsi senza pericoli:<ref name=L144/><ref name=H294>{{cita|Holland|p. 294}}.</ref> se l'intero corpo di truppe greche avesse ripiegato contemporaneamente, la cavalleria persiana avrebbe potuto inseguirlo senza difficoltà, mentre se fosse restato sul passo, ormai indifendibile, i Persiani l'avrebbero massacrato per intero.<ref name=H291/> Coprendo la ritirata e continuando a bloccare il passo Leonida avrebbe potuto salvare più di 3&nbsp;000 uomini, da utilizzare in guerra in un secondo momento.<ref name=H294/>

Anche riguardo alla permanenza dei Tebani sono sorti dibattiti: Erodoto suggerisce che furono portati alla battaglia come ostaggi per saggiare le reali intenzioni di Tebe, pesantemente sospettata di parteggiare per i Persiani; secondo Erodoto i Tebani restarono contro voglia e loro malgrado e solo perché Leonida li tratteneva,<ref name=E205/> ma come Plutarco sottolineò tempo dopo, se fossero stati veri ostaggi non si comprende il motivo per cui non fossero stati mandati indietro con gli altri Greci.<ref name=L144/> Probabilmente si trattava di quella parte dei Tebani che, a differenza della maggioranza dei concittadini, erano avversi al dominio persiano e che, forse, si erano uniti di loro spontanea volontà a Leonida decidendo di combattere fino all'ultimo perché in caso di vittoria persiana non avrebbero potuto tornare a Tebe.<ref name=H291/>

I Tespiesi avevano rifiutato di sottomettersi a Serse e temevano che la loro città sarebbe stata rasa al suolo una volta che i Persiani avessero conquistato la Beozia.<ref name=L144/> Tuttavia ciò non basta da solo a spiegare la mancata ritirata del generale Demofilo e dei suoi uomini: infatti il resto dei cittadini fu fatto allontanare da Tespie prima dell'arrivo dei Persiani.<ref name=L144/> Sembra piuttosto che i Tespiesi abbiano scelto volontariamente di rimanere come atto di sacrificio, tanto più sorprendente in quanto il loro contingente riuniva ogni singolo oplita che la città era in grado di offrire,<ref>{{cita|Lazenby|pp. 259-260}}.</ref> ma questo pare essere stato un tratto caratteristico dei Tespiesi, che in almeno altre due successive occasioni combatterono una strenua lotta fino alla morte.<ref name=L144/>

All'alba Serse attese alcune libagioni, fermandosi per dare agli uomini di Idarne il tempo di scendere dalla montagna, e poi mandò avanti le sue forze.<ref name=EVII223/> Un esercito persiano composto da diecimila uomini tra fanteria leggera e cavalleria caricò il fronte della falange. I greci questa volta lasciarono il muro e uscirono dal passo per scontrarsi con i Persiani nella parte più ampia della gola, cercando di ucciderne il maggior numero possibile;<ref name=EVII223/> combatterono con le lance fino a che non furono tutte spezzate e poi passarono alle spade corte [[Xiphos|xiphoi]].<ref name=EVII224>{{cita|Erodoto|VII, 224}}.</ref> Erodoto riporta che in questa mischia morirono due fratelli di Serse, Abrocome e Iperante.<ref name=EVII224/> Nei primi minuti dell'assalto era perito anche Leonida e per il suo cadavere furono ingaggiati scontri furiosi che terminarono quando i Greci riuscirono a recuperarlo.<ref name=EVII225/> Quando i Greci si accorsero dell'arrivo degli uomini di Idarne, la battaglia mutò aspetto: i Greci riguadagnarono di corsa la strettoia del passo, superarono il muro e andarono a prendere posizione sulla collina.<ref name="EVII225">{{cita|Erodoto|VII, 225}}.</ref> La manovra lasciò indietro i Tebani che "allontanatisi dai loro compagni, e con le mani alzate, avanzarono verso i barbari" i quali li presero prigionieri dopo averne uccisi alcuni mentre si avvicinavano e alla maggior parte, per ordine del Gran Re, venne poi impresso il marchio reale, a cominciare dal loro comandante [[Leonziade (generale)|Leonziade]].<ref>{{cita|Erodoto|VII, 233}}.</ref> Riguardo ai superstiti difensori Erodoto scrive:
{{Citazione|Qui si difesero fino all'ultimo, chi aveva ancora le spade combatté con esse, e gli altri resistettero con le mani e con i denti|Erodoto, ''Storie'', VII, 225}}

Abbattuta parte del muro, Serse ordinò che la collina venisse circondata e gli aggressori combatterono fino a che fu morto l'ultimo soldato greco.<ref name=EVII225/> Nel 1939 l'archeologo [[Spyridōn Marinatos]], scavando alle Termopili, trovò un gran numero di punte di freccia di bronzo persiane sulla collina di Kolonos identificandola quale il luogo dell'ultima resistenza ellenica; prima di allora si riteneva che l'altura fosse un'altra, più piccola e più vicina al muro.<ref>{{cita libro|nome= Osbert Guy Stanhope|cognome= Crawford|lingua= inglese|titolo= Said and Done: The Autobiography of an Archaeologist|editore= Weidenfeld and Nicolson|anno= 1955|cid= Crawford|p=302}}</ref>

Famoso è l'encomio reso da [[Simonide]] ai morti della battaglia:
{{Citazione
|Dei morti alle Termopili<br />gloriosa la sorte, bella la fine,<br />un altare la tomba, di singulti il ricordo, compassione la lode.<br />Un tal sudario né la ruggine<br />né il tempo divoratutto oscurerà.<br />Questo sacello d'eroi valorosi come abitatrice la gloria<br />d'Ellade si prese. Ne fa fede anche Leonida,<br />re di Sparta, avendo lasciato di virtù grande<br />ornamento ed eterna gloria.|Simonide, fr. 531 Page|τῶν ἐν Θερμοπύλαις θανόντων<br />εὐκλεὴς μέν ἁ τύχα, καλός δ'ὁ πότμος,<br />βωμὸς δ'ὁ τάφος, πρὸ γόων δὲ μνᾶστις, ὁ δ'οἶκτος ἔπαινος•<br />ἐτάφιον δὲ τοιοῦτον οὔτ'εὐρὼς<br />οὔθ'ὁ πανδαμάτωρ ἀμαυρώσει χρόνος.<br />ἀνδρῶν ἀγαθῶν ὅδε σηκὸς οἰκέταν εὐδοξίαν<br />Ἑλλάδος εἵλετο• μαρτυρεῖ δὲ καὶ Λεωνίδας,<br />Σπάρτας βασιλεύς, ἀρετᾶς μέγαν λελοιπὼς<br />κόσμον ἀέναόν τε κλέος.|lingua=grc}}

Secondo Erodoto i Persiani guadagnarono il passaggio delle Termopili al costo di circa 20&nbsp;000 morti tra le file del loro esercito.<ref name="Erodoto VIII 24" /> La retroguardia greca fu annientata con una probabile perdita di 2&nbsp;000 uomini, inclusi quelli uccisi nei primi due giorni di battaglia.<ref>{{cita|Holland|p. 397}}.</ref> Erodoto afferma che morirono 4&nbsp;000 Greci: partendo dal presupposto che i Focesi a guardia del sentiero non furono uccisi durante la battaglia, il numero dei morti si avvicina troppo al numero totale dei Greci che lo stesso storico fornisce; quindi la cifra di 4&nbsp;000 morti è probabilmente troppo alta.<ref>{{cita|Lazenby|p. 148}}.</ref>

