Vespa 400: differenze tra le versioni

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{{cit2|Ecco un vero divertimento... questa macchina ha una fantastica corsa!|L'entusiasta e strapagato pilota Tom McCahill.}}
{{cit2|Ecco un vero divertimento... questa macchina ha una fantastica corsa!|L'entusiasta e strapagato pilota Tom McCahill.}}


Nei primi anni del dopoguerra le condizioni di [[Crisi economica|precarietà economica]] non consentivano l'acquisto di vere e proprie automobili, come per il [[caffè]] andavano forte i [[Surrogato|surrogati]]. La [[FIAT]] e le altre industrie italiane lo avevano capito bene, tanto da sfruttare la cosa a proprio vantaggio. Il perché abbiano continuato in seguito a fare macchine di merda è ancora oggetto di studio.<br /> Enrico Piaggio decise di costruire la microvettura in Francia e di non importarla in Italia, al fine di evitare rapporti conflittuali con gli Agnelli e, soprattutto, di non finire sgozzato come un [[Capra|capretto]] dai clienti inferociti. Secondo gli esperti del [[marketing]] {{s|l'automo...}} l'attrezzo avrebbe dovuto minare facilmente il successo delle utilitarie [[Fiat 500]] e [[Bianchina]], forte del nome ''Vespa'' e del fatto che riusciva a spostarsi anche in presenza di un moderato vento di maestrale. Quasi sempre. Tale previsione si rivelò tuttavia avventata: l'[[italiano medio]] associava il marchio ''Vespa'' alla libertà di movimento offerta dal [[Piaggio Vespa|celebre motociclo]], qundi segava la vettura in due per ottenere gli stessi benefici. Inspiegabilmente il {{citnec|veicolo|e=Bum!}} smetteva di funzionare, probabilmente a causa di un lieve difetto sottovalutato da qualche [[ingegnere]].
Nei primi anni del dopoguerra le condizioni di [[Crisi economica|precarietà economica]] non consentivano l'acquisto di vere e proprie automobili, come per il [[caffè]] andavano forte i [[Surrogato|surrogati]]. La [[FIAT]] e le altre industrie italiane lo avevano capito bene, tanto da sfruttare la cosa a proprio vantaggio. Il perché abbiano continuato in seguito a fare macchine di merda è ancora oggetto di studio.<br /> Enrico Piaggio decise di costruire la microvettura in Francia e di non importarla in Italia, al fine di evitare rapporti conflittuali con gli Agnelli e, soprattutto, di non finire sgozzato come un [[Capra|capretto]] dai clienti inferociti. Secondo gli esperti del [[marketing]] <del>l'automo...</del> l'attrezzo avrebbe dovuto minare facilmente il successo delle utilitarie [[Fiat 500]] e [[Bianchina]], forte del nome ''Vespa'' e del fatto che riusciva a spostarsi anche in presenza di un moderato vento di maestrale. Quasi sempre. Tale previsione si rivelò tuttavia avventata: l'[[italiano medio]] associava il marchio ''Vespa'' alla libertà di movimento offerta dal [[Piaggio Vespa|celebre motociclo]], qundi segava la vettura in due per ottenere gli stessi benefici. Inspiegabilmente il {{citnec|veicolo|e=Bum!}} smetteva di funzionare, probabilmente a causa di un lieve difetto sottovalutato da qualche [[ingegnere]].
[[File:vespa 400 microcar appoggiata su camion.jpg|right|thumb|240px|Erano da poco in vendita e l'autista del carro attrezzi non aveva mai recuperato una ''Vespa 400''.]]
[[File:vespa 400 microcar appoggiata su camion.jpg|right|thumb|240px|Erano da poco in vendita e l'autista del carro attrezzi non aveva mai recuperato una ''Vespa 400''.]]
La {{citnec|vetturetta|e=ora ci siamo}} venne presentata al ''Salone dell'automobile'' di [[Parigi]] del 1957, inizialmente come carrello per la spesa. Sull'opuscolo erano comunque evidenti gli altri possibili impieghi: [[carriola]], vettura giocattolo da usare nei vialetti, rimorchietto leggero, carrozzina per gemelli e, non ultimo in ordine d'importanza, [[carrello portascroto]]. In pochi mesi ci furono circa 20.000 prenotazioni, numero che coincideva curiosamente con quello dei malati di mente censiti nel Paese. Le linee di montaggio sfornavano circa 30 vetture al giorno, ma gli operai avevano le potenzialità per arrivare a 100, se solo avessero smesso di ridere. {{s|Per la sua classe...}} Per il suo asilo di appartenenza era una minivettura confortevole ed elegante, a patto di guidare in posizione ''[[Yoga|Padmasana]]'' oppure, in alternativa, lasciare le protesi delle gambe a casa. Le minime misure d'ingombro, la facilità di guida e il tetto apribile in tela, ne facevano un mezzo particolarmente gradito alle signore della buona borghesia, perché riuscivano a [[Donna al volante|parcheggiarlo senza grosse difficoltà]], ossia con appena [[diciassuno]] manovre.<br /> La Vespa 400 era mossa da un bicilindrico ''2T'', un prodigio tecnologico che la rendeva particolarmente scattante per via della particolare disposizione dei due cilindri, montati in modo che si fanculassero a vicenda. Grazie ai soli 380 kg di peso a vuoto, e con un favorevole vento di poppa, poteva raggiungere gli 85 km/h. Tale [[velocità]] era solamente presunta, giacché il costruttore non aveva trovato nessuno abbastanza incosciente<ref>o comunque stanco di vivere</ref> da effettuare quel collaudo.
La {{citnec|vetturetta|e=ora ci siamo}} venne presentata al ''Salone dell'automobile'' di [[Parigi]] del 1957, inizialmente come carrello per la spesa. Sull'opuscolo erano comunque evidenti gli altri possibili impieghi: [[carriola]], vettura giocattolo da usare nei vialetti, rimorchietto leggero, carrozzina per gemelli e, non ultimo in ordine d'importanza, [[carrello portascroto]]. In pochi mesi ci furono circa 20.000 prenotazioni, numero che coincideva curiosamente con quello dei malati di mente censiti nel Paese. Le linee di montaggio sfornavano circa 30 vetture al giorno, ma gli operai avevano le potenzialità per arrivare a 100, se solo avessero smesso di ridere. <del>Per la sua classe...</del> Per il suo asilo di appartenenza era una minivettura confortevole ed elegante, a patto di guidare in posizione ''[[Yoga|Padmasana]]'' oppure, in alternativa, lasciare le protesi delle gambe a casa. Le minime misure d'ingombro, la facilità di guida e il tetto apribile in tela, ne facevano un mezzo particolarmente gradito alle signore della buona borghesia, perché riuscivano a [[Donna al volante|parcheggiarlo senza grosse difficoltà]], ossia con appena [[diciassuno]] manovre.<br /> La Vespa 400 era mossa da un bicilindrico ''2T'', un prodigio tecnologico che la rendeva particolarmente scattante per via della particolare disposizione dei due cilindri, montati in modo che si fanculassero a vicenda. Grazie ai soli 380 kg di peso a vuoto, e con un favorevole vento di poppa, poteva raggiungere gli 85 km/h. Tale [[velocità]] era solamente presunta, giacché il costruttore non aveva trovato nessuno abbastanza incosciente<ref>o comunque stanco di vivere</ref> da effettuare quel collaudo.


== Caratteristiche ==
== Caratteristiche ==