Figa pelosa: differenze tra le versioni

Da Nonciclopedia, la pseudo-enciclopedia pseudo-libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto aggiunto Contenuto cancellato
mNessun oggetto della modifica
Riga 4: Riga 4:
[[File:Fokker DR-1.JPG|thumb|left|280px|Non esistono ritratti o fotografie di Mimmo Curbetti. Tuttavia, si sa per certo che non venne mai abbattuto dal Barone Rosso.]]
[[File:Fokker DR-1.JPG|thumb|left|280px|Non esistono ritratti o fotografie di Mimmo Curbetti. Tuttavia, si sa per certo che non venne mai abbattuto dal Barone Rosso.]]
'''''Figa pelosa''''' è il dipinto d'esordio di Mimmo Curbetti, imbrattatele nato agli inizi del 1800 negli [[Stati Pontifici|Stati Pontifroci]], dal matrimonio dello [[scemo del villaggio]] con [[Paola Binetti]], all'epoca donna piacente.
'''''Figa pelosa''''' è il dipinto d'esordio di Mimmo Curbetti, imbrattatele nato agli inizi del 1800 negli [[Stati Pontifici|Stati Pontifroci]], dal matrimonio dello [[scemo del villaggio]] con [[Paola Binetti]], all'epoca donna piacente.
È l'unico dipinto del Curbetti, che subì non poche persecuzioni in vita per le sue azioni sovversive, tipo scrivere sui muri " ''Viva le tette'' "; il che, in uno Stato in cui gli unici a vedere un po' di [[figa|squàppara]] seria erano i [[Cardinali]], era considerato satira politica. Per questo fu imprigionato e torturato spesso, e a giorni alterni, ma mai il venerdì perché era il "Cardinal's topa day", quindi giorno di svacco per tutti, [[boia]] compresi.
È l'unico dipinto del Curbetti, che subì non poche persecuzioni in vita per le sue azioni sovversive, tipo scrivere sui muri " ''Viva le tette'' "; il che, in uno Stato in cui gli unici a vedere un po' di [[figa|squàppara]] seria erano i [[Cardinali]], era considerato satira politica. Per questo fu spesso imprigionato e torturato a giorni alterni, ma mai il venerdì perché era il "Cardinal's topa day", quindi giorno di svacco per tutti, [[boia]] compresi.


Nel 1860, dopo decenni di umiliazioni, Curbetti decise di darsi all'[[arte]], quella vera.
Nel 1860, dopo decenni di umiliazioni, Curbetti decise di darsi all'[[arte]], quella vera.
[[File:Astronauta.jpg|thumb|right|240px|Nè tantomeno andò sulla Luna.]]
[[File:Astronauta.jpg|thumb|right|240px|Nè tantomeno andò sulla Luna.]]
Comprò tela e [[pennello|pennelli]] impegnando di nascosto il [[cilicio]] della madre, e iniziò a dipingere un quadro di 40x50 cm, che avrebbe, a sentir lui, "rivoluzionato il modo di guardare alla pittura". Esposto a tradimento al salone dell'arte moderna Vaticana il quadro, denominato dall'intuitivo Curbetti "'''''Figa Pelosa'''''", fece scoppiare il finimondo. Accusato di [[pornografia]], di [[voyeurismo]], di [[esibizionismo]], di voler mandare in rovina i fabbricanti di [[rasoio|rasoi]], e di un sacco di altre cose per lui incomprensibili, il povero Mimmo venne mandato davanti al [[giudice]] seduta stante.
Comprò tela e [[pennello|pennelli]] impegnando di nascosto il [[cilicio]] della madre, e iniziò a dipingere un quadro di 40x50 cm, che avrebbe, a sentir lui, "rivoluzionato il modo di guardare alla pittura". Esposto a tradimento al salone dell'arte moderna Vaticana il quadro, denominato dall'intuitivo Curbetti "'''''Figa Pelosa'''''", fece scoppiare il finimondo. Accusato di [[pornografia]], di [[voyeurismo]], di [[esibizionismo]], di voler mandare in rovina i fabbricanti di [[rasoio|rasoi]], e di un sacco di altre cose per lui incomprensibili, il povero Mimmo venne mandato davanti al [[giudice]] seduta stante.
Le carte del [[processo]] sono andate perdute, tuttavia si sa che durò più o meno 25 minuti. Un record, per gli standard pontifici dell'epoca. Con l'accusa di "aver attentato alle fondamenta del potere ecclesiastico" Mimmo fu sbattuto in cella, senza [[pane]] nè [[acqua]] per giorni. Ma tanto aveva un carboncino, e infatti lo usò per scrivere " ''Viva le tette'' " sulle pareti.
Le carte del [[processo]] sono andate perdute, tuttavia si sa che durò più o meno 25 minuti. Un record, per gli standard pontifici dell'epoca. Con l'accusa di "aver attentato alle fondamenta del potere ecclesiastico" Mimmo fu sbattuto in cella, senza [[pane]] nè [[acqua]] per giorni. Ma tanto aveva un carboncino, che usò per scrivere " ''Viva le tette'' " sulle pareti.


