Nonbooks:Stringere la mano

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Pensare di farlo è normale, ma non saremo noi ad incoraggiarvi.
« Stringete la mano a qualcuno e lui vi insulta gli antenati? »
(Vi serve questo manuale.)
« Vi danno la mano e sembra di toccare un sarago? »
(Vi serve questo manuale.)
« Siete un naziskin e vi presentano il rabbino della vostra città? »
(Vi serve questo manuale.)
« State per intervistare un noto rapper e volete salutarlo in modo appropriato? »
(Vi serve questo manuale. Per il vostro bene.)
« Dovete andare ad un colloquio di lavoro e vi sudano le mani che sembrano due tartine imburrate? »
(Per questo non possiamo aiutarvi.)

Molte volte ci capita di stringere la mano ad un'altra persona e restare imbarazzati dall'esito del gesto. L'atto risulta fortemente condizionato dalle dinamiche psicofisiche, ma questo si era già capito con l'esperimento Bakke-Askerød. I due psicologi norvegesi, dopo uno studio durato circa sei minuti[1], formularono la loro prima legge:

« Se ti presentano una megatopona, e tu sembri Steve Buscemi, è probabile che la sua mano somiglierà ad un trancio di halibut. »
(Henning Bakke-Kåre Askerød, Percettologia lontano dai pasti, Nordfjordeid 1964, Edizioni Paoline.)

È estremamente difficile stringere la mano nel modo giusto, di solito non conosciamo l'altro e si vengono a creare situazioni particolari, che andrebbero "gestite" con metodo.
Questo manuale vi porrà di fronte alle più comuni, consigliandovi l'approccio migliore.
Sarà anche utile qualora, a fronte di casi specifici, la stretta vada sostituita con una forma di saluto più adatta[2].

« Datevi la mano e niente colpi bassi. »
(Heinz Burgsmüller, arbitro della finale olimpica pesi massimi, ai due pugili.)
« Cazzo dici?! Ma non li hai visti i guantoni?! »
(I due pugili in coro.)

