Totò Cuffaro: differenze tra le versioni

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<!-- Copertina libro -->
<div align=center style="font-size:15px; font-family: Times New Roman;">COMINCIA LA</div><br />
<div style="font-size:15px20px; font-family: Times New Roman;">COMINCIA LAGRANDE</div><br />
<div style="font-size:20px; font-family: Times New Roman;">GRANDESTORIA DI</div><br />
<div style="font-size:20px25px; font-family: Times New Roman;">STORIATOTÒ DIPUFFARO,</div><br />
<div style="font-size:25px15px; font-family: Times New Roman;">TOTÒALTRESÌ PUFFARO,DETTO</div><br />
<div style="font-size:15px25px; font-family: Times New Roman;">ALTRESÌ DETTOCUFFARO</div><br />
<div style="font-size:25px;">CUFFARO</div>
______<br /><br />
<div style="font-size:25px; font-family: Times New Roman;">HISTORIA PUFFORUM HOMINIS</div>
 
 
''<span style="font-family: Times New Roman;">Stampato nelle Officine Del Sinai nell'Anno Domini 2008</span>''
</div>
<!-- Fine copertina libro -->
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<div style="text-align: justify; margin: 0px 1em 0px 1em;">
=== <{{allinea|center>|Capitolo I</center>}} ===
[[File:Hassan Nasrallah a una conferenza.jpg|center|thumb|300px|Eccolo lui, in una conferenza stampa.]]
&nbsp;   <big>{{dimensione|15px|'''L'''</big>}}a storia che mi appresto a raccontarvi, lettori e lettrici, è storia della civiltà dei Puffi e, sia chiaro, ogni evento o fatto che sarà qui riportato non è di mia invenzione. Io, che di mestiere non faccio né il poeta né il romanziere, mi limito difatti a riportare con estrema meticolosità e precisione quel che è un testo da poco ritrovato da me medesimo durante un'allegra gitarella tra le rovine dell'antica Puffolandia: '''"Historia Pufforum Honoris"'''.<br />
&nbsp;  <!-- gli &nbsp;   sono le indentazioni per il paragrafo, vedi en.wikipedia.org/wiki/template:indent--> Il testo racconta che in un villaggio vicino Puffopolis, il cui nome sembra essere Puffadeli, fosse nato un puffetto dalle fattezze tanto tonde da destar stupore a chiunque lo mirasse. Il puffetto, che di nome faceva Totò e di cognome Puffaro, probabilmente a causa di carenze d'affetto materno, si dimostrò sin dalla fanciullezza amichevole e affettuoso anche col malvivente più carognoso, tanto che "Vasa Vasa"<ref>"Bacia Bacia" nell'antico idioma puffesco.</ref> fu il nomignolo con cui compagni e amici solevano chiamarlo. Era puffo tanto buono e caro, sempre rispettoso dei più grandi e cristiano di grande fede.<br />
&nbsp;   Per questo motivo, amici, in tanti accorsero con un fazzoletto bianco sventolante tra le mani e occhi lacrimanti quando Totò, poco più che adolescente, lasciò Puffadeli per metter su casa, chiesa e famiglia a Puffopolis, la grande città...
 
=== <{{allinea|center>|Capitolo II</center>}} ===
[[File:cuffaro.jpg|center|thumb|300px|''"Chiù lavoro ppì tutti!"'' solea dir.]]
&nbsp;   <big>{{dimensione|15px|'''E'''</big>}}ra circa l'alba quando il nostro amatissimo Totò si mise in cammino così soddisfatto, baldo e giubilante: avanzava saltellando (e ciò provocò sgomento, vi assicuro, tra gli abitanti dei villaggi vicini, poiché quel saltellare generò non pochi sussulti della terra) e intonando dolci, se "dolci" si posson definire quei lamenti di un puffo che tra le sua qualità non annovera sicuramente una bella voce, canzoni della tradizione popolare puffesca come:
 
 
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''Ciuri, ciuri, ciuri di tuttu l'annu l'amuri ca mi dasti ti lu tornu.''<br />
''La, la, la, la, la, la, la, la, la, la, la. Lu sabutu si sapi allegra cori, beatu cu avi bedda la mugghieri,<br />
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=== <{{allinea|center>|Capitolo III</center>}} ===
 
[[File:Puffaro.JPG|left|180px]]
&nbsp;   <big>{{dimensione|15px|'''L'''</big>}}'estenuante viaggio verso Puffopolis era, per il nostro Totò, lungi dalla fine: calcolando il tempo grazie a una meridiana improvvisata (ovvero l'ombra riflessa sul suo corpo dall'aspro e consumato nella notte capezzolo) stimò che fossero passate circa 5 ore dalla partenza da casa dell'amato Berny. Era, dunque, da troppo che cibo non arrivasse entro le sue larghe mascelle per rinsanarlo e restituirgli l'antica magnitudine di forza e temperanza. Passò un altra ora in tanto nefaste condizioni e quasi perse il senno e la ragione: decise perciò che avrebbe ingerito qualunque cosa avesse trovato pel cammino.<br />
&nbsp;   Trovò allora un campo coltivato e ben tenuto di piante a lui estranee e dalle caratteristiche alquanto esotiche: avevan fusti di quasi 3 metri, foglie verdi con sette punte ed emanavano un odore tanto fresco e rigenerante che Totò non ebbe dubbi sul da farsi. In meno di venti minuti divorò, come fosse un parassita, 10 ettari di coltivazioni di quelle superbe piante.<br />
&nbsp;   Era così sazio e soddisfatto! Quella colossale abbuffata sembrò aver riabilitato e, soprattutto, reso tanto felice il nostro eroe! Proseguì il cammino senza sostar di ridere e sorridere finché vide avvicinarsi, lentamente e con fare sospetto, una vecchia [[capra]] con 2 corna tanto lunghe da permetterle di dondolarcisi sopra, che, prodigio della natura, iniziò a cantar, accompagnandosi col banjo, di fronte l'instupidito Totò:
 
 
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<poem>
''Ventisette anni or sono un incantesimo mi colpì''
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<poem>
''Questa è la fine! Cavalca il Puffo Gigante!''
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