== Conseguenze ==
Finita la battaglia il corpo di Leonida fu recuperato dai militari dell'esercito persiano e Serse, infuriato, ordinò di tagliargli la testa e di piantarla su un palo: Erodoto osserva che questo trattamento era molto insolito per i Persiani, che avevano l'abitudine di trattare i guerrieri valorosi con grande onore, come avevano già fatto con Pitea, catturato al largo di [[Sciato]] prima della battaglia di Capo Artemisio;<ref>{{cita|Erodoto|VII, 181, 238}}.</ref> d'altronde Serse era noto per essere particolarmente iracondo e una leggenda racconta di come diede ordine di infliggere trecento colpi di frusta all'acqua dell'[[Dardanelli|Ellesponto]] perché una violenta tempesta aveva distrutto le prime opere di attraversamento dello stretto approntate dai Persiani.<ref name=EVII35/> [[Pausania (generale)|Pausania]] dopo la [[battaglia di Platea]] si rifiuterà di vendicare la morte di Leonida profanando il corpo di [[Mardonio (generale)|Mardonio]].<ref>{{cita|Erodoto|IX, 78-79}}.</ref> Dopo la partenza degli aggressori i Greci raccolsero i propri morti e li seppellirono sulla collina, ove dopo la fine della guerra fu posto un leone di pietra per commemorare Leonida.<ref name="EVII225" /> Ben quaranta anni dopo la battaglia le ossa di Leonida furono riportate a Sparta, dove furono sepolte di nuovo con tutti gli onori: da allora furono dedicati alla sua memoria dei giochi funebri che si svolgevano con cadenza annuale.<ref>A. D. Godley, ''Herodotus, The Histories'', Harvard University Press, Cambridge, 1920, nota a Erodoto VII 224</ref><ref>{{cita|Pausania|III, 14}}.</ref>

Con le Termopili aperte al libero passaggio dell'esercito persiano, il blocco navale all'Artemisio divenne irrilevante. La simultanea battaglia navale arrivò a una situazione di stallo tattico e la flotta greca fu in grado di ritirarsi in ordine verso il [[Golfo Saronico]], dove aiutò a traghettare i restanti cittadini ateniesi nell'isola di Salamina.<ref name=H294/> Passate le Termopili l'esercito persiano saccheggiò e incendiò le città della Beozia che non si erano sottomesse a Serse ([[Platea (città)|Platea]] e [[Tespie]]) prima di marciare in direzione di Atene, ormai evacuata.<ref>{{cita|Erodoto|VIII, 50}}.</ref> Nel frattempo i Greci del Peloponneso si prepararono a difendere l'[[Istmo di Corinto]], sbarrando l'unica strada che lo attraversava e iniziando a costruire una muraglia.<ref>{{cita|Erodoto|VIII, 71}}.</ref> Come alle Termopili, fu ripetuta la strategia del doppio blocco predisponendo una flotta a chiusura del Golfo Saronico, in modo da impedire ai Persiani di sbarcare truppe direttamente nel Peloponneso.<ref>{{cita|Holland|pp. 299-303}}.</ref> L'ateniese [[Temistocle]], però, convinse i Greci a ingaggiare la battaglia decisiva non sulla terraferma ma sul mare, contro la flotta di Serse: le navi persiane furono quindi attirate presso l'isola di Salamina, di fronte al porto di Atene, dove [[battaglia di Salamina|furono in gran parte distrutte]] dalla flotta greca.<ref>{{cita|Holland|pp. 327-334}}.</ref>

Con la flotta semidistrutta, temendo che i Greci potessero attaccare i ponti attraverso l'Ellesponto e intrappolarlo con il suo esercito in Europa mentre stava per sopraggiungere l'inverno, Serse decise di tornare in Asia.<ref>{{cita|Erodoto|VIII, 97}}.</ref> Il Gran Re lasciò in Grecia buona parte dell'esercito al comando del generale Mardonio, che si era installato nei suoi quartieri invernali nell'ampia pianura tessalica, con l'incarico di completare la conquista l'anno successivo.<ref>H. Berve, ''Storia greca'', Laterza, Bari, 1959, p. 309</ref><ref>{{cita|Erodoto|VIII, 113, 114}}.</ref><ref>{{cita|Holland|p. 327-329}}.</ref> Il resto dell'esercito accompagnò Serse e durante la ritirata verso l'Asia soffrì altissime perdite per fame e malattie.<ref>{{cita|Erodoto|VIII, 115}}.</ref> La primavera dell'anno seguente ripresero le operazioni militari; Mardonio offrì un'alleanza e riparazioni di guerra agli Ateniesi a patto che uscissero dall'alleanza anti-persiana. Di fronte alla minaccia di una rottura dell'alleanza, i Peloponnesiaci si decisero ad abbandonare la loro strategia di difesa dell'istmo e marciarono verso l'[[Attica]]:<ref name=H341>{{cita|Holland|pp. 338-341}}.</ref> Mardonio arretrò in Beozia per attirare i Greci in campo aperto e i due eserciti [[Battaglia di Platea|si scontrarono presso la città di Platea]] dove i Greci sconfissero i Persiani infliggendo loro gravi perdite e costringendoli a ritirarsi verso il nord. Lo scontro, nel quale rimase ucciso lo stesso Mardonio, pose fine all'invasione persiana<ref name=H341/> anche perché nel frattempo si era svolta una seconda battaglia navale [[Battaglia di Micale|vicino Capo Micale]] nella quale la flotta ellenica aveva distrutto oltre la metà delle navi persiane superstiti di Salamina.<ref>{{cita|Holland|p. 357-359}}.</ref>

== Importanza ==
[[File:Thermopylae ancient coastline large.jpg|thumb|left|Il passo delle Termopili nel 2011: nell'antichità il mare arrivava all'altezza dell'autostrada o ancora più vicino alla montagna]]

La battaglia delle Termopili, più volte citata nella cultura antica, recente e contemporanea, è probabilmente la più famosa della storia antica dell'Europa. Per lo meno nella cultura occidentale, sono i Greci quelli che vengono lodati per i loro risultati nella battaglia a dispetto dell'esito:<ref name=HXVIII>{{cita|Holland|p. XVIII}}.</ref> nel contesto dell'invasione persiana, le Termopili furono infatti senza dubbio una sconfitta per i Greci.<ref name=L151>{{cita|Lazenby|p. 151}}.</ref> Sembra evidente che la strategia dei Greci fosse quella di tenere a bada i Persiani alle Termopili e Capo Artemisio con l'obiettivo di non cedere tutta la Beozia e l'Attica agli aggressori.<ref name=L248/> La posizione dei Greci alle Termopili, pur essendo essi soverchiati numericamente, era pressoché inespugnabile;<ref name=H294/> se la difesa avesse retto più a lungo è assai probabile che gli aggressori avrebbero dovuto ritirarsi per mancanza di cibo e acqua.<ref name=h285/> Nonostante le relativamente pesanti perdite la forzatura del passo rappresentò una netta vittoria tattica persiana con ripercussioni strategiche importanti.<ref name=H294/> La riuscita della ritirata del grosso delle truppe greche non può essere considerata un effettivo successo, sebbene abbia impedito ai Persiani di ottenere una completa vittoria.<ref name=H294/>

Talvolta si afferma che quella delle Termopili fu una [[vittoria di Pirro]] per i Persiani,<ref>{{cita libro|cognome= Marozzi|nome= Justin|lingua= inglese|titolo= The Way of Herodotus: Travels with the Man Who Invented History|editore= Da Capo Press|anno= 2008|url= http://books.google.com/?id=9rqGIciLDsMC&printsec=frontcover|isbn= 0-306-81621-0|cid= Marozzi|p= 74}}</ref> ma Erodoto non accenna minimamente a simili considerazioni. Questa tesi, inoltre, appare irrealistica considerando che dopo la battaglia i Persiani conquistarono la maggior parte della Grecia<ref name=C105>{{cita|Cawkwell|pp. 105-106}}.</ref> e un anno più tardi stavano ancora combattendo in Europa.<ref>{{cita|Erodoto|IX, 1}}.</ref> In alternativa è stato affermato che la resistenza alle Termopili fu utile in quanto ritardò l'avanzata persiana concedendo qualche giorno in più alla flotta greca in vista dello scontro con la più potente flotta persiana.

