Salvatore Riina

Da Nonciclopedia, cioè, 'sti cazzi.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Template:Mafia

« Questa è Cosa Nostra! »
(Totò Riina su proprietà privata)
« Sono innociènte Vostro Onòre, lo giuro sulla vostra testa! »
(Totò Riina davanti ai PM)
« Stu cazzu i telecumannu un cancia canali... »
(Riina con in mano un detonatore)


Totò saluta i giornalisti.

Biografia

Salvatore Riina, noto tra gli ambienti della Caritas e di Amnesty International anche col nomignolo di Totò u'Curtu (per via delle dimensioni del suo pene) è un noto filantropo, che ha dedicato tutta la sua vita all'assistenza e alla cura del prossimo diventando attivo membro di organizzazioni umanitarie senza scopo di lucro come Emergency, la ONLUS e Cosa Nostra. Fin da piccolo Totò fece il suo dovere. Oltre a lavorare e a leccare sempre il culo a suo padre chiedendogli perché gli fece una minchia così piccola, tanto da avere un soprannome detto u curtu, Salvatore sin dall'età dell'adolescenza iniziò a fare delle cose per guadagnare dei sodi in più, come: Rubare gli scarichi delle fogne come merda, pipì, rovescio ecc. per poi rivenderla ai filantropi come lui, difatti per questo all'età di 13 anni Totò perse il padre Giovanni ed il fratello Francesco di sette anni, quando gli venne un cancro a via di supportare la sua puzza di merda e di tutto quello che lui visse nelle fogne. Insomma, poi si trovò altri modi per guadagnare soldi unendosi con la sua banda insieme a Luciano Leggio, Bernardo Provenzano, dottor Michele Navarra ecc. Tutti insieme successivamente divennero la prima clicca dei bimbiminchia di Corleone facendo altre cazzate tra cui: rubare le gonne alle vecchiette; rubare le caramelle a Placido Rizzotto e ai suoi uomini del prmc, ovvero (Partito Ragazzi Minchia Comunisti. All'età di 19 anni il licantropo venne ucciso per aversela fatta inculare dal un suo coetaneo. 12 anni dopo fu scarcerato perchè fino gli sbirri si sono stuffatti di tenerlo per supportare la sua puzza di fogna di cui era vissuto. Insieme a liggio e alla sua banda si occupò di depilazione clandestina, cioè insieme a Liggio e alla sua banda Riina e la sua banda si fecero pulire da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, anche loro morirono di cacro nella strage di Capaci quando raccolsero le sue spocizie e li buttarono sotto il ponte dell'autostrada, due giorni dopo passarono dal ponte e quest'ultimo cadde per via della lorderie che si erano decomposti ai piedi del ponte, immaginatevi che tragedia, fino al il ponte gli venne il cancro.


Attaccato alla famiglia, inizia a farsi strada tra le brave persone della Sicilia e, tra uno sparo e l'altro, un aiutino ricevuto dal giovane Omino Silvio e il sostegno del noto scheletro parlante Vito Ciancimino, diventa leader dell'organizzazione benefica Cosa Nostra, grazie soprattutto all'aiuto del suo mentore, quel nobiluomo di Luciano Liggio.

Le opere di bene

Nel 1992 si fa ideatore e promotore, con enorme successo, della campagna umanitaria "Un mafioso per amico", dove si cerca di favorire una proficua collaborazione tra commercianti e Cosa Nostra avendo sempre come fine il bene del prossimo, purché il prossimo sia lui o uno della sua famiglia. Nel 1993 dà il via al progetto "Trenta ore ancora in vita", nato sulla scia di Telethon e destinato alla raccolta fondi per i mafiosi bisognosi d'affetto.


Totò Riina ha distribuito bene a tantissime persone, un bene tangibile, palpabile, di calibro molto grosso. Non tutti possono dire lo stesso.

Tra i principali beneficiari del suo immenso e spassionato altruismo ricordiamo:

  • Pietro Scaglione;
  • Mario Francese;
  • Michele Reina;
  • Boris Giuliano;
  • Cesare Terranova;
  • Piersanti Mattarella;
  • Pio La Torre;
  • Carlo Alberto Dalla Chiesa;
  • Rocco Chinnici;
  • Beppe Montana e Ninni Cassarà;
  • Libero Grassi;
  • Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

I familiari vorrebbero ancora ringraziarlo per l'attenzione particolare dedicata a queste persone ma Totò, sempre schivo e modesto, sa anche mettersi da parte al momento giusto, sa anche isolarsi dal resto del mondo e va detto che da 16 anni a questa parte ci sta riuscendo benissimo.

1991:Totò Riina dona un milione di euro all'Associazione italiana vittime della mafia.

Progetto beatificazione

Ultimamente sono state avviate le pratiche per la beatificazione di Totò Riina sebbene sia ancora in vita. "Possiamo ovviare noi a questo fastidioso inconveniente" - ha dichiarato il direttore del residence dove il noto filantropo si trova in vacanza ma la sua proposta, benché generosa, è stata subito accantonata.

Si è pensato così, visti gli importanti meriti acquisiti sul campo, di farlo Santo anche da vivo ma lui ha dichiarato: "...se mai avessi a divintari santo, vulissi la coppola al posto dell'aurreola..." facendo capire chiaramente che se San Francesco parlava ai lupi, lui vorrebbe continuare a parlare alle lupare.

Amici

Video