Status symbol: differenze tra le versioni

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== Storia ==
[[File:status symbol negli anni.jpg|left|thumb|430px]]
L'espressione ''status symbol'' è apparsa la prima volta nel [[1955]] ma è chiaro che il concetto, pur non avendo questo nome, esisteva già. I primi [[Homo sapiens sapiens|homo sapiens]] vestivano con pelli di animale per dimostrare la loro abilità nella [[caccia]], più pelli avevano addosso e più erano tenuti in considerazione dagli altri. Tuttavia venivano schifati dalle femmine, perché puzzavano come una carcassa di [[dromedario]] morto dopo una settimana di esposizione al [[sole]] del Sahara. Dal canto loro le donne andavano in giro nude, perché far vedere [[tette]] e [[culo]] è da sempre la strategia vincente per acchiappare i "pesci migliori".<br /> Le patrizie romane mostravano invece il loro alto rango girando in lettiga, il numero dei portantini faceva la differenza. La nobildonna Fulvia Domizia Scrausa, moglie del pretore di Tor Bella Monaca Camilio Aspro, andava in giro con dieci [[Mandingo|aitanti giovanotti di colore]], che non riuscivano però a sincronizzare i movimenti. Il risultato era che nella lettiga sembrava di stare sul [[tagadà]] e ci si doveva fermare ogni sei minuti per vomitare. Grazie a questo, Domizia Scrausa conservava una [[Anoressia|linea invidiabile]] che faceva schiattare di rabbia sua cugina Vespasia Pomponia, inoltre era [[Cosa avrà voluto dire?|sempre allegra e rilassata]].<br /> Nel [[Medioevo]] la posizione sociale era testimoniata dal castello, più era posto in alto e meglio era, questo perché il possedimento si estendeva (secondo legge normanna) fin dove si poteva spingere l'[[occhio]]. L'avido marchese Fumone da Passalacanna aveva eretto il suo maniero sulle pendici del Monte Rosa, a quota 4.554 metri. Per colpa della scarsa ossigenazione al cervello il nobile uscì di senno, tanto che durante una visita al vescovo di [[Cuneo]] gli saltò addosso chiamandolo "vecchia baldracca". L'ira dell'alto prelato non si fece attendere, se non non altro perché gli aveva strappato la sottoveste di organzino, Fumone fu accusato di aver infranto il ''privilegium canonis'', e finì per beccarsi una [[scomunica]] col riporto di due, firmata direttamente da [[Papa Gelasio II]].<br /> In [[Rinascimento|epoca rinascimentale]] lo sfarzo dei palazzi e delle ville toccò l'apice. Arazzi, quadri, statue e giardini con fontane, facevano bella mostra dello ''status sociale'' del proprietario. Avere dei [[Pavone|pavoni]] sul prato era molto chic, voliere con [[Falco|falchi]] ed [[Aquila|aquile]] ancora meglio, un'arena per il combattimento dei [[Licaone|licaoni]] il massimo. La dimora non doveva avere meno di venti stanze o eri considerato un pezzente. [[Luigi I d'Este]],
marchese di Scandiano e [[Da qualche altra parte|di altri due o tre posti]], costruì a [[Modena]] una villa di novantatre stanze. Nel tentativo di raggiungere il [[cesso|bagno]] a pianterreno, per un impellente bisogno notturno, si perse e il suo [[cadavere]] non venne mai trovato. Da allora la dimora è ritenuta infestata dagli spiriti, nelle notti di luna piena si ode distintamente il
rumore di uno scroscio d'acqua.
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