{{Citazione|La battaglia delle Termopili fu una vittoria di Pirro [per i Persiani], mentre offrì ad Atene tempo prezioso per prepararsi per la battaglia navale decisiva di Salamina, un mese più tardi.|Douglas Tung, ''36 Stratagems Plus: Illustrated by International Cases'', Trafford Publishing, 2010, p. 239}}

Tuttavia, considerando l'intervallo che intercorre tra le due battaglie (circa un mese), il tempo guadagnato grazie al sacrificio degli Spartiati è trascurabile anche perché nel frattempo la flotta greca stava combattendo presso Capo Artemisio una costosa battaglia.<ref>{{cita|Erodoto|VIII, 1-19}}.</ref> [[George Cawkwell]] sostiene che il periodo di tempo che intercorre fra le Termopili e Salamina fu in sostanza una scelta di Serse, che preferì dedicarsi a stroncare l'opposizione greca in Focide e in Beozia prima di marciare verso l'Attica: come battaglia finalizzata a contenere i Persiani, quella delle Termopili, fu insignificante rispetto al ritardo dovuto alle decisioni di Serse.<ref name=C105/> Anziché descrivere la battaglia come una vittoria di Pirro, gli storici moderni tendono a sottolineare i successi di Serse, ovvero lo sfondamento del formidabile fronte greco e la conquista della maggior parte della Grecia; ancora Cawkwell afferma che "ebbe successo in terra e in mare, e la grande invasione iniziò con un brillante successo [...] Serse aveva ogni ragione per congratularsi con se stesso",<ref>{{cita|Cawkwell|p. 104}}.</ref> mentre Lazenby descrive la sconfitta greca come "disastrosa".<ref name=L151/>

La fama delle Termopili non deriva quindi dall'effetto che ebbe sulla guerra nel suo complesso bensì dall'esempio di valore militare fornito dai Greci,<ref>{{cita|Lazenby|p. 150}}.</ref> la cui retroguardia rimase in posizione sebbene il suo annientamento fosse cosa certa.<ref name=HXVIII/> Già dall'antichità le Termopili furono citate come un esempio di coraggio per la lotta contro i Persiani: secondo Diodoro Siculo, ad esempio, il merito della difesa della libertà greca è da attribuire ai difensori delle Termopili piuttosto che a coloro che vinsero le battaglie successive contro Serse, dato che questo scontro demoralizzò i Persiani ed esaltò i Greci.<ref>{{cita|Diodoro|XI, 11, 5}}.</ref> Da allora gli eventi delle Termopili sono stati motivo di lodi da molte fonti; per [[Michel de Montaigne|Montaigne]], ad esempio, "le più belle vittorie che il Sole abbia mai visto, non avrebbero mai il coraggio di confrontare la loro gloria con la gloriosa sconfitta del re Leonida e dei suoi uomini".<ref>Michel de Montaigne, in {{cita|Holland|p. XVIII}}.</ref>

Nonostante lo stereotipo che vede contrapporsi in battaglia "uomini liberi" e "schiavi" possa essere visto come un'eccessiva generalizzazione (esistono numerosi controesempi), è anche vero che molti autori hanno usato le Termopili come classico esempio del concetto.<ref name=L248/> Militarmente, anche se non furono decisive nel contesto dell'invasione persiana, le Termopili rivestono un qualche significato in rapporto ai primi due giorni di combattimenti, i quali sono spesso usati come esempio dei vantaggi offerti dal superiore addestramento ed equipaggiamento e dall'accorto uso del terreno.<ref>{{cita pubblicazione|cognome= Eikenberry|nome= Lt. Gen. Karl W.|lingua= inglese|titolo= Take No Casualties|rivista= Parameters: US Army War College Quarterly|volume= XXVI|numero= 2|pp= 109-118|data= estate 1996|url= http://www.carlisle.army.mil/USAWC/parameters/Articles/96summer/eiken.htm|cid= Eikenberry}}</ref>

== Eredità ==
=== Monumenti ===
==== Epitaffio di Simonide ====
[[File:Thermopiles memorial epitaph.jpg|upright=1.4|thumb|La lapide che reca inciso l'epigramma di Simonide]]

Il poeta [[Simonide]] compose un celebre [[epigramma]] che venne inciso quale [[epitaffio]] su una lapide commemorativa, posta in cima al tumulo degli Spartani alle Termopili. Quell'altura è anche la collina su cui l'ultimo Spartiata morì.<ref name=E228/> La lastra originale non si è conservata, ma nel 1955 l'epitaffio fu riprodotto su una pietra nuova. Il testo riportato da Erodoto è:<ref name=E228/>

{{citazione|O straniero, annuncia<br />agli Spartani che qui<br />noi giacciamo in ossequio<br />alle loro leggi|Iscrizione|Ὦ ξεῖν᾿, ἀγγέλλειν<br />Λακεδαιμονίοις ὅτι τῇδε<br />κείμεθα, τοῖς κείνων<br />ῥήμασι πειθόμενοι|grc}}

Era ben noto nell'[[Antica Grecia]] che tutti gli Spartiati inviati alle Termopili vi morirono in battaglia (con l'eccezione di [[Aristodemo di Sparta]]<ref>{{cita|Erodoto|VII, 229-231}}.</ref> e di [[Pantite]]<ref name=EVII223/>), per cui l'epigramma non vuole fornire informazioni accurate sull'evento al lettore, che può essere qualsiasi "straniero" di passaggio sul luogo, né si aspetta che egli ne comprenda appieno il significato, ma gli chiede di compiere una missione: informare gli Spartani della morte e dell'obbedienza dei loro concittadini; "prendere" le parole dall'iscrizione e portarle via con sé in modo da diffondere la notizia di ciò che è avvenuto alle Termopili. L'epigramma, frequentemente citato, è diventato parte della letteratura finendo per essere alterato nel testo in modo da conferirgli un significato più ampio: [[Licurgo di Atene|Licurgo]] (Contro Leocrate, 109), [[Diodoro Siculo|Diodoro]] (Libro 11.33.2) e [[Strabone]] ne forniscono una differente versione:<ref name="Petrovic">Manuel Baumbach, Andrej Petrovic, Ivana Petrovic, ''Archaic and Classical Greek Epigram'', Cambridge University Press, 2010, pp. 17, 18</ref>

