Nonnotizie:Il Monte dei Paschi di Siena evita il crack, la soluzione del governo è comunque stupefacente!

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23 dicembre 2016


I vostri risparmi sono al sicuro (nelle nostre tasche).

Il presidente del Monte Paschi: "Il 2016 è stato un anno difficile, ma oramai ne siamo fuori. Anzi, visto che mancano pochi giorni, colgo l'occasione per farvi gli auguri!".

Per dovere di cronaca facciamo un rapido riassunto, tralasciando i motivi della crisi altrimenti si dovrebbe scrivere un'opera in sei volumi.

La parola d'ordine è stata: "niente panico". È vero, la situazione del Monte dei Paschi di Siena è grave, potremmo anche definirla preoccupante, ma forse sarebbe più corretto "un'ecatombe mai vista prima". Tuttavia è stata monitorata costantemente dal governo, che si è sempre dichiarato pronto ad intervenire, qualora ce ne fosse stato bisogno, mettendo mano al portafoglio. Il nostro.
Nel frattempo alla banca mancava qualche euro, più o meno 5 miliardi, quindi il CdA le ha provate davvero tutte.

In prima battuta ha tentato la conversione dei bond subordinati in azioni, che ha fruttato 2 miliardi e rotti. Un discreto successo, ma era scontato che lo fosse. Nel 2008 quei gran paraculi li avevano spacciati per "affarone", parecchi c'erano cascati. Per chi non è particolarmente acculturato su tali questioni, i bond subordinati sono qualcosa di simile ad un buon prosciutto venduto ad un prezzo ridicolo, ma è esposto fuori dal negozio e c'è il grosso rischio che qualcuno lo rubi. Poi c'è un altro problema: in caso di fallimento del pizzicagnolo esistono i creditori privilegiati. Costoro (banche, Stato, nobiltà, alti prelati e soggetti che lo sono per diritto di nascita chiamati "creditori chirografari", meglio conosciuti come supercazzolari) hanno già prenotato il magro, il grasso e gran parte della cotenna. Ai "creditori di massa" restano di solito l'osso e le bestemmie.
A questo punto, la scelta era obbligata: si è trattato di riconvertire qualcosa che non avrebbero mai incassato, in qualcos'altro che gli frutterà meno incazzatura. Sempre che si sbrighino a vendere le azioni e che trovino il pollo disposto ad acquistarle.

Altri 3 miliardi dovevano arrivare da un anchor investor, l'investitore di peso che trascina il resto del mercato. Che poi anchor significa ancora, che è quell'attrezzo che immobilizza la nave, quindi non si capisce per quale cazzo di ragione dovrebbe trascinare qualcosa. Vabbè.
Questo fantomatico personaggio è come il fuoriclasse che la tua squadra sta per acquistare nel mercato estivo, si fanno i nomi di Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, poi ti dovrai accontentare di Alessandro Matri. In questo caso, a mettere i soldi doveva essere il fondo sovrano del Qatar (2 miliardi); nel pomeriggio si era passati a cordata di grandi imprenditori europei (1 miliardo); in serata si parlava di allevatore di maiali di Campobasso (1 centinaio di euro).

Per fortuna siamo in buone mani.

Ovviamente è andata male. D'altra parte, parliamoci chiaro: "Chi può essere tanto cretino da mettere soldi in una banca con entrambi i piedi nella fossa?!" Nessuno, a parte lo Stato.

Si aprivano due scenari: il bail-in (salvataggio dall'interno) e il burden sharing (ripartizione degli oneri). Nel primo caso le possibilità di successo non erano molte, perché si sarebbe trattato di prelevare soldi dai conti correnti sopra i centomila euro. Il problema principale era che i possessori di tali cifre sul conto sono stati classificati PE (Probabilmente estinti) nel 1997 e comunque, qualora esistessero, sarebbero abbastanza furbi da far sparire la pecunia dal conto prima del salasso. Restava il piano B, ripartire gli oneri tra tutti. A questo punto è sorto l'equivoco: logica avrebbe fatto pensare a "tutti quelli che si erano arricchiti con le operazioni finanziarie della banca", magari a "tutti quelli che avevano provato a guadagnare qualche euro investendo parte dei risparmi", invece stavano parlando degli italiani. Tutti.
Il Consiglio dei ministri straordinario, iniziato alle 23.35 e finito dopo 7 minuti (caffè compreso), ha approvato l'atteso decreto legge con misure a tutela dei risparmiatori: l'operazione sarà effettuata aumentando il debito pubblico. Nelle lungaggini per arrivare alla decisione, molto hanno pesato i 5 minuti che sono serviti per spiegare il termine "Paschi" a Maurizio Gasparri. Comunque, siccome pareva brutto fare le ore piccole in Parlamento per la sciocchezza di 5 miliardi, l'intervento sarà di 20. A conti fatti: 20000000000 / 60592547 = 330 euro (e spicci) a cranio, poppanti compresi.

Il ministro dell'Economia Carcarlo Pravettoni... no, scusate... Pier Carlo Padoan ha spiegato: "Era l'unica soluzione per scongiurare un effetto a catena sulle altre banche".
È parere di molti che la catena andrebbe usata per picchiare questi bastardi figli di puttana.

Fonti

  • Il Sole 24 ore, anche se era notte fonda quando è uscita la notizia.