Zorro

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Zorro La Volpe, detto anche l'eroe mascherato (Los Angeles, 1791 - Messina, 1861) è stato un rivoluzionario, massone e mafioso italo-ispano-americano.

Il nome

Il vero nome di questo personaggio è tuttora più misterioso e ambiguo dell'orientamento sessuale di Silvio Berlusconi. Zorro sembra essere solo l'ispanicizzazione di Boss, cioè di furbo, titolo trasmesso da padre in figlio. Alcuni storici qualificati sostengono che egli sia stato Diego Della Vega, un importante proprietario terriero che usava le sue ditte come copertura per i suoi affari sporchi, e questa sembra essere la tesi più probabile dal momento che le sue date di nascita e morte combaciano alla perfezione con quelle che appaiono sulla lapide dell'eroe mascherato. Alcuni sostengono che egli sia solo un personaggio letterario scaturito dalla fantasia malata di John Mc Cully, che si sarebbe ispirato a due anti-inquisitori Messicani: Guillian Lombardo e Tuco Garatuza, vissuti un secolo prima dell'eroe mascherato. Bambini non credete alle fandonie che escono da quei cessi divulgatori, continuate a credere alla vostra è proprio come vedete nei film e leggete nei libri!

La biografia

L' infanzia

Diego Della Vega nacque a Los Angeles il 20 giugno 1792 dal boss italo-americano Don Alessandro Della Vega (1758-1848) e dalla cantante spagnola Elena Ramirez (1770-1792), che però muore nel metterlo al mondo. A parte la mancanza di una figura materna passa un'infanzia da perfetto fighetto nella sfarzosa cittadina, sfottendo i bulli e chiedendo il pizzo agli ebrei per darlo a se stesso, ai nazisti e ai poveri della casa popolare comunista, corrompendo le guardie della caserma della città e sfruttando le prostitute, che di tanto in tanto gli offrono prestazioni gratuite per non pagarlo. Tutto ciò sotto la guida del padre, inconsapevole delle sue attività criminali, che pensa che esse siano gestite da un suo rivale, un certo Tommy L'Aquila, e che lo crede un inetto, gestendo le sue coperture e frequentando contemporaneamente gli studi.

I Viaggi in Europa

Terminate le superiori, nel 1811 Diego saluta il padre e si reca a Madrid per liberare dai porci napoleonici e frequentare la più prestigiosa università d'Europa. Diego comincia gli studi universitari e conosce Bernardo Martinez un bravo cuoco e abile sicario, soprattutto perché muto, che d'ora in poi diventerà il suo migliore amico e fedele tuttofare. Laureatosi in Storia e Filosofia nel 1818, Diego riceve dal padre il titolo di Don e di vicario generale per le tenute della famiglia Della Vega in Spagna, Francia, Inghilterra, Sardegna e Sicilia. Visitate le capitali europee e le cosche affiliate alla Della Vega Italian Crime Family (DVICF) e divertitosi con pupe da sballo Don Diego torna a Los Angeles.

Il ritorno a Los Angeles

Tornato nella sua cittadina Don Diego vede che molte cose sono cambiate: il padre è invecchiato, il Messico, approfittando delle guerre napoleoniche si è reso indipendente dalla Spagna, agli indios non gli tirava più e sono stati sterminati dalle cosche mafiose italiane, dalle gang ispaniche e dai clan ebraici, questi ultimi sono stati tassati dalle gang naziste e dalle cosche italiane e quindi hanno ingaggiato, su consiglio del sindaco Gallina, una guarnigione di imbecilli spagnoli, dal QI inferiore a quello di Pippo, comandati dal capitano Mona Stario e dal suo fido sergente Demetrio Emilio Fulgenzio Vanez-Lopez-Garcia la cui quantità di cognomi è direttamente proporzionale alla zoccolaggine della madre del poveraccio. Se il mastodontico sergente può apparire agli occhi dei posteri come un imbecille dal cuore d'oro, in realtà finge, in quanto prende le mazzette proprio da Zorro in persona, negli ultimi tempi infatti egli non riusciva più ad arrivare a fine mese con la paga da soldato, poiché nella società Messicana era pari a quella di un becchino storpio, e questo spiega perché non si impegna mai troppo nella caccia al criminale. Nel frattempo Los Angeles affoga lentamente nella merda, proprio come la cosca dei Della Vega, che a causa della pressione del capitano Monastario perde tutte le attività illegali, nel 1821, riducendosi ad una semplice famiglia nobiliare, in favore di L'Aquila, che acquista sempre più potere. In questo periodo Don Diego, temendo di fare la fame si da alle buone azioni, usando il nome di Zorro come cacciatore di taglie e investigatore privato e coperto anche dal suo amico Garcia difende ebrei,indios e poveracci sfrattati ed in difficoltà, attirandosi così le ire del padre.

Il processo

Nel 1822 il giovane Della Vega viene accusato dal capitano Monastario, sotto pressioni del sindaco Gallina, pedina di L'Aquila, di essere Zorro, in quanto ogni volta che questo compare Don Diego scompare. Il giovane viene quindi processato e riconosciuto da un avvocato corrotto, che afferma di averlo visto bene in faccia, come colpevole di tutte le malefatte commesse dal criminale. Proprio mentre Don Diego sta per essere condotto in carcere compare un altro Zorro, che conferma così l'innocenza del giovane, gettando fango sul capitano Monastario, che viene arrestato per aver disonorato un Don sotto ordine del governatore. Monastario non fa in tempo ad arrivare in galera, che viene ridotto ad uno scolapasta, probabilmente dal sergente Garcia, sotto ordine di Zorro, che nel giro di un mese divenne azionista e soprattutto nuovo comandante della guarnigione di Los Angeles.

Il tentato colpo di stato

Dall'inizio del 1823 Della Vega si era assicurato il dominio della guarnigione della città grazie a Garcia, che oltre ad essere corrotto era il suo migliore amico. L'Aquila tuttavia, controllando ancora il sindaco Gallina e il governatore Fantines, poté assassinare senza gravi conseguenze il nuovo capitano in arrivo, che era stato appositamente pagato da Zorro per riprendere il controllo sulla città, sostituendo Garcia, che era diventato troppo ingombrante e tentò il colpo di stato sperando di prendere potere su California e Messico. Egli tuttavia venne sconfitto dalle truppe di Garcia e dai reduci della cosca di Zorro, ma riuscì a rifugiarsi nei vicini Stati Uniti, dove però rimase inspiegabilmente vittima della lupara bianca, si sospetta come al solito la complicità di Garcia.