Coro da stadio: differenze tra le versioni
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Il coro da stadio, come suggerisce il nome stesso, affonda le sue radici nella tradizione orale popolare. Ai tempi dei [[nonna Rolanfa|nostri nonni]], infatti, era comune accompagnare cantando i lavori manuali quali la [[vendemmia]], l'impasto della [[calce viva]] o la sintetizzazione dell'[[uranio|uranio impoverito]] con canti di lunga tradizione: tra le canzoni più gettonate ricordiamo infatti "''La mula de Parenzo''", "''Ninetto ragazzetto der Tufello''", "''Raped In Their Own Blood''" e diverse altre hit, poi proposte anche da artisti della levatura di [[Paolo Meneguzzi]] e [[Paracoccidioidomicosisproctitissarcomucosis]].
Tuttavia, le canzoni partorite in quel momento entusiasmarono a tal punto gli abitanti del paese che si registrò in breve un'impennata dei consumi di calce per uso orale, e divenne quindi prassi in breve tempo urlare dovunque capitasse canzoni contenenti insulti di qualunque tipo contro [[chiunque]], in particolare nelle piazze durante i tornei interpaesani di [[tresette]]. Certo, in breve tempo il 90% degli abitanti del paese dovette subire una tracheotomia, ma nel frattempo la moda dei cori si era diffusa sufficientemente da non essere più subordinata al consumo di calce viva.
[[Categoria:musica]][[Categoria:arte]]
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