Nonbooks:Tutela delle minoranze linguistiche in Italia: differenze tra le versioni

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[[File:Rug Beater (8630831579).jpg|miniatura|Uno strumento didattico utilizzato nelle scuole di Bressanone per chi commette infrazioni disciplinari, come parlare l'italiano]]
Le '''minoranze linguistiche''' sono un qualcosa che andrebbe tutelato ma che nessuno sa bene cosa siano. Ogni tanto gli Stati hanno bisogno di un po' di incentivi per tutelarle: una petizione, una causa giudiziaria o un po' di sane [[bombe]], com'è tradizione in [[Alto Adige]].
Come se importasse a qualcuno, la '''tutela delle minoranze linguistiche in Italia''' è una cosa che va fatta perché sì.


La minoranza più tutelata è quella tedesca in Alto Adige, dato che è una maggioranza: nella Provincia tutti studiano il tedesco, obbligando addirittura quelli di Trento a farlo, inoltre è necessario conoscere la lingua per lavorare nel pubblico, nel privato e anche in nero. Chi risiede nella Provincia Autonoma deve registrarsi per lingua; molti genitori italiani registrano i figli come tedeschi, così da poter evitare la deportazione che non si sa mai... Destino simile ha il ladino, gestito dalla Provincia Autonoma, che fondamentalmente è l'unica lingua romanza <strike>mal</strike>tollerata in quelle oscure lande. I poveri bambini ladini dunque studiano quattro lingue sin dalla più giovane età, non avendo tempo per le tipiche attività dei coetanei tirolesi, come giocare a pallone, cucire pantofole di feltro o morire di una malattia prevenibile dai vaccini.
La Costituzione italiana, {{senza fonte|la più bella del mondo}}, sul tema ha da dire:
{{Quote|La Repubblica riconosce, tutela, promuove e paga da bere alle minoranze linguistiche}}


In teoria anche il francese in Val d'Aosta gode delle medesime tutele, ma siccome nessuno lo parla resta solo sui segnali stradali e i posti pubblici "francofoni" sono pieni di lombardi e piemontesi che, sfoggiando invidiabili "ö" e "ü", riescono a ingannare il sistema dei concorsi pubblici, ovviamente in mano a meridionali.
Più precisamente, vi sono quattro definizioni di "minoranze linguistiche":
#Quella enciclopedica, adottata ad esempio dalla [[Treccani]]: qualsiasi parlante che usa una lingua diversa da quella dello Stato è una minoranza, incluso vostro nonno che parla dialetto stretto (purché non sia romanesco o toscano) e la colf filippina che sa due parole in croce
#Quella europea, ovviamente facoltativa, non vincolante e ignorata da tutti, che esclude le ''lingue dei migranti'': il nonno è salvo, la colf un po' meno
#Quella italiana, che tutela solo lingue straniere (ma poi tutela sardo e friulano), ufficiali altrove (ma poi tutela occitano e francoprovenzale) e con una storia letteraria (ma poi tutela il ladino): in sostanza si fa una lista, ci si inventa che abbia senso e si sguinzaglia l'[[Accademia della Crusca]] contro l'ISO che parla di cosacce come la [[lingua lombarda]] o la [[lingua siciliana]]
#Quella parlamentare: un gruppetto con dentro due tedeschi, un valdostano, un italofono di Trento eletto con il [[Partito Democratico]], due senatori a vita nominati ai tempi di [[Benito Mussolini]] per aver costruito la ferrovia [[Napoli]]-[[Potenza]]-[[Tripoli]] e un ex presidente della Repubblica che viene portato dalla [[casa di riposo]] quando c'è da votare la fiducia al [[governo]].


Per gli sloveni vige invece l'Apartheid: essi hanno loro scuole, loro uffici pubblici, loro forze di polizia, addirittura un loro esercito, il tutto ispirato alle leggi della Slovenia: in sostanza uno Stato nello Stato che tutti ignorano.
Non bisogna confondere le minoranze linguistiche con i minorati linguistici, ossia le persone con lesioni nella psiche che rendono difficile parlare, o con [[Mino Reitano]].


