Utente anonimo
Nonno Fiorucci: differenze tra le versioni
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→La cena
Barbius (rosica | curriculum) |
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===La cena===
Da vari studiosi è indicata come ultima opera del Nonno, forse per un certo velo di tristezza che la avvolge, probabilmente per il fatto che in essa si fa riferimento ad un qualche misterioso male che affliggerebbe il Sommo... il quadro generale dell'opera è semplice: la famiglia è riunita a tavola, la luce è fioca, l'atmosfera silenziosa e permeata di una certa rassegnazione all'inevitabile che sembra aleggiare.
il nonno viene dapprima stuzzicato con una ditata sulla punta del naso, a cui egli risponde come meglio sa: ''"mannaggia la madonna bestiona della madonna... e sta fermo dio serpente..."'' subito dopo gli viene posta una mano sulla testa, e il Maestro reagisce: ''"sta fermo na' mulichina ("na' mulichina" è una tipica espressione umbra: "una mollichina", significa "un pochino"), sta fermo!"'' altra mano sulla testa, e il Nonno sbotta: ''te dico "nun me toccà" e tu... è lo stesso che.. el diavolo el metti a' la messaccia, puttana madonna...'' frase di non facile interpretazione, visto che probabilmente viene pronunciata a bocca piena, ma comunque confidiamo di averla correttamente compresa... seguono alcune parole pronunciate da altre commensali, tra cui la moglie del Sommo, parole che presumibilmente fanno riferimento ad un qualche morbo che mina la di lui salute; dopo tutto ciò il Nonno prorompe in una litania di sicuro rilevo e di innegabile effetto, supportata dall'uso del complemento di specificazione fittizio di cui si è sempre fatto chiaro portavoce: ''"
l'opera è chiusa un po' tristemente dalle parole (presumibilmente) della moglie, che gli dice: "Si te ste' male veramente.. de una malattia sul serio seria.... che faresti? no, dimme quel che fè?!?" parole che il nonno interrompe con nonchalance con un flebile "vaffa..." bofonchiato a mezza voce, conscio della superiorità di cui si fa portavoce e che nulla, neppure la morte, sarebbe mai riuscita a sgretolare.
In ultimo non bisogna sottovalutare il carattere profetico di quest'opera che, oltre a portare una terribile sfiga al Maestro, ci fornisce una massima,un comandamento che un bestemmiatore non dovrebbe mai dimenticare: se non le hai mai sentite le sentirai.
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