Baustelle

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Foto di gruppo dopo il famoso live alla sagra del cinghiale di Fucecchio
« Caravaggio è morto per te, Luigi Tenco è morto per te, nei fiori dei campi Vive Piero Ciampi. Bisogna studiare Baudelaire, Saffo s’è ammazzata per noi, Socrate suicida per noi »
(Francesco Bianconi leggendo la sua agenda telefonica )
« I Baustelle sono morti (per te) »
(Nietzsche su Baustelle)
« Io non voglio crescere, andate a farvi fottere! »
(Francesco Bianconi a trentacinque anni suonati)
« Faccio sesso col revolver, sparo. »
« L'erba ti fa male se la fumi senza stile. »
(Baustelle su strane teorie salutiste)
« Solo bocca quanto vuoi? »
(Bianconi cerca di fare colpo su una ragazza)

Storia

L'infanzia

I Baustelle nascono in un ridente paesino Toscano in provincia di Vergate sul Membro. Fin da piccoli si differenziano dagli altri bambini venendo spesso derisi per le loro insolite abitudini, ciò non fa altro che aumentare i loro problemi nelle relazioni interpersonali. In segno di protesta verso una società che lo esclude il cantante a 7 anni decide che da allora si laverà i capelli solo usando l'olio da motore come Shampoo, questa pratica perversa è praticata con convinzione ancora oggi dallo stesso, pare che attiri la figa.

Ma i veri problemi arrivano con l'adolescenza quando sia Bianconi che Brasini si lasciano precipitare in un tunnel di droghe e masturbazione. Questo periodo della loro vita viene narrato nella canzone "Charlie fa surf" ove il Bianconi senza peli sulla lingua ammette di aver riempito hard disk interi di pornazzi e di aver consumato ogni tipo di droga.

« 

Mi piace il metal e l’ r’n’b. Ho scaricato tonnellate di filmati porno. Vado in chiesa e faccio sport.

Prendo pastiglie che contengono paroxetina. »
(Charlie fa surf)

I primi dischi

Bianconi colto da un improvviso attacco di diarrea mentre canta

I nostri tre eroi dunque dopo una fiera gavetta passata a suonare a funerali, compleanni di bambini e matrimoni decidono di produrre il loro primo disco: "Il Sussidiario Illustrato Della Giovinezza" ove, come suggerisce il titolo, narrano i loro sconvolgenti ricordi di gioventù tirando fuori aneddoti molto particolari, come nel pezzo "Cinecittà" ove il Bianconi narra di quella volta in cui si sottopose al provino di un film per scoprire all'ultimo momento che si trattava di un film porno e che doveva fare la parte della donna, accettando comunque la parte di buon grado. O nel pezzo "Sadik" ove viene svelata la passione segreta di Rachele Bastreghi per il sadomaso.

Al "Sussisidiario" segue presto un altro disco "La Moda Del Lento" con pezzi molto introspettivi come "Il Seno" e "Reclame" dove il Bianconi ammette la sua passione per le sigarette, le tette piccole e la pedofilia.

« Mettiamo che ti chieda di seguirmi

in macchina.

Mi daranno vent’anni »
(Il seno)

Il successo

Ma il successo per il celibe terzetto toscano giunge con il loro terzo disco, nato grazie ad un patto fra i Baustelle e la mafia e chiamato, proprio per celebrare l'accordo "La Malavita", l'etichetta è la Corleone Records. Il disco, dai toni piuttosto cupi grazie anche a pezzi come "Perché una ragazza d'oggi può uccidersi" dove il Bianconi s'interroga sul suicidio di una sua ex per giungere poi alla conclusione di essere stato proprio lui la causa più probabile. Anche il testo del singolo più di successo "La Guerra è finita" parla di un suicidio, la ragazza in questione però non era fidanzata col Bianconi ed era bensì sua amica, le cause del suicidio rimangono comunque le stesse.

Dopo il successo del disco i Baustelle entrano finalmente a far parte dell'olimpo musicale itagliano e iniziano numerose quanto prolifiche collaborazioni con artisti del calibro di Irene Grandi, Paola Turci, Pupo, Topo Gigio, Cristina D'Avena e molti altri...

Dopo qualche anno ecco che finalmente arriva l'ultima fatica dei Baustelle: il loro quarto disco "Amen" così chiamato in ricordo del nonno del Bianconi: Peppe. Il disco è all'insegna della sperimentazione e oltre alla ben nota "Charlie fa Surf" dove è condensato il racconto dell'adolescenza dei tre vi sono pezzi geniali come l'innovativa "Baudelaire" dove Francesco Bianconi si limita a leggere la sua agenda telefonica. O la toccante "Dark Room" che narra di una piacevole serata passata in un locale per scambisti.

« Ciao, che fai? Mi vuoi? Ok, ti va? Di qua, ci sei? Ne fai miracoli »
(Dark Room)

Analisi del testo di una delle loro canzoni

biancni è un figo non potete dirgli niente