Friulano, arpitano, catalano e sardo godono di quella che si può chiamare "tutela show": qualche cartello, due o tre pagine istituzionali, un'agenzia regionale che fa qualcosa e un paio d'ore l'anno a scuola di attività in CLIL, sottratte al prof di ginnastica. In sostanza l'unica reale tutela che hanno è il poter dire "è una lingua, non un dialetto". E la cosa funziona.
== Diritti delle minoranze linguistiche ==
Ai sensi della Carta del Formaggio Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie le minoranze linguistiche hanno i seguenti diritti:
*Utilizzare la lingua ovunque: a casa, a scuola, con le istituzioni, [[bacio|nella bocca di un altro]], [[feticismo|sui piedi]], sulla [[vagina]] o sul [[cazzo|membro virile]]
*Imporre la lingua ai bambini, in deroga alla legge sull'[[età del consenso]]
*Avere lezioni di lingua nelle scuole (più inutile di quello che imparano al [[liceo]] non può essere, tanto) e anche per gli adulti che vogliono imparare
*Avere almeno due canali TV nella propria lingua, uno dedicato all'informazione e alle istituzioni e l'altro con [[pornografia]] doppiata
*Poter avere tutta la segnaletica bilingue, dal cartello che annuncia l'inizio della propria regione a quello che indica i cessi pubblici
*Una causa di estinzione del reato di percosse per chi definisce per più di due volte la lingua di minoranza "dialetto"
*La qualifica di [[pubblico ufficiale]] per quando si fa l'inganno della cadrega a qualcuno
*La possibilità di avere una bandiera e un inno ufficiali da suonare dopo l'inno nazionale, così da suonare qualcosa di serio, come "El Cant de la Polenta", dopo lo [[Fratelli d'Italia|stacchetto di Mameli]]


Nessuna reale tutela, invece, spetta a occitano e greco: il primo perché non è realmente parlato e i preziosi fondi pubblici vanno a finanziare sagre popolari a base di balli e bagna cauda, il secondo perché la Grecia, arrabbiata per il successo del greco antico grazie a hit come ''Vocabolario Greco Antico Rocci per il Liceo Classico'', fa lobbying per insegnare il greco moderno in Sicilia, dove tra l'altro il greco è estinto dal 1600, così che non resti manco un Euro per salvare il greco parlato sull'Aspromonte.
== Approcci alla tutela delle minoranze linguistiche ==
{{...}}


== Stratagemmi di sopravvivenza per minoranze non riconosciute ==
== Le minoranze linguistiche in Italia ==
Non deve destare preoccupazione, comunque, lo status delle lingue non riconosciute: l'Italia non è la Spagna franchista, l'Accademia si limiterà a biasimare gli sforzi di chi lavora per esse mentre fa cose utili, come difendere la lingua dai temibili anglicismi e da orrori come "qual'è".
Secondo una ricerca della Nonversità le minoranze linguistiche in Italia sono le seguenti, classificate così:
=== Lingue di maggioranza ===
Sono minoranze che, in realtà, sono maggioranze, se ti sentono parlare troppo in italiano possono esserci spiacevoli [[effetti collaterali]] come sguardi torvi, macchina in fiamme o lesioni fisiche:
*[[Lingua tedesca|Tedesco]] in [[Alto Adige]]
=== Minoranze pompinose ===
Lingue che nessuno parla ma che debbono essere insegnate per far piacere a qualche stato straniero:
*[[Lingua francese|Francese]] in [[Val d'Aosta]]


==== Dialetti francesi ====
=== Il settore pubblico ===
[[File:Lombard Court.jpg|miniatura|Un segnale in lingua lombarda a Milano]]
A tema, l'Italia tutela due dialetti (in senso sociolinguistico) francese, lungamente ignorati dalla Francia stessa:
Alcune regioni hanno approvato delle leggi di tutela: tra di esse la Sicilia, il Veneto e la Lombardia. Solitamente prevedono cose come:
*[[Lingua occitana|Occitano]]
*Finanziamenti a sagre e eventi musicali che usano la lingua locale
*[[Lingua arpitana|Arpitano]] (che, tra l'altro, è la vera lingua dei valdostani)
*Finanziamenti ad enti e associazioni che si occupano di studio, diffusione e tutela della lingua locale
*Pagare il caffè a linguisti che si occupano di standardizzazione ortografica
*Mettere cartelli con i nomi delle località nella lingua regionale, però devono essere marroni, così che si paghino a parte (mentre le lingue riconosciute possono avere quelli bianchi, che si mettono nella regolare manutenzione)


