Tim Burton

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« Dov'è Johnny Depp? »
(Tim Burton mentre progetta il suo prossimo film.)

Innovativo[citazione necessaria], amante di Johnny Depp e perennemente sotto effetto di qualcosa che nessuno ha ancora capito, Tim Burton è un regista statunitense noto per fare e rifare sempre lo stesso film. Quando non sta girando un film, gli piace andare a destra e a sinistra a vantarsi di quanto sia alternativo e di quanto è bello lamentarsi del male di vivere. Non si pettina dal 1968, sembrerebbe a causa di un fioretto fatto alla Madonna (la cantante, non la divinità). Gli attori di Hollywood fanno a botte per lavorare con lui (perché fa figo) ma Burton sceglie sempre e solo e comunque Johnny Depp come protagonista dei suoi film. Si vocifera ci sia una relazione fra i due ma Depp ha seccamente smentito dichiarando: "voglio seccamente smentire".

Tim Burton di primo mattino.

Carriera

Apparso per la prima volta come attore ne "il Mago di Oz", dove interpretava lo spaventapasseri, esordisce alla regia di un lungometraggio con il film "PiiiiWiiiii's Big Adventure", in cui narra le avventure di un disadattato ed emarginato che troverà il riscatto sociale trasformando la sua diversità in un valore acquisito. Tre anni dopo dirigerà "Beatles Juice - Spiritello porcello" (ispirato alla vita di Ringo Starr), in cui narra le avventure di un disadattato ed emarginato che troverà il riscatto sociale trasformando la sua diversità in un valore acquisito.

Nel 1989 si presenta la vera e grande occasione per Tim Burton di arrivare a un vasto pubblico, riuscendo ad aggiudicarsi la trasposizione cinematografica di "Batman". Chiama a sé un nutrito e ottimo cast e riesce ad accontentare sia gli appassionati dei toni cupi del fumetto ("ci piace che abbia sottolineato gli aspetti da disadattato ed emarginato del supereroe") sia gli amanti del cinema d'intrattenimento ("ci piace come il suono dei cazzotti rimanda a un riscatto sociale che trasforma la diversità in virtù"). Tim Burton girerà anche il seguito, "Batman 2 - Fermate il mondo, voglio scendere" ma alla sua seconda esperienza hollywoodiana si rende ben presto conto di rischiare l'omologazione e di perdere quel tipico piglio alternativo che ispirava miliardi di emo e suicidi nel mondo. "Hollywood non fa per me" dichiara Burton, "c'è troppa felicità! Che senso ha strafarsi di droghe per poi andare a mignotte invece di sedersi e lamentarsi del palinsesto di Canale 5?"

Nella pausa tra i due film sull'uomo-pipistrello, Burton troverà il tempo di convocare Johnny Depp sul set usando una scusa: gli dice per telefono di voler realizzare una monumentale opera drammatica che rifletta sul senso dell'esistenza e di inglobare tutto ciò in una estetica da videoclip innovativa per il cinema. Però, quando l'attore arriva sul set a contratto già firmato, scopre che si tratta del solito polpettone sulle avventure di un disadattato ed emarginato che troverà il riscatto sociale trasformando la sua diversità in un valore acquisito: "Edward mani di forbice", tragica storia di un uomo incapacitato alla masturbazione.

Edward mani di forbice non può compiere atti di autoerotismo, che come sappiamo tutti sono il sale della vita. Ancora oggi ci interroghiamo su come possa cambiarsi i pantaloni e fare pipì.

Seguiranno "Ed Wood", biografia del peggior regista nella storia dei cinema nel quale Tim Burton si riconosce molto e noi sappiamo anche il perché, e "Mars Attacks", opera psichedelica e demenziale che verrà acclamato dalla critica come il suo film più sensato e concreto (nel film compare anche Jack Nicholson, troppo sbronzo, si apprenderà poi, per rendersi conto a cosa stava partecipando). Gli anni novanta si concluderanno con "Il mistero di Speedy Gonzales", appassionata ricostruzione delle avventure di Indiana Pipps che culminano con la tragica morte per AIDS del suo socio Topolino.

