Terrone

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« La bella la va al booosco,

ravanel e spinas, barbabietola e mustas,

la che vaaaa il terùùùùùùùùùn, là che vaaaaa il terùùùùùùn!!!! »
(Antica canzone popolare centro-padana)
« Te lo dico io, Gino. Che lì, l'è un terùn! »
(Gino)


« Se vedi un essere orribile, tutto verde, con le gote alte e sporco di terra.....scappa. Si tratta certamente di un terrone »
(tratto dal "de terronibus")


« Scusate, ragazzi, noi chiamiamo i meridionali terroni. Ma miga ghe sem noi i primi terroni, che ci abbiamo la Pianura Padana con tutti quei campi da coltivar? »
(bimbo di Treviso)

Introduzione al concetto di terrone

Il terrone è una creatura mitologica, inventata dalle massaie della Val Padana in sostituzione all'Uomo nero, che ormai non spaventava più neanche i bambini di tre anni. Ben noto è il passo della fiaba "La notte dei terroni aranti" in cui è descritta la mostruosa creatura:

«  Il terrone avanzava nella notte, piantando ogni dieci metri un seme di fico d'India, disgustoso cibo da loro prediletto. Era coperto di letame dalla testa ai piedi, e puzzava di mulo. Ginetto, terrorizzato, si nascose velocemente dietro un sasso. Ma il terrone l'aveva scorto nel buio, e ora incedeva implacabile al ritmo incalzante di "Ciuri ciuri". "MIIIIIINGHIAA!!!!"esclamò,"TALIA LU PICCIRIDDU DDU NORDE!( guarda il bambino del nord )" »

Se la brava Massaia ha qualche problema ad addormentare il bambino monello pronuncia tale obrobrioso richiamo, ed è risaputo che il bravo pargolo del nord si caccia sotto le coperte supplicando: "Manda via il terrone, mamma! Ti prometto che sarò buono, ma mandalo via! Altrimenti stanotte verrà, mi farà a pezzettini e mi seminerà". La massaia gli rimbocca le coperte, lo addormenta e se ne va soddisfatta.