Battaglia del Cellina

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Battaglia del Cellina
Parte della Guerra dell'Antropocene
Luogo: Pordenone
Inizio:

17 marzo 2021

Fine:

19 marzo 2021

Esito:

Vittoria strategica italiana

Fazioni in guerra

Italia

Pollame

Comandanti

Bacile Di Castiglione

Diego Cristallo,i capelli di papa Emanuele, Rosita, Valerio Brunetti Capponi

Forze in campo

Il 7º Battaglione carri San michele

Società Agricola del caro Geppetto

La battaglia del Cellina è stata uno degli eventi che ha portato maggior lustro all'esercito italiano.

Entra nel contesto della guerra dell'Antropocene ed è stata combattuta da due schieramenti: l'esercito italiano (Italia) e la società agricola PerPincoPinchernacchiolo (Pollame). I comandanti alla guida dei due eserciti furono luigi bacile di castiglione per le truppe italiane e i capelli del papa di Emanuele per le truppe avicole, anche se si racconta che le fila della battaglia fossero tirate dalla Rosita, star dismessa de "il mulino bianco", impazzita dopo la fine del contratto pubblicitario.

Al termine della battaglia le perdite sono state di alcuni (1-2) proiettili da 105 o 120 mm dell'autoblindo centauro per la compagine italiana e 12 galline ed un muro sull'altro fronte. Intanto Pamela Paolini si mette a fare il porridge, rigorosamente casereccio.

Cause

Durante la giornata del 17 marzo, in occasione della giornata per la sensibilizzazione avicola, la popolazione delle aie ha ritrovato un fulgente sentimento di orgoglio ed appartenenza. Questa escalation di sentimenti, probabilmente coadiuvata dall'uso di sostanze stupefacenti e derivanti degli ormoni, ha portato ad una lunga e chiassosa orgia. Lo schiamazzare delle galline, l'uso continuo di sostanze, petti sempre più gonfi e grandi galli neri ha innervosito le vicine terre italiche.

Il popolo italiano che alla data da un anno viveva chiuso in casa per Ben Affleck ragioni, stava cercando di festeggiare il giorno dell'Unità d'Italia con le sue canoniche meste feste, infastidito dai chiassosi rumori dei vicini ha vanamente tentato di risolvere la situazione in modo diplomatico.

Il primo atto del popolo fu quello di telefonare ai carabinieri/polizia denunciando i vicini per "schiamazzi notturni"; avendo però il popolo agito contemporaneamente, sono state inviate sul posto una enorme moltitudine di volanti delle forze dell'ordine che, educatamente, hanno iniziato a suonare il clacson e inveire dal finestrino a causa del lungo ingorgo così generatosi.

L'aumentato rumore e l'incessante orgia, ha aumentato non solo la rabbia del popolo italiano, ma anche l'invidia.

Come secondo tentativo diplomatico, il popolo italico ha inviato sostanze tranquillanti agli avicoli, così che almeno finisse l'orgia. Purtroppo la grande presenza di forze dell'ordine spaventava i nobili trasportatori di droghe italici (o anche no) che cercavano di raggiungere l'aia. Fortunatamente, alcuni baldi carabinieri piacentini, erano dotati di una loro fornitura, e posate le carte da briscola, scesi dall'auto e raggiunti i pollai, hanno iniziato a distribuire queste sostanze fingendo fossero incrementatori di prestazione.

Il colpo non riuscì, la festa proseguì fino alle 8:30 del mattino. Il popolo avicolo ballava e cantava rimarcando la difficoltà lavorativa nella terra italica e citando i pessimi contratti italiani al ritmo di "co.co.co.". Proseguiva quindi mostrando con fierezza la loro prestanza fisica, anche sportiva, cantando in coro "po, po, po, po, po, po, po". Questo fece ribollire l'odio italiano che sente forte la proprietà di tale coro ancor più di quanto già non la senta per la gioconda. L'orgoglio e il montare della rabbia salirono ancor di più quando il popolo italiano si accorse della nefasta combinazione di avere il popolo gallico oltr'alpe e l'avicolo fuori dalla finestra.

La festa terminò quando le galline finalmente decisero che era ora di tornare a covare le loro uova ed i galli che fosse giunto il momento di cantare al sole. Tutto sembrava razzolare nel modo giusto.

Svolgimento

Il 18 marzo, dopo una notte passata insonne, ma infelice, il popolo italiano, affacciandosi alla propria finestra di casa, non poteva che notare i grandi sorrisi del popolo vicino. Forse la stanchezza, forse l'anno già trascorso in casa, forse la noia, forse, ma forse, ma sì... L'Italia, fiera anche di aver recentemente nominato presidente del consiglio dei Ministri un drago, inizia i suoi processi burocratici per decidere in quale stanza sarebbe stato più opportuno posizionare il tavolo dove mettere il buffet per il catering che allieterà i presenti alla riunione preparatoria alla riunione nella quale verrà deciso se veramente fare una riunione per stabilire se entrare in guerra con gli avicoli, o no.

