Nazionale di calcio dell'Uruguay

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia libera dagli inestetismi della cellulite.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Nazionale di calcio dell'Uruguay
(Los Tetracampeones)[citazione necessaria]
(Stemma)
Nazione Uruguay
Soprannome Celeste
Allenatore Óscar Tabárez
Capocannoniere Arnaldo Forlán
Fucktotum Luis Cecchino Braccino Lectèr
Ranking FIGA Caduti a 2 curve dal traguardo
Miglior vittoria Un 6-0 al Brasile per bullarsi assieme ai crukki al pub
Sconfitta più bruciante Un 6-1 contro la Danimarca per far bullare danesi e crukki al pub
Pareggio da ricordare Quell'1-1 contro la Germania che li buttò fuori beffardamente... Così che i crukki poterono andare a bullarsi al pub[1]
Titoli
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Nazionale di calcio dell'Uruguay
« Squadra senza mordente fa poca strada »
(Vujadin Boškov dispensa consigli tattici agli uruguayani per Brasile '14)
« ¡Vamos vamos la Celeste, vamos vamos a ganar! »
(Un fastidioso ronzio radiofonico all'inizio di ogni Mondiale...)
« ... »
(... Che per fortuna si cheta sempre prima dei quarti di finale.)

La Nazionale di calcio dell'Uruguay è la nazionale di calcio dell'Uruguay: potenza della tautologia e dei titoli wikipediani! Vincitrice di qualsiasi trofeo possibile quando tuo nonno era balilla del Duper, è definita dai più buoni Gialappi come "Il Genoa delle Nazionali",[2] dai più cattivi come la Pro Vercelli... Dai brasiliani non è definita per motivi ancora piuttosto oscuri.

Storia

La nazionale uruguagia nacque il giorno che non ne potette fare a meno.[3] Subito dopo si registrò con il nick "Celeste", perché Albiceleste sciupava la metrica della litania della vigorosa torcida degli Orientales, poi s'inventò tornei per giocarci da sola e vincerseli, poi vinse due Olimpiadi ma disse che erano Mondiali perché il pallone è mio e adesso me ne vado a casa!.

Per non averli più nelle orecchie, la FIFA concesse ai blu pallido l'uso di 4 stellette nello stemma della squadra[4], comprendenti anche i mondiali vinti nel 1924 e 1928. Insomma, già prima del 1930 stava sulle palle a tutta la FIFA, che non esisteva ancora. E da qui si spiega il suo logo che consiste in dupalle.

La Celeste ai Mondiali

Il "calcio-champagne" "fútbol-mate" degli esordi

Archiviati i mondiali degli anni '20, gli uruguayani si organizzano un nuovo mondiale nel 1930, giocandolo solo a Montevideo non per tirchieria, ma perché l'Uruguay è composto da una metropoli e millanta paesini che non stanno manco su Google Maps. La nazionale montevideana vince agilmente in un torneo con la strana formula a 13 squadre, perché nessuno se li cagava i LORO mondiali perché 13 porta bene.

Snobbati per scaramanzia i mondiali del '34-'38, e tiratasi fuori da quelli del '42-'45, fiutò l'occasione giusta con quelli del 1950: anch'essi erano a 13 squadre. Inserita in un tembilie girone a 2 con Scozia (ritirata), Turchia (ritirata), e Bolivia (inutile), riesce a fatica ad arrivare prima dopo un sudatissimo 8-0. Inserita in un girone finale, perché nei mondiali del '50 fare qualcosa di normale faceva conformista-borghese, tentò la sorte. Mentre i padroni di casa si davano ai 6-1 e 7-1[5] in allegria, i nostri eroi pareggiarono con quelli che rivedranno una semifinale nel 2010 e vinsero 3-2 in rimonta contro quelli che quando c'era Liedholm i gol arrivavano in orario. Arrivati alla non-finale, sempre perché per i maestri del calcio sembrava strano fare un torneo con una formula sensata, i celesti vennero scritturati nel ruolo di figuranti. Ma nel mentre che stavano già consegnando la coppa al Brasile, Schiaffino e Ghiggia, approfittando dell'assenza dell'11 avversario già sul podio, rovesciarono le sorti e regalarono all'Uruguay il quarto[citazione necessaria] (inteso come due più due) titolo mondiale, l'unico fin'ora a non essere stato comprato con trattative sottobanco tipo gentlemen agreement. Il sotomayor, poi ribattezzato "Maracanazo"[6] sarà un'onta devastante in tutto il Brasile: ci vorranno 64 anni per... capire di non organizzarli più nella vita. E così Il Celeste Impero, forte dei suoi titoli, commende, onorificenze, medaglie, che Idi Amin Dada manco lo vedevano; si ritirava satollo nel buio della storia calcistica. Non sia per pippagine ma per magnanimità: sia data anche alle squadrette un'occasione.

La fase di sazietà

Ormai vincitori di tutto che manco la Newteam al 12° torneo interscolastico in mondovisione, gli Orientales affrontarono i successivi mondiali in modo annoiato. Quarti nel 1954, decisero di rilassarsi per un decennio e passa dispensando consigli ai dilettanti che lasciavano vincere, fino ad ottenere una seconda medaglia di legno nel 1970. Forti della fortezza e avveduti dalla vedenza, gli uruguayani potevano rilassarsi lasciando spazio ai giuovini, facendo ogni tanto capolino in semifinale.

