Neoborbonismo: differenze tra le versioni

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I neoborbonici addossano tutti i loro mali attuali ai polentoni, i quali tengono in schiavitù la loro patria impedendo l'erogazione di sovvenzioni pubbliche, bloccando l'esportazione dei loro prodotti e obbligando ad appendere i quadri del [[Renzo Bossi|Trota]] in ogni edificio istituzionale. Infatti l'antico e glorioso regno del sud {{s|che continua a votare politici che non fanno gli interessi dei cittadini}}, non riesce a ritornare ai fasti di un tempo a causa della perpetua colonizzazione tosco-padana ed invoca l'indipendenza.
 
È noto, ad esempio, che la cassa del Mezzogiorno e i contributi del terremoto dell'Irpinia sono {{s|finiti nelle tasche della classe politica meridionale e usati a fini clientelari}} stati rubati da [[Emanuele Filiberto]] e suo [[Vittorio Emanuele di Savoia|padre]], poiché non hanno ottenuto il risarcimento di 260 milioni di euro per l'esilio e che i fondi europei {{s|malgestiti dai governi regionali, oltre alle maxi truffe per lo sviluppo imprenditoriale}} sono stati accreditati sul conto corrente di Garibaldi per abbellire la sua villa a Caprera.
 
Per far fronte a queste ingiustizie, due specialisti della crisi che attanaglia i neoborbonici come Francesco Saverio Nitti e Giustino Fortunato {{s|i quali ritenevano la [[questione meridionale]] un problema dovuto anche agli stessi meridionali}} si sono arruolati nella [[Guardia Nazionale Italiana|milizia]] di [[Gaetano Saya]] e stanno preparando una resistenza armata contro l'invasore nordista.
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