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Fuscaldo
== FUSCALDO ==
Famosa perché ha dato i natali ai genitori di San Francesco di Paola. Fuscaldo si trova in provincia di Cosenza. Di solito, “u sperto du paisi”, appena pronuncia il nome, per farla conoscere, fa seguire “Fonsicalidus”, ed aggiunge “per i terme i Guardia”. E’ da una vita che si sente questa storiella delle terme di Guardia e dell’acqua della fonte calda, ma nessuno è sicuro che sia vera. I professori che hanno scritto i libri, hanno copiano tutti la stessa ipotesi, da un autore dell’ottocento. La collina dove sorge il centro storico è una maledizione pi c’arrivà. Ancora oggi, dopo tanti anni, nessuno è riuscito a cambiare la traiettoria tracciata dagli asini per disegnare i tornanti. I poveri pullman di Costabile e Preite, lunghissimi e quasi sempre vuoti, “ciano lassato i motori e le scatole du sterzo”.
Il territorio di Fuscaldo fu dominio bizantino e sottoposto nel sei-settecento alle incursioni saracene ed ultimamente anche a quelle marocchine, africane e cinese. Le contrade che costellano il paesaggio sono moltissime: Cariglio, Scarcelli , Ferrari, San Antonio, Lago, Moschera, Donnasivila-Gemarca, Gatti, Gelsomini, Iovina, Pesco, Pianetto, Rivello, Salimati, San Pietro, Serricella, Torretta. Secondo alcuni, è questo l’elemento malefico della NON crescita del paese, malanova. Ognuna di queste frazioni, nel periodo delle elezioni pretende un rappresentante al Comune, quasi sempre un po’ tamarro e bifolco. Non conclude nulla, litiga con gli altri, per campanilismo e incompetenza. La litania si ripete ogni cinque anni. Le famiglie numerose gareggiano alle elezioni per votare un proprio incaricato che, anche se incolto amministrativamente e sbrindellato, può diventare vicesindaco e assessore importante.
== Popolazione e usanze locali. ==
La popolazione si divide in relazione alla segmentazione del territorio. Si hanno “fuscarisi du paisi, i marinari, e chiri i fora”, quelli delle contrade. Ogni categoria è diversa dalle altre, negli atteggiamenti e nel carattere.
I giovani “du paisi” sono ancora attaccati alle tradizioni, usano “vussignuria” ed il “voi” con gli anziani, in segno di rispetto. Li vedi assistere a tutte le cerimonie, soprattutto a quelle legate alla tradizione. Esempio la “nuvena da mmaculata”, che diventa, all’alba dei primi giorni di dicembre, un appuntamento che non può essere seguito. D’inverno fà notte molto presto. Il paese, alle tre del pomeriggio è un camposanto, ed i giovani cercano di vivere ara chiazza o al bar centrale. Si discute sempre sulle medesime questioni. Se decidono di uscire, ma raramente, la sera preferiscono altri paesi; alla marina mai, che quasi odiano. D’estate, qualcuno di loro organizza la “caccia al tesoro” a mezzanotte (alla quale puntualmente non partecipa nessuno) o il Karaoke per far cantare parenti stonati e far bere qualcosa al bar che finanzia la festa. I vecchi vivono di ricordi. Sono finiti i tempi delle sagre con la pasta e fagioli, organizzata dal solito sindaco. Gli anziani, tutte le mattine in maniera ossessiva, occupa il proprio posto, il “taglio e cucito” è d’obbligo, mentre qualcun altro, non avendo a disposizione spazi lunghi da percorrere, per la glicemia e la pressione del sangue, consuma le mattonelle della piazza, avanti ed indietro, come un pazzo, per decine di kilometri.
I ragazzi della marina sono diversi. Alle funzioni non sono interessati e preferiscono il dolce far niente. Non sono incuriositi e attratti da nulla. Chi è diplomato, quasi tutti all’istituto tecnico, dorme fino a mezzogiorno, non avendo un cazzo da fare. Il pomeriggio, si butta su internet e Faisboock per poi giocare le “bollette”, scommettendo sulle partite di calcio. Ci sono più negozi di calcio scommesse che panifici. Si discute se la pizza è meglio al Banaker o da Geppino e trascorrono la giornata nella noia più assoluta. La parte più tamarra è praticata da coloro che scendono dalle contrade, quasi tutti con macchine nuove, nere o grigie metallizzate, acquistate con l’aiuto di Findomestic e delle pensioni sociali dei nonni. Li riconosci dal rumore che lasciano con una scia; musica a palla, da sfondare un timpano sanissimo, o dal tremolio che colpisce lo stomaco ed il cuore. “Nculo a chi te bivo” il commento di chi si trova in traiettoria”. Anche il fracasso rintronante delle moto è indice del loro passaggio, specialmente di notte. Come scorregge penetranti e con un sibilo non lasciano scampo. A quel punto dai letti assonnati si leva quasi un coro: “Ngulacchitestramalimuartu”. Vestono alla moda, ma con i falsi di Johnny l’africano e di Maria la senegalese. Ogni sabato, al mercato a Messinette, sono immancabili e puntuali.
== Regole ({{u|ban}} per chi sgarra) ==
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