Taranto: differenze tra le versioni

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La leggenda narra che, una notte di mezza estate del 1564 avanti [[Silvio]], il sommo [[Dio]] sia apparso in sogno al dio della grammatica [[Giancarlo Cito]], incaricandolo di fondare una città che fosse stata in grado di ospitare due mari, tre ponti e, annualmente durante la sagra del profiterol, la troupe di [[Studio Aperto]]. Il mattino seguente Giancarlo Cito si recò in [[Terronia]] e, più precisamente, nella regione albanese a statuto speciale denominata "[[Puglia]]". Scelse accuratamente lo spazio più adatto e creò, come da ordini, due mari, tre ponti e 8 kg di profiterol che mangiò inconsapevolmente prima dell'arrivo della troupe di [[Studio Aperto]]. Sazio e appesantito, si recò in uno dei due mari e piantò i primi pali di cozze. Dopo tre giorni nacquero i due primi esemplari di cozzari, che, come tutti sappiamo, erano a immagine e somiglianza di Dio Giancarlo. I due cozzari, pare dello stesso sesso, impararono, dopo diciotto settimane, il difficile e complesso meccanismo della riproduzione e crearono numerosi cozzari loro simili che iniziarono ad abitare la città. Taranto si arricchì all'inverosimile grazie alla produzione di cozze che, poi, esportava in quel di [[Arcore]] e Dio Giancarlo, visto il momento di grande prosperità, iniziò a seguire le prime lezioni di italiano dal suo mentore e fondatore della lingua italiana [[Aldo Biscardi]]. Tutto andava bene finché la regina degli Zacchei, Rossana Di Bello, decise di invadere Taranto. L'amato Dio Giancarlo fu spodestato e chiese asilo al suo amico [[Silvio]], mentre la terribile regina iniziò un nuovo regime che prevedeva l'abolizione dell'[[ICI]] sulla prima casa, l'abbassamento delle tasse, e, in più, introdusse la parola dissesto nel suo programma elettorale, una parola fino a ora sconosciuta ai tarantini, ma che erano sicuri avrebbe portato in alto l'economia della città. Nonostante la vasta produzione di cozze, a Taranto fu dichiarato, pensate un po', il dissesto, e così cozzari e zacchei si allearono dando la caccia alla regina Rossana che fu sorpresa all'aeroporto da una troupe di [[Studio Aperto]] mentre si recava con diciotto borsoni (contenenti non si sa che cosa) a [[Santo Domingo]], ufficialmente per aiutare i bambini poveri. Pare che alla troupe di [[Studio Aperto]] abbia riferito le testuali parole: "Non è come sembra... io non ne sapevo nulla!".
La leggenda narra che, una notte di mezza estate del 1564 avanti [[Silvio]], il sommo [[Dio]] sia apparso in sogno al dio della grammatica [[Giancarlo Cito]], incaricandolo di fondare una città che fosse stata in grado di ospitare due mari, tre ponti e, annualmente durante la sagra del profiterol, la troupe di [[Studio Aperto]]. Il mattino seguente Giancarlo Cito si recò in [[Terronia]] e, più precisamente, nella regione albanese a statuto speciale denominata "[[Puglia]]". Scelse accuratamente lo spazio più adatto e creò, come da ordini, due mari, tre ponti e 8 kg di profiterol che mangiò inconsapevolmente prima dell'arrivo della troupe di [[Studio Aperto]]. Sazio e appesantito, si recò in uno dei due mari e piantò i primi pali di cozze. Dopo tre giorni nacquero i due primi esemplari di cozzari, che, come tutti sappiamo, erano a immagine e somiglianza di Dio Giancarlo. I due cozzari, pare dello stesso sesso, impararono, dopo diciotto settimane, il difficile e complesso meccanismo della riproduzione e crearono numerosi cozzari loro simili che iniziarono ad abitare la città. Taranto si arricchì all'inverosimile grazie alla produzione di cozze che, poi, esportava in quel di [[Arcore]] e Dio Giancarlo, visto il momento di grande prosperità, iniziò a seguire le prime lezioni di italiano dal suo mentore e fondatore della lingua italiana [[Aldo Biscardi]]. Tutto andava bene finché la regina degli Zacchei, Rossana Di Bello, decise di invadere Taranto. L'amato Dio Giancarlo fu spodestato e chiese asilo al suo amico [[Silvio]], mentre la terribile regina iniziò un nuovo regime che prevedeva l'abolizione dell'[[ICI]] sulla prima casa, l'abbassamento delle tasse, e, in più, introdusse la parola dissesto nel suo programma elettorale, una parola fino a ora sconosciuta ai tarantini, ma che erano sicuri avrebbe portato in alto l'economia della città. Nonostante la vasta produzione di cozze, a Taranto fu dichiarato, pensate un po', il dissesto, e così cozzari e zacchei si allearono dando la caccia alla regina Rossana che fu sorpresa all'aeroporto da una troupe di [[Studio Aperto]] mentre si recava con diciotto borsoni (contenenti non si sa che cosa) a [[Santo Domingo]], ufficialmente per aiutare i bambini poveri. Pare che alla troupe di [[Studio Aperto]] abbia riferito le testuali parole: "Non è come sembra... io non ne sapevo nulla!".
Fu da allora che a Taranto vissero alleati cozzari, zacchei e zuinghi (una nuova specie nata dall'incrocio tra una cozza e Giancarlo Cito).
Fu da allora che a Taranto vissero alleati cozzari, zacchei e zuinghi (una nuova specie nata dall'incrocio tra una cozza e Giancarlo Cito).

