Lucio Anneo Seneca: differenze tra le versioni

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Così nel 59, dopo aver ucciso sua [[madre]] di [[paura]] mettendole davanti uno [[specchio]] e il prefetto Burro sciogliendolo in [[padella]], [[Nerone]] non aspettava che un pretesto per eliminare anche Seneca. L’occasione si presentò di lì a poco: il filosofo infatti non aveva pagato 2 bollette della luce di 8 mesi e mezzo fa e questo nelle more delle more aveva fatto crescere la sua ammenda da 100 a 200 a 3000 sesterzi fino alla condanna a [[morte]]. Ebbene sì: purtroppo nell’antica [[Roma]] se non pagavi le bollette erano cazzi acidi.
Ma Seneca che oltre ad essere un abile retore era un [[avvocato]] con le [[palle]] riuscì a dimostrare che l’importo di quelle bollette era sbagliato e rilanciò citando l’[[Impero]] romano per falso.
[[Nerone]], manco a dirlo, si incazzò moltissimo e promise tra sé e (e sé e sé e sé, perché Nerone aveva un ''ego'' smisurato) che un modo per sistemare Seneca l’avrebbe trovato.
Cosicché era sempre in attesa che il povero sventurato sgarrasse per poterlo finalmente punire.
I pretoriani di [[Nerone]] seguivano il povero Seneca praticamente dappertutto: all’uscita dal [[supermercato]] gli controllavano lo [[scontrino]], sulla [[metropolitana]] verificavano la validità del biglietto e sull’[[autostrada]] era fermato di continuo per la verifica di [[patente]], libretto di circolazione e del triangolo di emergenza. Seneca, manco a dirlo, aveva addosso un’apprensione continua: vivere così non era per niente facile.
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