Paranoia: differenze tra le versioni

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== La paranoia soprannaturale in letteratura ==
[[Immagine:Soggetto paranoico.jpg|left|thumb|300px|Normale soggetto paranoico.]]
Camminavo tranquillo per il prato. Ero uscito presto dopo pranzo perché sarebbe venuto buio in fretta. L’erba era bagnata, avevo gli stivali. Il cane mi aveva seguito di corsa, andando ora avanti ora indietro tra le piante da frutta e i fossi pieni d’acqua. Non so perché sia andata a finire così. Io camminavo, non volevo fare altro, volevo respirare l’aria della campagna, pestare la terra dell’inverno. Ma quando ho visto quel buco sotto le foglie secche, nascosto dalla sterpaglia, non ho potuto fare a meno di avvicinarmi per vedere cosa fosse. Era un pozzo, una specie di cunicolo di mattoni. Non capivo però a cosa servisse, perché fosse proprio in mezzo ai campi. Ho spostato i rami intricati, ho visto che scendeva obliquo nel buio, sotto le radici delle gaggie. Era orientato verso le colline del castello, e per un attimo ho pensato a un passaggio sotto la brughiera che arrivasse fino al maniero, ma mi sono convinto poi ch’era troppo lontano. Ho provato a scendere. Il fondo era di mattoni rossi erosi dall’acqua e andava giù sempre più ripidamente. Mi sono ritrovato sotto una bassa volta a botte, gli stivali sulla terra battuta, nera e umida. Dall’apertura sul campo di stoppie la luce arrivava appena, l’odore di muschio era intenso. Ho tastato le pareti in muratura, e le dita mi si sono riempite di una viscida sostanza biancastra. Me le sono annusate, non sembrava altro che muffa, o qualcosa di simile. Non avevo mai sentito un odore di funghi così forte, il fondo del cunicolo ne era pieno. Solo allora mi sono accorto che si trattava di una fungaia. Ma ho sentito qualcosa finirmi tra i piedi. Impulsivamente gli ho dato un calcio e l’ho pestato con violenza, senza sentire alcun suono. Poi mi sono abbassato per vedere cosa fosse, e ho visto che era il mio cane, morto.
 
''Morale di questa novella di '''Roberto Giusta''', ''Nella fungaia'', è che “La curiosità uccide il gatto, ma la paranoia uccide il cane.”''
 
[[Immagine:Uomo sotto accusa.jpg|right|thumb|250px|Tizio accusato di essere paranoico.]]
 
Mi hanno dimenticata qui dentro, sono anni che non vedo più nessuno. Mangio qualsiasi cosa si muova e succhio l’acqua dal buco che ho fatto nel tubo. Non riesco più ad alzarmi dal letto, e fissare quel corridoio buio mi terrorizza. Mi basterebbe alzarmi, e raggiungere quella tenebra. Forse hanno lasciato le porte aperte, forse basterebbe percorrere il corridoio per trovare l’uscita. Non c’è nessuno, più nessuno è venuto qua, e forse se ne sono davvero andati tutti. Basta che attraversi il corridoio, ma la cosa più spaventosa che mi hanno lasciato è quell’apertura nera, e non avrò mai il coraggio di entrarci. Marcirò in questa stanza fissando gli angoli delle pareti, se non vinco la paura del corridoio, ma è ciò che potrebbe esserci dentro, dietro le sue porte che mi fa lentamente morire nel letto. Demoni orribili popolano i miei incubi, segreti innominabili escono dai muri, le paure salgono dalle voragini della terra, e non posso fare un passo di più in quest’inferno senza che mi senta mancare, che mi senta precipitare oltre l’orlo dell’abisso, in quel vuoto orrendo che è diventata la mia tomba. Ma la paura di morire m’impedisce di sfuggire col suicidio il terrore della morte che si nasconde in quel corridoio.
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