Tito (imperatore): differenze tra le versioni

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[[Immagine:Intervento in Iraq.png|right|thumb|250px|Le macchine da guerra di Tito.]]
[[Immagine:Intervento in Iraq.png|right|thumb|250px|Le macchine da guerra di Tito.]]


Grazie al giudeo-ex rivoltoso-traditore-infame-pezzo di merda-storico-adottato da Vespasiano [[Flavio Giuseppe]] o Giuseppe Flavio, a seconda della parte in cui stava al momento, Tito seppe dove andare a scopare e come fare per conquistare [[Gerusalemme]], dove i ribelli ancora vivi si erano rinchiusi. Era circa il 70 dopo, Tito fece portare dagli elefanti le macchine da guerra più pesanti che si fossero viste dai tempi di Sargon I di Sumeria e con queste cominciò a tirare giù uno per volta tutti i muri che aveva davanti. Dopo aver consuistato la fortezza - a quel punto i morti giudei erano già quattordicimila - occupò cubito a cubito la città bassa - altri ventiseimila morti - quindi, trovatosi all'improvviso di fronte al gigantesco muro del tempio, che da allora venne chiamato Muro del pianto, non si sa perché, tirò giù anche quello - tremila morti -entrò nello spiazzo del tempio - circa ottomilacinquecento morti - uccise senza nemmeno scendere da cavallo un paio di venditori ambulanti mauretani, tre meretrici siriane e duemilasettecento sacerdoti giudei, entrò nel tempio '''SACRILEGIO!''' a cavallo - millequattrocentocinquanta morti - chiese: “Perché questi diavolo di giudei non hanno messo neanche una cazzo di statua in questa cazzo di chiesa?”, e chiedendolo uccise l'ultimo sacerdote sadduceo, quindi si mise a correre col cavallo lungo le navate e le cappelle laterali, tagliando candele con la spada, pisciando negli angoli - pure il cavallo - e ammazzando gli ultimi quattromila ribelli annidati nei confessionali. Poi uscì e, prima di ordinare la distruzione del tempio tramite appiccamento di fuoco, disse ancora:
Grazie al giudeo-ex rivoltoso-traditore-infame-pezzo di merda-storico-adottato da Vespasiano [[Flavio Giuseppe]] o Giuseppe Flavio, a seconda della parte in cui stava al momento, Tito seppe dove andare a scopare e come fare per conquistare [[Gerusalemme]], dove i ribelli ancora vivi si erano rinchiusi. Era circa il 70 dopo, Tito fece portare dagli elefanti le macchine da guerra più pesanti che si fossero viste dai tempi di Sargon I di Sumeria e con queste cominciò a tirare giù uno per volta tutti i muri che aveva davanti. Dopo aver consuistato la fortezza - a quel punto i morti giudei erano già quattordicimila - occupò cubito a cubito la città bassa - altri ventiseimila morti - quindi, trovatosi all'improvviso di fronte al gigantesco muro del tempio, che da allora venne chiamato Muro del pianto, non si sa perché, tirò giù anche quello - tremila morti - entrò nello spiazzo del tempio - circa ottomilacinquecento morti - uccise senza nemmeno scendere da cavallo un paio di venditori ambulanti mauretani, tre meretrici siriane e duemilasettecento sacerdoti giudei, entrò nel tempio '''SACRILEGIO!''' a cavallo - millequattrocentocinquanta morti - chiese: “Perché questi diavolo di giudei non hanno messo neanche una cazzo di statua in questa cazzo di chiesa?”, e mentre gli stava rispondendo uccise l'ultimo sacerdote sadduceo, quindi si mise a correre col cavallo lungo le navate e le cappelle laterali, tagliando candele con la spada, pisciando negli angoli - pure il cavallo - e ammazzando gli ultimi quattromila ribelli annidati nei confessionali. Poi uscì e, prima di ordinare la distruzione del tempio tramite appiccamento di fuoco, disse ancora:


“Non lasciate più niente di vivo.”
“Non lasciate più niente di vivo.”
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[[Immagine:Terremoto armenia.jpg|right|thumb|250px|Il Tempio di Gerusalemme dopo il passaggio di Tito.]]
[[Immagine:Terremoto armenia.jpg|right|thumb|250px|Il Tempio di Gerusalemme dopo il passaggio di Tito.]]


Così i legionari depredarono il Tempio, lasciando solo più i muri. Ma non era finita, perché c'era ancora un'ultima resistenza nella città alta, che venne soffocata mentre Tito se ne usciva con un candelabro d'oro in una mano e l'Arca dell'Alleanza nell'altra - quarantaquattromila morti.
Così i legionari depredarono il Tempio, lasciando solo più i muri. Ma non era finita, perché c'era ancora un'ultima resistenza nella città alta, che venne soffocata mentre Tito se ne usciva con un candelabro d'oro a sette braccia in una mano e l'Arca dell'Alleanza nell'altra - quarantaquattromila morti.
[[Immagine:IO.jpg|left|thumb|180px|Trofeo di guerra.]]
[[Immagine:IO.jpg|left|thumb|180px|Trofeo di guerra.]]
[[Immagine:Statua cesare.jpg|right|thumb|180px|Domiziano durante lo spettacolo a Cesarea.]]
[[Immagine:Statua cesare.jpg|right|thumb|180px|Domiziano durante lo spettacolo a Cesarea.]]


D lì a poco venne a trovarlo suo fratello Domiziano, e Tito, visto che era il suo compleanno, volle fare le cose in grande e come regalo gli offrì uno spettacolo all'anfiteatro di Cesarea - trecentocinquantamila giudei morti, dilaniati dai mastini napoletani.
Di lì a poco venne a trovarlo suo fratello Domiziano, e Tito, visto che era il suo compleanno, volle fare le cose in grande e come regalo gli offrì uno spettacolo all'anfiteatro di Cesarea - trecentocinquantamila giudei morti, sbranati dai mastini napoletani e dalle iene.


=== Berenice ===
=== Berenice ===


Tito, durante la campagna, aveva però conosciuto una giudea abbastanza caruccia di nome Berenice, una principessa che, pur di non essere giustamente passata per le armi si era offerta come prigioniera. Tito, che odiava i giudei ma che amava la figa, pensò quindi di risparmiarla, e soprattutto di scoparsela il più possibile, sapendo che prima o poi poteva succedere qualcosa. Difatti la loro unione carnale non era ben vista dal vecchio padre contadino, perché era un'aristocratica, ma nemmeno dal resto di Roma, perché era una giudea. Così, dopo essersela montata un'ultima volta prima di risalire a cavallo, la dovette abbandonare per sempre.
Tito, durante la campagna, aveva però conosciuto una giudea abbastanza caruccia di nome Berenice, una principessa che, pur di non essere giustamente passata per le armi si era offerta come prigioniera. Tito, che odiava i giudei ma amava la figa, pensò quindi di risparmiarla, e soprattutto di scoparsela il più possibile, sapendo che prima o poi sarebbe potuto succedere qualcosa. Difatti la loro unione carnale non era ben vista dal vecchio padre di umili origini, perché era un'aristocratica, ma nemmeno dal resto di Roma, perché era una sporca giudea. Così, dopo essersela montata un'ultima volta prima di montare il cavallo, la abbandonò per sempre dicendole che era confuso, che aveva bisogno di una pausa di riflessione per capire co.
[[Immagine:Cow girl.jpg|left|thumb|180px|Berenice (una delle due).]]
[[Immagine:Cow girl.jpg|left|thumb|180px|Berenice (una delle due).]]