Il ruolo della Celeste nel "Quarantennio" 1970-2010


Nell'arco di tempo tra i mondiali del 1974 e quelli po-po-po, il ruolo dell'Uruguay fu leggerissimamente secondario. Nelle edizioni in cui riuscì a qualificarsi in questo quarantennio (che si fa prima a contarle) riuscì ad azzeccare una sola vittoria. Non era l'anno dei mondiali, quelli dell'86, perché in quell'anno invece beccò un bel 6-1 dall'esordiente Danimarca.

Per sintetizzare il ruolo dei celestini in questo periodo, si corre sovente a questa formula di aritmetica tosattiana:

  • Nello spazio intercorso tra Uruguay-URSS 1-0 (1970) e Sudafrica-Uruguay 0-3 (2010), troviamo solo Corea del Sud-Uruguay 0-1 (1990): vittoria di straculo, colpo di denti di Fonseca a tempo scaduto e pedalare.

Uruguay Reloaded: They Live

Passati 40 anni a farsi eliminare da Senegal, Australia, Bolivia, A.S.D. Oratorio Don Zauker, essi tornarono. A colpi di pistolettate in area ad alta precisione, mani de dios in porta, mozzicate sul collo, sputi e calci, i veri ed unici Maestri fecero risentire il loro ruggito: le squadrette si erano allargate fin troppo ed era ora di ristabilire i ruoli... Poi passarano di lì dei colombiani e li spalmarono rasoterra su tutto il prato. Fine.

La Celeste in Copa América

In Copa América, che non è quella dove strambi e vai di bolina[7], l'Uruguay la fa da padrona con 15 titoli. Tuttavia il dato non è aggiornato, essendo le edizioni a cadenza variabile tra i 12 anni e i 3 mesi. Essendo una coppa a 10 squadre, di cui buona parte iscrittasi dopo le prime 50 edizioni, tale massa di trofei ha dunque una valenza leggerissimamente inferiore rispetto a quel che si crederebbe a sfoggiare un numero come 15. Pur non esistendo un turno di qualificazioni, L'Uruguay è riuscito anche a non qualificarsi. Inutile che lolliate, ominidi che farfugliate di calcio: è in questo che il genio e la magnanimità dei veri Maestri del calcio si rivela!

La Celeste agli Europei

Pur non avendovi mai partecipato, la Celeste è riuscita a vincere un Europeo nel 2004. Presentatasi con una bandiera leggermente ritoccata, è stata capace di ripetere gli eventi del Maracanazo in casa dei brasiliani dell'est. Angel Claristeñas a fare le penne davanti ai portoghesi e Cristiano Ronaldo muto!

La Celeste alle Olimpiadi

Ancora?! Sciò! Ma come straminchia vi si deve dire che Francia '24 e Olanda '28 sono stati due Mondiali?! ¡¿Porque, en lugar, no vas a la casa del carajo tu y tu vaca mamá también, boludo?! Raus, schnell!!![8] Questo è talmente vero da far perdere le loro tracce fino al 2012, quando finalmente hanno deciso di presentarsi ad un torneo olimpico ed al giudizio universale che ne è derivato.

La Celeste alla Confederations Cup

Forte della "tradizione Olimpica", la Celeste si arroga anche il sacrosanto diritto di considerare l'inutile e mai cagato "Mundialito 1980", che vinse,[9] come predecessore a tutti gli effetti della Confedereshon Cup. Perché ogni torneo che si rispetti deve avere l'Uruguay nell'albo d'oro. E anche qui Mission Accomplished, e 12 anni prima che la Confederscionz fosse creata! I veri geni del calcio sono sempre avanti coi tempi.

La Celeste ha rotto le palle

In effetti qualche sospetto lo avevo...

Note

  1. ^ Per poi morire di cirrosi epatica
  2. ^ Chi ruba le battute della Gialappa's è un furfaldino si becca una querela!
  3. ^ E se rubiamo le battute alla Gialappa's, perché non rubarle a Nino Manfredi?
  4. ^ Per davvero eh
  5. ^ È un'antica tradizione verdeoro per le semifinali casalinghe, sempre rispettata
  6. ^ Neanche "Maracanaço" in portoghese, ma in lingua spagnola proprio per sfregio
  7. ^ semedi termoplegico sbardazzi, come aggirato a sinistra scorrendo bifore
  8. ^ "Francesismo" importato da alcune nuove comunità uruguagie dopo il 1945
  9. ^ Ovviamente

Voci correlate per dare spazio ai "cari inferiori"

Collegamenti esteri

  • Argentina: Dogane frontaliere "Paysandú-Concepción" e "Salto-Concordia"
  • Brasile: Dogane frontaliere "Artigas-Quaraí", "Rivera-Santana" e "Río Branco-Jaguarão"
Preceduto da:
Nulla
boh!

Campione del Mondo
Uruguay
1924, 1928 (?), 1930, 1950
Succeduto da:
Quelle che contano
dal '54 in poi