Luigi Giussani: differenze tra le versioni

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Luigi Giussani nasce nel 1922 a Desio, un paese nei dintorni di Milano. Da sua madre, Angela, riceve la prima quotidiana introduzione alla fede. Da suo padre Beniamino, appartenente a una famiglia dotata di mano artistica, intagliatore in legno e restauratore, riceve l’invito costante a chiedersi il perché, la ragione delle cose. Don Giussani ha ricordato spesso alcuni episodi della sua vita in famiglia, segni di un clima di grande rispetto per la persona e di attiva educazione a tenere deste le dimensioni vere del cuore e della ragione. Ad esempio, l’episodio che vede lui ancora bambino e sua madre camminare nella penombra dell’alba per recarsi alla messa mattutina. E l’improvvisa sommessa esclamazione di sua madre alla vista dell’ultima stella che brillava nella luminosità crescente del cielo: «Com’è bello il mondo e com’è grande Dio!». O come l’amore di suo padre, un socialista anarchico, per la musica. Passione che non solo porta quell’uomo a stemperare momenti di difficoltà in famiglia cantando arie celebri, ma a preferire, rispetto ai pochi conforti di una situazione economica modesta, l’usanza, la domenica pomeriggio, di invitare in casa qualche musicista per ascoltare brani dal vivo.
{{Cit|Giussani? Sì, le sorelle che inventarono [[Diabolik]], giusto?|Pier Paolo Pasolini alla domanda: "Hai sentito parlare di Giussani?"}}
{{Cit|Se Giussani è un Filosofo, io sono una pornostar|[[Suor Germana]] su Don Giussani}}
{{Cit|Se Giussani è un Filosofo, io che cazzo sono?|[[Nietzsche]] su Don Giussani}}
{{Cit|Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete.|(Mt 7,15-16)}}


Giovanissimo, Luigi Giussani entra nel seminario diocesano di Milano, proseguendo gli studi e infine completandoli presso la Facoltà teologica di Venegono sotto la guida di maestri come Gaetano Corti, Giovanni Colombo, Carlo Colombo e Carlo Figini.
'''Luigi Giussani''', detto ''Jus'', è il fratello segreto di [[Tinto Brass]], il quale ha preferito dedicarsi a un settore decisamente più utile per l’umanità intera tutta. Ha anche due sorelle gemelle, le famose sorelle Giussani: anche loro hanno fatto meglio di lui, inventando [[Diabolik]]. Sfigato! È famoso per aver inventato, ahinoi, [[Comunione e Liberazione]].


Oltre che per la formazione culturale e per i rapporti di stima e di viva umanità che intercorrono con alcuni dei suoi maestri, Venegono sarà per Giussani un ambiente importantissimo per l’esperienza di compagnia vissuta con alcuni “colleghi”, come Enrico Manfredini - futuro Arcivescovo di Bologna -, nella comune scoperta del valore della vocazione, valore che si attua nel mondo e per il mondo.
[[Immagine:Separati_alla_nascita.jpg|left|thumb|200px|Luigi Giussani e Tinto Brass. Senza sigaro non li distingue nemmeno la madre.]]


Sono anni di studio intenso e di grandi scoperte. Come la lettura di Leopardi con la quale, racconta don Giussani, soleva talvolta accompagnare la meditazione dopo l’Eucaristia. Si rafforza in quegli anni, infatti, la convinzione che il vertice di ogni genio umano (comunque espresso) è profezia, anche inconsapevole, dell’avvenimento di Cristo. Così gli accade di leggere l’Inno Alla sua donna di Leopardi come una sorta di introduzione al prologo del Vangelo di san Giovanni, e di riconoscere in Beethoven e in Donizetti espressioni vivissime dell’eterno senso religioso dell’uomo.
Eletto mediante suffragio bulgaro, divenne la Guida del gruppo. Si dice che Guida fosse anche il nome d’arte di un noto transessuale che batteva dalle parti di Via della Conciliazione, Roma. Da qui i numerosi equivoci, mai del resto smentiti.