{{citazione|Ὦ ξεῖν’, ἀπάγγειλον Λακεδαιμονίοις ὅτι τῇδε<br />κείμεθα τοῖς κείνων πειθόμενοι νομίμοις|Strabone, ''Geografia'', IX, 4, 16}}

in cui il termine di più difficile comprensione (''ῥήμασι'' - ciò che è stato detto di fare, gli ordini ricevuti), e quindi probabilmente il più antico ([[Lectio difficilior potior|lectio difficilior]]), viene sostituito da un termine più generalmente comprensibile (''νομίμοις'' - ciò che è conforme agli usi, alle leggi) che conferisce all'epigramma un tono universale nobilitando le gesta attraverso il loro collegamento ad un'autorità superiore e a un principio più generale e astratto com'è appunto la Legge.<ref name="Petrovic" />

==== Monumento a Leonida ====
Nel 1950 sul sito dello scontro fu eretto un monumento per commemorare la battaglia. Progettato dal celebre scultore e medaglista greco Vássos Faliréas e denominato "Μνημείο του Λεωνίδα" (Mnimeío tou Leonída - Monumento a Leonida), fu realizzato grazie ai contributi di cittadini statunitensi di origine greca.<ref>{{cita web|url=http://odysseus.culture.gr/h/2/eh251.jsp?obj_id=1446 |titolo=Statue of Leonidas |lingua=inglese |accesso=27 aprile 2014}}</ref> È sormontato da una statua di bronzo di Leonida in armi sotto la quale si legge la semplice iscrizione: "[[Molon labe|Μολὼν λαβέ]]" ("Vieni a prenderle!", la risposta data dal re spartano all'ambasciatore persiano che intimava ai Greci di cedere le armi).<ref>Nic Fields, ''Thermopylae 480 BC: Last Stand of the 300'', Osprey Publishing, 2007, p. 93 ISBN 978-1-84176-180-0</ref> La [[metopa]] posta sul retro raffigura delle scene della battaglia. Le due statue di marmo a sinistra e destra del monumento rappresentano, rispettivamente, il fiume [[Eurota]] e il monte [[Taigeto]], famosi luoghi di Sparta.

==== Monumento ai Tespiesi ====
Nel 1997, accanto a quello degli Spartani, il governo greco inaugurò ufficialmente un secondo monumento dedicato ai 700 Tespiesi rimasti alle Termopili.<ref name="hellenicnews.wordpress">{{cita web|url=https://hellenicnews.wordpress.com/2007/07/13/%CE%A0%CF%81%CE%B9%CE%BD-2487-%CF%87%CF%81%CF%8C%CE%BD%CE%B9%CE%B1-%CF%84%CE%BF-%CE%AD%CF%84%CE%BF%CF%82-480-%CF%80%CE%A7/ |titolo=Πριν 2487 χρόνια, το έτος 480 π.Χ |lingua=greco |accesso=26 aprile 2014}}</ref> Il monumento è in marmo ed è arricchito da una statua in bronzo raffigurante il dio [[Eros]], che gli antichi Tespiesi tenevano [[Religione dell'antica Grecia|in particolare considerazione]]. Sotto la statua si trovano un cartello che recita: "In memoria dei settecento Tespiesi." e una lastra di marmo che ne spiega il simbolismo:<ref name="hellenicnews.wordpress" />
* La figura maschile senza testa simboleggia il sacrificio anonimo dei 700 Tespiesi al loro paese.
* Il petto proteso richiama la lotta, la galanteria, la forza, il valore e il coraggio.
* L'ala aperta simboleggia la vittoria, la gloria, l'anima, lo spirito e la libertà.
* L'ala spezzata simboleggia il sacrificio volontario e la morte.
* Il corpo nudo simboleggia Eros, il dio più importante nell'antica [[Tespie]] e divinità della creazione, della bellezza e della vita.

=== Leggende correlate ===
Gli storici antichi arricchirono la narrazione della battaglia con molti aneddoti la cui veridicità non è ovviamente verificabile, ma che sono parte integrante della leggenda della battaglia e mostrano quale doveva essere il modo di pensare degli Spartani.

Plutarco racconta che al momento della partenza di Leonida la moglie [[Gorgo (regina di Sparta)|Gorgo]] gli chiese che cosa doveva fare se egli non fosse tornato; la risposta che ricevette fu: «Sposa un brav'uomo e metti al mondo bravi figli».<ref name=Ap51>{{cita|Plutarco|''Lacaenarum Apophthegmata'', 240 E}}.</ref>

Secondo Erodoto, Serse, appena giunto alle Termopili, mandò un cavaliere in esplorazione a spiare quanti fossero gli Spartani e cosa stessero facendo. Il cavaliere, avvicinatosi, li vide intenti in parte a compiere esercizi fisici, in parte a pettinarsi i lunghi capelli. Tornato indietro riferì ciò che aveva visto, ma Serse non riusciva a credere che gli Spartani potessero prepararsi a morire e a uccidere per mezzo di attività così ridicole, perciò mandò a chiamare [[Demarato di Sparta]], un re spartano in esilio al suo seguito, e lo interrogò al riguardo: gli confermò che era abitudine degli Spartani ornarsi i capelli quando si apprestavano a mettere a rischio la propria vita. Demarato disse a Serse che quelli erano "gli uomini più valorosi di Grecia" e che ove mai fosse riuscito a sottomettere gli Spartani non ci sarebbe stato "altro popolo al mondo che oserà opporsi a te con le armi".<ref>{{cita|Erodoto|VII, 208, 209}}.</ref>

Plutarco descrive il ricevimento di un'ambasciata di Serse da parte di Leonida in cui il Gran Re gli offriva il governo di tutta la Grecia se si fosse unito a lui, ma Leonida rispose: «Se tu avessi una minima conoscenza delle cose nobili della vita, dovresti astenerti dal bramare i beni altrui; ma per me morire per la Grecia è meglio che essere l'unico sovrano sul popolo della mia razza».<ref>Plutarco, ''Apophthegmata Laconica'', 51, 10.</ref> E quando Serse con un nuovo messaggio gli impose di cedere le armi, Leonida ribatté con la famosa risposta "Μολὼν λαβέ" (mo'lɔːn la'be), traducibile con «Vieni a prenderle!».<ref>Plutarco, ''Apophthegmata Laconica'', 51, 11.</ref>

Tale spavalderia da parte degli Spartani contribuì indubbiamente a mantenere alto il morale ed Erodoto ne porta un ulteriore esempio: uno spartano di nome Dienece, indicato dallo storico come il migliore nella battaglia, sentendo dire da un tale di Trachis che i Persiani avrebbero oscurato il sole con le loro frecce, rispose: «Allora combatteremo all'ombra!».<ref name=VII226>{{cita|Erodoto|VII, 226}}.</ref>

Ancora Erodoto racconta che dopo la battaglia Serse volle sapere che cosa i Greci stessero cercando di fare (presumibilmente perché gli sembrava strano che ci fossero così pochi uomini) e interrogò alcuni disertori arcadici. Quelli risposero che tutti gli altri uomini stavano partecipando ai [[Giochi olimpici antichi|Giochi olimpici]]. Quando Serse chiese quale fosse il premio per il vincitore, gli fu risposto che consisteva in una corona di ulivo. Sentendo questo, il generale persiano Tritantecme esclamò: «Santo cielo, Mardonio, che uomini sono questi, che hai posto contro di noi, che si battono non per le ricchezze, ma per l'onore?».<ref>{{cita|Erodoto|VIII, 26}}.</ref>

== Nella cultura di massa ==
La battaglia delle Termopili fu il confronto tra un pugno di guerrieri e un esercito immenso, un'immagine che presenta un'innegabile potenza evocativa e simbolica: di conseguenza è stata frequentemente ricordata in occasione di battaglie in cui uno dei due schieramenti si trovava a dover affrontare l'altro in condizioni di disperata inferiorità, dando prova di eroico spirito di sacrificio. Per la sua emblematica importanza, oltre a essere stata spesso raffigurata in opere letterarie e cinematografiche, la battaglia è stata oggetto di numerosi riferimenti e citazioni da parte dei [[Mezzo di comunicazione di massa|mass-media]]. Il sacrificio degli Spartani e dei Tespiesi ha ispirato artisti di tutto il mondo che nel tempo hanno prodotto in grande numero opere d'arte, scritti e riferimenti culturali. La frase greca "[[Molon labe|Venite a prenderle]]" ({{lang-grc|Μολών λαβέ|Molòn labé}}) attribuita a [[Leonida I]], è stata citata in molte occasioni per esprimere la determinazione a non arrendersi senza combattere.

