Mina (cantante)

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
« Brava brava, come sono brava!!! »
« Una zebra a pois, me l'ha data tempo fa, uno strano maraja molto amico di papà »
(Mina)
« La conosco! Latitammo insieme dal 1978 »
(Bernardo Provenzano)
« Paura eh? »
(Carlo Lucarelli)

Mina è un personaggio caratteristico del folklore italiano, rappresentato a volte sotto forma di donna, altre di Tigre e di esplosivo.

Biografia

Si dice sia nata nel 1265 d.C., a Vergate sul Membro, provincia di Varese. In origine aveva i capelli neri, ma decise di diventare bionda nel 1700 quando iniziò la sua carriera in televisione. Ma dopo pochi anni decise di proseguire la sua carriera da solista. Incise alcune canzoni da cui trapelava il suo passato da markettara, come ad esempio Glande glande glande (canzone che rievoca particolari momenti della sua vita).
Dopo aver agguantato il successo scomparve per sempre. Dopo si seppe solo che era stata in una clinica svizzera a disinotssicarsi dalla cocaina e da una gravissima forma di aerofagia che le impediva di cantare. Appena uscita dalla clinica venne utilizzata da quasi tutti gli eserciti della Prima Guerra Mondiale. I suoi meccanismi di detonazione le lasciarono però un amaro ricordo di quell'esperienza, insieme a un senso di colpa che non sarebbe mai cessato. Tornò a lavorare in televisione al fianco di Giancarlo Magalli con il quale intratteneva una relazione sentimentale.

Il presente

Attulamente è scomparsa dalla circolazione.
Qualcuno dice d'averla vista volare nel cielo scambiandola per una mongolfiera. Altri ancora sostengono che sia apparentemente morta dopo il crollo del covo della sua associazione mafiosa in seguito ad un overdose di cioccolata svizzera. Alcuni medici credono che sia morta in seguito alle ferite riportate con uno scontro con Raffaella Carrà, là quale la fece duettare con Anna Tatangelo, ex collega di tangenziale. Fonti non ufficiali affermano che si sia nascosta in Svizzera per vivere in pace la sua aerofagia e tuonare scuregge note ormai in tutta la Confederazione Elvetica come i Boati di Lugano.