Situazioni comuni

I vari tipi.
  1. La normale: detta anche "magari capitasse". È rara come il Penny Nero, soltanto lo 0,0000016% della popolazione mondiale l'ha provata una volta nella vita. Esistono persone che hanno scalato l'Everest sei volte, battuto i Masai nei salti e domato un alpaca, senza avere questa fortuna. Approccio: valutate la massa muscolare dell'altro e cercate di dosare la giusta forza. Consiglio: nel caso altamente improbabile che vada bene evitate di gridare e gioire in modo chiassoso, limitatevi a sorridere.
  2. La morsa: solitamente utilizzata dal maschio alfa per scoraggiare eventuali pretendenti al suo regno. Egli si allena in palestra tutti i giorni, con esercizi specifici. La sua mano esercita una pressione compresa tra il morso del pitbull e la pressa dello sfasciacarrozze. Approccio: valutate l'avambraccio del soggetto. Nel caso fosse coperto dagli abiti, fate caso al modo in cui vi presenta la mano: se la estrae come fosse una Colt 45, aspettatevi tale stretta. Consiglio: non piangete, non date segno della vostra sofferenza, quel bastardo ci gode.
  3. L'indesiderata: detta anche "necessaria però che palle". Potrete utilizzarla principalmente in due occasioni: nelle riunioni di classe (quando vi trovate di fronte il bullo o il leccaculo del professore) e in politica (quando dovete cercare voti tra le minoranze e siete nella lista CasaPound. Approccio: portate avanti la mano lentamente, quando state per arrivare al contatto ritraetela e salutate qualcuno in fondo alla sala, va benissimo anche l'attaccapanni, esclamando "Ciao Gino, dammi un attimo e sono da te!" Consiglio: nel caso che il tipo abbia ancora la mano tesa, dategli una pacca sulla spalla continuando a fissare "Gino".
  4. La sufficiente: detta anche "a pesce morto". È generalmente usata dalle donne, soprattutto dalle grandi gnocche e da quelle che si reputano tali (pur assomigliando al davanti della Fiat 600 multipla). Approccio: la riconoscete per la posizione delle dita, penzolanti verso il basso come colpite da paralisi. Se ricordate Hans Wilhelm Friederich Kemp, il poliziotto di Frankenstein Junior, avete un quadro preciso. Consiglio: di solito il contatto non va oltre i due secondi, forse pochi per avere un orgasmo. Fotografate mentalmente la tipa, potrete immaginare in seguito che con quella manina delicata vi carezzi il puparuo la guancia.
  5. La sportiva: detta anche "bella regà". È usata quasi esclusivamente dai maschi, spesso prima di una partita a calcetto e quasi sempre per salutarsi dopo un puttan tour. Approccio: si riconosce subito perché l'altro sembra che intenda sfidarvi a braccio di ferro. Per fare bella figura si deve cozzare con la spalla su quella dell'altro, in tal modo si guadagna la stima incondizionata del branco e il diritto a scoreggiare liberamente durante lo sforzo agonistico. Consiglio: mai fare l'errore di andare bassi con la propria mano tentando la stretta classica, l'altro balzerebbe all'indietro proteggendosi il pacco e vi additerebbe come individuo da tenere a debita distanza durante la doccia.
  6. La rappata: conosciuta meglio come "daje fratè". Tipico saluto della ghenga, segno di fratellanza e disponibilità a morire uno per l'altro, a chiacchiere. In realtà, la banda è formata da infidi serpenti pronti a venderti alla pula per una dose. Approccio: ci si predispone accompagnandola con un movimento chiamato "little oh-yeah", ottenibile piegandosi di lato e leggermente all'indietro, come se si stesse caricando una capocciata da dare nei denti, ma molto più lento e fluido. Consiglio: prestare attenzione alla velocità e alla potenza con cui si sferra il pugnetto, c'è gente che ha perso l'uso del medio a causa della rottura del tendine, colpito troppo duramente dalla nocca dell'altro (che a causa di ciò ha perso la vita).
  7. La politica: detta anche "l'oliatina" (in napoletano "capisciammé"). Non è possibile utilizzarla in pubblico, anche se è praticamente obbligatoria "nel pubblico". I politici la conoscono bene, anche troppo, la spiegazione vale quindi per tutti gli altri. Approccio: la mazzetta deve essere poco visibile e recuperata subito prima del gesto. L'esperto individuo che avete di fronte capirà, guardandovi mettere la mano in tasca, che tutto sta andando come da prassi. Consiglio: non siate avari. Ogni politico possiede un bilancino da orefice impiantato nel palmo, è in grado quindi di stabilire dal peso del denaro il suo conseguente valore, con un margine di errore di appena 5 euro per milione.
  8. La nobile: conosciuta come "io so io e voi non siete un cazzo", usata da una particolare categoria di vedove. Di solito ci troviamo di fronte ad uno sfiorito avanzo di casino, capace in passato di convincere (a suon di pompini) un vecchio titolato a sposarla. Approccio: la tizia vi porrà la mano a pesce morto, però tenendola più in alto. Chiaramente si aspetta il baciamano, ma sarebbe un gravissimo errore indugiare in esso. Consiglio: una volta afferrate le sue dita, applicate le tecniche aikidō che avete visto fare a Steven Seagal. Quando sarà in ginocchio, godetevi la rivalsa sociale offerta dalle sue suppliche.
  9. La zingara: importata dalla Romania nei primi del novecento. È usata per valutare la consistenza economica dell'interlocutore, deducendola dall'orologio che indossa. Approccio: fingetevi mancino e giocate d'anticipo porgendo la mano sinistra. L'altro sarà inizialmente sorpreso, ma farà altrettanto. A questo punto, ruotate il polso in senso antiorario e mettete a frutto il Corso di orologeria fatto alla CEPU. Consiglio: tutto questo non servirà a nulla se non avrete frequentato anche il corso avanzato di borseggio.
  10. La marpiona: detta anche "a miciomao". Finita in disuso e dimenticata alla fine degli anni '80, dopo aver raggiunto il massimo splendore negli anni '70. Il piccolo movimento dell'indice, un solletico appena accennato, doveva suggerire all'interlocutore la propria disponibilità a congiungersi carnalmente. Approccio: la tecnica imponeva di effettuarlo in modo quasi impercettibile. Così facendo il dubbio era lecito, ma in presenza di un soggetto "ricettivo" la trombata era a portata di mano. Consiglio: il gesto era praticato in modo trasversale, a prescindere dall'orientamento sessuale. Ovviamente, nel caso vogliate provarlo, tenete presente l'età anagrafica del soggetto: potrebbe ricordare il suo significato, non condividere i vostri gusti in fatto di sesso, e spaccarvi la mandibola con un pugno in faccia.
  11. La paterna: spesso utilizzata dai pontefici. Giovanni Paolo II ne era un estimatore, ma secondo i bene informati era più che altro una necessità: la mano da stringere gli sarebbe sgusciata via a causa del suo problemuccio. Approccio: se vedete che all'altro tremano le mani, cercate di sincronizzarvi con lui iniziando a muovere convulsamente anche le vostre. Questo lo toglierà dal comprensibile disagio e ve lo farete amico. Consiglio: nel caso siano le vostre a tremare, ci dispiace moltissimo.
  12. La "col cazzo": come quella tra un tizio che pensava di contare qualcosa e il sovrano Harald V di Norvegia. Il simpatico ragazzotto, poco avvezzo alla rigida etichetta aristocratica, ha rischiato di essere arrestato per il reato di lesa maestà. Un'occasione sfumata. Approccio: non ci provate nemmeno. Consiglio: toglietevelo dalla testa.

Casi celebri

Note

  1. ^ stava per iniziare la partita Rosenborg-Lillestrøm
  2. ^ non stiamo parlando del dito medio

Voci correlate