=== Riferimenti culturali ===
* Le Termopili sono state usate per dare il nome a varie navi, quali il [[Clipper (nave)|clipper]] lungo 65 metri e con dislocamento di 91 tonnellate varato ad [[Aberdeen]] nel [[1868]]. Battezzato ''Termopili'', stabilì un record di velocità ed era noto per avere una [[polena]] maschile che raffigurava un uomo con indosso un'armatura greca completa di elmo, scudo e spada.<ref>{{cita web|url= http://www.aberdeenships.com/single.asp?index=99403|titolo= Aberdenn Built Ships|lingua= en|accesso= 27 aprile 2014}}</ref>
* Il motto "ΜΟΛΩΝ ΛΑΒΕ" era sullo stemma del 1º Corpo d'armata greco e gli attivisti americani a favore del [[II emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America|libero porto d'armi]] usano sia la frase originale sia la sua traslitterazione come motto.
* Nel 1831 i coloni texani avevano ricevuto un cannone dal governo messicano per difendersi dagli indiani. Al sorgere della [[Indipendenza del Texas|ribellione dei texani]] il governo ne chiese la restituzione come primo atto per disarmarli, cosicché alla [[battaglia di Gonzales]] nel 1835 i ribelli texani scrissero bene in evidenza sull'arma il motto "Come and take it!" (Venite a prenderlo!).<ref>{{cita libro|autore= Virgil E. Baugh|titolo= Rendezvous at the Alamo: Highlights in the Lives of Bowie, Crockett, and Travis|url= https://archive.org/details/rendezvousatalam0000baug|editore= University of Nebraska Press|anno= 1985|pp= [https://archive.org/details/rendezvousatalam0000baug/page/81 81]-82|ISBN= 0-8032-6074-1}}</ref>
*[[Passo Buole]], nelle [[Prealpi venete]], fra il [[Gruppo della Carega]] e il [[Coni Zugna]], in [[provincia di Trento]], è passato alla storia come le "Termopili d'Italia", per gli aspri combattimenti che vi ebbero luogo nel maggio-giugno del [[1916]] durante la ''[[Strafexpedition]]''. In quell'occasione l'esercito italiano riuscì a contenere il tentativo austriaco di sfondare e discendere a valle, aggirando di fatto il grosso delle truppe italiane attestate più a nord.<ref>{{Cita libro|titolo = Bresciani alla Grande Guerra: Una storia nazionale|autore = Emanuele Cerutti| url = https://books.google.it/books?id=d8L_DQAAQBAJ&pg=PA390&dq=passo+buole+termopili+d%27italia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiPvYumzazgAhVLUxoKHZqhCBUQ6AEIODAD#v=onepage&q=passo%20buole%20termopili%20d'italia&f=false|editore = FrancoAngeli|città = Milano |anno = 2017 |capitolo = 7|p = 390|ISBN = 978-88-917-4880-5}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo = Dolesi al fronte. La prima guerra mondiale|autore = Ivan Bruno Zabeo| url = https://books.google.it/books?id=NjpnDwAAQBAJ&pg=PA144&dq=passo+buole+termopili+d%27italia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiPvYumzazgAhVLUxoKHZqhCBUQ6AEIKDAA#v=onepage&q=passo%20buole%20termopili%20d'italia&f=false|editore = Mazzanti Libri - Me Publisher|città = Venezia |anno = 2016 |capitolo = Il 1916|p = 144|ISBN = 978-88-98109-85-2}}</ref>
* La [[battaglia di Wizna]], combattuta dai polacchi nel settembre 1939 [[Campagna di Polonia|contro l'esercito tedesco]] è spesso chiamata "le Termopili polacche".<ref>{{cita news|autore= Andrzej Krajewski|url= http://www.polskatimes.pl/artykul/158850,polskie-termopile-czyli-cud-pod-wizna,id,t.html|titolo= Polskie Termopile, czyli cud pod Wizną|pubblicazione= Polska The Times|data= 4 settembre 2009|accesso= 26 aprile 2013|lingua= pl}}</ref>
* Nella [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]] era stata costituita con base a Jüteborg la [[Selbstopfer|squadriglia "Leonida"]] al comando del [[tenente colonnello]] Heiner Lange, che tra il 17 e il 20 aprile 1945 compì alcune di quelle che vennero chiamate "missioni di auto-sacrificio" (''Selbstopfereinsatz'' in tedesco) contro i ponti sul fiume [[Oder]] in mano ai sovietici durante la [[battaglia di Berlino]].<ref>{{cita libro|autore= Antony Beevor|titolo= Berlin: The Downfall 1945|editore= Penguin|anno= 2007|p= 354|ISBN= 0-14-190302-3}}</ref>
* La [[battaglia di Isurava]], svoltasi nel settembre 1942 in [[Nuova Guinea]] per fermare la marcia di una colonna giapponese verso [[Port Moresby]], è spesso chiamata "le Termopili d'Australia".<ref>{{cita web|url= http://www.smh.com.au/articles/2002/08/02/1028157846989.html|titolo= Held at bay|lingua= en|accesso= 27 aprile 2014}}</ref><ref>{{cita web|url= https://www.awm.gov.au/units/event_342.asp|titolo= Battle of Isurava|lingua= en|accesso= 27 aprile 2014}}</ref>
* La battaglia delle Termopili è stata paragonata anche ad altri scontri, quali la [[battaglia della porta persiana]],<ref>{{cita libro|autore=Waldemar Heckel|titolo=Alexander at the Persian Gates in Athenaeum|anno=1980|p=171|lingua=inglese|capitolo=58}}</ref> quella [[Battaglia di Saragarhi|di Saragarhi]],<ref>{{cita libro|autore=Vidya Prakash Tyagi|titolo=Martial races of undivided India|editore=Gyan Publishing House|anno=2009|p=193|isbn=81-7835-775-5}}</ref> quella [[Battaglia di Pävankhind|di Pävankhind]]<ref>{{cita libro|autore=Shivaram Laxman Karandikar|titolo=The Rise and Fall of the Maratha Power|editore=Sitabai Shivram Karandikar|anno=1969|volume=I|p=108}}</ref> e diversi combattimenti della [[guerra anglo-zulu]].<ref>{{cita pubblicazione|nome=J.|cognome=Murray|titolo=An African Thermopylae? The Battles of the Anglo-Zulu War, 1879|rivista=Akroterion|numero=54|anno=2009|pp=51-68}}</ref>

