Utente:Crogiuolo/Sandbox/4: differenze tra le versioni

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Silla apparteneva ad un ramo povero della gens dei Cornelii, famiglia di antichissima origine patrizia, uno di quei rami rachitici, senza foglie e che i cugini prendono per il culo al cenone di Natale. Conosceva molto bene le lettere latine e greche, tutte ad eccezione della Omega, perchè aveva perso l'ultima pagina dell'abecedario. Completamente privo di mezzi economici, Silla trascorse gli anni della gioventù ai margini dei circoli politicamente più influenti di Roma, spesso cantando nelle barche da crociera. In che modo il giovane si procurò le risorse economiche per poter essere ammesso nel rango senatorio non è dato sapere, sebbene alcune fonti facciano allusione al fatto che in quel periodo Silla non riuscisse a sedersi bene.
Altri invece ricordano le sue strane amicizie politiche, tra le quali quelle con Xicra, che sarebbe morto poco dopo esiliato, e quelle con alcune cosche del sud della penisola italiana.
Nel 107 a.C. Silla fu nominato questore di Gaio Mario Nel 101 riuscì a farsi eleggere pretore urbano, e i suoi avversari non mancarono di accusarlo di aver corrotto all'uopo molti degli elettori. In seguito fu assegnato al governo della Cilicia, regione situata nell'odierna Turchia.
Al termine del 92 a.C. Silla lasciò il Medio Oriente e rientrò a Roma, dove si unì al partito degli oppositori di Gaio Mario. In quegli anni la Guerra Sociale (91-88 a.C.) era al suo culmine. L'aristocrazia romana si sentiva minacciata dalle ambizioni di Mario che, vicino alle posizioni del partito popolare, aveva già conseguito il consolato per 5 anni di seguito, dal 104 a.C. al 100 a.C. Nella repressione di quest'ultimo moto di ribellione delle popolazioni italiche alleate di Roma, Silla si mise particolarmente in luce come brillante e geniale stratega, eclissando sia Mario che l'altro console Gneo Pompeo Strabone (padre di Gneo Pompeo Magno). Una delle sue imprese più famose fu la cattura di Aeclanum, capitale degli Irpini, ottenuta incendiando il muro di legno che difendeva la città assediata. Come conseguenza, nell'88 a.C., ottenne per la prima volta il consolato, insieme a Quinto Pompeo Rufo.
 
Nel 92 a.C. si assistette ad un avvenimento storico per quell'epoca. La Repubblica romana ed il grande Impero dei Parti vennero a contatto in modo del tutto pacifico. Una delegazione inviata dal sovrano parto, Mitridate II, si incontrò sulle rive dell'Eufrate con il pretore Lucio Cornelio Silla, governatore della nuova provincia di Cilicia.
« Dopo l'anno di pretura, [Silla] fu inviato in Cappadocia. Motivo ufficiale della sua missione era il porre di nuovo sul trono Ariobarzane I.[2] In verità egli aveva il compito di contenere e controllare l'espansione di Mitridate, che stava acquisendo nuovi domini e potenza non inferiori a quanti ne aveva ereditati. »
(Plutarco, Vita di Silla, 5.)
La missione di Silla, procuratore della Cilicia, nel 92 a.C., quando incontrò un satrapo dei Parti presso Melitene (futura fortezza legionaria).
 
Questo primo incontro fissò sull'Eufrate il confine tra i due imperi.[3][4] Un curiosità di quell'incontro fu che Silla cercò, anche in quella circostanza, di affermare la preminenza di Roma sulla Partia, sedendosi fra il rappresentante del Gran Re ed il re di Cappadocia, come se desse udienza a dei vassalli. Una volta venuto a conoscenza dell'accaduto, il re dei Parti fece giustiziare colui che lo aveva così maldestramente sostituito all'incontro con il generale romano. Ecco come racconta l'episodio Plutarco:
« Silla soggiornava lungo l'Eufrate, quando venne a trovarlo un certo Orobazo, un parto, quale ambasciatore del re degli Arsacidi. In passato non c'erano mai stati rapporti di sorta tra i due popoli. Tra le grandi fortune toccate a Silla, va ricordata anche questa. Egli fu infatti il primo romano che i Parti incontrariono, chiedendo alleanza ed amicizia.[5] In questa occasione si racconta che Silla fece disporre tre sgabelli, uno per Ariobarzane I, uno per Orobazo ed uno per sé, e li ricevette mettendosi al centro tra i due. Di questa situazione alcuni lodano Silla, perché ebbe un contegno fiero di fronte a due barbari, altri lo accusano di impudenza e vanità oltre misura. Il re dei Parti, da parte sua, mise poi a morte Orobazo. »
(Plutarco, Vita di Silla, 5.)
 
Al termine del 92 a.C. Silla lasciò il Medio Oriente e rientrò a Roma, dove si unì al partito degli oppositori di Gaio Mario. In quegli anni la Guerra Sociale (91-88 a.C.) era al suo culmine. L'aristocrazia romana si sentiva minacciata dalle ambizioni di Mario che, vicino alle posizioni del partito popolare, aveva già conseguito il consolato per 5 anni di seguito, dal 104 a.C. al 100 a.C. Nella repressione di quest'ultimo moto di ribellione delle popolazioni italiche alleate di Roma, Silla si mise particolarmente in luce come brillante e geniale stratega, eclissando sia Mario che l'altro console Gneo Pompeo Strabone (padre di Gneo Pompeo Magno). Una delle sue imprese più famose fu la cattura di Aeclanum, capitale degli Irpini, ottenuta incendiando il muro di legno che difendeva la città assediata. Come conseguenza, nell'88 a.C., ottenne per la prima volta il consolato, insieme a Quinto Pompeo Rufo.
Occupazione militare di Roma [modifica]
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Guerra civile romana (88-82 a.C.).
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