Da allora, il richiamo al fatto che il vero si riconosce dalla bellezza in cui si manifesta farà sempre parte del metodo educativo del movimento. Nella storia di CL si può parlare di un privilegio accordato all’estetica, intesa nel senso più profondo, tomista del termine, rispetto all’insistenza sul richiamo di ordine etico. Fin da quegli anni di seminario e di studio, don Giussani impara che senso estetico ed etico provengono insieme da una corretta e appassionata chiarezza circa l’ontologia, e che un vivo gusto estetico ne è il primo segno, come mostrano la più sana tradizione cattolica e quella ortodossa.
L’arma principale di Luigi Giussani era la bava. Oltre a essere potentemente cancerogena, aveva le stesse proprietà dell’acido cloridrico (il famoso H'''Cl''') e causava infertilità in chiunque ne venisse a contatto. L’unico a essere immune alla bava di Don Giussani è [[Giuliano Ferrara]], che produce spontaneamente un anticorpo tramite le sue numerosissime ghiandole.
L’osservanza della disciplina e dell’ordine nella vita in seminario si coniugherà con la forza di un temperamento che nel colloquio con i superiori e nelle iniziative con i compagni si distingue per vivacità e acume. Ad esempio, Giussani promuove insieme ad alcuni compagni una sorta di foglio interno, intitolato Studium Christi, con l’intento di farne una specie di organo di un gruppo di studio dedicato a scoprire la centralità di Cristo nella comprensione di ogni disciplina.
Pessima abitudine all’interno degli adepti di Cl è avere in ogni stanza una foto nelle pose più grottesche del Giussani. Gettonatissima è quella in cui il Jus è in una '''clinica privata''' milanese sottoposto a tracheotomia, lobotomia, anoressia, filosofia e agorafobia ('''NB''', qualora fosse sfuggito a qualcuno: '''CLI-NI-CA-PRI-VA-TA'''. Casomai lo ripetiamo insieme lentamente: '''Cliiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiicaaaaaaaaaa Priiiivaaaaaaataaaaaaa''').


Ordinato sacerdote, don Giussani si dedica all’insegnamento presso lo stesso seminario di Venegono. In quegli anni si specializza nello studio della teologia orientale (specie sugli slavofili), della teologia protestante americana e nell’approfondimento della motivazione razionale dell’adesione alla fede e alla Chiesa.
Altro feticcio molto comune è la statuina da presepe del Jus. Più è ingobbito e sofferente, meglio è. Metterla nel presepe provoca palpitazioni e lacrime di sangue alla statuina della [[Madonna]], anomalie gastriche a San [[Giuseppe]], terrore e alopecia nel Bambin [[Gesù]], i [[Re Magi]] diventano bianchi e si fanno furbi andando a giocare Oro, Incenso e Mirra a Montecarlo in compagnia di tre puttane, le pecore perdono il vello e si mettono a inculare i pastorelli [[sardi]] all’urlo di “Yu-huu il contrappasso!”.


A metà degli anni Cinquanta lascia l’insegnamento in seminario per quello nelle scuole medie superiori. Per dieci anni, dal 1954 al 1964, insegna al Liceo classico «Berchet» di Milano. Inizia a svolgere in quegli anni una attività di studio e di pubblicistica volta a porre all’interno e all’esterno della Chiesa l’attenzione sul problema educativo. Redigerà, tra l’altro, la voce «Educazione» per l’Enciclopedia cattolica.
Questo quotidiano trauma, comunque, spiega perché per ogni Ciellino è impossibile conoscere la Bellezza per antonomasia e avere una qualsiasi nozione di teoretica ed estetica in genere.


Sono gli anni della nascita e della diffusione di GS (Gioventù Studentesca).
Per onor di verità, Don Giussani ha fatto un’azione degna di lode nella sua vita: è morto. A tale evento, tutti i più devoti Ciellini, (tra cui tutti i professori Ciellini di tutte le materie istituiti per distorcere in chiave cattolico-pidiellina le più discipline, per plagiare le menti e per '''fare più favoritismi possibile a tutti gli allievi affiliati''') si sono trasferiti in massa a celebrare le esequie. Era l’occasione buona per buttare una grossa bomba in Piazza Duomo a [[Milano]] e fare un po’ di ordine, ma il Governo [[Svizzero]] se l’è fatta sfuggire. Accidentaccio. L’unica conseguenza dell’allegra scampagnata c’è stata per gli allievi dei suddetti Prof., lasciati nelle rispettive aule a non fare un cazzo. Sagace la battuta di uno di questi giovincelli: ''“Giussani dovrebbe morire tre volte la settimana”''.
Dal 1964 al 1990 terrà la cattedra di Introduzione alla Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. In più di un’occasione viene inviato dai superiori negli Stati Uniti per periodi di studio. In particolare, nel ’66 trascorre alcuni mesi oltreoceano per approfondire gli studi sulla teologia protestante americana, a cui fa seguito, in edizione accademica, una delle rare pubblicazioni sull’argomento dal titolo Grandi linee della teologia protestante americana. Profilo storico dalle origini agli anni 50.
Guida il movimento di Comunione e Liberazione presiedendone il Consiglio generale.