=== Principali caratteristiche della città ===
[[File:Bancarella.jpg|left|thumb|200px|Un tarantino all'opera.]]
Composta per la maggior parte da pescatori di cozze, ladri, ex-sindaci agli arresti domiciliari e sindaci che non sono affatto al corrente dell'attuale situazione della città, è nota in [[Italia]] soprattutto per il Ponte Girevole e per il [[crack]] comunale.

Sottomessa e odiata dalle altre province dell'[[Apulia]] e della [[Terronia]], vive da anni isolata dal resto del mondo, in un embargo che costringe i suoi abitanti a nutrirsi esclusivamente di cozze.
Motivo, questo, per cui a Taranto la maggior parte della gente muore nel migliore dei casi, esclusivamente per tifo o epatite. Chi, malauguratamente, sopravvive viene regolarmente affetto da forme patogene di malattia quali "cozzaggine" o "zaccheide", l'equivalente italiano della [[cafonaggine]], malattia esportata dalla città al resto delle popolazioni adiacenti e non.
[[File:Rossana di Bello con bambini neri.jpg|right|thumb|200px|Rossana Di Bello a Santo Domingo mentre aiuta [[Spitty Cash|i bambini poveri]]]]
Taranto è famosa per l'enorme approvvigionamento idro-elettrico, tenuto gelosamente custodito dalle autorità locali, che lo preservano dagli iniqui usi della popolazione (lavarsi, mangiare, vivere, ecc...). È nota la bevanda locale, rigorosamente fabbricata nell' [[ILVA]], la cosiddetta '''birra Raffo''', per cui i tarantini vanno matti, ma che, a tutto il resto, dell'umanità disgusta profondamente.
Tra i parchi e le zone verdi, occorre ricordare l'[[ILVA]] (ex Italsider), che a Taranto serve tutt'oggi, con i suoi fumi alle scorie tumorali, a migliorare una poco soddisfacente qualità dell'[[aria]]. Impianto naturalistico all'avanguardia che conta innumerevoli tentativi d'imitazione in [[Cina]]. Molto importanti per la città, inoltre, le zone altamente commerciali e industrializzate come la "Salinella", i "Tamburi" (in cui probabilmente è stato inventato l'omonimo strumento da utilizzare nella Curva Nord dello [[stadio]] cittadino), il quartiere "Paolo VI" e la parte più antica e apprezzata della città, in cui vivono i vip e i ricchi: "Taranto Vecchia" (nel dialetto "Tarde Vecchie").