=== Letteratura ===
* Il titolo del racconto breve ''[[Viandante, se giungi a Spa...]]'' di [[Heinrich Böll]] è costruito sul modello dell'epitaffio di Simonide. Nel racconto un giovane soldato tedesco, ferito sul [[Fronte orientale (1941-1945)|fronte orientale]] durante la [[seconda guerra mondiale]], viene trasportato in un ospedale da campo improvvisato in una scuola; il soldato si chiede se quella sia la sua scuola e ne ha conferma quando riconosce come propria la grafia di una frase incompleta scritta su una lavagna e che costituisce appunto il titolo del romanzo.
* Lo scrittore [[Andrea Frediani]] ha scritto ''[[300 guerrieri, la battaglia delle Termopili]]'', un [[romanzo storico]] che narra la battaglia dal punto di vista dell'unico superstite, lo spartiata [[Aristodemo di Sparta|Aristodemo]] (soldato che, secondo Erodoto, sopravvisse alla battaglia).
* L'archeologo e scrittore [[Valerio Massimo Manfredi]], pur non descrivendo espressamente lo scontro nella narrazione, lo cita nel romanzo ''[[Lo scudo di Talos]]'', dove uno dei protagonisti è mandato in missione dal re Leonida poco prima della vittoria persiana.
* Lo scrittore [[Steven Pressfield]] racconta la battaglia nel suo romanzo ''[[Le porte di fuoco]]'' attraverso gli occhi dell'ilota Xeone, ferito durante lo scontro ma riportato in vita per raccontare a Serse l'eroismo spartano.<ref>{{cita libro|nome= Steven|cognome= Pressfield|lingua= inglese|titolo= Gates of Fire: An Epic Novel of the Battle of Thermopylae|editore= Doubleday|anno= 1998|isbn= 1-4070-6659-5|cid= Pressfield}}</ref>

=== Citazioni storiche ===
* La [[battaglia di Curtatone e Montanara]], combattuta nel 1848 nell'ambito della [[prima guerra d'indipendenza italiana]], vide circa {{formatnum:5000}} tra toscani e napoletani affrontare più di {{formatnum:30000}} austriaci per impedire loro di accerchiare l'[[Regia Armata Sarda|esercito sardo-piemontese]] a [[Goito]]. Durante lo scontro il comandante dei toscani [[Cesare De Laugier de Bellecour]] incitò i suoi uomini gridando: "Toscani! Son queste le vostre Termopili: o vincere o morire!".<ref>{{cita libro|nome= Cesare|cognome= De Laugier de Bellecour|titolo= Racconto storico della giornata campale pugnata il 29 maggio 1848 a Montanara e Curtatone|città= Firenze|anno= 1854|p=28}}</ref> Il riferimento alle Termopili ebbe molta fortuna nelle rievocazioni patriottiche di questa battaglia risorgimentale.<ref>{{cita web|url= http://storiaefuturo.eu/le-termopili-toscane-la-memoria-di-curtatone-e-montanara-in-eta-giolittiana/|autore= Annarita Gori|titolo= Le "Termopili toscane". La memoria di Curtatone e Montanara in età giolittiana|accesso= 23 novembre 2013}}</ref>
* Nella fase finale della [[battaglia di Stalingrado]] il ricordo dell'eroica resistenza dei 300 spartani alle Termopili fu evocato propagandisticamente dal [[Reichsmarschall]] [[Hermann Göring]] in un famoso discorso radiofonico, pronunciato il 30 gennaio 1943. Il gerarca nazista paragonò enfaticamente la [[operazione Anello|strenua resistenza]] dei superstiti della [[6. Armee (Wehrmacht)|6. Armee]], in condizioni di grande disagio nelle rovine di [[Volgograd|Stalingrado]] sotto gli attacchi dell'[[Armata Rossa]], al sacrificio degli spartani di Leonida. Il macabro paragone peraltro provocò il vivo risentimento e l'amarezza dei soldati tedeschi accerchiati che ascoltarono il discorso; i superstiti, che accusavano proprio Göring di essere il principale responsabile della catastrofe a causa del fallito rifornimento per via aerea, criticarono fortemente i toni enfatici adoperati, che ritennero un palese tentativo di eroicizzare e trasformare in leggenda il sacrificio di un'intera armata tedesca.<ref>{{cita libro|nome= J.|cognome= Wieder|titolo= Stalingrado. Morte di un esercito|editore= Longanesi e C.|anno= 1967|città= Milano|cid= Wieder|pp= 134-135}}</ref>

=== Filmografia ===
* Nel [[1962]] ne venne realizzato un adattamento cinematografico intitolato ''[[L'eroe di Sparta]]'' (''The 300 Spartans'').<ref>{{cita web|url=http://www.dbcult.com/movie-database/300-spartans-1962/|titolo=The 300 Spartans (1962)|accesso=27 giugno 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110702061904/http://www.dbcult.com/movie-database/300-spartans-1962/|dataarchivio=2 luglio 2011}}</ref>
* Il film del [[1978]] ''[[Vittorie perdute]]'' (''Go tell the Spartans''), ambientato in [[Vietnam]], include una scena in cui le truppe statunitensi si imbattono in una tomba, recante il famoso epitaffio, in cui sono sepolti i difensori francesi di un villaggio vietnamita. Di conseguenza gli americani capiscono che avrebbero fatto la stessa fine.<ref>{{cita web|url=http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=27844|accesso=27 giugno 2014|titolo=Vittorie perdute}}</ref>
* Nel [[2006]] è stato prodotto il film ''[[300 (film)|300]]'', distribuito nel [[2007]] e basato sull'omonimo fumetto, a sua volta ispirato a ''L'eroe di Sparta''.

=== Fumetti ===
* Il famoso scrittore di fumetti [[Frank Miller]] ha pubblicato un'opera intitolata ''[[300 (fumetto)|300]]'' che si ispira alla sorte dei 300 spartani che si sacrificarono insieme al proprio re. Si tratta di una libera e violenta trasposizione del film del [[1962]], visto dall'autore quando era un bambino, che ha ispirato l'omonimo film del [[2006]].
* Il fumetto di Miller è stato pure oggetto di una parodia realizzata da [[Leo Ortolani]] nel fumetto ''[[Rat-Man Collection]]'' (nº 62 e 63) con il titolo di ''[[299+1]]''.

=== Musica ===
* ''Thermopiles'' è il titolo di una canzone del gruppo [[epic metal]] italiano [[Wotan (gruppo musicale)|Wotan]], contenuta nell'album ''Carmina Barbarica''. Nel brano è inserita la narrazione dell'oracolo di Delfi (dalle ''Storie di Erodoto''), recitata in greco antico da Greg Varsamis.
* Il gruppo epic metal italiano Holy Martyr ha dedicato l'intero album ''Hellenic Warrior Spirit'' alla battaglia delle Termopili e ai coraggiosi 300 guerrieri spartani di Leonida.
* Il gruppo [[power metal]] svedese [[Sabaton]] nell'album ''The Last Stand'' ha inserito una canzone intitolata ''Sparta'', dove viene riassunta la storia della battaglia delle Termopili.

=== Videogiochi ===
* Il videogioco ''[[Sparta - La battaglia delle Termopili]]'', rilanciato nell'inverno [[2007]] dalla [[Eidos Interactive]], comprende, nella compagna spartana, una missione sulla battaglia delle Termopili (la settima) in cui il giocatore deve fortificare il passo, resistere per 20 minuti e garantire la salvezza dell'eroe [[Pausania (generale)|Pausania]] (che in realtà visse anni dopo) mentre Leonida (controllato dall'AI del computer) resta a battersi contro i Persiani. L'ottava missione tratta della [[battaglia di Salamina]] anche se nel gioco è Pausania a guidare l'attacco coadiuvato da [[Milziade]]; Milziade qui è ritratto come politico e ricopre il ruolo di unità guaritrice, ma nella realtà fu l'ateniese [[Temistocle]] a guidare la flotta greca, dato che Milziade era morto nel [[489 a.C.]] A lui viene attribuito il successo della [[battaglia di Maratona]].
* ''[[300 in marcia per la gloria]]'', basato sul film ''300'', è stato creato dai [[Collision Studios]].
*Il videogioco ''[[Assassin's Creed: Odyssey]]'' ha delle sequenze ambientante durante la battaglia, durante le quali il giocatore impersona Re Leonida. I protagonisti del gioco (Cassandra ed Alexios) sono nipoti del re spartano e conoscono Erodoto, che racconta della battaglia ed il sacrificio di Leonida e dei Trecento alle Termopili.