Presiede inoltre la Diaconia Centrale della Fraternità di Comunione e Liberazione, associazione riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici nel 1982.
== Giussani e la scrittura ==
Inoltre anima e guida l’esperienza dei Memores Domini, un’associazione laicale anch’essa riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici (1988), che riunisce persone di CL che hanno compiuto una scelta di consacrazione a Dio nella verginità.
Giussani era indubbiamente afflitto da grafomania. Come Plutarco, Origene, [[Cicerone]], [[Suor Germana]] e [[Francesco Totti]]. Ha scritto una quantità inimmaginabile di libri, articoli, Sure, ricette, [[Foglietto illustrativo|bugiardini di medicine]] e istruzioni per l’uso di [[Profilattico|profilattici]] (rigorosamente bucati altrimenti è peccato).


È consultore della Congregazione per il Clero e del Pontificio Consiglio per i Laici.
Il suo stile è melodioso quanto un cantiere navale ed è assimilabile a quello di [[Nostradamus]]: aleatorio e sgrammaticato. Per entrambi la mancanza di significato nello scritto consente al lettore di mettere in bocca all’autore tutto ciò che gli sembra più opportuno, permettendo di stravolgere ogni frase per adattarla a un contesto ideologizzato già pronto in precedenza.


È stato creato Monsignore da Giovanni Paolo II nel 1983 con il titolo di Prelato d’onore di Sua Santità.
Molte di queste perle sono state disseminate nella rivista Tracce, allegato mensile di [[Playboy]], allegato mensile di [[Avvenire]], a sua volta allegato mensile di Tracce.


È autore di numerosi saggi che sono stati tradotti in diverse lingue: inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo, polacco, portoghese, slovacco, sloveno, ungherese, greco e albanese. Su di essi si sono formati ormai centinaia di migliaia di giovani e adulti.
{{quote|O no? Aspetta un attimo mi sono confuso... Come cazzo è possibile? Ah, sì, trovato, la vecchia scusa
che funziona sempre: Mistero della [[Federica|Fede]]!|}}


Dal 1993 dirige la collana «i libri dello spirito cristiano» per una delle più importanti case editrici italiane, la Rizzoli RCS.
Dicevamo: tratti salienti della prosa giussaniana sono:


Dal 1997 dirige la collana discografica «Spirto gentil» realizzata d’intesa con Deutsche Grammophon, che gode di un notevole successo documentato dai dati di vendita e da numerose recensioni su riviste specializzate.
*Anacoluti
*Contraddizioni (''“Il Mistero non può essere posseduto: è oggetto di esperienza ma non può essere posseduto, cioè misurato, esaurito, abbracciato nella sua totalità. Ma è altrettanto vero che è posseduto”'').
*Disomogeneità
*Bambineschi sensazionalismi (esclamazioni campate in aria, anafore insensate, accumulazioni sinonimiche di dubbio gusto, esordi caratterizzati da ridondante platealità)
[[Immagine:Biscardi.jpg|right|thumb|191px|Il maestro di Italiano di Giussani durante una dissertazione teologica]]
*Distinzioni capziose (''“Il Mistero non è l’ignoto; è l’ignoto in quanto diventa contenuto di esperienza sensibile”'').
*Voli pindarici
*Metafore bolse e/o inappropriate
*Esplicazioni confusionarie
*Paralogismi parecchio astrusi (''“Il Verbo di Dio è un possesso inesauribile e, perciò, non può che essere vissuto nell’umiltà”'')
*Riferimenti a pregressi non specificati
*Parole straniere per suscitare Xenikòn nel lettore (Xenikòn = straniamento, capre!)
*Qualunquismi
*Intermezzi non richiesti e chiose a margine di nullo interesse
*Citazioni a sproposito


Nel 1995 gli è stato assegnato il Premio Internazionale Cultura Cattolica.
Gustiamoci quindi un ''icastico'' paragrafo nella sua più totale e stilnovistica musicalità e fragranza.


Nel 2001, in occasione della decima edizione della «Corona Turrita», il riconoscimento voluto dalla città di Desio per i suoi cittadini illustri, viene assegnato il premio a don Luigi Giussani.
''“Il Verbo di Dio, fatto seme nel seno della Madonna, la Madonna lo possedeva; fatto bambino, giovane, uomo, la Madonna come madre lo possedeva, come donna che era sua madre lo possedeva”''.


L’11 febbraio 2002, in occasione del ventesimo anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione, Giovanni Paolo II scrive a don Giussani una lunga lettera autografa.
Per tutti codesti indubbi meriti, Giussani è anche soprannominato ''Il [[Jessica Fletcher]] del [[Cristianesimo]].''