=== Popolazione Tarantina ===
=== Popolazione Tarantina ===

Versione delle 21:58, 15 ott 2010

« Ca sc no t n vè t'agghia menà nù shcaff cà u' tatuagg t'l'agghia'fà 'nfacc... »
(Frase con cui Cito conquistò Taranto e la colonizzò)
Taranto

(Stemma)

"bello, na sigarett tin'?"

(Motto)

Posizione geografica mari del cozzaro nero
Anno di fondazione 1564 a.S. (avanti Silvio)
Abitanti cozzari
Etnia principale vastasi, zuinghi, zacchei
Lingua rigorosamente dialetto tarantino
Sistema di governo dissestato
Moneta ignota
Attività principale Causare enormi dissesti economici, scroccare, parcheggiare sulle strisce pedonali, camminare a cazzo di cane, noncurante di chi ti va incontro e infine l'attività più diffusa, cioè lamentarsi di non avere soldi con in mano 5 gratta e vinci da 10 euro e indossando un giubbotto da 400€
Patrono S. Catavt
« Ce m n futt a me! »
(Prima frase di senso compiuto pronunciata dai bambini nati a Taranto)
« Vi sc fsc picc u sgarzill. »
(Invito a comportarsi in maniera corretta)
« Mo t'agghie struppià! »
(Usato per dire: adesso ti devo sfregiare)
« Non vorrei dirlo, ma a Taranto c'è una puzza di merda... »
(Raffaello Tonon su Taranto)

Taranto, provincia della Terronia Apula, è la capitale mondiale delle cozze e del dissesto, spartendosi il primato con altre due grandi città terrone, Pescara e Catania. Affacciata sull'omonimo anonimo golfo, confina a nord col ponte girevole, a est con Arcore, a ovest col Caucaso e a sud con Studio Aperto. Taranto è stata premiata da Legambiente per essere la città più pulita e vivibile d'Italia.

Nozioni sparse

Storia

La leggenda narra che, una notte di mezza estate del 1564 avanti Silvio, il sommo Dio sia apparso in sogno al dio della grammatica Giancarlo Cito, incaricandolo di fondare una città che fosse stata in grado di ospitare due mari, tre ponti e, annualmente durante la sagra del profiterol, la troupe di Studio Aperto. Il mattino seguente Giancarlo Cito si recò in Terronia e, più precisamente, nella regione albanese a statuto speciale denominata "Puglia". Scelse accuratamente lo spazio più adatto e creò, come da ordini, due mari, tre ponti e 8 kg di profiterol che mangiò inconsapevolmente prima dell'arrivo della troupe di Studio Aperto. Sazio e appesantito, si recò in uno dei due mari e piantò i primi pali di cozze. Dopo tre giorni nacquero i due primi esemplari di cozzari, che, come tutti sappiamo, erano a immagine e somiglianza di Dio Giancarlo. I due cozzari, pare dello stesso sesso, impararono, dopo diciotto settimane, il difficile e complesso meccanismo della riproduzione e crearono numerosi cozzari loro simili che iniziarono ad abitare la città. Taranto si arricchì all'inverosimile grazie alla produzione di cozze che, poi, esportava in quel di Arcore e Dio Giancarlo, visto il momento di grande prosperità, iniziò a seguire le prime lezioni di italiano dal suo mentore e fondatore della lingua italiana Aldo Biscardi. Tutto andava bene finché la regina degli Zacchei, Rossana Di Bello, decise di invadere Taranto. L'amato Dio Giancarlo fu spodestato e chiese asilo al suo amico Silvio, mentre la terribile regina iniziò un nuovo regime che prevedeva l'abolizione dell'ICI sulla prima casa, l'abbassamento delle tasse, e, in più, introdusse la parola dissesto nel suo programma elettorale, una parola fino a ora sconosciuta ai tarantini, ma che erano sicuri avrebbe portato in alto l'economia della città. Nonostante la vasta produzione di cozze, a Taranto fu dichiarato, pensate un po', il dissesto, e così cozzari e zacchei si allearono dando la caccia alla regina Rossana che fu sorpresa all'aeroporto da una troupe di Studio Aperto mentre si recava con diciotto borsoni (contenenti non si sa che cosa) a Santo Domingo, ufficialmente per aiutare i bambini poveri. Pare che alla troupe di Studio Aperto abbia riferito le testuali parole: "Non è come sembra... io non ne sapevo nulla!". Fu da allora che a Taranto vissero alleati cozzari, zacchei e zuinghi (una nuova specie nata dall'incrocio tra una cozza e Giancarlo Cito).

