Grover Cleveland: differenze tra le versioni

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La vita di Stefano non fu dunque rose e fiori, i fratelli più giovani lo insultavano, mentre quelli maggiori lo sfruttavano in continuazione; alla fine esasperato mandò a cagare tutti quanti e scappò di [[casa]] giurando vendetta. Solo e senza un tetto sulla testa, andò in cerca di lavoro dalle parti di Marassi, riuscendo a farsi assumere come [[muratore]] a tempo determinato nella costruzione di uno [[stadio]] di calcio; fu proprio qui che il futuro Presidente degli Stati Uniti maturò la sua passione per lo sport, diventando un accanito tifoso della squadra locale: la [[Sampdoria]].
 
In poco tempo Stefano Garibbo divenne uno dei volti noti del quartiere Marassi, lui stesso per rendersi ancora più riconoscibile si fece crescere un paio di folti [[baffi]], che sfoggiava fiero per le vie di [[Genova]] con la sua camminata tronfia. Completata la costruzione dello stadio, il futuro Presidente continuò a lavorare nell'[[edilizia]], svolgendo lavori saltuari per le varie ditte del capoluogo ligure, mettendo insieme un bel gruzzoletto con il quale iniziò a svolgere delle attività molto meno oneste, ma decisamente più remunerative, come lo [[spaccio]] di [[oppio]] e caramelle per la [[tosse]]; dopo pochi anni Stefano Garibbo divenne un piccolo boss malavitoso conosciuto con il nome di "Groviera", per la sua abitudine di scaricare un intero caricatore di [[kalasnjikov]] su tutti quelli che gli creavano problemi.
 
 
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Il periodo di strapotere di Stefano "Groviera" Garibbo iniziò a vacillare quando [[qualcuno]] lo denunciò per i suoi onesti e corretti metodi di fare impresa; per evitare di finire al [[galera|gabbio]] salì sulla prima caravella e andò nel posto più lontano allora conosciuto: l'[[America]].
 
La nave attraccò nella città di [[Cleveland]] in [[Ohio]] e qui Groviera venne immediatamente intercettato dai [[reclutatori]] unionisti che lo presero di forza e lo spedirono sul fronte occidentale a combattere la [[guerra di secessione]]. Questa botta di [[sfiga]] si rivelò un'opportunità per lui, infatti la coscrizione gli diede il modo di cambiare nome e di far perdere le sue traccie; per prima cosa americanizzò il suo nome in Stephen, poi modificò il suo soprannome Groviera nel più americaneggiante Grover e in fine sostituì i suoi altisonanti cognomi con il nome della prima città americana su cui aveva messo piede, cioè Cleveland, anche per sottolineare il suo taglio con il passato. E così il genovese '''Stefano Garibbo Schiappacasse Doria''' detto '''"Groviera"''' divenne l'americano '''Stephen Grover Cleveland'''. Il cambio di nome gli portò pure fortuna: infatti venne nominato comandante [[magazziniere]] di divisione; questo ruolo gli permise di evitare le battaglie in campo aperto e dunque di tenersi la pelle ben attaccata al corpo.
 
Il cambio di nome gli portò pure fortuna: infatti venne nominato capo [[magazziniere]] dell'esercito; questo ruolo gli permise di evitare le battaglie in campo aperto e dunque di tenersi la pelle ben attaccata al corpo; oltretutto sfruttò la sua carica per arrotondare lo stipendio, vendendo illegalmente alcune provvigioni all'esterno della base (un metodo questo in voga tra i presidenti americani, come [[Chester Arthur]] e [[James A. Garfield]]). In seguito, però, venne nominato comandante di divisione, questo perché la guerra si stava portando all'[[inferno]] tanto i soldati quanto gli ufficiali. Grover si dimostrò unmolto abile comandantenel suo ruolo, anche sema il suo carattere dispotico lo portava spesso a degli eccessi nei confronti della truppa: pretendeva sempre che i [[soldati]] lo salutassero con un perfetto saluto militare quando passava, persino quando stavano cagando alle latrine (che erano ancora a cielo aperto), ed esigeva anche che gli facessero da muro umano quando era lui a usare i servizi igienici. Oltretutto era solito dare nomignoli cattivi ai suoi sottoposti come ad esempio: ''"Palla di Lardo", "Letamaio del Texas", e "Grifone spennato"<ref>Con evidente riferimento all'odiato Genoa.</ref>, e "Poty Poty"<ref>'Sto sopranome lo diede ad un soldato che amava tormentare pizzicandogli le guancie.</ref>''.
 