Burton inaugura il nuovo secolo con il remake de "Il Pianeta delle Scimmie". "Si tratta di un omaggio alla mia ragazza e nota attrice Helena Bonham Carter" dichiara il regista, "la sua somiglianza con le scimmie ha un qualcosa di perverso e magico insieme. La amo anche per questo. Non mi limito ad amarla: quando ci accoppiamo, la colpisco in testa con un cacciavite al momento dell'orgasmo." Il film viene massacrato dal mondo intero e il satellite Discovery 124 recepisce il seguente messaggio dalle profondità dello spazio: "che è 'sta ciofeca di film?" Poco tempo dopo, ispirato dalla visione di un film con Rocco Siffredi, dirigerà "Big Fish", storia di un porno attore disadattato ed emarginato che troverà il riscatto sociale trasformando la sua diversità (26 centimetri di diversità, per la precisione) in un valore acquisito. Rimarrà nella storia l'interpretazione di Danny De Vito nei panni di una lampada IKEA.

Burton dirigerà poi "La fabbrica di cioccolato", amaro documentario sulle morti bianche, soffermandosi soprattutto sulla storia di un operaio disadattato ed emarginato che troverà il riscatto sociale trasformando la sua diversità in un valore acquisito, e "Sweeney Todd", sequel di "Edward Mani di Forbice": ritroviamo infatti Edward molti anni dopo, all'apice del successo come parrucchiere di gente famosa ma scosso dal dramma interiore di non riuscire a confessare la sua omosessualità al proprio animale domestico (Renato Brunetta).

Tim Burton di pomeriggio.

Durante la sua carriera Burton ha esplorato anche il mondo della stop-motion dirigendo "The Nightmare Before Christmas" (la storia della crisi esistenziale che colpisce Babbo Natale quando scopre di essere fortemente diabetico e a rischio di morte) e "La Sposa Cadavere" (ancora una volta ispirato alla sua ragazza Helena Bonham Carter, che sembra sia molto fredda a letto!).

L'ultimo film girato dallo spaventapasseri Burton è "Elis in Uonderlend", dove per l'occasione ha trasformato la storia di Alice, che nell'originale era l'unica sana di mente in un posto pieno di vecchi dementi, nella storia di un disadattato ed emarginato (che sia Alice o il Cappellaio Matto, interpretato dalla giovane proposta Giovanni Profondo) il quale troverà il riscatto sociale trasformando la sua diversità in un valore acquisito. E pensare che stavolta la sceneggiatura non l'ha nemmeno scritta lui.

Riconoscimenti

Tim Burton non ha mai vinto un Oscar. Anzi, è praticamente impossibile che lo ottenga poiché la Accademy Award lo ha bandito (sembra su iniziativa di Steven Spielberg). In compenso, Burton ha ricevuto il Leone d'Oro alla Carriera durante il Festival del Cinema di Venezia 2007; durante la cerimonia con il regista presente in sala, il premio è stato così annunciato: "per questo Festival è un onore consegnare un premio alla carriera a un autore così giovane. Ma non lo stiamo facendo per una questione di età o per meriti artistici: Burton sta morendo di un male incurabile però lui ancora non lo sa perciò non diteglielo. Cosa?... Il microfono è acceso?"

Tim Burton di sera.

Progetti futuri

Tim Burton ha annunciato di voler concretizzare i suoi prossimi sforzi per operare una svolta nella sua carriera, per quel po' di tempo che gli rimane. È ancora indeciso se narrare la storia di un disadattato ed emarginato che troverà il riscatto sociale trasformando la sua diversità in un valore acquisito oppure un'arguta riflessione metacinematografica che segni l'anno zero per il cinema mondiale. Voci non confermate lo vorrebbero indirizzato di più verso la prima ipotesi.

Voci correlate