Alexander Manninger

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« Esci, maledetto austriaco, esci! E dal campo, non dalla porta! »
(Tipico incitamento dei tifosi a Manninger)
« È impossibile che un imbecille simile abbia potuto passare le selezioni per le SS. Possiamo documentare che è stato riformato per varicocele e che in quegli anni facesse il custode dell'Olympia Stadion. »
(Himmler interrogato su Manniger al processo di Norimberga)
« Da quando la particella di sodio gioca a calcio ed è bionda? »
(Chiunque altro su Manninger)

Vita e carriera

Ecco che fine ha fatto fare Manninger alle sue palle

Viene abbandonato a pochi giorni di vita dai genitori in un grotta sulle Alpi, in quanto troppo mingherlino per poter appartenere alla razza ariana. Viene purtroppo per noi salvato da una delle capre del nonno di Heidi, che però non può impedire che un principio di congelamento gli danneggi il sistema nervoso, causando alla radice le sue turbe mentali nonché la parziale incapacità dell'uso degli arti superiori. Il nonno di Heidi lo alleverà assieme alla nipote. Il giovane Alexander cresce apparentemente al di là di ogni aspettativa come un splendido ragazzo sanissimo e atletico [1]. Passa gli anni felici dell'infanzia con Heidi e Peter (il che non deve aver giovato al suo Q.I) e in seguito ha un tenero idillio con Clara. Almeno fino al giorno sciagurato in cui non si stanca di essere salutato dalle caprette e decide di intraprendere la carriera di calciatore. Debutta nella primavera dell'oratorio e viene ingaggiato da squadre del calibro dell'"Atletica del fil de fer", il "Balilla Calcio", il "Baracche F.C.", la "Dinamo Chiasso" e il Cervia. Fa perdere la promozione in C2 a quest'ultimo per essersi fatto autogol su un proprio rinvio al 92° minuto di uno spareggio; sfugge all'ira di Ciccio Graziani, ma viene tristemente abbandonato da Clara sull'altare una settima dopo, anche per via del varicocele. Pare che sia fuggita in Australia con Johann Castorp, l'ingegnere tisico della "Montagna Incantata", conosciuto in una località termale; una nullità anche lui, ma almeno dotato di una posizione sociale rispettabile. Alexander fugge di casa sconvolto dall'infrangersi dei suoi sogni. Arrivato in Germania non trova altra soluzione per diventare qualcuno che arruolarsi nelle SS. Dopo tre anni di fronte rimane l'unico sopravvissuto del suo reparto e viene premiato passando nel corpo d'élite delle Sturmtruppen corazzate. Qui diventa il compagno di bevute del capitano ubriacone. Oltre che a ritrovarsi il colorito del viso perennemente rosso, sviene una sera nella neve e ci viene seppellito dal sergente sadico. E non chiedete perché, chi chiede perché è come una baionetta di latta! Ci rimane ibernato per cinquant'anni, grazie a tutto l'alcol che ha nella circolazione che gli fa da antigelo, e viene riportato alla luce dal direttore sportivo del Siena che era lì in cerca di un portiere a costo zero. Da lui Alexander apprende di aver perso la guerra, cosa che da' il colpo di grazia alla sua sanità mentale. Da allora non sa più bene chi è. Tuttavia, ricordando vagamente di essere stato un portiere, riesce a farsi ingaggiare per riprendere il vecchio mestiere e rifarsi una vita. Recentemente è stato ipotizzato che sarebbe arrivato in Italia ben prima grazie all'operazione Odessa e che usi la sua professione come copertura; si dedicherebbe di notte al vampirismo, che tra l'altro gli consente di mantenere un'età apparente di trent'anni, e alla conseguente eliminazione di sottouomini per progressivo debilitamento. Il che spiegherebbe tutti i delitti irrisolti che affliggono l'Italia da cinquant'anni a questa parte e i misteriosi cali di forma di cui soffrono i giocatori della Juve da quando c'è lui. Accetta di andare alla Ladrentus per mettere in atto il suo piano finale: svenare brutalmente Buffon e rubargli il posto da titolare. La squadra galoppa quindi verso la finale di Champions League e lo scudetto, grazie alla porta serrata che non subisce una rete in oltre 1150 minuti di gioco. Il giorno dopo aver alzato al cielo la coppa dalle grandi orecchie, Alexander si sveglia in una vasca da bagno piena di ghiaccio senza un rene[2]. Il suo è stato solo un bel sogno provocato dagli effetti collaterali della morfina. Risulta negli atti della FIGC che sia stato ceduto al Vattelapesca F.C., squadra che gioca nel campionato del Ma-dove-sta Inferiore. [3] Secondo Scotlad Yard invece, che si è servita per l'indagine di una squadra composta dall[ispettore Clouseau]], del dottor Watson e dal capitano Hastings, Manninger avrebbe invece riportato nell'intervento lesioni tali da rimanere invalido al 70%. Secco, che l'aveva fatto operare per vendere il rene e recuperare i soldi per comprare Felipe Melo, l'avrebbe quindi nascosto nel sanatorio "La Quiete" [4] dove oltre a diventare dipendente dalla morfina diventa il cicisbeo della signora Klotherian, che era sposata con figlio e pure moribonda per tubercolosi, di cui contende l'amore con Detlev Spinell. Costui non è un terzino slovacco, ma uno scrittore in perenne crisi d'ispirazione e sofferente di crisi allucinatorie. Naturalmente, maschiacci egoisti che si approfittano di una fragile donzella! ignorano entrambi che la rispettabile signora non era assolutamente nelle condizioni psicofisiche per pensare di mettere le corna al marito...Eh-hem, di consolare affettuosamente le loro pene d'animo tramite aumento vertiginoso di testosterone, unica vera cura al mondo (secondo i ricercatori Infasil supportati dall'associazione ginecologi AOGOI) per un ego maschile in pezzi. Il ritorno del legittimo coniuge, che li prende entrambi a solenni calci nel sedere, pone fine al soggiorno in sanatorio di Manninger. Il quale opta convenientemente per l'emigrazione negli Stati uniti; e no, non si è imbarcato sul Titanic. Vi piacerebbe, eh! Vivrebbe modestamente della sua pensione di guerra in una casetta sperduta sulle Montagne rocciose, in attesa del risarcimento per malasanità, amorevolmente| accudito da Florence Nightingale, pagata a quanto pare in natura.