Il cambio di nome gli portò pure fortuna: infatti venne nominato capo [[magazziniere]] dell'esercito; questo ruolo gli permise di evitare le battaglie in campo aperto e dunque di tenersi la pelle ben attaccata al corpo; oltretutto sfruttò la sua carica per arrotondare lo stipendio, vendendo illegalmente alcune provvigioni all'esterno della base (un metodo questo in voga tra i presidenti americani, come [[Chester Arthur]] e [[James A. Garfield]]). In seguito, però, venne nominato comandante di divisione, questo perché la guerra si stava portando all'[[inferno]] tanto i soldati quanto gli ufficiali. Grover si dimostrò un abile comandante, anche se il suo carattere dispotico lo portava spesso a degli eccessi nei confronti della truppa: pretendeva sempre che i [[soldati]] lo salutassero con un perfetto saluto militare quando passava, persino quando stavano cagando alle latrine (che erano ancora a cielo aperto), esigeva anche che gli facessero da muro umano quando era lui a usare i servizi igienici. Oltretutto era solito dare nomignoli cattivi ai suoi sottoposti come ad esempio: ''"Palla di Lardo", "Letamaio del Texas", "Grifone spennato"<ref>Con evidente riferimento all'odiato Genoa.</ref>, e "Poty Poty"<ref>'Sto sopranome lo diede ad un soldato che amava tormentare pizzicandogli le guancie.</ref>''.
 
==La discesa in campo==
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* e infine una scheda gli venne data buona perché avevano sputato proprio sul simbolo di Grover (su cui c'era la sua faccia).
[[File:Grover Cleveland caricatura.jpg|left|thumb|250px|[[Vauro]]: Cleveland mentre importuna un neonato.]]
Preso dalla disperazione l'ex presidente scappò via, andando a rifugiarsi all'interno della [[Casa Bianca]]; McKinley senza scomporsi prese una [[spranga]] e si diresse anche lui verso la sua futura abitazione. Quando arrivò non incontrò alcuna resistenza, infatti gli inservienti gli aprirono tutte le porte indicandogli anche l'armadio in cui si era nascosto Cleveland;. unaUna volta stanato, [[William McKinley|McKinley]] lo afferrò per i baffi e lo trascinò fuori dall'abitazione fino al cancello d'uscita, per poi buttarlo fuori con un paio di schiaffi, facendolo finire su una pozza d'olio motori.
 
Quando Cleveland si rialzò in piedi vide il cancello della tenuta presidenziale chiudersi e il neo Presidente che rientrava in casa accompagnato da Francessua Folsommoglie: suaFrances moglieFolsom aveva infatti deciso di non rimanere al capezzale didel Grovermarito un minuto di più.
 
Grover Cleveland non lasciò mai più gli [[Stati Uniti]], ridotto peggio di un barbone riuscì a scampare alla miseria lavorando come [[professore]] universitario a [[Princeton]] (tanto lì basta averci un nome strano per essere assunti subito). Quando poi apprese la notizia dell'omicidio di [[William McKinley|McKinley]] (ignorando completamente il fatto che quando un Presidente muore gli succede il vice) ebbe l'idea di organizzare una campagna elettorale per tornare al potere, ma quando si diresse in cartoleria per comprare i festoni si rese conto che ormai gli [[Stati Uniti]] non erano più il paese che aveva conosciuto anni prima. Tutto intorno a lui c'erano operai salariati, imprenditori rampanti, lavanderie cinesi e pizzerie Bella Napoli, lui invece era solo un [[relitto]] di un mondo a cui si poteva interessare solo qualche [[regista]] di [[B-movies]]. Amareggiato, lasciò perdere l'idea delle elezioni, evitando così una sicura [[figura di merda]]<ref>Questa fu una delle poche cose intelligenti che fece in vita.</ref>;. passòPassò il resto della vita lavorando, la sua unica soddisfazione fu l'abbonamento alla [[Pay TV]], con il quale poteva seguire le partite della sua squadra del [[cuore]].
 
Cleveland morì all'università di [[Princeton]] il [[24 giugno]] del [[1908]] all'età di 71 anni mentre stava spiegando come mai [[Vincenzo Montella]] aveva abbandonato la Samp nel '99. Nessuno si accorse subito dell'accaduto, perché i pochi studenti che seguivano la lezione o erano andati al bagno o stavano dormendo; in seguito visto che nessuno andava a reclamare il [[cadavere]], il [[Magnifico Rettore]] ordinò che venisse seppellito nel giardino dell'[[Università]] come concime per le piante.
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