Pop art: differenze tra le versioni

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*'''Il Minimalismo''' e la sua sottocorrente più estrema, '''il Fancazzismo:''' in cui l’opera dell’artista è ridotta all’osso perché l’artista è pure bravo ma non ha alcuna voglia di dimostrartelo. L’artista fancazzista esprime un disagio, una frustrazione anzi peggio sta pieno di complessi e lo comunica allo spettatore facendo opere senza alcun impegno o addirittura lasciando la creazione a metà con i pennarelli vicino, invitando così lo spettatore a finire il quadro al posto suo. Il loro motto è: mi rompo il [[cazzo]], fallo tu.
*'''Il Minimalismo''' e la sua sottocorrente più estrema, '''il Fancazzismo:''' in cui l’opera dell’artista è ridotta all’osso perché l’artista è pure bravo ma non ha alcuna voglia di dimostrartelo. L’artista fancazzista esprime un disagio, una frustrazione anzi peggio sta pieno di complessi e lo comunica allo spettatore facendo opere senza alcun impegno o addirittura lasciando la creazione a metà con i pennarelli vicino, invitando così lo spettatore a finire il quadro al posto suo. Il loro motto è: mi rompo il [[cazzo]], fallo tu.


[[Immagine:TF.jpg|left|250px|thumb|Una tipica opera di Micheal Placenta, esponente del Tengofamiglismo. Speriamo che il soggetto sia stato liberato almeno per la pausa pranzo.]]
[[Immagine:uomo incatenato.jpg|left|250px|thumb|Una tipica opera di Micheal Placenta, esponente del Tengofamiglismo. Speriamo che il soggetto sia stato liberato almeno per la pausa pranzo.]]
*'''L’Iperrealismo cronico''' ovvero il '''Tengofamiglismo:''' in cui l’arte oltrepassa il [[Nepotismo]] languido e il [[Nonnismo]] purulento per arrivare ad opere tremendamente realistiche, forse troppo. Qui l’artista immortala scene di vita quotidiana e non si accontenta più dei manichini, prendendo poveri disgraziati senza lavoro con la promessa di facili guadagni, costretti a stare fermi e immobili fino alla fine della mostra. La prima opera di questo genere venne presentata alla Biennale di [[Venezia]] del 1972 e si chiamava ''Aiuto, devo andare al cesso!''
*'''L’Iperrealismo cronico''' ovvero il '''Tengofamiglismo:''' in cui l’arte oltrepassa il [[Nepotismo]] languido e il [[Nonnismo]] purulento per arrivare ad opere tremendamente realistiche, forse troppo. Qui l’artista immortala scene di vita quotidiana e non si accontenta più dei manichini, prendendo poveri disgraziati senza lavoro con la promessa di facili guadagni, costretti a stare fermi e immobili fino alla fine della mostra. La prima opera di questo genere venne presentata alla Biennale di [[Venezia]] del 1972 e si chiamava ''Aiuto, devo andare al cesso!''



==Le sue ultime frontiere e la sua fine ingloriosa==
==Le sue ultime frontiere e la sua fine ingloriosa==