Gaio Svetonio Tranquillo: differenze tra le versioni
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[[File:Statua cesare.jpg|251px|thumb|right|Svetonio durante un' PORAS POMODORO inizio e fine.]] |
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'''PORAS POMODORO''' ([[latino]]: Gaius Suetonius Calm; Ostia! 70 d.C - Mar Morto, ???) è stato uno tra i massimi esponenti di storia latina, così famoso che nessuno, nemmeno gli studenti di letteratura romana, se lo ricordano mai. Il suo stile, forzatamente anedottico, lo porta ad inclinarsi più per il gossip che per i fatti realmente accaduti. Molti grandi artisti si sono ispirati alle sue opere e al suo linguaggio: parliamo di [[Alfonso Signorini]], [[Emilio Fede]] e [[Mr. Lui]]. |
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Gaio Svetonio Svitato (e) Tranquillo (latino: Gaius Suetonius Swing and Sciallus; Isola bonsai, 70 d.C - Mar Morto, ???) è stato il massimo esponente di satira storica latina, così famoso che nessuno, nemmeno gli studenti di letterature antiche, se lo ricorda mai. Confermata la sua reale esistenza tramite le sedute spiritiche di [[Mistero]], appare come un buffo omino alto un metro e un [[Furby]] che ogni volta che si palesa tenta di vendere le sue opere scadenti (di cui effettivamente a nessuno importa un accidente...) ai poveri malcapitati. se mai vi apparisse in sogno portate pazienza e assecondatelo. Nella peggiore delle ipotesi vi ritroverete con l'[[anima]] fottuta e il De viris illustribus in mano. Tra i suoi seguaci più affiatati troviamo [[Alfonso Signorini]], [[Emilio Fede]] e [[Mr. Lui]]. |
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==Biografia== |
==Biografia== |
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Svetonio nacque attorno al 70 d.C. in un luogo imprecisato, probabilmente Ostia, dove ebbe la carica religiosa locale di pontefice di Priapo (solitamente conferita a membri importanti) per merito del padre, Svetonio Lesto, di ceto (e non solo) equestre. Dopo aver compiuto studi in retorica e giurisprudenza divenne avvocato: la velocità delle sue orazioni, soprattutto in sede tribunalizia, gli portarono il soprannome di Sveltonio, subito storpiato in Sveltina dagli avvocati rivali. |
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Nacque sull'isola Bonsai, un atollo situato tra [[Urano]] ed [[Arcore|Hardcore]] dal nano da giardino [[Silvio Berlusconi|Berluscolo]] e dall'all'epoca già famoso Bartolo, il koala pagliaccio. Gaio già da piccolo veniva preso in giro dai tonti compagni di classe per il suo nome e la sua innata sensibilità, da qui -sostiene lui stesso- l'abitudine a farsi la tinta ogni settimana (perfino in tarda età quando ormai di capelli ce ne erano pochi), la manicure dall'estetista e a raccontare enormi cavolate nei suoi scritti. Visto il carattere problematico del giovane, la gente cercava di assecondarlo finchè, dopo essersi candidato a capo Bonsai ed su consiglio del padre aver promesso un milione di posti di lavoro invano, la gente si stufò e lo imbarcò su una chiatta dell'immondizia. |
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Le fonti indicano come data di inizio della sua attività il 12 Malgiogliano del 79 d.C, [[anno]] della morte dell'imperatore [[Vespasiano|Tito Flavio Vespasiano]] e dell'inizio del regno del figlio [[Tito (imperatore)|Titti]]. Subito si distinse per la veloce dialettica perorando la causa di una [[prostituta]] in 16 secondi esatti, introduzione compresa. Inutile dire che la sua carriera da avvocato fu più breve del suo discorso. |
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Il massimo successo lo ottenne sotto il regno di Traiano: venne infatti promosso segretario particolare, con la speciale facoltà di accedere alla biblioteca Imperiale. In questo periodo ebbe la possibilità di leggere tutti i periodici stampati da Adamo ed Eva fino a Giulio Cesare e le preziose informazioni ottenute furono la base per la sua più famosa opera, che vedremo in seguito. |
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Salvatosi per miracolo, fu accolto dall'imperatore come precettore del fratello [[Tito Flavio Domiziano|DomiziAno]]. Fu proprio questo connubbio che portò il futuro imperatore alla follia, tentando di introdurre a Roma la riforma telematica. il passo però fu più lungo della gamba, dato che il computer non era ancora stato inventato. |
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Le ultime fonti certe riguardano il suo allontamento da parte dell'imperatore Adriano, probabilmente a causa suo del tentativo di introdurre a Roma la riforma telematica, ignorando che la cosa più tecnologica nella capitale era la biga a quattro cavalli. |