In Emilia Romagna, ove si parlano emiliano, romagnolo, lombardo, ligure e russo sovietico, si è deciso di chiamare il tutto "dialetti dell'Emilia Romagna", così da evitare le ire dei "linguisti" italiani, al contempo finanziando a destra e a manca associazioni, opere editoriali e attività, in sostanza sono sulla buona strada per salvare tutti questi idiomi. Si sa che per i comunisti le lingue del popolo vengono prima di quelle del Grande Capitale Internazionale.
Tuttavia, nessuno verifica effettivamente dove si parli cosa e, siccome definirsi minoranza è un'autocertificazione e porta soldi, praticamente parlano occitano fino a [[Torino]].


=== Minoranze straniere storiche ===
=== Il terzo settore ===
Per capitalizzare sul successo dell'Accademia della Crusca alcuni imitatori ne hanno acquistato delle versioni tarocche<ref>Alcune, addirittura, usano stregonerie tipo il metodo scientifico!</ref> su Wish, ad esempio in Veneto c'è l'Academia de la Bona Creanza, che prende il nome dalla volontà di eradicare la bestemmia dal territorio regionale, e che ha portato la lingua veneta un po' ovunque: in Cina, in America e persino in Calabria. Idem la Cademia Siciliana, fondata negli Stati Uniti da emigrati siculi che hanno conservato la lingua, che ha come fine ultimo l'annessione dell'Isola agli States. Anche la Lombardia non manca, con l'Academia Bonvesin de la Riva, dal nome di un vino della riva sinistra dell'Adda con cui i dotti membri dell'istituzione solgono ubriacarsi ogni settimana per inventare nuovi neologismi.
*[[Lingua greca|Greco]], variante calabrese, pugliese e siciliana
*[[Lingua croata|Croato]], variante terronica
*[[Lingua catalana|Catalano]], variante algherese
*[[Lingua slovena|Sloveno]], prima lingua a Trieste quando nessuno li sente
*''Germanico'', in sostanza un insieme di dialetti tedeschi che nessuno ha voluto classificare ma tutti vogliono tutelare


Qualcuno, per migliorare le possibilità di riconoscimento, ha provato anche a sviluppare ortografie col fine di confondere gli studiosi e portarli alla capitolazione, così vediamo usi esotici come la "q" senza la "u" dopo, caratteri speciali come "ç", "æ" e "卐" e diacritici casuali. Addirittura, qualcuno, non accontentandosi del plurale lombardo, derivante dall'Unno, ha deciso di aggiungere il plurale sigmatico <ref>con la s, come francese, spagnolo e inglese</ref>, così da rendere la lingua del Porta del tutto incomprensibile anche agli stessi parlanti.
=== Dialetti fortunati ===
Sono lingue per la linguistica ma dialetti per la sociolinguistica, son sempre stati chiamati dialetti ma un bel giorno qualcuno ha deciso, per qualche ragione, di escluderli dalla lista dichiarandoli "lingue vere e proprie". Solo loro, ovviamente, per dare una bella lezione di [[razzismo|discriminazione]] anche quando si fa una cosa bella
*[[Lingua friulana|Friulano]]
*[[Lingua ladina|Ladino]]
*[[Lingua sarda|Sardo]]
==== Perché loro sì e gli altri no? ====
Ma come mai queste tre lingue sì mentre le altre no? Ecco una serie di risposte preconfezionate per rispondere agli schifosi [[Lega Nord|leghisti]] che si chiedono come mai l'insegnamento a scuola della lingua friulana sia una ricchezza mentre quello della [[lingua veneta]] sia un sogno bagnato secessionista ignorante e contrario allo spirito europeo:
*"Loro sono lingue perché hanno una grammatica" (i "dialetti", invece, sono il santo graal della linguistica: i primi idiomi senza grammatica)
*"Il friulano è in un altro gruppo linguistico rispetto all'italiano" (come se le lingue gallo-italiche non fossero più vicine al francese che all'italiano)
*"Il sardo un italiano non lo capisce" (come se un italiano capisse il bergamasco)
*"Sono lingue perché a differenza dei dialetti non cambiano da paese a paese" (come se il ladino non fosse costituito da cinque dialetti che non c'entrano una fava l'uno con l'altro"
*"Però hanno una letteratura" (come se un singolo poeta milanese non avesse prodotto più di tutti i friulanofoni dal 1400 e il siciliano non fosse la prima lingua letteraria d'Italia)
*"Perché lo dice la Crusca" (come se un gruppo di storici della lingua italiana fosse in grado di decidere su queste cose)


