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== Gli anni della sperimentazione ==
== Gli anni della sperimentazione ==
Il teatro dell'assurdo è famosa per le sperimentazioni linguistiche, grammaticali, gastronomiche ed erotiche. E' ancora famosa l'opera con il titolo più lungo del mondo, di un certo Attilio Scortechini in arte Ermanno Gagliosfronghino Pertacchio Furbenzo '''Mò faccio un'opera col titolo più lungo del mondo, così divento famoso e non devo più spaccarmi la schiena a pulire le scale dei condomini di Albaro, con la gente che sporca ovunque e io lì a pulire con la mia ramazza e il mio bidone, ma perchè, perchè tutto ciò è capitato a me che volevo un'altra vita, giusta e libera se vuoi, nato sotto il segno dei pesci"


== Declino e fine ==
== Declino e fine ==

Versione delle 02:04, 24 gen 2013

"Teatro dell'assurdo"

« Questo è ciò che il popolo merita. Vedo sciami imperbarici di api bordeaux che strisciano su gialla carne putrefatta. »
( Prima battuta del capolavoro "Il barbagianni incantato".)
« Ascolta l'allodola addolorata che svolazza. L'hai udita o grande Fuffo dalla capigliatura piena di forfora e dal leggero problema detto "gobba"? »
(Dal primo atto de "Il mio cane blu".)
« Ma che è stammerda, aòh?!?!? Annamosene a vede Christian De Sica che è tutto 'na ridarella, vah... »
( Capra che brucerà nell' inferno della sua ignoranza.)


Teatro dell'assurdo è la denominazione assurda di un particolare tipo di teatro. L'assurdità è chiamare teatro dell'assurdo un teatro dell'assurdo. Infatti secondo il matematico Godel e il suo staff di scienziati pazzi, se io definisco assurdo ciò che assurdo è, rischio di creare un vortice spazio-temporale capace di produrre un opera teatrale che stritolerà i maroni a 800 generazioni di studenti. Secondo la somma scuola teatrale scilipotiana il teatro dell'assurdo prende il nome dal fatto assurdo che vi sia gente che paga anche 50 dobloni d'oro per vederne un'opera.

Nascita del teatro dell'assurdo

Il termine è stato coniato dal critico italo-siciliano Alberdrigo Ciucciacapecci de Spaghettaux durante una battuta di caccia al negro svoltasi a Pescara nel 1948. Il critico ne fece il titolo di una sua famosa pubblicazione del 1961: "Sei un minghia!", alla quale seguì il long seller "Interpretazione ed esegesi biblio-archeo-paleo-pratica del teatro dell'assurdo e sua rivelazione escatologica" arricchito da disegni sconci e da un buono sconto per l'acquisto del Dixan. Per Il de Spaghettaux, in accordo con Omino Bianco e Chico, il fido aiutante di Zagor-te-nay, il lavoro di questi autori consiste in una articolazione artistica del concetto filosofico di assordità, un concetto di cui si può solo tacere.
Essendo gli stessi autori sordi o sordomuti e leggermente dementi, quando decisero di battezzare la loro corrente artistica, sorsero dei fatali malintesi, delle fallacie logiche e dei rancori millenari che sfoceranno in faide sanguinarie nel 2224, secondo quanto previsto dal calendario Maya reintepretato da Wanna Marchi con l'ausilio del mago brasiliano Do Nascimento. Ne abbiamo una testimonianza dalla trascrizione di questa rara registrazione analogica di un colloquio fra Beckett e Sartre, captati durante una cena a base di friggitelli e catalogna bollita:

Beckett - Ah coso, come ce chiamamo? Dovemo fa contenti i nostri amici, i sordi.
Sartre - Ah Samuel, fammece penzà, ce potressimo chiamà "Teatro de li sordi".
Beckett - Ah perché ce piace fa li sordi".
Sartre - Ma no, nun capisci, i sordi, nel senso che nun ce senteno.
Beckett - Ah Paolì a me me piace i sordi, senza sordi ndovai?
Sartre - Va bè ma sei assurdo.
Beckett - Il teatro dell'assurdo, ah vabbè.
[1]

