Enrico De Nicola: differenze tra le versioni

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'''Enrico De Nicola''', o '''Nicola De Enrico''', come diciamo noi di [[NONCICLOPEDIA]] per fare dell'ironia spiccia, è stato un [[politico]] e [[avvocato]] italiano, nonché il primo [[Presidente della Repubblica Italiana]], nonostante ricoprì questo ruolo per appena 4 [[petosecondi]] e mezzo.
 
Prima di ricoprire la poltrona di [[Presidente della Repubblica]], ricoprì la poltrona di [[Presidente della Camera]], in seguito, ha sfidato se stesso ricoprendo simultaneamente sia la poltrona di [[Presidente del Senato]] sia quella di [[Presidente della Corte Costituzionale]], avrebbe voluto ricoprire anche il ruolo di [[Presidente del Consiglio]] e fare così l'en plein delle maggiori cariche istituzionali italiane ricoperte, ma non ci riuscì, in compenso fu il primo ed ultimo Presidente della Repubblica<ref>Benché non fosse proprio un Presidente della Repubblica in quel periodo.</ref> a condannare a morte [[qualcuno]].
 
== Vita ==
=== Giovinezza ===
Nacque a [[Napoli]] il [[9 novembre]] [[1877]], quando il capoluogo campano non era ancora stato nominato capitale dello [[Camorra|Stato Camorrista]]. Da buon donnaiolo partenopeo studiò al [[Liceo Classico]], in seguito si laureò in [[giurisprudenza]], diventando rapidamente un rinomato e riconosciuto [[avvocato|azzeccagarbugli]] nazionale.
 
=== I primi anni in politica ===
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Dopo che il Re d'Italia [[Sciaboletta]] diede la fiducia a [[Mussolini]], De Nicola insieme a molti altri deputati [[partito Liberale|Liberali]] e [[partito Popolare|Popolari]] firmò la fiducia al nuovo esecutivo. Per ricompensarlo della firma il Duce decise di lasciarlo tranquillo nella sula poltrona di [[Presidente della Camera]], ma allo scadere del mandato De Nicola per la vergogna decise di abbandonare l'incarico, in seguito venne nominato [[senatore]], ma non prese mai parte ai lavori assembleari, essendo troppo impegnato a non farsi vedere in giro.
 
Nel [[1943]], dopo la caduta del regime, considerato paradossalmente l'unica figura autorevole della politica pre-fascista, fu chiamato a mediare fra gli [[Alleati]] e i [[Savoia]] per consentire un più agevole passaggio di poteri; non che ne avessero mai avuto molto di potere quelli della famiglia reale, a parte il mandare la gente in [[guerra]] a farzifarsi ammazzare.
 
Si deve in particolare a De Nicola l'"intelligente" soluzione che evitò a [[Vittorio Emanuele III]] l'abdicazione: propose di istituire la figura del "[[Luogotenente]]", da affidare all'erede al trono [[Umberto II]]. La creazione di questa figura, pur limitando la sovranità monarchica, permise di ridurre l'impatto formale della sconfitta: in pratica semplicemenete rinominando il Re d'Italia Luogotenente, la nazione risulta vincitrice nonostante la palese sconfitta, la nazione viene consegnata nelle mani degli Usa, i Savoia, specialmente [[Sciaboletta]], non vengono linciati come avrebbero meritato, i parlamentari che appoggiarono i fascisti se ne uscirono fuori col [[culo]] pulito e la guerra continua...
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Come ex [[presidente della Repubblica]], Enrico De Nicola ottenne di diritto una [[pensione d'oro]], ma lui la rifiutò seccamente preferendo ricevere una pastiera napoletana formato famiglia per la festa di [[San Gennaro]]. Comunque dopo alcuni anni decise di ributtarsi in politica, diventando [[presidente del Senato]], si dimise in occasione delle votazioni per la legge elettorale sul cosiddetto [[premio di maggioranza]], altrimenti detta [[legge truffa]], la capostipite di una lunga serie.
 
Nonostante la veneranda età ebbe ancora la forza per mettersi a fare il primo [[Presidente della Corte Costituzionale]] della storia italiana, ma neanche un' anno dopo dovette mollare a causa della fatica di stare seduto in ufficio tutto il giorno a leggere [[Topolino]], ritornò a fare il semplice [[senatore a vita]], fino a quando il [[1º ottobre]] [[1959]] rassegnò le dimissioni dalla pubblica vita, aveva 81 anni e ancora una carica presidenziale da ricoprire.
 
== Personalità ==
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