Il dipinto, insieme ai suoi beni personali consistenti in un pennello a doppio manico, venne messo in vendita nel classico mercatino carcerario, come da tradizione pontificia, allo scopo di far pagare al cliente il costo del suo mantenimento in gattabuia.
Il dipinto, insieme ai suoi beni personali consistenti in un pennello a doppio manico, venne messo in vendita nel classico mercatino carcerario, come da tradizione pontificia, allo scopo di far pagare al cliente il costo del suo mantenimento in gattabuia.
Mimmo Curbetti, per inciso, verrà scarcercato tre anni e 35.000 "Pater noster" di penitenza dopo. Sull'esperienza da recluso scriverà un diario intitolato: " ''Viva le tette'' "<ref>Viva le tette. Memorie di un recluso. Ed. Paoline 1866.</ref>.
Mimmo Curbetti, per inciso, verrà scarcercato tre anni e 35.000 "Pater noster" di penitenza dopo. Sull'esperienza da recluso scriverà un diario, intitolato " ''Viva le tette'' "<ref>Viva le tette. Memorie di un recluso. Ed. Paoline 1866.</ref>.


==Lo scippo del collega transalpino==
==Lo scippo del collega transalpino==

Versione delle 09:27, 24 giu 2011

« Al prossimo che dice che conta l'immagine e non il titolo ci spacco la faccia. »
Figa pelosa

L'opera dell'ignoto artista

Non esistono ritratti o fotografie di Mimmo Curbetti. Tuttavia, si sa per certo che non venne mai abbattuto dal Barone Rosso.

Figa pelosa è il dipinto d'esordio di Mimmo Curbetti, imbrattatele nato agli inizi del 1800 negli Stati Pontifroci, dal matrimonio dello scemo del villaggio con Paola Binetti, all'epoca donna piacente. È l'unico dipinto del Curbetti, che subì non poche persecuzioni in vita per le sue azioni sovversive, tipo scrivere sui muri " Viva le tette "; il che, in uno Stato in cui gli unici a vedere un po' di squàppara seria erano i Cardinali, era considerato satira politica. Per questo fu spesso imprigionato e torturato a giorni alterni, ma mai il venerdì perché era il "Cardinal's topa day", quindi giorno di svacco per tutti, boia compresi.

Nel 1860, dopo decenni di umiliazioni, Curbetti decise di darsi all'arte, quella vera.

Nè tantomeno andò sulla Luna.

Comprò tela e pennelli impegnando di nascosto il cilicio della madre, e iniziò a dipingere un quadro di 40x50 cm, che avrebbe, a sentir lui, "rivoluzionato il modo di guardare alla pittura". Esposto a tradimento al salone dell'arte moderna Vaticana il quadro, denominato dall'intuitivo Curbetti "Figa Pelosa", fece scoppiare il finimondo. Accusato di pornografia, di voyeurismo, di esibizionismo, di voler mandare in rovina i fabbricanti di rasoi, e di un sacco di altre cose per lui incomprensibili, il povero Mimmo venne mandato davanti al giudice seduta stante. Le carte del processo sono andate perdute, tuttavia si sa che durò più o meno 25 minuti. Un record, per gli standard pontifici dell'epoca. Con l'accusa di "aver attentato alle fondamenta del potere ecclesiastico" Mimmo fu sbattuto in cella, senza paneacqua per giorni. Ma tanto aveva un carboncino, che usò per scrivere " Viva le tette " sulle pareti.

Il dipinto, insieme ai suoi beni personali consistenti in un pennello a doppio manico, venne messo in vendita nel classico mercatino carcerario, come da tradizione pontificia, allo scopo di far pagare al cliente il costo del suo mantenimento in gattabuia. Mimmo Curbetti, per inciso, verrà scarcercato tre anni e 35.000 "Pater noster" di penitenza dopo. Sull'esperienza da recluso scriverà un diario, intitolato " Viva le tette "[1].

Lo scippo del collega transalpino

Gustave Courbet. Non si vede, ma sta ridendo sotto i baffi per averci fregati tutti.

Poco dopo l'incarcerazione del Curbetti, il dipinto fu notato da un pittore francese a Roma per turismo, tale Gustave Courbet. Che, attratto dalla forza espressiva del pube così terribilmente anni '80, lo comprò al mercato carcerario per quattro soldi. Nel viaggio di ritorno Roma - Parigi, effettuato in carrozza, Courbet comprese la vera utilità del quadro. In fase di sorpasso, gli bastava mostrare il quadro dal finestrino che l'altro cocchiere si andava a schiantare contro un platano. Courbet annotò sul suo diario: "I pubi non depilati fanno sempre un effetto strano".

Arrivato a casa, lo osservò attentamente, decise che non c'erano bisogno di modifiche (la ceretta era ancora un lusso per le èlite, e lui era un intransigente pittore realista) e lo rinominò, con felice intuizione, "L'origine del mondo". Per una esegesi dell'opera si veda la relativa voce.

L'opera, poi venduta, divenne famosa in tutto il mondo ed è oggi esposta al museo d'Orsay. Gustave Courbet, grazie a quel dipinto, potè:

  • Fare i soldi, che si sputtanò in alcool.
  • Essere insignito della Legion d'Onore, che rifiutò perchè lui sì che era figo.
  • Essere ricordato come il più importante pittore realista, che male non fa.
  • Rimorchiare un casino, vedi sopra.

Mimmo Curbetti, invece, continuò a scrivere "Viva le tette" sui muri, e morì solo e dimenticato.

L'origine del mondo
« Al prossimo che dice che conta l'immagine e non il titolo ci spacco la faccia. »

Voci correlate

Note

Template:Legginote

  1. ^ Viva le tette. Memorie di un recluso. Ed. Paoline 1866.