== Note ==
{{Note strette}}

== Bibliografia ==
;Fonti primarie
* {{cita libro|autore= [[Diodoro Siculo]]|titolo= [[Bibliotheca historica]]|cid= Diodoro}}
* {{cita libro|autore= [[Erodoto]]|titolo= [[Storie (Erodoto)|Le Storie]]|cid= Erodoto}}
* {{cita libro|autore= [[Pausania il Periegeta]]|titolo= [[Periegesi della Grecia]]|cid= Pausania}}
* {{cita libro|autore= [[Plutarco]]|titolo= [[Moralia]]|cid= Plutarco}}

;Fonti secondarie
* {{cita libro|cognome= Bradford|nome= Ernle|lingua= inglese|titolo= Thermopylae: The Battle for the West|editore= Da Capo Press|anno= 2004|isbn= 0-306-81360-2|cid= Bradford}}
* {{cita libro|nome= George|cognome= Cawkwell|wkautore= George Cawkwell|anno= 2006|lingua= inglese|titolo= The Greco-Persian Wars|editore= Oxford University Press|isbn= 0-19-929983-8|cid= Cawkell}}
* {{cita libro|nome= Peter|cognome= Green|anno= 1996|lingua= inglese|titolo= The Greco-Persian Wars|editore= University of California Press|isbn= 0-520-20313-5|cid= Green}}
* {{cita libro|cognome= Holland|nome= Tom|wkautore= Tom Holland (scrittore)|lingua= inglese|titolo= Persian Fire: The First World Empire and the Battle for the West|anno= 2006|isbn= 0-385-51311-9|editore= Doubleday|città= New York|cid= Holland}}
* {{cita libro|cognome= Lazenby|nome= J. F.|lingua= inglese|titolo= The Defence of Greece 490-479 BC.|editore= Aris & Phillips Ltd.|anno= 1993|isbn= 0-85668-591-7|cid= Lazenby}}
* {{cita libro|cognome= Macan|nome= Reginald Walter|lingua= inglese|titolo= Herodotus: The Seventh, Eighth & Ninth Books with Introduction and Commentary: Commentary on Herodotus, Histories |editore= The Perseus Digital Library (Tufts University) |url=http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0038|cid= Macan}}

== Voci correlate ==
;Sulla battaglia
* [[Abronico]]
* [[Aristodemo di Sparta]]
* [[Esercito spartano]]
* [[Le porte di fuoco]]
* [[Molon labe]]

;Battaglie simili
* [[Battaglia della porta persiana]]
* [[Battaglia di Saragarhi]]
* [[Battaglia di Pävankhind]]

== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sulla}}


== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
* [https://www.repubblica.it/cronaca/2021/03/18/news/pordenone_carro_armato_sbaglia_mira_e_centra_allevamento_di_galline-292808553/ Pordenone, carro armato sbaglia mira e centra allevamento di galline]
* {{cita web|url=http://www.warfare.it/storie/termopili.html|titolo=La battaglia delle Termopili (480 a. C.)|accesso=23 luglio 2014}}
* {{cita web|lingua=en|url=http://www.battle-of-thermopylae.eu|titolo=Foto delle Termopili ed informazioni sulla battaglia|accesso=23 luglio 2014|sito=battle-of-thermopylae.eu}}
* {{cita web|url=http://www.maat.it/livello2/termopili.html|titolo= La battaglia delle Termopili|accesso=23 luglio 2014}}
* {{cita web|lingua=en|url=http://300spartanwarriors.com/|titolo=I 300 Spartani alle Termopili|accesso=23 luglio 2014}}

{{Controllo di autorità}}
{{portale|antica Grecia|guerra|storia}}
{{vetrina|21|8|2014|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Battaglia delle Termopili/2|arg=guerra|arg2=storia}}


[[Categoria:Battaglie che coinvolgono l'antica Grecia|Termopili, 480]]
[[Categoria:Battaglie]]
[[Categoria:Impero achemenide]]
[[Categoria:Cazzate]]

Versione attuale delle 11:56, 13 ott 2023

Battaglia del Cellina
Parte della Guerra dell'Antropocene
Luogo: Pordenone
Inizio:

17 marzo 2021

Fine:

19 marzo 2021

Esito:

Vittoria strategica italiana

Fazioni in guerra

Italia

Pollame

Comandanti

Bacile Di Castiglione

Diego Cristallo,i capelli di papa Emanuele, Rosita, Valerio Brunetti Capponi

Forze in campo

Il 7º Battaglione carri San michele

Società Agricola del caro Geppetto

La battaglia del Cellina è stata uno degli eventi che ha portato maggior lustro all'esercito italiano.

Entra nel contesto della guerra dell'Antropocene ed è stata combattuta da due schieramenti: l'esercito italiano (Italia) e la società agricola PerPincoPinchernacchiolo (Pollame). I comandanti alla guida dei due eserciti furono luigi bacile di castiglione per le truppe italiane e i capelli del papa di Emanuele per le truppe avicole, anche se si racconta che le fila della battaglia fossero tirate dalla Rosita, star dismessa de "il mulino bianco", impazzita dopo la fine del contratto pubblicitario.

Al termine della battaglia le perdite sono state di alcuni (1-2) proiettili da 105 o 120 mm dell'autoblindo centauro per la compagine italiana e 12 galline ed un muro sull'altro fronte. Intanto Pamela Paolini si mette a fare il porridge, rigorosamente casereccio.

Cause

Durante la giornata del 17 marzo, in occasione della giornata per la sensibilizzazione avicola, la popolazione delle aie ha ritrovato un fulgente sentimento di orgoglio ed appartenenza. Questa escalation di sentimenti, probabilmente coadiuvata dall'uso di sostanze stupefacenti e derivanti degli ormoni, ha portato ad una lunga e chiassosa orgia. Lo schiamazzare delle galline, l'uso continuo di sostanze, petti sempre più gonfi e grandi galli neri ha innervosito le vicine terre italiche.

Il popolo italiano che alla data da un anno viveva chiuso in casa per Ben Affleck ragioni, stava cercando di festeggiare il giorno dell'Unità d'Italia con le sue canoniche meste feste, infastidito dai chiassosi rumori dei vicini ha vanamente tentato di risolvere la situazione in modo diplomatico.

Il primo atto del popolo fu quello di telefonare ai carabinieri/polizia denunciando i vicini per "schiamazzi notturni"; avendo però il popolo agito contemporaneamente, sono state inviate sul posto una enorme moltitudine di volanti delle forze dell'ordine che, educatamente, hanno iniziato a suonare il clacson e inveire dal finestrino a causa del lungo ingorgo così generatosi.

L'aumentato rumore e l'incessante orgia, ha aumentato non solo la rabbia del popolo italiano, ma anche l'invidia.

