Pene d'ebano: differenze tra le versioni
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{{quote|Durante il loro cammino alla ricerca del pene d'ebano i due giovani virgulti si divertivano giuocando tra loro utilizzando il dito indice a guisa di spada e sfidandosi a duello. Poi, al calare della sera, si sedettero a riposare sotto un frondoso sicomoro. Il loro riposo venne però interrotto da una serie di colpi sempre più forti, tanto da far sobbalzare il terreno! Erano dei passi, mescolati ad una voce garula che spazzava via qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. D'un tratto gli si parò davanti una tronfia e ben pasciuta figura: era il gigante Ganassa, da tutti temuto per aver distrutto interi villaggi a furia di vanterie. ''"Io so dove si trova il pene d'ebano"'', disse l'obeso fanfarone,''"ma dovrete fare ciò che vi dirò io."'' |
{{quote|Durante il loro cammino alla ricerca del pene d'ebano i due giovani virgulti si divertivano giuocando tra loro utilizzando il dito indice a guisa di spada e sfidandosi a duello. Poi, al calare della sera, si sedettero a riposare sotto un frondoso sicomoro. Il loro riposo venne però interrotto da una serie di colpi sempre più forti, tanto da far sobbalzare il terreno! Erano dei passi, mescolati ad una voce garula che spazzava via qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. D'un tratto gli si parò davanti una tronfia e ben pasciuta figura: era il gigante Ganassa, da tutti temuto per aver distrutto interi villaggi a furia di vanterie. ''"Io so dove si trova il pene d'ebano"'', disse l'obeso fanfarone,''"ma dovrete fare ciò che vi dirò io."'' |
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I due annuirono e si incamminarono verso il bosco, dandosi tra loro dei piccoli ma simpatici calcetti nelle terga, lieti di aver trovato un nuovo amico.|''Due culi e una cappella'', capitolo decimosesto}} |
I due annuirono e si incamminarono verso il bosco, dandosi tra loro dei piccoli ma simpatici calcetti nelle terga, lieti di aver trovato un nuovo amico.|''"Due culi e una cappella"'', capitolo decimosesto}} |
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{{quote|Giorgio, Piero e il loro flaccido amico, il gigante Ganassa, camminarono a lungo nel reame di Baalaal. |''"Due culi e una cappella"'', capitolo settantesimoquinto}} |
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[[categoria:corpo umano]] |
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Versione delle 20:50, 6 giu 2008
Il pene d'ebano è una creatura leggendaria che si trova in molti racconti dell'Africa occidentale.
Origine della leggenda
L'animismo tradizionale africano sostiene che la vita sulla terra sia stata generata da Madre Natura ingravidata dal seme fuoriuscito da un immenso pene d'ebano, il legno più duro che esista. Una divinità malvagia chiamata goldone avrebbe tentato di impedire che madre natura rimanesse incinta poiché era invidiosa della potenza del pene. Allora il pene avrebbe detto al goldone "Mi è scivolata la saponetta, me la raccoglieresti?", sconfiggendolo e facendo trionfare la vita sulla morte.
Ancora oggi in molti villaggi africani ci sono sculture raffiguranti il pene d'ebano considerate protettrici della fertilità delle donne del villaggio. Se ad esempio una donna non riesce ad avere figli va a prostrarsi di fronte alla statua, toccandola e baciandola, dopodiché venti ragazze vergini danzano attorno al pene per tutta la notte.
La spedizione di Giorgio e Piero
Nel 1831 due esploratori inglesi, George Peterson e Peter Griffin, si avventurarono nella foresta del Congo per appurare se il pene d'ebano fosse solo una leggenda locale o ci fosse un fondo di verità nei racconti. Le loro peripezie sono raccontate nel romanzo autobiografico "Due culi e una cappella" (titolo originale inglese "The legend of woodcock").
Poco dopo il loro arrivo in Congo i due esploratori capirono che era ancora un paese selvaggio e inospitale.
I due esploratori vennero fatti prigionieri da una tribù africana di petomani che li relegarono nelle proprie segrete.
Giorgio e Piero vennero aiutati nella loro spedizione da un gigante watusso incontrato per caso.