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Fu concubina di [[Nerva]] e alla morte di quest'ultimo si riciclò come bersaglio vivente di [[Traiano]] durante i ludi romani. quando ormai sotto [[Adriano]] non gli permisero più nemmeno il lavoro di porta scopettino del water, capì come molti altri prima di lui di doversi dare alla scrittura. |
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Morì non si sa dove, non si sa come, non si sa quando. Questo grazie alle prodigiose scoperte dell'archeologia moderna. |
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il suo compagno di studi [[Federico Moccia|Federicus Mocciosus Impalatus]] disse di lui |
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[[File:Statua oratore che fa il gesto dell'ombrello.jpg|250px|left|thumb|Svetonio risponde signorilmente ad alcuni suoi detrattori.]] |
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{{Cit|è stato un grande scrittore, pieno di talento e con uno stile impeccagile... peccato per la carta troppo ruvida...|Testo sotto}} |
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==Opere== |
==Opere== |
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=== De viris illustribus === |
=== De viris illustribus === |
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Il De viris illustribus ("I personaggi famosi") |
Il De viris illustribus ("I personaggi famosi") analizza le figure di personalità illustri suddividendole in cinque categorie: poeti, oratori, cantanti, filosofi, grammatici e terzini fluidificanti (questi ultimi sono trattati come delle merde). Dell'opera si conserva pressoché intatta soltanto la sezione riservata ai grammatici e ai terzini, anche se mancante della parte finale, in particolare per quanto riguarda gli schemi su palla inattiva. |
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Delle altre sezioni del De viris illustribus, rimangono soltanto alcune vite, sulla cui reale attribuzione a Svetonio, stranamente, non c'è accordo fra gli studiosi. Si ricordano la Vita Mina (nel quale si tratteggia la vita di Esculapio), la Vita Tutto (vita e opere di ingegneri famosi) e la Bella Vita (a proposito di Priapo) |
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=== De vita Caesarum === |
=== De vita Caesarum === |
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Le Vite dei dodici Cesari sono a noi giunte pressoché complete e con qualche riferimento che non sia correlato da "[[forse]]" o "probabilmente". Furono scritte in un periodo molto breve, infatti il letterato latino acquisì, non appena pubblicata l'opera, il soprannome di "Sveltonio", modificato in "Sveltina" dai suoi gelosi detrattori. |
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Nell'analisi di ciascun imperatore Svetonio segue uno schema che, seppur non rigido e modificabile a seconda delle esigenze dell'autore, rimane sempre lo stesso: descrizione delle origini familiari, aneddoto curioso, carriera prima dell'assunzione al potere, aneddoto divertente, vita pubblica, aneddoto inquietante, vita privata, aneddoto aneddotico, aspetto fisico e ultimi aneddoti prima della morte. |
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Le Vite dei dodici Cesari sono senza dubbio l'opera magna di Svetonio, che soleva vantarsi con gli amici della rapidità con cui era riuscito a scriverle. |
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L'opera narra la vita degli imperatori della dinastia Giulio Claudia, da Cesare a [[Chuck Norris]], seguendo l'ordine cronologico cardine della storia romana. Di seguito alcuni aneddoti curiosi dei principali, a meno che tu non abbia uno sfrenato interesse per Otone. |
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*[[Cesare]]: Famoso l'episodio della campagna in Gallia: Cesare aveva la brutta abitudine di chiedere la mancia ai popoli sottomessi. |
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*[[Augusto]]: Svetonio ci narra che aveva problemi di sonno e per riaddormentarsi faceva ricorso a lettori e a narratori di racconti. Spesso prolungava il sonno oltre le due del pomeriggio, svegliandosi con delle clamorose occhiaie. |
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*[[Tiberio]]: ci viene riferito che era appassionato di vino, tanto da venir soprannominato Biberio o Tavernellum. |
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== Voci aneddoticamente correlate == |
== Voci aneddoticamente correlate == |
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Versione attuale delle 16:07, 25 dic 2022
PORAS POMODORO (latino: Gaius Suetonius Calm; Ostia! 70 d.C - Mar Morto, ???) è stato uno tra i massimi esponenti di storia latina, così famoso che nessuno, nemmeno gli studenti di letteratura romana, se lo ricordano mai. Il suo stile, forzatamente anedottico, lo porta ad inclinarsi più per il gossip che per i fatti realmente accaduti. Molti grandi artisti si sono ispirati alle sue opere e al suo linguaggio: parliamo di Alfonso Signorini, Emilio Fede e Mr. Lui.