Come secondo tentativo diplomatico, il popolo italico ha inviato sostanze tranquillanti agli avicoli, così che almeno finisse l'orgia. Purtroppo la grande presenza di forze dell'ordine spaventava i nobili trasportatori di droghe italici (o anche no) che cercavano di raggiungere l'aia. Fortunatamente, alcuni baldi carabinieri piacentini, erano dotati di una loro fornitura, e posate le carte da briscola, scesi dall'auto e raggiunti i pollai, hanno iniziato a distribuire queste sostanze fingendo fossero incrementatori di prestazione.

Il colpo non riuscì, la festa proseguì fino alle 8:30 del mattino. Il popolo avicolo ballava e cantava rimarcando la difficoltà lavorativa nella terra italica e citando i pessimi contratti italiani al ritmo di "co.co.co.". Proseguiva quindi mostrando con fierezza la loro prestanza fisica, anche sportiva, cantando in coro "po, po, po, po, po, po, po". Questo fece ribollire l'odio italiano che sente forte la proprietà di tale coro ancor più di quanto già non la senta per la gioconda. L'orgoglio e il montare della rabbia salirono ancor di più quando il popolo italiano si accorse della nefasta combinazione di avere il popolo gallico oltr'alpe e l'avicolo fuori dalla finestra.

La festa terminò quando le galline finalmente decisero che era ora di tornare a covare le loro uova ed i galli che fosse giunto il momento di cantare al sole. Tutto sembrava razzolare nel modo giusto.

Svolgimento

Il 18 marzo, dopo una notte passata insonne, ma infelice, il popolo italiano, affacciandosi alla propria finestra di casa, non poteva che notare i grandi sorrisi del popolo vicino. Forse la stanchezza, forse l'anno già trascorso in casa, forse la noia, forse, ma forse, ma sì... L'Italia, fiera anche di aver recentemente nominato presidente del consiglio dei Ministri un drago, inizia i suoi processi burocratici per decidere in quale stanza sarebbe stato più opportuno posizionare il tavolo dove mettere il buffet per il catering che allieterà i presenti alla riunione preparatoria alla riunione nella quale verrà deciso se veramente fare una riunione per stabilire se entrare in guerra con gli avicoli, o no.

Trascorse così le prime 7 ore della giornata, alle 15:30 il governo italiano si trovava con un nulla di fatto riguardo alla decisione, con la fame crescente per aver saltato il pranzo, il catering che con sempre più insistenza bussava con i piedi alle porte di palazzo Chigi ed un popolo sempre più indignato. Nella fretta di mostrarsi un governo decisionista, immediatamente per ordine del Presidente venne messo in galera Fabrizio Corona. Per essere certi che tutto il popolo fosse distratto dalla notizia, venne organizzata una trasmissione a rete unificate condotta dalla giornalista (non radiata dall'albo) Barbara D'Urso.

Giunte le 21:30 e non ancora trovata una soluzione al problema del catering, il Ministro alla semplificazione ed il Ministro alla Difesa contattarono il Col. Bacco Alessio del 7º Battaglione carri "M.O. Di Dio". il Col. Bacco, noto già per i suoi valorosi comportamenti in guerra e per le sue grandi vittorie riportate nella Battaglia dei Salatini, prese di buon grado la convocazione.

Al termine di questa riunione, il Col. Bacco prese l'incarico di muovere guerra contro l'accampamento avicolo. Ore 22:30.

Tornato in circa 30 minuti da Roma al suo accampamento di Pordenone, sfruttando in una prima parte del viaggio il tunnel dei neutrini, in una seconda la TAV, organizzò una riunione strategica per attaccare l'aia nemica.

Il piano era quello di, come viene riportato nei documenti dell'epoca e nei diari del Col. Bacco: "sfruttare il favore della notte, fingendo un "addestramento militare" per "colpire erroneamente" l'aia nemica, per poi andare "tutti a nanna" fingendo di non esserci accorti di aver "sparato nella direzione opposta" a quella consentita. Ahahah" . La missione venne condotta come da piano. L'esercito nemico si trovava nei suoi accampamenti, un solo precisissimo colpo e poi tutti a nanna. Vittoria italica.

Conseguenze

Il 19 marzo al canto del gallo il pollame si accorse dell'attacco e delle perdite tra le proprie fila, subito quindi mandò l'ambasciatore Sir. Pollich a conferire con il governo italiano sull'accaduto. Il governo italiano non si fece certo trovare impreparato, consapevole dell'attacco sin dal giorno prima, presentò strategicamente all'incontro un milanese qualsiasi. Di seguito il testo riportato dal verbale del meeting diplomatico:

Pollich: Co, cococo, cococodè ccodè!

Milanese: uè figa, cazzo dici?

Pollich: Co, cococo, cococodèdèdèdè!

Milanese: Figa, ma ti parè? Cioè, figa dai... cioè non è che non abbiamo un cazzo da fare noi.

Pollich: coccodè coccodè???

Milanese: ma certo, ma figa, su, non è che noi stiamo lì, tàtàtà: "uè guarda le gallinelle!" Noi si lavora qua eh... figa. Cioè, oh raga, ma questo qui pensa che non abbiamo un cazzo da fare? Amico, secondo te, hai visto bene chi sono? (con le mani aperte e i dorsi verso il corpo indica prima le cosce e poi con movimento fluido l'addome) Io, secondo tè (marca la "è"), perdo tempo a organizzare un piano per venire da tè a sparare a quattro galline? Cioè pensi che se volessi, no, cioè non potrei semplicemente arrivare lì e tac, tutte le galline fuori dai coglioni? Maddai... Figa!

Pollich: ccococodè coco coco co co ccdè coco dèdè co co dè coco cdèc co dè cococodèdècèocèdocè...

Bresciano dal nulla: Pota.........Enculet!

Milanese: mh, mh mh, mh mh mh (facendo cenno di sì con il capo)... Guarda c'ho un sacco da fare, mandami due righe, dai! Cià, cià, cià cià, cià, cià Polli... ma vaffanculo!

Nonostante la riuscita dell'incontro diplomatico, gli screzi tra le due fazioni non sembrarono terminati. Il governo italiano promise investigazioni sull'accaduto.

Per mostrarsi efficiente e cortese nella vittoria verso il popolo nemico, il governo italiano indì subito la messa in piedi di una commissione che valutasse attraverso uno studio di fattibilità, chiaramente da bandire ad imprese terze allo stato mediante una gara d'appalto, quale potesse essere il modo più adatto per disporre l'impaginazione del documento nel quale sarebbe stata sviluppata una linea guida da dare ai governatori regionali che avrebbero quindi discusso in tutti i loro consigli e davanti al parlamento regionale, per poi fornire una risposta, entro e non oltre i 7 mesi dal momento della ricezione di suddetto documento, che sarebbe stata data alla commissione valutativa, anche questa a sua volta da indire in base al comma 15 del De Lentissimus Constituens, per infine subire due passaggi identici in entrambe le camere del parlamento e solo infine essere rateizzato come... Aspetta, che dovevamo fare? Chissené, polli merda.

Curiosità

La parte più curiosa ed emozionante di tutta la faccenda è però, secondo quanto riportato da tutti i giornali locali, che i Carabinieri hanno capito immediatamente la causa dell'evento.

Teorie alternative

Secondo alcuni opinionisti locali la vera causa del terribile conflitto è da imputarsi alla sete di denaro (vedi battaglia delle concorrenti del BEFeD), infatti cercando di sterminare la materia prima del florido successo di quest'ultima avrebbero cercato di rubarne il mercato.

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