Lo stesso anno, il presidente della Provincia di Milano, on. Ombretta Colli, alla presenza del cardinale Dionigi Tettamanzi, assegna a don Giussani il premio Isimbardi Medaglia d’oro di Riconoscenza, mentre il Comune dei Giovani di Bassano del Grappa conferisce a don Giussani la cittadinanza onoraria.
{{Uominidichiesa}}


Nel 2003 don Giussani riceve il Premio Macchi, tributato dall’Associazione Genitori Scuole Cattoliche a chi si distingue nel campo dell’educazione.
[[Categoria:Personaggi religiosi]]

[[Categoria:Chiesa]]
Nel 2004, in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita di Comunione e Liberazione, Giovanni Paolo II scrive una lunga lettera a don Giussani, datata 22 febbraio 2004.

Il 16 marzo dello stesso anno, durante la quinta edizione della festa dello Statuto della Regione Lombardia, don Luigi Giussani è premiato con uno dei sedici Sigilli Longobardi assegnati ai cittadini che si sono distinti per particolari meriti sociali.

Muore il 22 febbraio 2005 nella sua abitazione di Milano. Il 24 febbraio, il cardinale Joseph Ratzinger presiede il funerale nel Duomo di Milano come inviato personale di Giovanni Paolo II, e pronuncia l’omelia davanti a quarantamila persone.

Versione delle 14:57, 30 giu 2009

Luigi Giussani nasce nel 1922 a Desio, un paese nei dintorni di Milano. Da sua madre, Angela, riceve la prima quotidiana introduzione alla fede. Da suo padre Beniamino, appartenente a una famiglia dotata di mano artistica, intagliatore in legno e restauratore, riceve l’invito costante a chiedersi il perché, la ragione delle cose. Don Giussani ha ricordato spesso alcuni episodi della sua vita in famiglia, segni di un clima di grande rispetto per la persona e di attiva educazione a tenere deste le dimensioni vere del cuore e della ragione. Ad esempio, l’episodio che vede lui ancora bambino e sua madre camminare nella penombra dell’alba per recarsi alla messa mattutina. E l’improvvisa sommessa esclamazione di sua madre alla vista dell’ultima stella che brillava nella luminosità crescente del cielo: «Com’è bello il mondo e com’è grande Dio!». O come l’amore di suo padre, un socialista anarchico, per la musica. Passione che non solo porta quell’uomo a stemperare momenti di difficoltà in famiglia cantando arie celebri, ma a preferire, rispetto ai pochi conforti di una situazione economica modesta, l’usanza, la domenica pomeriggio, di invitare in casa qualche musicista per ascoltare brani dal vivo.

Giovanissimo, Luigi Giussani entra nel seminario diocesano di Milano, proseguendo gli studi e infine completandoli presso la Facoltà teologica di Venegono sotto la guida di maestri come Gaetano Corti, Giovanni Colombo, Carlo Colombo e Carlo Figini.

Oltre che per la formazione culturale e per i rapporti di stima e di viva umanità che intercorrono con alcuni dei suoi maestri, Venegono sarà per Giussani un ambiente importantissimo per l’esperienza di compagnia vissuta con alcuni “colleghi”, come Enrico Manfredini - futuro Arcivescovo di Bologna -, nella comune scoperta del valore della vocazione, valore che si attua nel mondo e per il mondo.

Sono anni di studio intenso e di grandi scoperte. Come la lettura di Leopardi con la quale, racconta don Giussani, soleva talvolta accompagnare la meditazione dopo l’Eucaristia. Si rafforza in quegli anni, infatti, la convinzione che il vertice di ogni genio umano (comunque espresso) è profezia, anche inconsapevole, dell’avvenimento di Cristo. Così gli accade di leggere l’Inno Alla sua donna di Leopardi come una sorta di introduzione al prologo del Vangelo di san Giovanni, e di riconoscere in Beethoven e in Donizetti espressioni vivissime dell’eterno senso religioso dell’uomo.

Da allora, il richiamo al fatto che il vero si riconosce dalla bellezza in cui si manifesta farà sempre parte del metodo educativo del movimento. Nella storia di CL si può parlare di un privilegio accordato all’estetica, intesa nel senso più profondo, tomista del termine, rispetto all’insistenza sul richiamo di ordine etico. Fin da quegli anni di seminario e di studio, don Giussani impara che senso estetico ed etico provengono insieme da una corretta e appassionata chiarezza circa l’ontologia, e che un vivo gusto estetico ne è il primo segno, come mostrano la più sana tradizione cattolica e quella ortodossa. L’osservanza della disciplina e dell’ordine nella vita in seminario si coniugherà con la forza di un temperamento che nel colloquio con i superiori e nelle iniziative con i compagni si distingue per vivacità e acume. Ad esempio, Giussani promuove insieme ad alcuni compagni una sorta di foglio interno, intitolato Studium Christi, con l’intento di farne una specie di organo di un gruppo di studio dedicato a scoprire la centralità di Cristo nella comprensione di ogni disciplina.

