Nazionale di calcio della Romania

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« Fratellu, di Romania

Romania s'è destu
Dell'elmu di Scipiu

S'è cintu la testu  »
(Giocatori romeni durante l'inno.)

La Nazionale di Calcio della Romania, in lingua rumena "ruba pala e porta casa" è la rappresentativa calcistica della Romania[senza fonte], ed è posta sotto, sopra e a volte anche davanti all'egida della federazione della FRF, la Federazione Romena Falliti. Insieme a Brasile, Francia e Belgio è una delle quattro Nazionali ad aver preso parte alle prime tre edizioni della Coppa del Mondo nel 1930, 1934 e 1938. Queste rimarranno comunque le ultime partecipazioni a livello internazionale dei Tricolori, così vengono chiamati i giocatori della nazionale[1], peraltro non riscuotendo un grande successo.

Storia

Prime esperienze e prime sconfitte

Agli albori del calcio era permesso ai giocatori di volare.

La prima partita della nazionale si è giocata l'8 giugno 1922, a Belgrado, contro la Jugoslavia. L'esito della gara fu di una vittoria per 2-1 per la Romania, nonostante le milizie slave avessero circondato lo stadio e si fossero piazzate davanti allo spogliatoio degli ospiti, impugnando un pacifico M1A1. La prima presenza a un torneo importante, se non si vuole considerare la Coppa di Romania, disputata nel 1926, e vinta dall'Ungheria, arriva nel 1930, in occasione del primo Campionato mondiale di calcio, in Urugay. I tricolori partono bene, battendo un gruppetto di schiavi di piantagioni di mais peruviane, ma vengono sconfitti dalla squadra ospitante, l'Uruguay, partita che resterà nella storia per il fatto di essere l'unica nella quale non si partì dallo 0-0, ma dal 4-0 per la squadra di casa. L'Uruguay riuscirà in seguito a vincere il torneo battendo in finale l'Argentina, o meglio, quel che ne restava, siccome in campo scese solamente la mascotte, Gauchito. Ugualmente fallimentari le spedizioni romene in Italia e Francia. La star indiscussa[citazione necessaria] di questa prima Nazionale romena è Ștefan Dobay, romeno più o meno quanto Camoranesi è italiano.

La grande crisi

Stefan Dobay, durante il soggiorno a Birkenau.

In seguito a una sfilza di grandi risultati come questi, era inevitabile un periodo di crisi. Nel periodo che va dal 1938 al 1950 il mondiale non si disputò. La storia ufficiale ci dice che il mancato avvenimento delle edizioni del 1942 e del 1946 sono dovute a una scaramuccia chiamata Seconda Guerra Mondiale, quello che la storia ufficiale non ci dice però, è che la vera causa di tali edizioni non disputate, è la paura di nazionali blasonate come il Brasile, la Francia o il Trinidad & Tobago verso la sempre più forte e dominante nazionale romena, capace nel 1938 di uscire al primo turno contro una squadra di danzatori di salsa cubani. La nazionale inoltre non viene avvertita della ripresa delle competizioni, rimanendo assente dalla scena internazionale fino al 1970. Fino ad allora, i tricolori si sono allenati nell'arte del rubare palla, per poi stordirla, portarla in un campo appartato e stuprarla.

Il grande ritorno

Ceausescu, annuncia, a una folla in delirio, la partecipazione della Romania ai mondiali in Messico

Alla fine, dopo vent'anni di mondiali, una casalinga romena, facendo zapping in televisione[2], inciampa nella partita Belgio-El Salvador, e si domanda che cosa fosse quella cosa che stavano trasmettendo sulla televisione nazionale. Dopo ricerche approfondite, si scopre che si trattava di calcio, e scavando un po' più in profondità le autorità romene scoprono che si trattava del Mondiale in Messico del 1970[3]. Il Dittatore Massimo presidente della repubblica Nicolae Ceausescu, avvisato della scoperta, incarica il ministro per la propaganda e glorificazione del leader, Anton Cipollescu, di indire una campagna incaricata di magnificare le capacità balistiche dei calciatori romeni. In una dichiarazione del 1970 Ceausescu dichiarò:

« Possiamo vincere il torneo, farci un bel burrito, mettere le strisce pedonali, ed essere a casa prima della sagra della cipolla a Bucarest. »
(Ceausescu su mondiale in Messico nel 1970)
Lo spregiudicato modulo 4-3-3 del 1989.