Popolazione Tarantina

MILANO MERDA

L'università

L'università a Taranto comprende:

  • Scienze della formazione Agraria
  • Giurisprudenza delle raccomandazioni
  • Fisioterapia e mitilicoltura
  • Perito fognario
  • Ingegnere dei pozzi neri
  • Architetto dei tombini
  • Cassieristica all'Auchan
  • Infermieristica della malasanità
  • Bilancio nell'Amministrazione pubblica
  • Centralinista alla Teleperformance
  • Tecnico della prevenzione per incidenti in ascensore
  • Corso di laurea in "macchetiscriviafatantosaraidisoccupatolostesso"

Eroi tarantini

Il mitico Cito - del quale l'esistenza non è certa - fondò la bella Taranto e la rese una metropoli sottosviluppata dell'ex Magna Grecia. Attivissimo sindaco, campanilista e neo-fascista, si distinse per i suoi proverbiali editti, con i quali colpiva impiegati comunali fannulloni, bighellonatori e mangiatori di cozze con il vibrione del colera. L'intera città, nonostante questo, lo ricorda (e lo rimpiange) perché ha aggiustato qualche schifoso marciapiede e non per aver avuto rapporti con il top delle famiglie mafiose della città. Questa figura mitologica è entrata a far parte anche del mondo del Rap mediante il suo brano inedito "Cito Rap", riuscendo a convertire mostri dell'antica Grecia quali Zacalicius al mondo della musica.

  • Il mitico Zacalicius - nato come filosofo e divenuto cozzaro cantante tarantino, ha trattato argomenti di portata nazionale quali: le polpette di sua madre nei giorni festivi, i suoi problemi con la droga di cui lui si fa vanto, i festini a base di alcool e droga, ove vi era la partecipazione secondo alcune indiscrezioni di Pingu, e della donna tarantina prima di iniziare la procreazione.
  • Il grande Thomas - costui era famoso a Porto Pirrone per la sua estrema allegria, mentre faceva il bagno in piena estate cantando a squarciagola canzoni napoletane (notare che era di statura bassa ma molto larga), putroppo è venuto a mancare un po' di anni fa, destando sconforto e togliendo l'allegria che colpiva chiunque andasse lì al mare, dove si divertiva a sentire e vedere quel "enorme ragazzo".
  • Il leggendario Damiano "u'nzvùs'" (lo sporco) - Quest'uomo, raggiunti i 150 anni di età, è da 130 il paninaro più sudicio di Taranto. Aperto tutta la notte, si va da lui per incontrare tanta bella gente: dal diciottenne "fighetto" nuovo di MiniCooper e fidanzatina, che pensa sia figo andare a insozzare la sua bella giacca col lezzo di frittura del posto, fino al più classico dei "cozzari". Chiuso più volte per risse a causa di una puccia, passa alla storia per i suoi panini con tutto ciò che volete, incluse lasagne, polpette, e goulash. Tutto rigorosamente vecchio di mesi e dai colori sgargianti, ma il massimo sono le sue celebri fritture. Inoltre, la sua roba è così buona che si muove da sola: in molti giurano di aver visto i polletti scappare dal bancone con le proprie zampette, o le lasagne saltellare nella vaschetta. Infine, Damiano ha appeso al muro il calendario del Duce, che si procura in esclusiva con svariati mesi di anticipo sull'anno nuovo.

