Salvatore Settis: differenze tra le versioni
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→Il papiro di Artemidoro e l'odio viscerale per i baresi
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Mentre studiava all'Anormale e faceva un'esercitazione pratica di archeologia, il Nostro si ritrovò per caso a scavare nello stesso lotto di un compagno di corso [[Bari|barese]], tale Luciano, soprannominato Luciano Canfora per via del suo potere antizanzara. Le buche che i due stavano scavando arrivarono a convergere, ed entrambi si ritrovarono dinnanzi a ciascuna estremità dello stesso reperto: un enorme [[cesso|rotolo di carta igienica]] con su scritto ''Rotoloni Regi...'' ehm, ''Papiro di Artemidoro''. Salvatore Settis (all'epoca noto come "totò settete") e Luciano Canfora contesero a lungo la cartaccia in questione, fino a strapparla in due, cosicchè una metà finì in mano all'uno e l'altra in mano all'altro. Perciò tra i due scoppiò questo dialogo:
*'''
*'''Luciano Canfora:''' ''Non importa. Tanto si vede lontano un miglio che è un falso''.
*'''Salvatore Settis:''' ''Eh, no invece è verissimo
*'''Luciano Canfora:''' ''Zitto terrone, questo papiro è finto come le [[tette]] di tua sorella!''
*'''Salvatore Settis:''' ''FURMULACCHIU, CUSTU PAPIRU ESTI VIRU E SI VIRI!''
*'''Luciano Canfora:''' ''
Nel vano sforzo di capire quest'ultima frase pronunciata dal [[comunismo|compagno]] Canfora, il povero Settis fu colpito da una necrosi meningococcica. Così Luciano Canfora, vittorioso, potè tornare a [[Bari]] con in mano tutt'e due le metà del papiro di Artemidoro.
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