Quello che Ceausescu non aveva considerato però è che durante la grande crisi una nazionale di calcio romena non era più esistita. Dunque si affaccia alla finestra, e spedisce in Messico i primi 23 tizi che gli capitano sotto gli occhi. L'esperienza al mondiale, sorprendentemente, non si rivela affatto un successo, con i tricolori che non riuscirono a superare un girone comunque ostico, composto da Marocco, Israele e Nazionale Magistrati. Per la vergogna il Padre della Nazione fece spezzare le gambine ai 23 malcapitati, che non avevano mai dato un calcio al pallone in vita loro, e decise di smantellare la Nazionale.

La generazione d'oro

Fortunatamente quel porta sfiga di Ceausescu è stato fatto fuori, a Natale peraltro, in pieno spirito natalizio, nel 1989, e subito la Nazionale di calcio della Romania ricomincia a sognare, qualificandosi alle fasi finali dei Mondiali di calcio Italia 1990, in Italia, mondiale entrato nella storia per essere l'unico nel quale a prevalere non è stato il paese ospitante[4]. Si tratta questa della cosiddetta generazione d'oro della Romania, termine questo che sbeffeggia i limiti evidenti che pure questa generazione di campioni[citazione necessaria] ha. Di seguito sarà riportata la formazione tipo della Romania 1990-1994:

Purtroppo neanche questa corazzata riesce ad ottenere dei risultati che vadano oltre l'ottavo posto o l'attestato di partecipazione, pur arrivando, negli States ai quarti perdendo contro la Svezia. Si narra che i giocatori siano stati storditi da alcune bellezze nordiche a petto nudo sugli spalti, come si narra anche che alcune di queste bellezze nordiche abbiano sedotto i giocatori della nazionale. Ma queste affermazioni sono del tutto false, in quanto un romeno non ha bisogno di sedurre, lui stupra e basta.

Ultimi tempi

Chivu e Mutu, grandi amici dentro e fuori dal campo.

Nel lasso di tempo che va dal 2002 al 2006, la Romania manca la qualificazione a ogni tipo di manifestazione sportiva, compreso il torneo Giovani Speranze di Timisoara, vinto dal Ludogorec, in finale contro il Levski Sofia. Nuove star della Nazionale sono Christian Chivu, difensore dalle caviglie di cristallo, famoso per essersi spezzato una gamba a causa di un'occhiata storta di Salvatore Aronica, e Adrian Mutu, una sorta di John Frusciante della nazionale romena, famoso perché ogni tre partite disputate viene allontanato dalla nazionale per almeno un anno in seguito a scandali di ogni sorta. Nonostante i lunghi periodi di assenza, è diventato comunque il miglior marcatore della nazionale, grazie alla scrausità del resto dei giocatori alle sue indiscutibili capacità offensive. Per la campagna di qualificazioni agli europei del 2008, viene chiamato allenatore Victor Piturca, le cui esperienze precedenti fino a quel momento erano un paio di chiacchiere al bar. In un modo o nell'altro, la Romania riesce a qualificarsi agli europei, aiutata da un girone di qualificazione con Andorra, Estonia, Bielorussia, e Lichteinstein. Ma la buona sorte non può durare per sempre, e i tricolori vengono sorteggiati in un girone di ferro con Italia Olanda e Francia, riuscendo in ogni caso a fare meglio della Francia, la quale ha collezionato la peggior figura di guano della sua storia, al confronto Waterloo è stata un successone.

Pagine correlate

Note

  1. ^ Che originalità
  2. ^ Pur essendoci in realtà un solo canale in tv.
  3. ^ Non c'è da meravigliarsi della lentezza delle indagini, un romeno che si rispetti trascorre almeno la metà dell'anno tra sbornie e dopo sbornia.
  4. ^ Sudafrica 2010 non fa testo.