Ordinato sacerdote, don Giussani si dedica all’insegnamento presso lo stesso seminario di Venegono. In quegli anni si specializza nello studio della teologia orientale (specie sugli slavofili), della teologia protestante americana e nell’approfondimento della motivazione razionale dell’adesione alla fede e alla Chiesa.

A metà degli anni Cinquanta lascia l’insegnamento in seminario per quello nelle scuole medie superiori. Per dieci anni, dal 1954 al 1964, insegna al Liceo classico «Berchet» di Milano. Inizia a svolgere in quegli anni una attività di studio e di pubblicistica volta a porre all’interno e all’esterno della Chiesa l’attenzione sul problema educativo. Redigerà, tra l’altro, la voce «Educazione» per l’Enciclopedia cattolica.

Sono gli anni della nascita e della diffusione di GS (Gioventù Studentesca). Dal 1964 al 1990 terrà la cattedra di Introduzione alla Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. In più di un’occasione viene inviato dai superiori negli Stati Uniti per periodi di studio. In particolare, nel ’66 trascorre alcuni mesi oltreoceano per approfondire gli studi sulla teologia protestante americana, a cui fa seguito, in edizione accademica, una delle rare pubblicazioni sull’argomento dal titolo Grandi linee della teologia protestante americana. Profilo storico dalle origini agli anni 50. Guida il movimento di Comunione e Liberazione presiedendone il Consiglio generale.

Presiede inoltre la Diaconia Centrale della Fraternità di Comunione e Liberazione, associazione riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici nel 1982. Inoltre anima e guida l’esperienza dei Memores Domini, un’associazione laicale anch’essa riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici (1988), che riunisce persone di CL che hanno compiuto una scelta di consacrazione a Dio nella verginità.

È consultore della Congregazione per il Clero e del Pontificio Consiglio per i Laici.

È stato creato Monsignore da Giovanni Paolo II nel 1983 con il titolo di Prelato d’onore di Sua Santità.

È autore di numerosi saggi che sono stati tradotti in diverse lingue: inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo, polacco, portoghese, slovacco, sloveno, ungherese, greco e albanese. Su di essi si sono formati ormai centinaia di migliaia di giovani e adulti.

Dal 1993 dirige la collana «i libri dello spirito cristiano» per una delle più importanti case editrici italiane, la Rizzoli RCS.

Dal 1997 dirige la collana discografica «Spirto gentil» realizzata d’intesa con Deutsche Grammophon, che gode di un notevole successo documentato dai dati di vendita e da numerose recensioni su riviste specializzate.

Nel 1995 gli è stato assegnato il Premio Internazionale Cultura Cattolica.

Nel 2001, in occasione della decima edizione della «Corona Turrita», il riconoscimento voluto dalla città di Desio per i suoi cittadini illustri, viene assegnato il premio a don Luigi Giussani.

L’11 febbraio 2002, in occasione del ventesimo anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione, Giovanni Paolo II scrive a don Giussani una lunga lettera autografa.

Lo stesso anno, il presidente della Provincia di Milano, on. Ombretta Colli, alla presenza del cardinale Dionigi Tettamanzi, assegna a don Giussani il premio Isimbardi Medaglia d’oro di Riconoscenza, mentre il Comune dei Giovani di Bassano del Grappa conferisce a don Giussani la cittadinanza onoraria.

Nel 2003 don Giussani riceve il Premio Macchi, tributato dall’Associazione Genitori Scuole Cattoliche a chi si distingue nel campo dell’educazione.

Nel 2004, in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita di Comunione e Liberazione, Giovanni Paolo II scrive una lunga lettera a don Giussani, datata 22 febbraio 2004.

Il 16 marzo dello stesso anno, durante la quinta edizione della festa dello Statuto della Regione Lombardia, don Luigi Giussani è premiato con uno dei sedici Sigilli Longobardi assegnati ai cittadini che si sono distinti per particolari meriti sociali.

Muore il 22 febbraio 2005 nella sua abitazione di Milano. Il 24 febbraio, il cardinale Joseph Ratzinger presiede il funerale nel Duomo di Milano come inviato personale di Giovanni Paolo II, e pronuncia l’omelia davanti a quarantamila persone.