Mila e Shiro: differenze tra le versioni

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* Un giorno Shiro andò in un negozio per acquistare un pallone chiese quanto costasse e la cassiera gli disse: ''"Seimila"'' e lui rispose: ''"No, sono Shiro"''
* Un giorno Shiro andò in un negozio per acquistare un pallone chiese quanto costasse e la cassiera gli disse: ''"Seimila"'' e lui rispose: ''"No, sono Shiro"''
*Esiste una versione tarocca dell'anime, chiamata '''Mila e Ciro'''
*Esiste una versione tarocca dell'anime, chiamata '''Mila e Ciro'''
*Le normali divise da pallavolo senza maniche non esistono in Mila e Shiro: le giocatrici preferiscono indossare maglioni invernali. In compenso, hanno sostituito i pantaloncini con le mutande.
*Se esiste un nome per qualche attacco idiota, tipo "servizio laser" o "schiacciatafotonicainterstellare" (il più scrauso è però il "megaservizio"), è obbligatorio urlarlo quando si usa tale attacco. Altrimenti non funziona.
*Se l'allenatore chiama il time out, anche con uno svantaggio di quattordici a zero e Mila con una gamba rotta, la squadra vince.


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==

Versione delle 23:17, 21 mag 2010

« Guarda, da qui si vede casa tua! »
(Mila a Shiro, mentre salta per la battuta)
« Ci vediamo fra un po' »
(Mila alle sue compagne quando salta per schiacciare)
Mila Azuki oggi.

Mila e Shiro è il nome di una pericolosa creazione nippo-satanica (leggi anime) che narra la storia di una giovane ermafrodita, Mila Azuki, e del suo amico immaginario, Shiro: unico sfogo per le sue ansie e le sue preoccupazioni da bisessuale. Convinta che Shiro sia un famoso schiacciatore comincia a giocare a pallavolo in mutande.

Un'esistenza dannata

Mila nasce nel 1898 in una famiglia di adoratori di Satana, dove viene più volte violentata dal padre Juventu e a sua volta violenta il fratellino Inte, che però negli ultimi tempi si è ribellato e ha ridotto entrambi in fin di vita.

Mila si accorge fin dalla più tenera età di avere entrambi gli organi sessuali e questo la plagierà mentalmente. A scuola, Mila viene presa come sostituta della riserva del vice schiacciatore in pensione, per questo non giocherà mai e si lamenterà in continuazione strillando "non ho mai schiacciato!". Fu così notata dal capitano della squadra, un transessuale di nome Nami che, giustamente, ha i capelli blu: dopo averle concesso favori sessuali, Mila poté esibirsi in un provino dove diede prova di deficienza fisica cronica. Nonostante ciò, Nami la prese in squadra grazie a un congruo indennizzo di denaro.

Giocando, Mila incontrò un frocio di nome Shiro che, come sappiamo, non esiste: è solo un invenzione della giovane ermafrodita. Codesto Shiro non compare praticamente MAI. Vien da chiedersi perché allora il cartone si chiami "Mila e Shiro" e non "Mila l'ermafrodita in mutande", il titolo originario dell'anime.

La florida carriera

Finita la scuola, Mila venne presa in una squadretta di strada denominate "Seven troies", dove cominciò la sua giovane carriera da pallavolista. Invaghitosi dell'allenatore, Luciano Moggi, Mila concesse favori sessuali anche a lui, che per ricompensa la fece giocare titolare, causando il fallimento del team.

File:Palladifuoco.jpg
Il servizio di Mila Azuki.

In realtà tale fallimento non era dovuto al deficit fisico di Mila, ma alla sobria divisa da gioco che erano costrette a portare: maglione invernale con giacca a vento sopra, e mutandine trasparenti sotto, dalle quali spuntavano entrambi gli organi genitali di Mila, causando complessi in tutte le vacche da monta che porgevano lo sguardo alle grazie del giovane bisessuale. Grazie alla castigata divisa, il mister poteva abusare delle sue giocatrici durante il time-out, eccetto Mila, per motivi ovvi.

