Casa Savoia: differenze tra le versioni

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Sapendo quanto erano stronzi gli austriaci, i sabaudi pensarono bene di allagare tutte le risaie tra [[Novara]] e [[Vercelli]], così che gli strudel finirono infangati fino alle ascelle e massacrati dalle zanzare, incapaci anche di fumarsi una sigaretta, mentre i cannoni sprofondavano lentamente e i cavalli si rifiutavano giustamente di proseguire per paura delle nutrie. Nel frattempo, al segnale prestabilito, Napoleone e i suoi francesi da combattimento arrivarono da Genova con il treno, scesero, si unirono ai piemontesi di Vittorio Emanuele e [[Garibaldi]] – Cavour rimase a Torino a finire di mangiare – e tutti insieme incominciarono a menare come pazzi. Si disse poi che al momento dell’attacco Vinuele, visibilmente eccitato – visto che aveva insistito come un bambino per avere a tutti i costi il comando dell’esercito, ragione per cui Cavour, stremato da quella lagna, infine glielo concesse, ma solo a patto che fosse in prima linea – nell’alzarsi da sella per dare la carica scivolò con lo stivale fuori dalla staffa e udito da tutto l’esercito gridò ''“Diu d’na madona!”'' Al che tutti credettero che quello fosse il segnale di carica e gridando tutti, anche i francesi, ''“Diu d’na madona!”'' si misero ad attaccare, prendendo a schiaffi calci e pugni tutti gli strudel fino al [[Lago di Garda]]. “Diu d’na madona” diventerà la nuova carica dei Savoia e lo resterà almeno fino al 1943.
[[File:Formazione_savoiarda.jpg|thumb|270px|Formazione savoiarda a quadrato con al centro artiglieria di cera a forma di lettere giganti.]]
La guerra fu vinta in poco tempo, anche perché quando i sabaudi avrebbero voluto prendere gli austriaci a scarpate fino al [[Brennero]] e levarseli dal cazzo per sempre, tanto che Garibaldi si stava già esercitando con lo jodel, il sacco di merda di Napoleone, che aveva il comando dell’armata, per paura che nel frattempo in Italia scoppiassero delle rivoluzioni concesse unilateralmente agli austriaci checche l’armistizio, contravvenendo al punto f). E le checche, non volendola dare a Vinuele perché dicevano ch’era un [[macellaio]] e ne sarebbe andato del loro [[prestigio]], gli offrirono in cambio la Lombardia. Cavour si incazzò come una [[iena]] e si dimise per due giorni, e ancora più incazzato era Vinuele, che però non poteva dimettersi perché avrebbe dovuto abdicare. Allora, visto che Camillo minacciava di non mantenere gli impegni a sua volta, Napoleone, di nuovo preoccupato soprattutto per il punto g), gli passò subito la Lombardia e lasciò alla Savoia mano libera in Italia, tranne che a [[Roma]]. Finì che, come da accordi, Nizza e la Savoia originale vennero consegnate alla Francia e la [[puttana]] a Napoleone. Allora Vinuele scoprì che lo avevano fottuto e mancò poco che incominciasse a macellare Cavour.
[[Immagine:donna.jpg|left|thumb|250px|La puttana consegnata a Napoleone.]]
 
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