Il teatro dell'assurdo si caratterizza per dialoghi senza senso, ripetitivi e serrati, infarciti di parole senza significato come "bighilè, bighilù" o "pipiru pipirè". Lo spettatore durante questi spettacoli deve restare assorto fingendo di aver capito il significato profondo dell'opera che invece ovviamente non significa un cazzo. Durante la cena in sontuosi ristoranti molto, mooooolto cari, gli appassionati si scambieranno profonde meditazioni sulla piece appena assaporata:

1° spettatore: "che spettacolo. Avete visto quando il protagonista ha sbattuto i piedi per trenta minuti. Che emozione!
2° spettatore: "E quando l'eroina ha ridacchiato per 22 minuti sbattendo la testa contro una trave di acciaio, che brividi.
3° spettatore: "Insuperabile quando l'antagonista ha preso la scatoletta di tonno e l'ha usata sulla testa del vecchio e poi si è leccato tutto, che spettacolo.
4° spettatore: "Già!"
Di solito dopo questo colloquio sui commensali si stende un tetro velo di noia, una cappa pesante, un alito di denti cariati, un odore di stantio, un clima immobile e putrescente e una curiosa voglia di tornare indietro fino al teatro e picchiare a sangue gli attori.

Esponenti del teatro dell'Assurdo

Tra i maggiori esponenti del teatro dell'assurdo (che potrebbe annoverare come "padre" letterario Leone il cane fifone e come madre la Pimpa prima maniera) vanno ricordati Samuel Beckett, Jean Tardieu, Eugène Ionesco, Arthur Adamov e Sanpei il pescatore folle. Una seconda generazione ha avuto come protagonisti Harold Pinter, Robert Pinget, Boris Vian e Mister Muscolo. Anche Jean Genet autore di Le serve era stato inizialmente inserito nel gruppo originario poi dopo un diverbio assurdo ha abbandonato la corrente ed ha preferito fare lo sceneggiatore per la nascente industria pornografica d'autore. Fra gli autori italiani fu spesso accostato al teatro dell'assurdo Achille Campanile, che tuttavia respinse con fermezza tale accostamento, e precisò che "preferiva di gran lunga essere accomunato alle zecche nere del Vietnam che far parte di quella congrega".


Il capolavoro: "Aspettando l'autobus n. 19"

L'opera più famosa del teatro dell'assurdo è sicuramente "Aspettando l'autobus n. 19", scritto e sceneggiato da Samuele Becchetto Parodi, un ex autista dell'AMT di Genova, esodato anzitempo e che ha trovato una seconda carriera lavorativa scrivendo cazzate.
In questo epica opera si narra la vicenda di alcuni utenti dell'autobus n. 19 che, come noto, va a Sampierdarena passando da via Cantore invece che da via Buranello. Alla fermata ci sono un palestrato truzzo, un vecchio rompicoglioni, una massaia con due braccia come dei tronchi di baobab, un drogato e due quindicenni che ridono in continuazione facendosi dei gesti come delle sordomute.
La trama è incentrata sull'attesa di questo autobus che non arriva e di come gli utenti iniziano ad incazzarsi dicendo tutta una serie di bestemmie colorite mai udite neppure a Savona. Nel corso dell'attesa una delle quindicenni si innamora del truzzo palestrato, la massaia trova lavoro come badante del vecchio rompicoglioni, il drogato si disintossica ma poi cade nel vizio della sigaretta elettronica.
Al termine dell'opera tutti i protagonisti prendono il 18 e si rassegnano di passare per via della Cella per giungere in via Cantore.
Tutta l'opera è scritta all'incontrario in Lettone arcaico e con caratteri microscopici per incentivare la curiosità dei lettori.

Gli anni della sperimentazione

Il teatro dell'assurdo è famosa per le sperimentazioni linguistiche, grammaticali, gastronomiche ed erotiche. E' ancora famosa l'opera con il titolo più lungo del mondo, di un certo Attilio Scortechini in arte Ermanno Gagliosfronghino Pertacchio Furbenzo Mò faccio un'opera col titolo più lungo del mondo, così divento famoso e non devo più spaccarmi la schiena a pulire le scale dei condomini di Albaro, con la gente che sporca ovunque e io lì a pulire con la mia ramazza e il mio bidone, ma perchè, perchè tutto ciò è capitato a me che volevo un'altra vita, giusta e libera se vuoi, nato sotto il segno dei pesci"

Declino e fine

Voci correlate

Note

  1. ^ Il motivo per cui Beckett e Sartre parlano in romanesh è coperto dal misterroooh.