Caratteristiche, comportamento e capacità

Da quanto detto sopra, ma anche a guardare una sua partita a caso, Manninger non è un calciatore e ci sono fondate ragioni per credere che non sia nemmeno austriaco. Infatti si è dato al calcio e non allo sci. Altre ipotesi sono state fatte sulle sue origini.

  • Che abbia ingerito, chiunque\qualunque cosa fosse prima, la particella di sodio dell'acqua Lete e che sia finito posseduto da essa. Hanno la stessa paura del vuoto e sono altrettanto inutili e insignificanti. Vedete cosa succede a non bere Uliveto!
  • Che sia un'emanazione di Alan Croker
  • Ammesso che sia austriaco, che sia un residuato bellico asburgico della guerra del 15-18 ritrovato sul Carso dal direttore sportivo del Siena che era lì in ferie.

Quel che è certo è che una volta visto quanto è brocco, l'hanno sempre infilato nella porta per nascondere dietro un muro di difensori, di cui Manninger ha notoriamente un bisogno patologico, un simile obbrobrio. Di fronte alla celebre difesa alta delle Juventus sono diventate pubbliche le sue fobie. Lo spirito incrollabile e i nervi d'acciaio sono fasulli: in realtà ha un'aria spiritata semplicemente perché è un nevrastenico incazzato con il mondo intero. Soffre di una combinazione di un complesso di inferiorità e un terrore panico del vuoto (e delle palle su cui deve uscire lui). Una sindrome che i ricercatori Oral-B hanno recentemente battezzato col suo nome. Come risultato o sta inchiodato sulla linea della porta, o sta sulla tre quarti. In area come dovrebbe, mai. Sue caratteristiche spiccate sono la cieca obbedienza, l'imperativo che basti resistere a oltranza (leggi: suicidarsi) per vincere e la meticolosità con cui fa qualunque cosa. Esce a stento con le mani, non osa nemmeno pensare di intervenire di piedi. O prende il pallone proteggendolo addirittura con il proprio corpo o lo respinge come se stesso giocando a pallavolo. È noto per la sua preparazione accurata dei suoi rinvii. Asciuga sempre la palla con la maglia se c'è la minima umidità e sistema la zolla di terra da cui deve calciare perché non è mai ordinata come dovrebbe essere, anche se i campi da gioco degli stadi italiani non lo aiutano; di solito i lanci gli riescono così lunghi che ci possono arrivare solo i difensori avversari. Se la cava un po' sui rigori: ha un radar per chi va sul dischetto troppo sicuro e induce i soggetti a calciargli addosso, come ha fatto ad esempio con Materazzi o in tribuna, come con Lavezzi. Festeggia i gol dei compagni e i rigori parati da lui con un urlo disumano.

Curiosità

  • È il factotum della squadra. Lo si è visto, durante il warm up pre partita (al secolo: riscaldamento), fare il sostituto allenatore dei portieri quando il vecchietto ingaggiato allo scopo dalla Juventus ha un attacco di artrite.
  • Una volta Totti ha avuto la malaugurata idea di prenderlo a cazzotti,il gigantuomo austriaco pensava invece di essere infastidito da una zanzara.
  • Si occupa anche prima delle gare di caricare emotivamente Buffon, il che spiega tutti i gol che prende la Juve negli ultimi tempi.
  • Quando non ha niente da fare, vaga per l'area di rigore a testa bassa con le mani dietro la schiena, forse meditando sulla sua infelice esistenza.
  • Sbuffa come un cavallo in continuazione e nessuno sa perché; ma in fondo, chi se ne frega?
  • Quando esibisce il suo sguardo da pazzo non sta intimorendo l'attaccante avversario, sta seguendo terrorizzato la traiettoria del pallone.
  • Fa proprio tutto quello che gli si chiede, tranne che parare decentemente.
  • Blanc, per risparmiare, gli ha ordinato di occuparsi dei campi da gioco di Vinovo, dopo averlo ammirato mentre aggiustava quello schifo che c'è all'Olimpico.
  • Malgrado la sua ossessione di tenere i prati in ordine, non ha l'hobby del giardinaggio; ama andare a pesca, lavorare il legno e giocare a golf.
  • Lui non ha parato il rigore a Marco Materazzi. È Materazzi che lo voleva prendere a pallonate perché parlava come un nazista.

Note

  1. ^ Vero quanto gli asini volano
  2. ^ Lui, non la vasca, né il ghiaccio!
  3. ^ Quanto al rene è stato scambiato per carne di struzzo da Vissani e inavvertitamente cucinato alla Prova del cuoco
  4. ^ uella del "Tristano" di Thomas Mann, non la clinica di Udine, ignoranti