Mila, nonostante il fallimento, venne presa nella nazionale giapponese di volley giovanile. Cosa strana, metà delle giocatrici erano ex-compagne di classe o di squadra di Mila, nonostante in Giappone ci siano centoventi milioni e passa di abitanti. La nazionale giapponese venne eliminata al primo turno dalla compagine nordirlandine, ma grazie a un complesso giro di tangenti e telefonate venne ripescata e vinse clandestinamente la medaglia d'oro. Perché in Giappone le Olimpiadi sono aperte a qualsiasi fascia d'età, naturalmente. Anche la gara dei girelli è disciplina olimpionica.

Mila morì nel bel mezzo di un rapporto sessuale con Shiro, che come sappiamo non esiste.

Leggi socio-psico-fisiche in Mila e Shiro

   La stessa cosa ma di più: Leggi degli anime.

Mila e Shiro è uno dei cartoni in cui vengono sconvolte le più semplici regole della fisica. Innanzitutto, quando un'atleta nipponica saltava in aria, aveva tutto il tempo di fumarsi una sigaretta, mangiarsi un panino e leggere un libro di Umberto Eco prima di tornare a terra. Il salto di una giocatrice durava infatti dai 2 ai 6 minuti e mezzo.

Altra legge invertita è quella dell'attrito. Le giovani pallavoliste erano in grado di strisciare sul terreno di gioco senza sforzo, come se si fossero rotolate nella vaselina prima di entrare in campo. Inoltre, in suddetto movimento, quando la palla rimbalzava sul pugno della giocatrice riusciva a fare un volo di quaranta metri con effetto a girare. La giocatrice era perciò in grado di controllare telepaticamente la traettoria del pallone.

Quando una giocatrice eseguiva la battuta, la palla andava sempre alla stessa distanza (esagerata), sia quando le giocatrice eseguiva solo un piccolo colpetto con le dita, sia quando la suddetta giocatrice eseguiva un volo di cinquanta metri e batteva la palla con tanta forza che questa si deformava. Inoltre, nella prima fase del servizio la palla volava in aria fino al soffitto, nella seconda fase si vedeva invece che finiva sempre e comunque nel campo. La traiettoria assumeva perciò la forma di un triangolo rettangolo.

Altra regola: quando una giocatrice riceveva un colpo alla faccia, si faceva male ai piedi. Logico, no?

Tralasciando le altre leggi fisiche violate, passiamo a quelle sociologiche. È mai possibile che una partitella amichevole fra titolari e riserve della squadra della scuola sia vista da tutta Tokyo? In Mila e Shiro è possibile. Pertanto, anche le dimensioni del campo sono allungate: il campo da gioco assume dimensioni pari a quelle di un campo da calcio (reale, eh: un campo da calcio nei cartoni animati è grande quanto una provincia: vedi Holly e Benji).

Anche le più semplici leggi temporali sono violate: se il primo e il secondo set durano poco più di venti secondi circa, e il terzo set più o meno un minutino scarso, è mai possibile che il quarto set duri un'intera puntata e che il quinto possa dilungarsi per un'intera serie? In Mila e Shiro sì.

Nell'universo di Mila e Shiro le giocatrici non solo cambiano colore di capelli tra un set e l'altro ma anche il numero dell'uniforme.

Curiosità

  • Il nome originale del manga è Attacker you! da dove sia uscito a quelli di Italia 1 di chiamarlo Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo non si sa.
  • Mila e Shiro in realtà si chiamano Yu e So ma nuovamente Italia 1 si è inventata i nomi.
  • Un giorno Shiro andò in un negozio per acquistare un pallone chiese quanto costasse e la cassiera gli disse: "Seimila" e lui rispose: "No, sono Shiro"
  • Esiste una versione tarocca dell'anime, chiamata Mila e Ciro
  • Le normali divise da pallavolo senza maniche non esistono in Mila e Shiro: le giocatrici preferiscono indossare maglioni invernali. In compenso, hanno sostituito i pantaloncini con le mutande.
  • Se esiste un nome per qualche attacco idiota, tipo "servizio laser" o "schiacciatafotonicainterstellare" (il più scrauso è però il "megaservizio"), è obbligatorio urlarlo quando si usa tale attacco. Altrimenti non funziona.
  • Se l'allenatore chiama il time out, anche con uno svantaggio di quattordici a zero e Mila con una gamba rotta, la squadra vince.

Voci correlate