« Oh, no... »
(Enrico Ghezzi)
« ...tu sei talmente brutto che sembri un capolavoro d'arte moderna! »
(Sergente Hartman)

L'arte moderna è una gigantesca e astuta truffa organizzata ai danni di poveri ed ignari multimiliardari. Tutto si basa sulla psicologia inversa: è talmente brutta, ma talmente brutta che fa figo dire che è bella.

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Una celebre opera di Antonio Coglioni, uno dei truffatori artisti più significativi del novecento, olio su pane, 1971.
Si tratta di un'opera di rottura con la tradizione astratta del primo novecento, specialmente per quanto riguarda la rottura di Coglioni. Si pone a cavallo di un periodo di transizione dell'artista in cui un'opera passa da essere una semplice "fonte di guadagno senza lavorare" ad una ben più complessa e contraddittoria "fonte di molto guadagno senza lavorare".
La figura di un mostruoso e inquietante topo giganteggia al centro dell'opera. Il colore dominante è il celestino-plastica dello sfondo la cui pallosa continuità viene interrotta da inutili strisciate gialline e rossicce fatte spudoratamente con il Paint.NET. L'insulso motivetto decorativo delle strisciate denota la completa mancanza di ispirazione dell'artista (anzi: lui preferisce chiamarsi "performer").
Notare anche i due buchi di sigaretta che l'artista ha eseguito sull'estremità destra inferiore della tela, a significare che in quel momento non trovava il cazzo di posacenere.
Prezzo stimato all'asta: 1.140.000,00€ (ebbene sì).

Da quando è stata inventata, l'arte moderna non ha conosciuto crisi. È lei la crisi.

Come funziona

Prima di tutto non cascateci: l'arte moderna non piace a nessuno, né tantomeno ai collezionisti. La frase che continuamente un collezionista si ripete è:

« Cazzo non devo far vedere che non mi piace, altrimenti passo male e faccio la figura del contadino! »

Quando pagano fior di miliardi alle aste, spesso, per non pensare a quello che stanno facendo, producono sottovoce il seguente mantra:

« ... ba ba ba ba ba ba ba ba ba... »

Il trucco è questo: se uno (ad un certo punto della sua vita) si ritrova molto ricco (e con molto intendo dire molto) può arrivare a chiedersi con profonda angoscia perché lui è ricco e gli altri no. La risposta più facile che il ricco si dà è: "ho indubbiamente una mente superiore". È qui che entra in ballo l'arte moderna.

È risaputo che l'arte moderna:

  • non piace a nessuno, spesso nemmeno agli artisti stessi (no, nemmeno a Vittorio Sgarbi);
  • costa enormemente tanto, più sono cagate e più costano.

Queste due caratteristiche insieme costituiscono un richiamo irresistibile per il collezionista multi-miliardario e fa la fortuna dell'artista che riesce a trovare un manager che vende bene le sue cagate opere.

Il valore delle cagate opere si basa sul fatto che nessuno avrà mai il coraggio di dire che sono delle cagate di dubbio gusto (per non passar male) e quindi ci sarà sempre qualcuno disposto a ricomprarla allo stesso prezzo o superiore. Alla fine però è una cagata e rimane sempre una cagata.

Storia

Tutto iniziò quando qualcuno si accorse che lo stile di pittura rinascimentale pomposo causava ormai forte noia e depressione nella gente (i giapponesi fotografanti non sono qui considerati "gente"). A questo punto si pensò di ravvivare un po' la cosa con l'impressionismo. Dopo un iniziale difficoltà dovuta al cambiamento di stile, gli impressionisti fecero un discreto successo.

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Un capolavoro di Ugo Truffarelli, Paint.NET su niente, 1958. Questa opera ha dato una svolta a tutta l'arte moderna e in particolare al neo-vaffanculismo italiano dei tardi anni '50.
Notare la velocità e facilità di esecuzione dell'opera (15 secondi per farla). I mezzi poveri con cui l'artista si esprime (Paint.NET) denotano una volontà di astrattismo che alcuni famosi critici hanno definito come "orrendamente bella" o "straordinariamente stupida". Le superlative linee verdi orizzontali si intrecciano con le straordinarie linee color muffa verticali e fanno a cazzotti con gli insulsi cerchietti verdi, dipinti da Truffarelli perché "volevo provare il tool per fare i cerchietti".
L'onnipresente scritta blu è forse una disperata richiesta d'aiuto divino che l'artista fa, angosciato dall'alienazione della vita moderna. Il tutto immerso in uno sfondo color merda liquida legno che dà un senso di fisicità alla composizione.
Alcuni commentatori, di fronte all'indubbia potenza dell'opera, hanno espresso il dubbio: "quanto hai detto che costa 'sta cagata?" Al momento della prima esposizione, Truffarelli non si fece vedere. Per alcuni questo fu uno straordinario gesto di rottura verso le vetuste e ipocrite convenzioni sociali artista-pubblico. Per Altri semplicemente si vergognava come un coglione.
Prezzo stimato all'asta: 1.550.000,00€.

Poi però a un tizio di nome Pablo Picasso (che era già famoso in tutto il mondo) venne l'idea geniale: "Chissà cosa succede se un pittore famoso e osannato come me si mette a fare quadri volutamente brutti, orrendi e inguardabili?" Detto fatto dipinse le orrende "Signorine d'Avignone" che appesteranno per sempre con la loro onnipresenza ogni libro d'arte che si rispetti.

Una volta terminato il quadro (ci mise molto, voleva essere sicuro che venisse brutto), Pablo si vergognava come un cane a farlo vedere e lo tenne così per circa 13 anni chiuso nel suo studio rivolto con la faccia contro la parete (attenzione: fatto vero!) A quel punto, quasi per caso, la prima vittima di arte moderna cadde di sua spontanea volontà nella trappola. Un suo amico pluri-miliardario venne nel suo studio e lo pregò ripetutamente di fargli vedere la misteriosa opera nascosta. Dopo avergli rotto i coglioni per un'oretta abbondante nelle seguenti lingue: spagnolo, italiano, arabo, cinese, francese, mandarino ed esperanto (ancora non esisteva, se lo inventò sul momento), Pablo, stufo, gli disse: "ok te lo faccio vedere ma te lo dico: fa cagare".

Il pluri-miliardario comprò la crosta per 2.700.000,00€ (e fece bene, ora ne costa a dieci volte tanto). Da quella volta gli "artisti" capirono l'antifona ed iniziarono a dipingere e a scolpire cagate immani opere innovative, vendendole a cifre esorbitanti.

Attenzione però: la cagata la puttanata ehm... l'opera non può essere venduta se l'artista non aderisce prima ad un "movimento d'avanguardia". Gli artisti che non fanno parte di nessun movimento non vendono un cazzo. Tutta la difficoltà sta nello scrivere il "manifesto del movimento", spesso si ricorre a parole magniloquenti scelte a caso dal vocabolario come "plasticità", "energia", "destrutturazione", "simultaneità", "alienazione", ecc... inframezzate ogni tanto da qualche termine classico come "posa classica", "chiaroscuro", "armonia compositiva" che non guastano mai e danno un senso di serietà a tutta l'operazione.

Voci correlate