Trascorse così le prime 7 ore della giornata, alle 15:30 il governo italiano si trovava con un nulla di fatto riguardo alla decisione, con la fame crescente per aver saltato il pranzo, il catering che con sempre più insistenza bussava con i piedi alle porte di palazzo Chigi ed un popolo sempre più indignato. Nella fretta di mostrarsi un governo decisionista, immediatamente per ordine del Presidente venne messo in galera Fabrizio Corona. Per essere certi che tutto il popolo fosse distratto dalla notizia, venne organizzata una trasmissione a rete unificate condotta dalla giornalista (non radiata dall'albo) Barbara D'Urso.

Giunte le 21:30 e non ancora trovata una soluzione al problema del catering, il Ministro alla semplificazione ed il Ministro alla Difesa contattarono il Col. Bacco Alessio del 7º Battaglione carri "M.O. Di Dio". il Col. Bacco, noto già per i suoi valorosi comportamenti in guerra e per le sue grandi vittorie riportate nella Battaglia dei Salatini, prese di buon grado la convocazione.

Al termine di questa riunione, il Col. Bacco prese l'incarico di muovere guerra contro l'accampamento avicolo. Ore 22:30.

Tornato in circa 30 minuti da Roma al suo accampamento di Pordenone, sfruttando in una prima parte del viaggio il tunnel dei neutrini, in una seconda la TAV, organizzò una riunione strategica per attaccare l'aia nemica.

Il piano era quello di, come viene riportato nei documenti dell'epoca e nei diari del Col. Bacco: "sfruttare il favore della notte, fingendo un "addestramento militare" per "colpire erroneamente" l'aia nemica, per poi andare "tutti a nanna" fingendo di non esserci accorti di aver "sparato nella direzione opposta" a quella consentita. Ahahah" . La missione venne condotta come da piano. L'esercito nemico si trovava nei suoi accampamenti, un solo precisissimo colpo e poi tutti a nanna. Vittoria italica.

Conseguenze

Il 19 marzo al canto del gallo il pollame si accorse dell'attacco e delle perdite tra le proprie fila, subito quindi mandò l'ambasciatore Sir. Pollich a conferire con il governo italiano sull'accaduto. Il governo italiano non si fece certo trovare impreparato, consapevole dell'attacco sin dal giorno prima, presentò strategicamente all'incontro un milanese qualsiasi. Di seguito il testo riportato dal verbale del meeting diplomatico:

Pollich: Co, cococo, cococodè ccodè!

Milanese: uè figa, cazzo dici?

Pollich: Co, cococo, cococodèdèdèdè!

Milanese: Figa, ma ti parè? Cioè, figa dai... cioè non è che non abbiamo un cazzo da fare noi.

Pollich: coccodè coccodè???

Milanese: ma certo, ma figa, su, non è che noi stiamo lì, tàtàtà: "uè guarda le gallinelle!" Noi si lavora qua eh... figa. Cioè, oh raga, ma questo qui pensa che non abbiamo un cazzo da fare? Amico, secondo te, hai visto bene chi sono? (con le mani aperte e i dorsi verso il corpo indica prima le cosce e poi con movimento fluido l'addome) Io, secondo tè (marca la "è"), perdo tempo a organizzare un piano per venire da tè a sparare a quattro galline? Cioè pensi che se volessi, no, cioè non potrei semplicemente arrivare lì e tac, tutte le galline fuori dai coglioni? Maddai... Figa!

Pollich: ccococodè coco coco co co ccdè coco dèdè co co dè coco cdèc co dè cococodèdècèocèdocè...

Bresciano dal nulla: Pota.........Enculet!

Milanese: mh, mh mh, mh mh mh (facendo cenno di sì con il capo)... Guarda c'ho un sacco da fare, mandami due righe, dai! Cià, cià, cià cià, cià, cià Polli... ma vaffanculo!

Nonostante la riuscita dell'incontro diplomatico, gli screzi tra le due fazioni non sembrarono terminati. Il governo italiano promise investigazioni sull'accaduto.

Per mostrarsi efficiente e cortese nella vittoria verso il popolo nemico, il governo italiano indì subito la messa in piedi di una commissione che valutasse attraverso uno studio di fattibilità, chiaramente da bandire ad imprese terze allo stato mediante una gara d'appalto, quale potesse essere il modo più adatto per disporre l'impaginazione del documento nel quale sarebbe stata sviluppata una linea guida da dare ai governatori regionali che avrebbero quindi discusso in tutti i loro consigli e davanti al parlamento regionale, per poi fornire una risposta, entro e non oltre i 7 mesi dal momento della ricezione di suddetto documento, che sarebbe stata data alla commissione valutativa, anche questa a sua volta da indire in base al comma 15 del De Lentissimus Constituens, per infine subire due passaggi identici in entrambe le camere del parlamento e solo infine essere rateizzato come... Aspetta, che dovevamo fare? Chissené, polli merda.

Curiosità

La parte più curiosa ed emozionante di tutta la faccenda è però, secondo quanto riportato da tutti i giornali locali, che i Carabinieri hanno capito immediatamente la causa dell'evento.

Teorie alternative

Secondo alcuni opinionisti locali la vera causa del terribile conflitto è da imputarsi alla sete di denaro (vedi battaglia delle concorrenti del BEFeD), infatti cercando di sterminare la materia prima del florido successo di quest'ultima avrebbero cercato di rubarne il mercato.

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