=== Dialettacci ===
== Il caso meridionale ==
Nel Mezzogiorno, invece, c'è uno dei modelli più avanzati di tutela delle lingue minoritarie, studiato in tutto il mondo: infatti, seppur la lingua maggioritaria sia ampiamente utilizzata in ogni contesto e conosciuta tutti i segnali stradali, le televisioni, le radio e le scuole operano nella lingua minoritaria: l'italiano.
Parliamo della gramigna dialettale, in alcuni casi (urrà) vicina all'estinzione, in altri casi purtroppo viva e vegeta e che osa chiedere di essere considerata al pari dei dialetti sopra visti.


== Note / Erläuterungen / Notes ==
Purtroppo, di recente si è diffusa l'idea che sono lingue, con l'Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione che ha dato loro codici, associazioni come Wikimedia</ref>noi l'abbiamo detto che è la Malefica...<ref> che danno loro intere edizioni di Wikipedia dove, secondo fonti universitarie, l'amministratore più moderato è imparentato con [[Umberto Bossi]] e ha decine di condanne per vilipendio alla nazione. Anche l'UNESCO parla di lingue da tutelare, ma noi non ci crediamo.
<references/>


== Altri progetti ==
La classificazione unanime di tali idiomi è
{{interprogetto
*Lingue romanze occidentali (insomma, come francese e spagnolo)
|p=Minoranze linguistiche
**Lingue gallo-italiche
}}
***[[Lingua lombarda|Lombardo]]
***[[Lingua piemontese|Piemontese]]
***[[Lingua ligure|Ligure]]
***[[Lingua emiliana|Emiliano]]
***[[Lingua romagnola|Romagnolo]]
**[[Lingua veneta]]
*Lingue romanze orientali (insomma, come l'italiano)
**[[Lingua siciliana|Siciliano]]
**[[Lingua napoletana|Napoletano]]


[[Categoria:Libri scienze sociali]]
=== L'italiano ===
{{...}}

Versione attuale delle 13:36, 31 ago 2023

Uno strumento didattico utilizzato nelle scuole di Bressanone per chi commette infrazioni disciplinari, come parlare l'italiano

Come se importasse a qualcuno, la tutela delle minoranze linguistiche in Italia è una cosa che va fatta perché sì.

La minoranza più tutelata è quella tedesca in Alto Adige, dato che è una maggioranza: nella Provincia tutti studiano il tedesco, obbligando addirittura quelli di Trento a farlo, inoltre è necessario conoscere la lingua per lavorare nel pubblico, nel privato e anche in nero. Chi risiede nella Provincia Autonoma deve registrarsi per lingua; molti genitori italiani registrano i figli come tedeschi, così da poter evitare la deportazione che non si sa mai... Destino simile ha il ladino, gestito dalla Provincia Autonoma, che fondamentalmente è l'unica lingua romanza maltollerata in quelle oscure lande. I poveri bambini ladini dunque studiano quattro lingue sin dalla più giovane età, non avendo tempo per le tipiche attività dei coetanei tirolesi, come giocare a pallone, cucire pantofole di feltro o morire di una malattia prevenibile dai vaccini.

In teoria anche il francese in Val d'Aosta gode delle medesime tutele, ma siccome nessuno lo parla resta solo sui segnali stradali e i posti pubblici "francofoni" sono pieni di lombardi e piemontesi che, sfoggiando invidiabili "ö" e "ü", riescono a ingannare il sistema dei concorsi pubblici, ovviamente in mano a meridionali.

Per gli sloveni vige invece l'Apartheid: essi hanno loro scuole, loro uffici pubblici, loro forze di polizia, addirittura un loro esercito, il tutto ispirato alle leggi della Slovenia: in sostanza uno Stato nello Stato che tutti ignorano.