Da qualche tempo Damiano ha aperto un suo blog fatto apposta per ricevere insulti: mi raccomando, insultatelo sempre in forma anonima e quando siete da lui fingete di non sapere nulla sul suo guestbook. Famosa è la sua pubblicità che riscuote grande successo nella città dei Due Mari: "Da Damiano, lo stesso olio dal...1916".

Vocabolario

Taranto ha un vocabolario con una lingua tutta sua. Per certi versi assomiglia al napoletano, anche se non ne è completamente identico. Espressioni come:

  • "mo l'avè" ("Adesso le devi avere", riferito alle botte)
  • "ce ste cumbin" ("Che cosa stai combinando?")
  • "mi ste' cac' u' cazz' " ("Mi stai tediando")
  • "ancora cade" ("Potrebbe cadere se non fai qualcosa per evitarlo")
  • "si è cresciuto la barba" ("Si è fatto crescere la barba")
  • "andare ad arrivare al negozio" ("Andare al negozio")
  • "scendi la monnezza" ("Getta la spazzatura")
  • "scendi il cane che lo piscio" ("Fa' scendere il cane in modo che possa portarlo ad urinare") o "scendi il cane che lo gioco" ("Fa' scendere il cane, cosicché possa farlo svagare per mezzo di attività ludiche")

Rendono la lingua tarantina comprensibile come un soffio vicino a un trapano elettrico.

Il linguaggio di Taranto, però, non è solamente raffigurato come espressione orale, ma anche gestuale: spesso e volentieri i tarantini, per indicare una persona obesa o, comunque, robusta, cercano in ogni maniera di allargare il più possibile le braccia intorno al proprio corpo per mostrare la stazza. Inoltre, va notato che, nonostante tutti e quando dico tutti, intendo anche quel bimbo in fasce nella carrozzina, parlino e scrivano in dialetto, nessuno è in grado di scriverlo correttamente e questo la dice lunga sulla presunta "cultura" di questo piccolo villaggio del nord Africa ai limiti della civilizzazione, ivi compresi gli autori di questo articolo. Va infatti detto che il dialetto tarantino è tanto difficile da parlare quanto da scrivere. Infatti, per risparmiare tempo (perché il tarantino non ha niente da fare e vuole farlo per più tempo possibile) la maggior parte degli indigeni si esprime a versi: infatti è più verosimile che un amico ti saluti esclamando "OOOOOOOH! 'T'appost'?!" ("Ehi! Tutto bene?", dove il numero delle "o" è direttamente proporzionale alla sorpresa e/o al piacere di vedere una vecchia conoscenza) piuttosto che con un linguaggio simile all'italiano. Infatti a Taranto esistono 2 dialetti.

Il dialetto di Taranto nuova

Più simile ad una volgarizzazione dell'itagliano che un vero e proprio dialetto. La scrittura è più simile al Sanscrito scritto da un Senegalese ceco che scrive con la destra, anche se è mancino. Alcune tra le più belle perle di questa relativamente moderna, ma ancora indecifrabile scrittura le troviamo in questo articolo e in questo video .

Il dialetto di Taranto vecchia

Ormai quasi scomparso e parlato solo dagli anziani del villaggio e dagli spacciatori di droga dei vicoli del borgo antico per non farsi sgamare dalla questura (trad.: Polizia). La pronuncia e la lettura di questo linguaggio è pressoché impossibile e sconosciuta ai più, anche se qualche tarantino nella sua carriera scolastica, specialmente alle elementari o alle medie, è stato costretto a imparare occasionalmente per una recita o ad UNA lezione di studi sociali a scrivere qualche parola o a studiare qualche poesia rigorosamente di stampo religioso nel vero dialetto, dimenticando tutto nel giro di qualche settimana ovviamente.