« La festa appena cominciata è già finita... »
(Sergio Endrigo su blackout)

Sergio Endrigo (tanto tempo fa - non ricordo quando) è stato un prolifico cantautore nonché valente agronomo italiano.

Nascita e primi anni

 
Il fiore che ispirò il cantautore nella composizione dell'opera di maggior successo.

Endrigo nacque in una casa molto carina senza soffitto e senza cucina situata in Via dei Matti al n°0 a Pola, in Istria. Il padre era l'ultimo rampollo di una celebre stirpe di becchini; il lavoro veniva tramandato da ormai innumerevoli generazioni. E nonostante il figlio ruppe la catena diventando cantante, l'impronta rimase ben visibile a livello fisico e caratteriale.

Al piccolo Sergio la vita fu scombussolata dalla Seconda Guerra Mondiale e, principalmente, dal concitato dopoguerra: infatti gli jugoslavi emigrarono in gran numero nelle città dell'Istria e, amanti dello sport, obbligarono il grosso degli abitanti italiani già residenti a curiosi esercizi di bugging jumping in luoghi poco adatti. Il padre, il cui sport preferito era l'alza-abbassa della vanga, preferì lasciar perdere e insieme ad altri connazionali emigrò altrove. Questo volle dire cercarsi un nuovo lavoro e così la vanga fu riciclata per l'uso negli orti. Per questo il figlio, anziché anatomia, studiò agronomia.

In quell'epoca, il giovine Sergio s'accorse che ricordava meglio quello che studiava se lo canticchiava tra sé e sé. Così cominciò a recitare: "per fare l'albero ci vuole il seme, per fare il seme ci vuole il frutto... per fare tutto ci vuole un fiore". Visto che gli venne bene, decise d'incidere il relativo brano, intitolato "Ci vuole un fiore", su disco.

Fu un inaspettato successo, principalmente tra la fascia più giovane del pubblico, atteso che le persone dai 14 anni in su quella musichetta non se la cagavano proprio.

Carriera

Siccome il disco gli aveva fruttato molti più soldi del lavoro di collaudatore di concimi in un'azienda a Vergate sul Membro, decise di spendere più tempo nel campo artistico, anziché in quello propriamente detto. Le sue prime canzoni erano incentrate sui suoi occasionali amori, come nel caso di Via Broletto 34, a quanto pare coeva de Il cielo in una stanza di Gino Paoli; ma tutto cambiò quando uscì il 45 giri di Viva Maddalena, sulla cui copertina si vedeva Endrigo al centro d'un pascolo a cavallo di una vacca; ma ancor più forte dello scandalo fu lo shock nel vedere il serioso cantautore sorridente, a causa degli effetti dell'erba medica là presente.

Gli anni dell'oblio

Dopo il periodo di massimo successo, anche Endrigo, come per tutti (o quasi) gli altri cantautori di prima generazione, cadde nel dimenticatoio, ma non a causa della ben nota sindrome, ma perché era un inguaribilmente romantico nell'era dei Pietrangeli e delle bombe.