Friulano, arpitano, catalano e sardo godono di quella che si può chiamare "tutela show": qualche cartello, due o tre pagine istituzionali, un'agenzia regionale che fa qualcosa e un paio d'ore l'anno a scuola di attività in CLIL, sottratte al prof di ginnastica. In sostanza l'unica reale tutela che hanno è il poter dire "è una lingua, non un dialetto". E la cosa funziona.

Nessuna reale tutela, invece, spetta a occitano e greco: il primo perché non è realmente parlato e i preziosi fondi pubblici vanno a finanziare sagre popolari a base di balli e bagna cauda, il secondo perché la Grecia, arrabbiata per il successo del greco antico grazie a hit come Vocabolario Greco Antico Rocci per il Liceo Classico, fa lobbying per insegnare il greco moderno in Sicilia, dove tra l'altro il greco è estinto dal 1600, così che non resti manco un Euro per salvare il greco parlato sull'Aspromonte.

Stratagemmi di sopravvivenza per minoranze non riconosciute

Non deve destare preoccupazione, comunque, lo status delle lingue non riconosciute: l'Italia non è la Spagna franchista, l'Accademia si limiterà a biasimare gli sforzi di chi lavora per esse mentre fa cose utili, come difendere la lingua dai temibili anglicismi e da orrori come "qual'è".

Il settore pubblico

Un segnale in lingua lombarda a Milano

Alcune regioni hanno approvato delle leggi di tutela: tra di esse la Sicilia, il Veneto e la Lombardia. Solitamente prevedono cose come:

  • Finanziamenti a sagre e eventi musicali che usano la lingua locale
  • Finanziamenti ad enti e associazioni che si occupano di studio, diffusione e tutela della lingua locale
  • Pagare il caffè a linguisti che si occupano di standardizzazione ortografica
  • Mettere cartelli con i nomi delle località nella lingua regionale, però devono essere marroni, così che si paghino a parte (mentre le lingue riconosciute possono avere quelli bianchi, che si mettono nella regolare manutenzione)

In Emilia Romagna, ove si parlano emiliano, romagnolo, lombardo, ligure e russo sovietico, si è deciso di chiamare il tutto "dialetti dell'Emilia Romagna", così da evitare le ire dei "linguisti" italiani, al contempo finanziando a destra e a manca associazioni, opere editoriali e attività, in sostanza sono sulla buona strada per salvare tutti questi idiomi. Si sa che per i comunisti le lingue del popolo vengono prima di quelle del Grande Capitale Internazionale.

Il terzo settore

Per capitalizzare sul successo dell'Accademia della Crusca alcuni imitatori ne hanno acquistato delle versioni tarocche[1] su Wish, ad esempio in Veneto c'è l'Academia de la Bona Creanza, che prende il nome dalla volontà di eradicare la bestemmia dal territorio regionale, e che ha portato la lingua veneta un po' ovunque: in Cina, in America e persino in Calabria. Idem la Cademia Siciliana, fondata negli Stati Uniti da emigrati siculi che hanno conservato la lingua, che ha come fine ultimo l'annessione dell'Isola agli States. Anche la Lombardia non manca, con l'Academia Bonvesin de la Riva, dal nome di un vino della riva sinistra dell'Adda con cui i dotti membri dell'istituzione solgono ubriacarsi ogni settimana per inventare nuovi neologismi.

Qualcuno, per migliorare le possibilità di riconoscimento, ha provato anche a sviluppare ortografie col fine di confondere gli studiosi e portarli alla capitolazione, così vediamo usi esotici come la "q" senza la "u" dopo, caratteri speciali come "ç", "æ" e "卐" e diacritici casuali. Addirittura, qualcuno, non accontentandosi del plurale lombardo, derivante dall'Unno, ha deciso di aggiungere il plurale sigmatico [2], così da rendere la lingua del Porta del tutto incomprensibile anche agli stessi parlanti.

Il caso meridionale

Nel Mezzogiorno, invece, c'è uno dei modelli più avanzati di tutela delle lingue minoritarie, studiato in tutto il mondo: infatti, seppur la lingua maggioritaria sia ampiamente utilizzata in ogni contesto e conosciuta tutti i segnali stradali, le televisioni, le radio e le scuole operano nella lingua minoritaria: l'italiano.

Note / Erläuterungen / Notes

  1. ^ Alcune, addirittura, usano stregonerie tipo il metodo scientifico!
  2. ^ con la s, come francese, spagnolo e inglese

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