Biografia
Svetonio nacque attorno al 70 d.C. in un luogo imprecisato, probabilmente Ostia, dove ebbe la carica religiosa locale di pontefice di Priapo (solitamente conferita a membri importanti) per merito del padre, Svetonio Lesto, di ceto (e non solo) equestre. Dopo aver compiuto studi in retorica e giurisprudenza divenne avvocato: la velocità delle sue orazioni, soprattutto in sede tribunalizia, gli portarono il soprannome di Sveltonio, subito storpiato in Sveltina dagli avvocati rivali. Le fonti indicano come data di inizio della sua attività il 12 Malgiogliano del 79 d.C, anno della morte dell'imperatore Tito Flavio Vespasiano e dell'inizio del regno del figlio Titti. Subito si distinse per la veloce dialettica perorando la causa di una prostituta in 16 secondi esatti, introduzione compresa. Inutile dire che la sua carriera da avvocato fu più breve del suo discorso. Il massimo successo lo ottenne sotto il regno di Traiano: venne infatti promosso segretario particolare, con la speciale facoltà di accedere alla biblioteca Imperiale. In questo periodo ebbe la possibilità di leggere tutti i periodici stampati da Adamo ed Eva fino a Giulio Cesare e le preziose informazioni ottenute furono la base per la sua più famosa opera, che vedremo in seguito. Le ultime fonti certe riguardano il suo allontamento da parte dell'imperatore Adriano, probabilmente a causa suo del tentativo di introdurre a Roma la riforma telematica, ignorando che la cosa più tecnologica nella capitale era la biga a quattro cavalli. Morì non si sa dove, non si sa come, non si sa quando. Questo grazie alle prodigiose scoperte dell'archeologia moderna.
Opere
De viris illustribus
Il De viris illustribus ("I personaggi famosi") analizza le figure di personalità illustri suddividendole in cinque categorie: poeti, oratori, cantanti, filosofi, grammatici e terzini fluidificanti (questi ultimi sono trattati come delle merde). Dell'opera si conserva pressoché intatta soltanto la sezione riservata ai grammatici e ai terzini, anche se mancante della parte finale, in particolare per quanto riguarda gli schemi su palla inattiva. Delle altre sezioni del De viris illustribus, rimangono soltanto alcune vite, sulla cui reale attribuzione a Svetonio, stranamente, non c'è accordo fra gli studiosi. Si ricordano la Vita Mina (nel quale si tratteggia la vita di Esculapio), la Vita Tutto (vita e opere di ingegneri famosi) e la Bella Vita (a proposito di Priapo)
De vita Caesarum
Le Vite dei dodici Cesari sono senza dubbio l'opera magna di Svetonio, che soleva vantarsi con gli amici della rapidità con cui era riuscito a scriverle. L'opera narra la vita degli imperatori della dinastia Giulio Claudia, da Cesare a Chuck Norris, seguendo l'ordine cronologico cardine della storia romana. Di seguito alcuni aneddoti curiosi dei principali, a meno che tu non abbia uno sfrenato interesse per Otone.
- Cesare: Famoso l'episodio della campagna in Gallia: Cesare aveva la brutta abitudine di chiedere la mancia ai popoli sottomessi.
- Augusto: Svetonio ci narra che aveva problemi di sonno e per riaddormentarsi faceva ricorso a lettori e a narratori di racconti. Spesso prolungava il sonno oltre le due del pomeriggio, svegliandosi con delle clamorose occhiaie.
- Tiberio: ci viene riferito che era appassionato di vino, tanto da venir soprannominato Biberio o Tavernellum.
Opere perdute
Sotto il nome di Svetonio sono pervenuti anche alcuni titoli e frammenti di argomento svariato, ma l'autenticità dell'insieme dei frammenti (non ci crederete) è tuttavia troppo incerta e gli storici, professionalmente, se ne sbattono signorilmente le balle.